Semplificare le procedure per gli impianti eolici

Semplificare le procedure autorizzative per l’installazione di impianti da fonti rinnovabili è stato il tema del tavolo di confronto tra le Associazioni e le Istituzioni sul rinnovamento eolico, riservato alle aziende associate all’ANEV e ad Elettricità Futura

“La semplificazione autorizzativa è fondamentale per la realizzazione di impianti da fonti energetiche rinnovabili. – ha commentato Simone Togni, Presidente dell’ANEV – Oggi ci troviamo di fronte a situazioni che vedono per tali fonti spesso procedure più lunghe e complicate di quelle per le fonti fossili. Per raggiungere gli obiettivi della Strategia Energetica Nazionale (SEN) e ottemperare agli obblighi di Parigi è necessario semplificare le procedure ambientali per il rinnovamento degli impianti esistenti e per i nuovi. In particolare è necessaria la sostituzione di impianti obsoleti con turbine innovative per mantenere gli attuali livelli di produzione elettrica ed incrementarla”.

Facilitare interventi di rinnovamento degli impianti eolici attraverso semplificazioni di carattere ambientale ed autorizzativo – ha commentato Simone Mori, Presidente di Elettricità Futura – è fondamentale per consentire agli operatori di poter intervenire sui propri impianti e non pregiudicare il patrimonio rinnovabile esistente. Elettricità Futura è impegnata in questo percorso con le istituzioni nazionali e regionali, come ad esempio con la Regione Puglia, affinché le disposizioni normative inerenti il nuovo Decreto VIA si traducano in provvedimenti per il settore. La energia eolica è centrale nello scenario energetico indicato dalla SEN, motivo per il quale l’adozione di procedure di semplificazione normativa è assolutamente imprescindibile”.

“Abbiamo dedicato una approfondita istruttoria legislativa e una particolare cura al tema delle semplificazioni dei procedimenti nella predisposizione della recente riforma della disciplina della valutazione d’impatto ambientale. – ha commentato Marcello Cecchetti, Capo dell’Ufficio Legislativo del Ministero dell’Ambiente – Ora ci aspettiamo, in tempi brevissimi, che possano vedere la luce i decreti ministeriali attuativi che dovranno prevedere, anche specificamente per gli impianti eolici, le liste di controllo che serviranno a verificare preventivamente, in un termine ridottissimo di soli trenta giorni, la corretta procedura da attivare per le modifiche, le estensioni o gli adeguamenti tecnici finalizzati a migliorare il rendimento e le prestazioni ambientali degli impianti esistenti”.

Lombardia: apre il Centro di Consulenza Energetica Integrata

Apre il primo Centro di Consulenza Energetica Integrata della Lombardia grazie a un accordo tra ENEA e Città metropolitana di Milano con l’obiettivo di:

“ENEA porta a Milano le proprie competenze tecnico-scientifiche per offrire strumenti utili per garantire servizi energetici più sostenibili e competitivi e affrontare le problematiche dell’ambiente e della salute. – ha sottolineato Federico Testa, presidente di ENEA – ENEA può dare un contributo significativo alla riqualificazione energetica con politiche e strumenti adeguati interventi di ‘deep renovation’, che potrebbero abbattere i consumi energetici del 40% nella Pubblica Amministrazione e di oltre il 60% nei condomini energivori, costruiti tra gli anni ‘50 e ’70”.

ENEA, inoltre, può contribuire al miglioramento della qualità dell’aria grazie a tecnologie come:

“Questo accordo è solo l’inizio, in futuro potrebbero inserirsi aree di intervento più ampie come il trattamento, il recupero, lo smaltimento e la valorizzazione dei rifiuti, la gestione sostenibile delle acque reflue, la razionalizzazione dell’illuminazione pubblica e la mobilità sostenibile” ha aggiunto Testa.

Per Milano, il Centro di Consulenza Energetica Integrata è una grossa occasione poiché la città sta investendo in efficienza energetica e mobilità elettrica, ma è necessario creare più cultura in materia di sostenibilità ambientale a tutti i livelli, “attraverso la sinergia con ENEA e il coordinamento con i Comuni dell’area metropolitana, è possibile percorrere la strada dell’attuazione della normativa europea e nazionale sui temi dell’efficienza energetica. Solo attraverso la riduzione delle emissioni di CO2 e del consumo di combustibili fossili è possibile contribuire al miglioramento della qualità dell’aria”, ha concludo Arianna Censi, vicesindaco della Città metropolitana.

