Posticipato il divieto di commercializzazione delle alogene energivore

Sebbene la Direttiva Ecodesign prevedesse la messa al bando delle lampadine alogene energivore di classe C e D a partire dal mese di settembre 2016, la data è stata posticipata
Posticipato il divieto di commercializzazione delle alogene energivore

Illuminazione NewsSebbene la Direttiva Ecodesign, documento che fa parte del piano di risparmio energetico europeo per il contrasto dei cambiamenti climatici, prevedesse la messa al bando delle lampadine alogene energivore di classe C e D a partire dal mese di settembre 2016, la commissione tecnica dell’Unione Europea incaricata di esprimersi sul tema ha deciso, lo scorso 17 aprile, di posticipare questa data al 2018.
Bloccando questo importante e atteso provvedimento, che avrebbe garantito ai cittadini europei risparmi per 6,6 miliardi di euro in bolletta, si pone un freno alla ormai diffusa tendenza che vede il mercato puntare verso le sorgenti a Led.

Le motivazioni alla base della decisione poggiano sulla convinzione che le tecnologie a LED a bassa emissione non siano ancora mature, anche se recenti studi realizzati da Enti danesi e svedesi abbiano ampiamente dimostrato che queste abbiano raggiunto ottimi risultati e siano pronte, insieme alle fluorescenti compatte, a soddisfare, da sole, l’intera richiesta del mercato.

Quanto consumano le lampade alogene realmente?

I valori riportati sulle confezioni delle lampade alogene mostrano consumi relativi alla – ormai defunte – lampade a incandescenza inferiori del 50% circa. Ma siamo sicuri che sia effettivamente così?

La legge prevede un margine del 10% nell’indicare i consumi effettivi

In realtà lassociazione svedese dei consumatori ha puntato il dito contro la “tolleranza” consentita nell’indicare i calori di consumo, che si attesterebbe a un valore di circa il 10% in più o in meno, proprio come avviene con gli elettrodomestici. Le lampadine, però, sono più semplici da testare e non comportano particolari variazioni nel loro utilizzo (generalmente sono accese o spente, non ci sono “stati intermedi”), per cui pare che l’utilizzo di questo margine risulti più che altro un modo per guadagnare diversi punti percentuali nella dichiarazione presente sulle confezioni delle lampadine.

In alternativa, una luce alogena venduta come modello da 600 lumen (la misura della luminosità) potrebbe in realtà essere di soli 540 lumen: una differenza non da poco, anche perché potrebbe portare il consumatore a scegliere modelli più potenti (e ovviamente più energivori).

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