Quando si lavora in un cantiere, in un appartamento o in un esercizio commerciale è fondamentale poter fare affidamento sui migliori strumenti.
Per un installatore spesso si tratta di utensili – a mano o elettrici – che permettono di eseguire determinate operazioni in modo rapido, efficiente e sicuro.
Gli elettroutensili sono ormai utilizzati con profitto da tutti gli artigiani, con una netta propensione nei confronti di quelli a batteria.
I motivi sono molti: la praticità di utilizzo, l’intercambiabilità di accessori e batterie e – da non sottovalutare – l’assenza di elettricità sul luogo dove vengono utilizzati. Scegliere con attenzione uno o più brand diventa perciò fondamentale, poiché da essi dipenderà anche la bontà di un lavoro.
Sfatiamo innanzitutto un mito: gli elettroutensili a batteria non sono meno potenti di quelli a filo: basta sfogliare il catalogo di qualsiasi produttore per notare come le caratteristiche siano pressoché identiche. Nei trapani a percussione, ad esempio, viene indicata la capacità massima di foratura in base al materiale (acciaio, legno, calcestruzzo ecc.), che risulta la stessa indipendentemente dalla tecnologia utilizzata. Quello che conta, invece, è il tipo di batteria e le sue caratteristiche.
Rispetto al passato, oggi le batterie utilizzano la tecnologia agli ioni di litio (Li-Ion): proprio come avviene con i moderni smartphone, sono in grado di accumulare molta potenza in un piccolo volume.
Inoltre, non soffrono del cosiddetto effetto memoria: si tratta di un fenomeno che, con le precedenti batterie al nichel-metalidrato (NiMH), rendeva parzialmente inutilizzabile la loro capacità di accumulo se ricaricate quando non completamente scariche.
Oggi la tecnologia agli ioni di litio ha eliminato questo problema, consentendo così di riporre in carica una batteria anche se utilizzata solo parzialmente.
Un altro vantaggio deriva dalla velocità di ricarica: i moderni caricabatterie in dotazione dispongono di complessi circuiti in grado di accelerare il processo di ricarica valutando variabili come il surriscaldamento dell’accumulatore, la corrente erogata ecc. Inoltre, in una manciata di minuti sono in grado di raggiungere un significativo livello di carica (mediamente in mezz’ora raggiungono almeno il 60% della propria capacità).
Possono reggere un elevato numero di cicli di carica/scarica senza perdere prestazioni: questa è una indicazione molto importante anche quando si sta valutando l’acquisto di utensili da lavoro usati (sebbene risulti opportuno informarsi sull’effettiva disponibilità di batterie di ricambio da parte del costruttore per evitare di acquistare un elettroutensile che diventi di lì a poco un costoso fermacarte).
Oltre agli accessori, alla robustezza e alle funzionalità di un elettroutensile, è indispensabile comprendere alcuni dei valori indicati sulle batterie per effettuare la scelta migliore.
Spesso il valore che più viene reclamizzato è la tensione di funzionamento: esistono modelli con batterie da 3,6 V, 10,8 V, 14,4 V, 18 V e 36 V. Da solo si tratta di un valore che non indica la capacità di quel determinato modello, anche se un valore elevato lascia un discreto margine operativo poiché l’elettroutensile segnalerà come “scarica” una batteria solo dopo che la tensione sarà scesa sotto una determinata soglia stabilita: più alta sarà la tensione di partenza, maggiore sarà la capacità della batteria di venire utilizzata.
Poiché una parte della carica elettrica viene persa attraverso il calore sviluppato dal motore, e siccome il quantitativo è pari al quadrato della corrente assorbita, i motori che funzionano con una tensione maggiore presentano perdite inferiori.
In realtà va valutata attentamente anche la capacità nominale della batteria, misurata in Ampere ora (Ah): maggiore sarà questo valore, più a lungo la batteria potrà funzionare prima di richiedere una ricarica.
Insieme, questi due valori possono fare la differenza tra un impiego poco più che amatoriale (un paio d’ore di operatività) rispetto a ciò che viene richiesto a un elettroutensile professionale (anche una intera giornata).
I produttori di utensili da lavoro a batteria hanno sviluppato anche alcune funzioni particolari che – pur non influendo direttamente sulle prestazioni degli strumenti – possono migliorare il lavoro di tutti i giorni di un artigiano.
Il sistema di ricarica wireless di Bosch, ad esempio, consente di avviare il processo di ricarica semplicemente appoggiando l’elettroutensile sull’apposita base, senza disconnettere la batteria o collegare cavi. Questi processi di ricarica brevi non sollecitano eccessivamente la batteria poiché, grazie al sistema Care Charging, viene prima verificato il livello di carica della batteria e, successivamente, verrà avviata la modalità di carica ottimale. Se la batteria richiede una carica ridotta, ad esempio, verrà erogata meno corrente; se la batteria ha una capacità residua superiore all’85%, invece, il caricabatteria resterà in modalità stand-by evitando così inutili sollecitazioni.
DeWalt, invece, ha sviluppato una app capace di comunicare con le batterie (disponibile per Android e iOS) attraverso la tecnologia BlueTooth: in presenza di più elettroutensili a batteria utilizzati da diversi operatori, ad esempio, sarà possibile monitorare costantemente lo stato di ciascuna batteria, verificandone la carica residua, l’eventuale surriscaldamento durante l’utilizzo, tenere un inventario aggiornato, accendere e spegnere le batterie per prevenirne l’utilizzo da parte di terzi ecc.
Con il tempo e dopo molti cicli di carica/scarica le batterie tendono a perdere la loro capacità di mantenere la carica.
Ci sono casi in cui lo stesso caricabatterie non avvia la procedura di ricarica: questo perché il voltaggio della batteria è diventato troppo basso per essere ripristinato. In realtà c’è ancora del margine e un piccolo trucco può aiutare a resuscitare una batteria.
Innanzitutto va detto che le batterie al Litio possono diventare pericolose ed esplodere se non vengono gestite con la dovuta attenzione. Nel caso della procedura descritta qui di seguito i rischi sono minimi, ma occorre procedere con le dovute cautele.
Oltre alla batteria non più caricabile è necessario disporre di un tester e di una batteria funzionante con lo stesso voltaggio, da utilizzare per riportare in vita quella non più operativa.
Collegando con due cavi i poli positivo e negativo delle due batterie è possibile “risvegliare” quella non funzionante e riportarla a valori di tensione tali da permettere al caricatore di avviarsi.
Si tratta di un rimedio temporaneo, perché comunque la batteria in questione sarà vicino alla fine della propria vita operativa, ma è comunque un modo per ottenere il massimo da questi strumenti di lavoro.
La procedura viene spiegata in modo accurato nel breve video qui sotto.