Tra le iniziative a supporto ENEA sta portando in tour in 10 città italiane la campagna di informazione itinerante “Efficienza energetica on the road” che si inserisce ne progetto sull’efficienza energetica “Italia in Classe A”.

FLIR CM275, la pinza amperometrica industriale con immagine termica

Flir presenta la pinza amperometrica industriale con immagine termica Flir CM275 che riunisce funzioni termografiche e di misurazione elettrica all’interno di un potente strumento per l’ispezione, la diagnosi e la localizzazione guasti.

Flir CM275 rappresenta un metodo visivo per identificare punti caldi e circuiti surriscaldati, rendendo – per elettricisti e manutentori – l’ispezione e la manutenzione di impianti più sicure ed efficienti.

La nuova pinza amperometrica è dotata di datalogger, connettività wireless e tecnologia Infrared Guided Measurement (IGM), la tecnologia di imaging termico per guidare visivamente l’utilizzatore verso la posizione precisa di una situazione critica e individuare anomalie e guasti in modo più veloce ed efficiente.

Flir CM275 La connettività wireless Bluetooth consente la comunicazione diretta con l’App di gestione professionale Flir InSite (opzionale).

Flir CM275 è dotata di una robusta protezione che la rende adatta per tutti gli ambienti più difficili.

Flir CM275 è la più recente e più avanzata pinza amperometrica AC/DC 600 A con risoluzione termica 160 x 120 (19.200 misurazioni di temperatura) che permette di evidenziare rapidamente le aree problematiche.

È dotata di una vasta gamma di funzioni di misurazione, di componenti come una pinza sottile, illuminatori integrati.
Inoltre, per supportare al meglio il lavoro del professionista è stata dotata di uno schermo il 40% più grande del modello precedente.

Ma le caratteristiche che distinguono la pinza amperometrica Flir CM275 non finiscono qui; infatti è equipaggiata con una memoria interna in grado di contenere 10 set da 40.000 misurazioni scalari (100 immagini), con funzione di richiamo per il riesame dei dati.

Diverse, invece, le opzioni di alimentazione come le batterie ricaricabili al litio-polimeri di lunga durata Flir TA04 e/o batterie AA standard.
Semplice e rapida anche la sostituzione della batteria grazie al vano batteria apribile senza l’uso di utensili.

La pinza amperometrica CM275 viene fornita con 10 anni di garanzia limitata sul prodotto e sul sensore.

Geotermia: GRETA un progetto UE per diffonderla nelle Alpi

Il cambiamento climatico colpisce in maniera particolare il territorio alpino. C’è bisogno quindi di un cambiamento delle abitudini energetiche che vada in direzione della sostenibilità ambientale. L’impiego delle fonti rinnovabili è un passo avanti significativo e, tra queste, la geotermia a bassa entalpia è potenzialmente molto interessante. Da qui nasce l’idea alla base di GRETA (near-surface Geothermal REsources in the Territory of the Alpine space), progetto europeo che raggruppa 12 partner tra centri di ricerca, università, enti locali e aziende. Tra queste c’è anche l’Italia, rappresentata dal Politecnico di Torino, Regione Lombardia e Arpa Valle d’Aosta.

La geotermia a bassa entalpia potrebbe soddisfare in modo green i fabbisogni energetici del territorio dell’arco alpino che sconta elevati consumi e una forte dipendenza dai combustibili fossili – spiega Alessandro Casasso, ricercatore presso l’ateneo Torinese, insieme a Pietro Zambelli e Roberto Vaccaro, dell’istituto di ricerca EURAC – Non solo: l’arco alpino è un territorio con specificità e caratteristiche uniche e dove ci si attende un riscaldamento doppio rispetto alla media globale. La riduzione dell’innevamento si rifletterà non solo sul turismo, ma anche sulla disponibilità di acqua irrigua. Allo stesso tempo la macroregione alpina ha elevati consumi energetici e una forte dipendenza dai combustibili fossili: in particolare, per ragioni climatiche, gli edifici. Per questo motivo abbiamo puntato sulle pompe di calore geotermiche“.

