Casa domotica: terzo trimestre da record

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Analisi settore domoticaI dati di mercato di Smart Hut indicano una evidente crescita del mercato della domotica nel corso del terzo trimestre, attestandosi al 24% nei mesi di luglio-settembre 2015. 
Durante l’incontro trimestrale le aziende di Smart Hut hanno analizzato i risultati cercando di identificare i fattori che hanno portato a questo significativo dato positivo. I dati oggettivi a disposizione sono due: un’estate eccezionalmente calda, che ha influenzato l’acquisto di climatizzatori e condizionatori, e gli incentivi fiscali per l’acquisto di tecnologia integrabile ed evoluta. Ma è necessario considerare anche che negli ultimi tempi si è sviluppata una vera e propria domotica fai da te, dato che le soluzioni in commercio sono sempre più facili da installare e non necessitano di interventi di riqualificazione domestica.
 
Smart Hut sta mappando le tendenze del settore, che risulta in decisa crescita.
 
Il mercato della domotica domestica ormai è integrato con altre tecnologie in grado di creare la smart home, con funzionalità quali la gestione e il controllo della climatizzazione, la sicurezza domestica o la creazione di specifici scenari.
Ma i dati macroeconomici da soli non bastano e Smart Hut è impegnata a “mappare” le tendenze di fondo del settore, da cui si evince come, nonostante gli impianti elettrici siano ancora protagonisti del mercato, la domotica wireless stia guadagnando quote di mercato. 
 

Da impianto elettrico a sistema domotico

casa domoticaLa media del panel di Smart Hut conferma come il 27,5% del fatturato derivi proprio dal wireless. Un dato però che non comunica come in realtà ci sia una polarizzazione crescente tra aziende che si dedicano sempre di più solo al wireless e altre che rimangono legate ai dispositivi a filo. Tutti d’accordo invece nel constatare come l’installatore sia ancora la figura centrale e strategica del mercato, capace di generare oltre il 65% del fatturato medio delle aziende, con picchi che salgono al 96% per singola azienda. La quota di fatturato derivato dai system integrator è comunque focalizzata su aziende che costruiscono con loro fino al 60% degli introiti. Sarà molto interessante osservare come questo rapporto cambierà nel tempo.
 

Sistemi domotici, tra l’utile e il sociale

Ma come si compone concretamente il business della domotica? Esiste un mercato terziario? Se andiamo a vedere la percentuale di fatturato derivante dal settore HoReCa, osserviamo come rappresenti solo il 6,8% del panel di Smart Hut. Ma il dato è più interessante se entriamo nel dettaglio della singola azienda. Anche in questo caso infatti si vede come solo alcune aziende hanno un canale di accesso a questo settore.

Il 27,5% del fatturato del settore deriva dai dispositivi wireless

Per le poche fortunate, la percentuale di fatturato può arrivare al 25%. Smart Hut si è molto battuta in questi anni per dare spazio e voce alla domotica sociale, intesa come l’insieme delle soluzioni e delle tecnologie per l’autonomia e l’indipendenza delle persone. Questo settore della domotica oggi ha un fatturato medio del 5,2%, ma il dato non rende giustizia della sua crescita e delle sue potenzialità; ci sono infatti aziende del panel per cui questo settore rappresenta il 20% del fatturato. Dato comprensibile perché la domotica sociale richiede un alto livello di specializzazione, progetti evoluti, forti legami con il territorio e dei partner di installatori di alto livello. Inutile dire che in un paese a crescita zero e con una popolazione di anziani sempre maggiore, questo settore è destinato a una lenta ma inarrestabile crescita. Contigua per certi versi è la domotica per i beni culturali e gli spazi museali: rappresenta infatti il 4,25% del fatturato medio.

Le opportunità della Home Control

L’incontro periodico dei soci di Smart Hut è stata poi l’occasione per discutere intorno al reale stato dell’integrazione delle diverse tecnologie per la smart home. Parliamo infatti sempre di un nuovo mercato, spinto da motivazioni tecnologiche e legislative, che ha il suo centro nella ristrutturazione e riqualificazione e che vede nell’integrazione il suo cuore pulsante, ma senza la conferma concreta del mercato, il rischio è di un esercizio di astrazione. Smart Hut ha voluto approfondire il reale grado di integrazione attraverso l’esperienza concreta delle aziende del suo panel. Consumer Electronic ShowI risultati sono stati per certi versi una sorpresa e hanno confermato ancora una volta come oramai sia riduttivo affrontare singolarmente questi settori: il livello di integrazione è veramente elevato. Secondo i dati di Smart Hut, il 54% degli impianti domotici integra o va a integrare anche impianti di videosorveglianza e sicurezza. Ancora maggiore il livello di integrazione tra domotica e smart lighting: in questo caso la percentuale sale fino al 66,24%. La smart home è quindi una realtà, costruita intorno al risparmio energetico, alla sicurezza e al benessere: in altre parole, al cosiddetto home control. Proprio questo processo di progressiva integrazione pone in primo piano il tema della formazione degli installatori e, più in generale, degli operatori del settore, affinché possano cogliere appieno le opportunità contribuendo a rendere stabile e strutturale la crescita un settore che può fare affidamento sul dato oggettivo di un Paese come l’Italia, dove il 70% delle abitazioni ha oltre trent’anni e ha bisogno di opere di riqualificazione. 
 
Ulteriori informazioni e aggiornamenti sul sito di Smart Hut.

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Alessia Varalda

Ingegnere elettrotecnico con esperienza come Project Manager presso un'importante multinazionale attiva nel settore dell'energia e dell'automazione. La curiosità verso le tecnologie innovative e le soluzioni all'avanguardia nel mondo delle energie (tradizionali e rinnovabili) mi ha portata a lavorare per 14 anni presso un importante editore di riviste tecniche di settore scrivendo di home&building automation, illuminazione, comfort, efficienza energetica e sostenibilità.
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