A fine 2015 il mercato dell’Internet of Things in Italia raggiunto i 2 miliardi di euro, con una crescita significativa dovuta a applicazioni che sfruttano la connettività sia a tecnologie come Wireless M-Bus o Bluetooth Low Energy.
In Italia, al momento, il mercato dell’Iot è trainato dagli smart meters – contatori intelligenti – e dalle auto connesse, ma secondo l’Osservatorio del Politecnico di Milano stanno crescendo sia le case intelligenti sia le Smart City.
Se pensiamo alle nostre città, scopriamo che il 60% dei comuni italiani ha avviato progetti come l’illuminazione intelligente, la catena automatizzata della gestione dei rifiuti o la mobilità. Quindi il concetto di Smart city è ben presente.
Se invece pensiamo agli edifici intelligenti possiamo constatare che sono molti quelli in cui è presente la building automation, la gestione centralizzata degli impianti e la connettività.
Discorso a parte meritano le cosiddette Smart Home, le case intelligenti. Tutte le ricerche e le indagini condotte nell’ultimo anno indicano che gli italiani sono molto propensi a rendere la propria casa connessa e domotica e che la propensione all’acquisto di questi oggetti è decisamente aumentata.
Secondo l’Osservatorio, in Italia, ci sono circa 10,3 milioni di oggetti connessi alla rete cellulare a cui si aggiungono quelli che sfruttano altre tecnologie di comunicazione.
“Questi numeri indicano una crescita importante dell'Internet of Things in Italia – afferma Alessandro Perego, Direttore Scientifico degli Osservatori Digital Innovation del Politecnico di Milano, ma è necessario un consolidamento delle basi per lo sviluppo su tutti i fronti: città, consumatori e imprese”. I presupposti per la crescita si basano su: installazione di nuove reti di comunicazione dedicate all’IoT, soluzioni di Smart Home, sempre più integrata con servizi assicurativi, servizi innovativi per l’industria 4.0.
In tutto questo cambia lo scenario dell’installazione e distribuzione, soprattutto per la casa, infatti la grande distribuzione sta allestendo spazi espositivi per raccontare tutto questo e si affiancherà al canale tradizionale dell’installatore elettrico e alla filiera della domotica.
Pensate che tutto questo sia il futuro? Posso assicurarvi che non è così. Infatti i dati dimostrano che nell’ambito della Smart Car: una nuova auto su cinque immatricolata in Italia è dotata di connettività nativa a bordo, con la possibilità di aggiungere altri servizi oltre alla chiamata di emergenza.
Il 79% dei consumatori italiani è disposto ad acquistare prodotti per la Smart Home, il che significa che c’è la consapevolezza che una casa intelligente e connessa sia in grado di rispondere alle esigenze di sicurezza, comfort, efficienza energetica.
È vero che oggi solo un consumatore su cinque possiede un oggetto intelligente nella propria abitazione e le intenzioni di acquisto sono elevate, soprattutto se riguardano sistemi di antintrusione, gestione del comfort e risparmio energetico.
In questo scenario descritto da Angela Tumino, Direttore dell'Osservatorio Internet of Things, emerge che la filiera tradizionale della domotica deve lavorare per mantenere una posizione di rilievo nel mercato. Gli installatori non sono così pronti a proporre prodotti e servizi per la Smart Home, mentre gli architetti sono consapevoli delle opportunità di business, ma hanno una conoscenza superficiale.
Nel 60% dei comuni italiani con popolazione superiore a 20.000 abitanti sono stati presentati o avviati – negli ultimi 3 anni – progetti di Smart City, purtroppo però nessuna città italiana può essere veramente definita Smart.
I progetti mirano a migliorare la vivibilità e la sostenibilità soprattutto attraverso la gestione dell’illuminazione intelligente e l’utilizzo dei LED e la mobilità elettrica.
A questo si aggiunge il programma nazionale legato allo smart metering (a seguito di obblighi normativi) e la nascita si reti di comunicazione dedicate all’Internet of Things.
Ma per rendere una città veramente smart sono necessari servizi in grado di ridurre i consumi energetici, soluzioni per il trasporto pubblico, servizi turistici, gestione della raccolta dei rifiuti, raccogliere informazioni attraverso sensori di inquinamento acustico o sensori di occupazione dei parcheggi…, l’Internet of Things è, in grado di accelerare questo processo.
Con IoT, Internet of Things (in italiano Internet delle cose), si intende un insieme di oggetti e tecnologie in grado di comunicare tra di loro acquisendo un’identità nel mondo digitale.
Questi oggetti intelligenti (smart object) possiedono diverse funzionalità: identificazione, localizzazione, interazione con l’ambiente circostante, diagnostica interna, elaborazione dati, invio dei dati stessi e di segnalazioni, connessione.
L’intelligenza però non si ferma agli oggetti, ma si propaga alla rete che li connette tra loro utilizzando standard tecnologici aperti e condivisi.