In prospettiva, sono gli impianti di climatizzazione con le minori emissioni di gas serra, il minor consumo di energia primaria non rinnovabile, e non producono emissioni inquinanti in situ. Non è da dimenticare, infatti, che la Pianura Padana è una delle aree più inquinate d’Europa, anche a causa dei sistemi di riscaldamento.

Geotermia, il potenziale del territorio alpino

arco alpinoMa qual è il “giacimento” geotermico sfruttabile nel territorio interessato? “Posto che il potenziale geotermico è la potenza termica che il sottosuolo è in grado di erogare tramite una o più sonde a circuito chiuso, o tramite una coppia di pozzi separati (prelievo e re-iniezione) esso dipende quindi dalle caratteristiche del sottosuolo. In particolare, dalla conducibilità termica del terreno, per gli impianti con sonde, e dalla conducibilità idraulica della falda idrica, per gli impianti con pozzi, detti a circuito aperto” rispondono i tre ricercatori.

Studiare il potenziale geotermico serve per individuare le aree più adatta all’una e/o l’altra tipologia e capire quanto la geotermia può contribuire alla copertura dei fabbisogno energetico di un territorio.

“All’interno del progetto stiamo sviluppando un webGIS della macroregione alpina per evidenziare le aree in cui sono presenti criticità che sconsigliano l’uso di questa risorsa, o che quindi richiedono una maggior attenzione in fase di realizzazione delle sonde o dei pozzi”. A questo proposito sono state condotte delle analisi più approfondite e di dettaglio per sei casi studio distribuiti sull’arco alpino, valutando il potenziale geotermico con le due tecnologie, a circuito aperto e chiuso.

…e quello italiano

Geotermia progetto GretaL’Italia che potenziale esprime in proposito? La Pianura Padana ha dei vasti acquiferi superficiali sfruttabili con la tipologia a circuito aperto, ossia pozzi separati di estrazione e re-iniezione, che si sta diffondendo in città come Torino e Milano. Esempi sono il Museo Egizio appena restaurato e la nuova sede di Regione Lombardia.

“Nel progetto GRETA ci siamo focalizzati sulla Valle d’Aosta, che presenta un ottimo potenziale per le sonde geotermiche nella media e alta valle, e per gli impianti a circuito aperto nelle pianure alluvionali di Aosta e di Pont-Saint Martin”, afferma Casasso.

Ora, compiuto il primo anno di vita, e concludendosi a fine 2018, su cosa si concentrerà il lavoro dei partner GRETA da qui al termine del progetto?

“Stiamo completando il WebGIS che conterrà, per i casi studio del progetto, le mappe del potenziale geotermico e, per l’area alpina, le mappe delle caratteristiche geologiche locali che possono eventualmente interferire con la perforazione delle sonde geotermiche – evidenzia lo studioso del Politecnico di Torino – Stiamo studiando come rendere economicamente conveniente la climatizzazione geotermica, anche riducendo i costi di impianto che sono il “tallone d’Achille” di questa tecnologia”. Spiegano, inoltre, Zambelli e Vaccaro che Eurac Research sta lavorando per includere la geotermia nella pianificazione energetica di due regioni (Valle d’Aosta in Italia e Oberallgäu in Germania) e di un comune montano in Slovenia (Cerkno). “Sotto la guida dei nostri partner sloveni di GEOZS, stiamo elaborando linee guida per regolare il settore in modo da unire tutela dell’ambiente e tempistiche ragionevoli di approvazione degli impianti”.

Leggi e incentivi, l’Italia sulla geotermia è a due facce

Il quadro regolatorio nazionale non premia certo lo sviluppo della geotermia a bassa entalpia: “In Italia la legislazione a livello nazionale è praticamente inesistente ed è stata, di fatto, delegata alle regioni. Da sei anni infatti aspettiamo un decreto nazionale sulle sonde geotermiche“.

Ogni regione disciplina la materia in modo diverso: in Lombardia, Veneto e Trentino-Alto Adige ci sono linee guida provinciali dove possono variare la procedura autorizzativa e le specifiche tecniche richieste. “Questa frammentarietà nei regolamenti rappresenta una difficoltà in più per i professionisti e può orientarli verso l’uso di soluzioni impiantistiche più sicure e facili per tempo ed esito dell’iter autorizzativo, a scapito della geotermia anche quando questa può essere la soluzione impiantistica e rinnovabile migliore”. Gli impianti a circuito aperto, inoltre, soggiacciono alla disciplina delle concessioni di derivazione idrica e di scarico in acqua, con tempistiche di approvazione che possono superare l’anno.

