L’obiettivo è tanto ambizioso quanto difficile da realizzare: terminare la vendita di automobili a combustione interna entro il 2030 a favore della mobilità elettrica. La Germania vorrebbe provarci, ma gli scogli da superare sono molti.
Si tratta innanzitutto di un potenziale obiettivo, non di un vincolo legislativo: difficile che in “soli” 14 anni si riesca ad arrivare a un simile risultato, ma è comunque una strada tracciata e ragionevolmente vi si giungerà (anche se a mio parere servirà un periodo più lungo).
Ciò non significa quindi che non incontreremo più automobili “tradizionali”: quelle in circolazione potranno continuare a percorrere le strade tedesche, ma è interessante analizzare la cosa dal punto di vista dello sviluppo delle infrastrutture correlate e della relativa tecnologia.
La Germania è una nazione che punta molto sulla propria industria automobilistica, che genera direttamente alcune decine di miliardi di euro di fatturato e altrettanti grazie ai subfornitori (molti dei quali, è bene ricordarlo, sono italiani).
Tutti i produttori mondiali di auto si stanno interessando alla costruzione di un veicolo totalmente elettrico.
Difficile quindi che un simile stravolgimento possa verificarsi rapidamente: d’altro canto, è importante sottolineare i cambiamenti che questa rivoluzione avrà su altri settori.
Come quello legato alla produzione di un numero idoneo di stazioni di ricarica disseminate per l’intera nazione.
Non è un segreto che praticamente tutti i costruttori mondiali di auto si stiano interessando alla costruzione di un veicolo totalmente elettrico. Molti già sono in circolazione sulle nostre strade, altri lo saranno a breve. Elon Musk con la Tesla ha messo in moto un volano dalla forza incalcolabile: ancora non costano “poco” (anche se quantificare i costi di un veicolo simile non è affatto facile), né le infrastrutture sono adeguate ad accogliere un numero significativo di veicoli elettrici (per numerosità di stazioni di ricarica e frequenza con la quale possiamo trovarle in giro). Ma, come accennavo, si tratta di un momento di transizione: per fare una similitudine, l’avvento “in massa” dei telefoni cellulari di una ventina di anni fa ha imposto la ristrutturazione della rete e il passaggio dalla tecnologia analogica a quella digitale. Mi aspetto una rivoluzione simile, perché sono convinta che l’attuale rete sia ben lontana dal rappresentare una soluzione adeguata per le future esigenze del mercato dei veicoli elettrici.
Sarà interessante osservare verso quale direzione andranno i costruttori di automobili e quelli delle relative infrastrutture di ricarica. Una cosa è certa: se vorranno ottenere un successo, dovranno collaborare al fine di “remare” tutti nella stessa direzione, dimenticando per un attimo i rispettivi interessi a favore di un obiettivo comune.