Gli incentivi in Italia, invece, sono generosi, ma riguardano solo le ristrutturazioni.

Per gli edifici nuovi ci sono invece gli obblighi di produzione da fonti rinnovabili negli edifici che possono dare un’importante contributo alla diffusione delle pompe di calore (geotermiche o ad aria), come è avvenuto in Svizzera dove la climatizzazione geotermica è diffusissima nelle nuove costruzioni.

Le pompe di calore rappresentano inoltre una soluzione efficiente per trasformare la domanda termica, coperta altrimenti dalle rinnovabili solo con il solare termico e la biomassa, in domanda elettrica, coperta da numerose fonti rinnovabili.

Lo spostamento da termico a elettrico della domanda energetica può rappresentare un passaggio importante per la sostenibilità dell’intero sistema energetico, permettendo di utilizzare i picchi di produzione da energie rinnovabili, come il fotovoltaico e l’eolico, per la produzione di energia termica. In questo modo si incrementerebbe anche la stabilità della rete e si ridurrebbe il bisogno di sistemi di stoccaggio elettrico. Purtroppo però l’Italia ha il prezzo dell’energia tra i più cari d’Europa e questo ostacola la diffusione delle pompe di calore” concludono i ricercatori.

Banca dati sugli indicatori di efficienza energetica

Avere indicatori affidabili su come l’energia è utilizzata è la chiave per monitorare l’efficacia delle politiche di efficienza energetica: IEA – International Energy Agency ha pubblicato una banca dati degli indicatori di efficienza energetica (dal 2000 al 2015).

Il database copre il consumo di energia per uso finale e include gli indicatori di efficienza energetica per uso finale e indicatori di intensità del carbonio per 4 settori: residenziale, servizi, industria e trasporti.

Il database fornisce informazioni sui modelli di consumo energetico a livello nazionale e consente ai paesi di analizzare i miglioramenti dell’efficienza in tutti i settori e gli usi finali, rispondendo alle domande: quali sono i principali driver per le tendenze nell’uso dell’energia in ogni paese? Quanta energia viene utilizzata nelle case? Quali sono le industrie che consumano molta energia?

Il settore dei trasporti ha segnato la quota più elevata del consumo di energia nel 2014 (34%), seguita dall’industria manifatturiera (27%), dal settore residenziale (19%) e dal settore dei servizi (14%).

Ma quali indicatori sono stati utilizzati? Per il settore dei trasporti è stata considerata l’intensità del trasporto passeggeri, la quantità di energia utilizzata per spostare un passeggero su una distanza di un chilometro e sull’occupazione media (passeggeri per veicolo.
L’indicatore è elevato negli stati Stati Uniti, a causa dell’uso massiccio di autovetture (e dei voli interni mentre è molto basso in Francia dove il trasporto ferroviario è relativamente comune.

Nel settore residenziale è stata considerata l‘intensità del riscaldamento come consumo di energia per superficie. Secondo l’International Energy Agency questo indicatore è diminuito in Austria, Francia, Germania, Irlanda, Corea, Paesi Bassi e Spagna anche del 30% dal 2000.

Nel settore industriale è l’intensità energetica di produzione media che dipende dal peso relativo dei diversi sotto settori nel mix di produzione: molto elevata in Finlandia dove è molto energivora l’industria della carta, della cellulosa e della stampa.

L’intensità del settore manifatturiero è diminuita in quasi tutti i paesi, negli Stati Uniti è diminuito di circa il 38% nel periodo 2000-2014 grazie ai miglioramenti dell’efficienza nei settori della chimica e dei metalli di base e a macchinare sempre più performanti.

Migliorare l’efficienza energetica è un passo fondamentale da compiere per raggiungere un sistema energetico sostenibile.

Collaborazione continua tra ABB e Politecnico Milano

Mario Corsi, Amministratore Delegato di ABB Italia, e Ferruccio Resta, Rettore del Politecnico di Milano, hanno siglato il rinnovo della Convenzione tra ABB e Polimi fino al 2020: un sodalizio che si evolve verso una collaborazione a 360° e finalizzata allo sviluppo di nuove tecnologie, soprattutto digitali, nei settori dell’energia e dell’automazione.

Attività che si contraddistinguono per un contenuto multidisciplinare e, tramite il Joint Research Center, ABB collaborerà con diversi gruppi di ricerca del Politecnico nei settori come metrologia, automazione, robotica, statistica, intelligenza artificiale e sistemi elettrici per l’energia.

ABB Corsi Politecnico Resta“Per un Gruppo come il nostro cooperare con un’importante istituzione universitaria come il Polimi è di fondamentale importanza e rappresenta un investimento imprescindibile che contribuisce ad aumentare la nostra competitività. – dichiara Mario Corsi, Amministratore Delegato di ABB Italia – Il periodo di lungo termine lungo il quale si articola la collaborazione costituisce uno dei suoi punti di forza. Consente infatti anche lo sviluppo di progetti a carattere internazionale che supportiamo con il network dei nostri centri di ricerca presenti nel mondo. Aprire le porte della nostra organizzazione agli studenti del Polimi è per noi uno stimolo a interpretare il nostro ruolo in Italia nello sviluppo di nuove risorse di valore al servizio delle imprese Italiane”.

“Mantenere una relazione salda e duratura con le imprese è all’origine del nostro ateneo. Un legame che produce effetti positivi e che genera opportunità se stabile, se cresce nel tempo – ha affermato Ferruccio Resta, Rettore del Politecnico di Milano – La ricerca ha bisogno di essere coltivata, le competenze e le conoscenze, dei nostri ricercatori e dei nostri studenti, vanno sviluppate in maniera continua e coerente. L’innovazione non si fa con il fiato corto, ma vince sulle lunghe distanze. Il rapporto che ci unisce ad ABB e il rinnovo di questa convenzione sono esemplari e si inseriscono in un momento storico importante, di grande cambiamento, sia per la rivoluzione di industria 4.0, di cui ABB è protagonista, sia per le politiche dell’ateneo, che si candida ad essere motore di innovazione”.

I progetti di ricerca

Le aree di ricerca riguardano le tecnologie digitali avanzate: Smart Energy e Smart Industry, tra queste:

I benefici per l’edilizia dall’innovazione energetica

29 miliardi di euro. Non è la cifra stimata della prevista “stangata” della manovra di bilancio, ma la somma prevista dei benefici ottenibili con l’innovazione energetica negli edifici italiani. Più precisamente, è la stima del volume d’affari per le imprese della filiera dell’efficienza energetica calcolate quali ricadute ottenibili in uno scenario “ottimistico”. Uno scenario che prevede un aumento del volume d’interventi del 50% rispetto allo scenario inerziale per il settore residenziale e del 100% per il settore non residenziale, innanzitutto ascrivibili agli effetti della nuova SEN (Strategia Energetica Nazionale).

Il calcolo l’ha fatto l’Energy & Strategy Group del Politecnico di Milano in una ricerca condotta per la società energetica Engie in occasione del forum “Building the future: la rivoluzione energetica ed ambientale degli edifici”.

Lo stesso scenario prevede anche un’importante ricaduta rilevante anche in termini occupazionali, con circa 123mila posti di lavoro generabili nel 2018-2022 e quasi 5 miliardi di euro in termini di maggiori entrate fiscali per lo Stato. C’è poi un’ulteriore ricaduta positiva: è quella ambientale, stimabile a regime a circa 5,4 mln t/anno di emissioni evitate di CO2: tanto per fare un confronto, corrispondono all’emissione annua di circa 2,7 milioni di autovetture.

Efficienza e innovazione energetica, l’analisi

Ma partiamo dall’oggetto e obiettivo dello studio, ovvero fornire una stima degli impatti economico-ambientali che derivano dall’implementazione delle soluzioni d’innovazione energetica in diverse tipologie di edifici, residenziali e non. La ricerca ha compreso l’80-85% del parco edifici italiano, costituito da:

Per raggiungere l’obiettivo dello studio si è proceduto a mappare lo “status energetico” degli edifici attualmente presenti sul territorio italiano e le soluzioni tecnologiche d’innovazione energetica che permetterebbero una significativa efficienza energetica dell’attuale parco edifici nazionale.

Edifici residenziali

Concentriamoci ora sul complesso immobiliare residenziale.

Dal quadro emerge una prevalenza di edifici in classe G, ovvero la più scarsa, con oltre il 41% del totale, mentre gli edifici A e A+ corrispondono a poco più del 2% e aggiungendovi la classe B si raggiunge il 7,4%. L’89% del costruito è antecedente agli anni Novanta.

Da qui si evidenziano i problemi per il patrimonio immobiliare ad uso residenziale e non, rappresentati dalla infima classe energetica in cui si trova la maggior parte degli stabili, oltre alla difficoltà di mappare gli edifici.

Posto questo, sono stati previsti i benefici ottenibili installando soluzioni d’innovazione energetica a sostituzione di impianti e infrastrutture esistenti. Stiamo parlando di caldaia a condensazione e termostato intelligente, illuminazione LED, fotovoltaico, serramenti con telaio in PVC e triplo vetro e cappotto termico.

Ipotizzando di implementarne uno, diversi o tutti i benefici variano, naturalmente, ma sono sempre significativi: per esempio, considerando un appartamento nel Nord Italia sarebbero evitate emissioni di CO2 variabili da 598 kg, solo con la sostituzione della caldaia, a 1587 kg, considerando l’implementazione completa.

benefici da innovazione energetica

La diffusione dell’innovazione energetica

Tali benefici, in maniera proporzionale, sono riscontrabili in tutte le categorie. Nel caso di adozione di soluzioni più e meno “invasive”, i tempi di ritorno dell’investimento sono tendenzialmente maggiori rispetto alla sola adozione della caldaia o della pompa di calore, tuttavia “permettono di conseguire miglioramenti significativi in termini di comfort abitativo e di valore ed attrattività dell’immobile”, sottolineano gli analisti, aggiungendo che tali interventi consentono un sensibile miglioramento della classe energetica dell’edificio.

fotovoltaico su villettaGli ecobonus, sia pure nelle varie forme per i differenti tipi di immobile considerato, sono necessari per rendere gli interventi interessanti, economicamente parlando. Anche il tasso interno di rendimento (IRR) associato agli investimenti risulta ampiamente positivo, “tuttavia rappresenta tipicamente una condizione necessaria ma non sufficiente per lo sviluppo del comparto dell’efficienza energetica in Italia”.

Si arriva poi alla considerazione degli impatti della diffusione delle soluzioni di innovazione energetica negli edifici in Italia, con diversi scenari. Risulta evidente il “salto in avanti che il Paese potrebbe compiere in termini di risparmi energetici, sostenibilità ambientale e crescita economica, grazie al supporto di provvedimenti normativi volti a promuovere la diffusione delle soluzioni di innovazione energetica, superando le barriere normative, finanziarie e culturali che ad oggi ne ostacolano la diffusione su scala più ampia. Provvedimenti normativi riguardanti non solo, ma anche, incentivi a supporto delle soluzioni di innovazione energetica. Incentivi che consentono di “internalizzare”, a beneficio del consumatore che affronta l’investimento, le esternalità positive (ambientali, economiche ed occupazionali) degli interventi”.

Revamping, automazione, accumulo: la riscossa del fotovoltaico

Se le rinnovabili sembrano aver finalmente ritrovato il vento in poppa dopo le tempeste post-incentivi degli ultimi anni – vedi il +20% di fotovoltaico, eolico e idroelettrico nei primi dieci mesi del 2017 sull’anno precedente (Osservatorio Anie Rinnovabili) – l’evoluzione dell’energia carbon-free, nella particolare situazione del fotovoltaico, vive l’influsso positivo di revamping e sistemi di accumulo che parallelamente accompagnano l’altalenante mercato delle installazioni.

Dall’ascesa alla flessione, dall’abbassamento dei prezzi alla timida ma costante ripresa del mercato, anche grazie alle attività di manutenzione dell’esistente, negli ultimi 10-15 anni poche realtà imprenditoriali hanno mostrato risorse e competenze per rimanere sulla cresta dell’onda – per tornare all’iniziale metafora della navigazione.

conferenza stampa EltechInteressante, in questa prospettiva, il caso di Eltech, azienda bresciana che dal 1999 opera nel settore dell’automazione industriale e nella realizzazione di impianti per la produzione di energia elettrica da fonti rinnovabili. Cogliendo le mutevoli esigenze del mercato, la realtà guidata da Carlo Zappettini ha saputo fin dagli inizi diversificare la proposta, unendo alla progettazione e alla realizzazione di installazioni idroelettriche e fotovoltaiche altrettanto impegno nella costruzione di impianti elettrici e di sistemi di automazione industriale, con l’aggiunta di servizi di monitoraggio e controllo remoto, pensati anche per gli impianti di produzione energia.

In aggiunta Eltech ha avviato iniziative energetiche proprie, realizzando e gestendo direttamente 30 impianti fotovoltaici e cinque impianti idroelettrici, per una potenza installata complessiva di 8 MW. Completa il quadro la partnership con la controllata GreenPowerTech in ambito progettazione e manutenzione di tutti gli impianti, con particolare focus su tecnologie innovative e pratiche amministrative per installazione di impianti, revamping fotovoltaico/idroelettrico e sistemi di accumulo.

Sede Eltech più efficiente grazie a fotovoltaico e Industry 4.0

400 pannelli fotovoltaici, una potenza installata pari a 10 MW e una produzione annua di circa 10.000.000 di kWh sono numeri importanti, che Eltech ha voluto ricordare in occasione dell’inaugurazione ufficiale della nuova sede di Calvisano (BS), simbolo di sviluppo tecnologico e investimenti sul futuro, come confermato dallo stesso Carlo Zappettini: “L’ampliamento sostanziale della nostra sede operativa rappresenta la volontà strategica di non fermarsi ai risultati ottenuti finora. Passiamo da un magazzino di soli 300 m2 a spazi nettamente superiori, caratterizzati da un elevato livello di automazione, con linee di produzione e di stoccaggio connesse in sistemi IoT, e da un notevole risparmio energetico, grazie all’impianto fotovoltaico che supporta l’intero fabbisogno dei fabbricati”.

Da un investimento complessivo di circa 2 milioni di euro, nasce dunque la nuova identità di Eltech:

Il salto qualitativo e quantitativo avviato con la realizzazione dei nuovi edifici trova corrispondenza anche sul fronte produzione: “Abbiamo ristrutturato le linee in chiave Industry 4.0 – spiega Luca Zappettini, ingegnere e project manager in Eltech -, con interfacce grafiche SCADA, applicazioni IoT per la connessione intelligente di ogni macchina, operatore e reparto e la loro integrazione in un unico centro di controllo”. Un concetto che l’azienda bresciana applica anche agli impianti di produzione energia da fonti solari o idriche, sempre dotati di sistemi di supervisione e controllo gestibili da remoto.

Un futuro di revamping e accumulo

Dalla nuova sede smart ed efficiente di Calvisano, la strategia di Eltech sul mercato delle rinnovabili riunisce automazione, revamping e sistemi di storage.

Fotovoltaico Mondo Convenienza realizzato da EltechSul potenziale del revamping, della manutenzione degli impianti fotovoltaici e dei sistemi di energy storage in ottica efficientamento e ottimizzazione della produzione di energia si esprime anche Enrico Paolucci, socio amministratore di GreenPowerTech: “Dal boom delle installazioni “incentivate” di circa dieci anni fa, soprattutto in ambito commerciale e industriale, siamo passati alla seconda fase del cosiddetto revamping, legata a revisione e potenziamento dell’esistente, e dei sistemi di accumulo per sfruttare maggiormente l’autoproduzione. Questi sono a mio avviso gli elementi chiave del business del futuro, in una visione a 360° che contempli anche il monitoraggio giornaliero degli impianti, per verificarne performance e corretto funzionamento”.

Alla progettazione di nuovi impianti e agli interventi mirati di ristrutturazione in partnership con Eltech, l’azienda affianca la gestione di tutta la componente burocratica (autorizzazioni Enel, rapporti con il GSE, ecc.), ponendosi come interfaccia tra clienti e amministratori del settore elettrico.

Partendo così da consolidate referenze, quali i progetti per i punti vendita di Mondo Convenienza (oltre 2 MWp installati dal 2010 a oggi), IKEA e altre realtà commerciali, industriali e private in Italia e all’estero, la vera scommessa parallela al business dell’installazione di nuovi impianti sembra essere quella dell’efficientamento di situazioni esistenti, magari obsolete, sempre mantenendo gli incentivi ottenuti e generando guadagni in termini di energia prodotta e operatività dell’impianto.

Quanto alle nuove frontiere dell’energy storage, Eltech ha all’attivo una decina di sistemi di accumulo e prevede di installarne altri 20 nei prossimi mesi, anche grazie alla recente certificazione di partner Tesla.

Smart meter: elemento chiave per smart city e smart grid

Si è conclusa la quinta edizione di Smart Utility Open Meter incentrato su “Smart Meter, tra processi innovativi e sostenibilità economica”, organizzato da Smart Metering Group (SMG) di ANIE CSI, l’Associazione che all’interno di ANIE Confindustria, rappresenta l’industria dei componenti e sistemi per impianti.

Modernità e innovazione sono le parole chiave: lo smart metering evoluto porta benefici concreti a favore dei cittadini consumatori e delle diverse filiere industriali.
Da un lato l’impiego di sensoristica di misura di natura elettronica (digitale) garantisce prestazioni metrologiche nel tempo (il principio statico non è soggetto ad usura e a deterioramento prestazionale), dall’altro la realizzazione di un’infrastruttura tecnologica per il metering consente alle smart city l’integrazione e la diffusione di servizi sempre più a valore aggiunto.

L’incontro ha consentito di fare il punto sullo stato dell’arte della tecnologia smart meter presente sul mercato e di fornire spunti e riflessioni all’Autorità a fine mandato e al nuovo collegio che si insedierà a fine marzo, per operare con sempre maggior rigore e ricchezza di contenuti nei confronti della filiera e degli stakeholders.

Lo Smart Metering rappresenta l’opportunità di relazionarsi con argomenti che comportano un cambiamento radicale rispetto alle dinamiche tradizionali del mondo energetico. Data management e big data, cyber security, interoperabilità, partecipazione attiva dei piccoli clienti al bilanciamento del sistema raccontano di un mondo che cambia velocemente andando verso la diversificazione, la libertà di scelta, una maggiore efficienza e una riduzione dei costi.

Quali le azioni future?
Il gruppo Smart metering di ANIE CSI ha pianificato una serie di attività per il 2018 mirate a tutti gli attori coinvolti nel processo di cambiamento per comprendere i vantaggi portati dall’impiego dello smart metering, per promuovere il sistema come infrastruttura strategica per la fornitura di servizi nelle smart city e smart grid.
Tra le azioni:

u-remote offre maggiori prestazioni e riduce la complessità

Necessità di sviluppare una macchina in modo veloce, con elevate prestazioni e in modo che sia percepito un reale valore aggiunto?
u-remote di Weidmüller è la risposta alla crescente complessità dell’automazione della macchina e della fabbrica, grazie alla flessibilità, alle alte prestazioni e funzionalità innovative.

u-remote agevola dalla progettazione all’installazione, fino alla produzione, mettendo a disposizione strumenti di supporto che incrementano le performance.

Un unico sistema, due classi di protezione completamente integrate: è raro che nel campo dell’automazione si impieghino semplici connessioni di segnali IP20 o IP67. Con u-remote è possibile collegare i moduli I/O direttamente al sistema dei quadri elettrici in modo flessibile, e integrato e indipendente dal bus di campo.

u-remote IP20: massima efficienza del quadro elettrico

u-remoteGrazie al sistema I/O innovativo, è possibile progettare quadri elettrici di dimensioni ridottissime. La struttura modulare agevola il design del sistema velocizzando il processo d’installazione.
u-remote rende le macchine più efficienti sotto ogni punto di vista.

I vantaggi

u-remote IP67: prestazioni più elevate ed automazione più flessibile

La famiglia IP67 di u-remote riunisce i vantaggi offerti sul campo da u-remote IP20 in un dispositivo con grado di protezione elevato e equipaggiato per il collegamento dei segnali esternamente al quadro elettrico.
Il dispositivo, inoltre, è caratterizzato da un elevato grado di flessibilità per quanto riguarda la possibilità di collegamento con IO-Link.
Tra i plus, la capacità multiprotocollo e le prestazioni elevate grazie a robustezza, design compatto e peso ridotto.

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