Economia Circolare: un passo avanti dalla Commissione Europea

Economia CircolareLo scorso dicembre la Commissione Europea ha pubblicato il nuovo Pacchetto di provvedimenti sulla Circular Economy: nel Pacchetto risulta evidente come la Commissione ritenga la Responsabilità Estesa del Produttore (EPR) uno strumento chiave per la realizzazione di un’economia circolare efficiente.
L’Economia Circolare rappresenta un sistema economico pensato per potersi rigenerare da solo, tipico del principio della produzione sostenibile e del riciclo.
EucoLight, l’associazione europea dei sistemi collettivi di riciclo dei RAEE di Illuminazione, ha accolto favorevolmente il Pacchetto. Il presidente di EucoLight, Juan Carlos Enrique, ha infatti commentato: “Le raccomandazioni comprendono requisiti operativi minimi per i Sistemi di Responsabilità Estesa del Produttore (EPR Systems, come i sistemi collettivi del mondo RAEE) nel nuovo articolo 8a da inserire nella proposta di revisione della Direttiva Europea sui Rifiuti (direttiva quadro). Tra questi si evidenziano l’obbligo di fornire servizi non discriminatori per tutti i partecipanti, la trasparenza dei finanziamenti da parte dei Produttori e procedure chiare per gli appalti dei servizi di gestione dei rifiuti. EucoLight sostiene pienamente queste misure, che contribuiscono complessivamente alla realizzazione di un positivo level playing field per i sistemi EPR”.

Chi sono EucoLight e Ecolamp

EucoLight è l’Associazione europea delle organizzazioni di raccolta e riciclaggio dei RAEE d’illuminazione, di cui Ecolamp è tra i soci fondatori.
EucoLight si dedica a tutto ciò che riguarda la direttiva RAEE nonché, più in generale, alla legislazione e alle norme che riguardano la raccolta e il riciclo di questa categoria di RAEE.
Ecolamp è il consorzio senza scopo di lucro dedito alla raccolta e al riciclo delle sorgenti luminose a basso consumo esauste. Nato nel 2004 per volontà delle principali aziende nazionali e internazionali del settore illuminotecnico del mercato italiano, oggi raggruppa oltre 140 produttori di apparecchiature d’illuminazione e rappresenta una quota del mercato delle sorgenti luminose pari a circa il 55%.

Educare i professionisti energetici all’edilizia green

Edilizia GreenObiettivo principale del progetto europeo BRICKS, coordinato dall’ENEA, è quello di creare un sistema nazionale unico di formazione professionale per educare all’edilizia green tre milioni di addetti in Italia entro il 2020. Un traguardo che consentirebbe all’Italia di collocarsi all’avanguardia in Europa e di assicurare le necessarie competenze per raggiungere la meta di un parco edilizio a “energia quasi zero” entro il 2030.
In questa prospettiva, il progetto riconosce la professionalità della mano d’opera come la migliore garanzia della qualità degli interventi e dei ritorni degli investimenti, nonché della soddisfazione degli utenti. Il progetto prevede di fornire tutto il supporto a chi già opera nel settore della formazione professionale, in modo da educare una nuova classe di tecnici e operatori, competente su tutti i temi energetici.

 

Progetto formazione per l'edilizia green 

Diverse le attività già avviate, dalla promozione di un percorso per l’ottenimento di un “marchio di qualità” per le aziende che impiegheranno personale qualificato, alla definizione di nuove figure professionali in campo energetico, quali installatori di sistemi di isolamento termico a cappotto, di impianti geotermici a pompa di calore e di sistemi domotici, auditor energetici e formatori d’aula e di cantiere.
Come ha sottolineato Anna Moreno, coordinatrice del progetto per l’ENEA: «La formazione di lavoratori sempre più qualificati renderà le aziende maggiormente competitive sul mercato e consentirà ai proprietari di immobili d’investire con maggiore fiducia nei miglioramenti energetici. Per raggiungere questo traguardo occorre, però, un’omogeneizzazione e una condivisione delle conoscenze sulle più moderne tecnologie, oltre alla condivisione degli obiettivi con tutti gli attori coinvolti».
BRICKS (Building Refurbishment with Increased Competences, Knowledge and Skills) è un progetto europeo dell’iniziativa strategica BUILD UP Skills – Pillar II, cofinanziato dal programma europeo Intelligent Energy Europe (IEE). Oltre all’ENEA che lo coordina, vi partecipano 15 organismi nazionali e oltre 50 partner associati, tra i quali il Ministero dell’Ambiente, il Ministero dell’Istruzione e gran parte delle Regioni, con una formula aperta ad ulteriori adesioni.

 

Sistemi HVAC un mercato in crescita

sistemi hvacSecondo Frost & Sullivan il mercato dei sistemi HVAC aumenterà considerevolmente nei prossimi quattro anni grazie alla diffusione di prodotti e soluzioni sempre più performanti.

La domanda di efficienza energetica e quindi di sistemi a basso consumo energetico hanno fatto crescere la diffusione dei sistemi di riscaldamento, ventilazione e condizionamento dell’aria (HVAC, Heating, Ventilation and Air Conditioning). Gli installatori, i progettisti, i costruttori e gli utenti finali sono alla ricerca di soluzioni innovative ed efficienti per sostituire vecchi impianti obsoleti.

Di conseguenza, i fornitori di sistemi HVAC stanno diversificando la propria offerta relativamente alla progettazione e alla tecnologia dei prodotti. 

Sistemi HVAC: come risponde il mercato?

Una recente analisi di Frost & Sullivan “Analysis of the Global HVAC Equipment Market” fa una fotografia del mercato evidenziando che ha prodotto entrate per 80,67 miliardi di dollari nel 2014, ma stima che questa cifra raggiungerà quota 108,93 miliardi di dollari nel 2020. 
Lo studio si è focalizzato su apparecchiature unitarie, apparecchiature applicate e sistemi di refrigerazione, pompe di calore e sistemi non canalizzati. 
Dall’indagine è emerso che per affrontare questo mercato, i produttori HVAC devo continuamente realizzare prodotti tecnologicamente innovativi ed efficienti. Risulta fondamentale conquistare quote di mercato e spesso è necessaria una partnership per espandere i canali di vendita.        
Oltre al consolidamento del mercato, i principali produttori dovranno fare i conti con i consumatori commerciali e istituzionali con budget limitati che tendono a preferire prodotti con bassi costi iniziali rispetto a quelli con bassi costi per l’intero ciclo di vita del prodotto e possibilità di produrre un risparmio a lungo termine. 

E' possibile accedere alla ricerca a questo link

Come procede l’incentivo del Conto Termico?

conto termicoCon il 1° gennaio, il GSE ha aggiornato nella Home page del suo portale il Contatore che riporta i principali dati sull’andamento del "Conto Termico".
Dai dati emerge come risultino ammesse all’incentivo 15.764 richieste, 830 in più rispetto al mese di dicembre 2015, per un totale di incentivi complessivamente impegnati pari a 56,4 milioni di euro (+2,75 milioni di euro), di cui 45,6 milioni di euro (+2,17 milioni di euro) riconducibili ad interventi effettuati da Soggetti privati e 10,8 milioni di euro (+0,58 milioni di euro) a lavori delle Amministrazioni pubbliche.

L’impegno di spesa annua cumulata per il 2015 si è attestato a 19,12 milioni di euro, di cui 14,52 milioni di euro per i Soggetti privati e 4,6 milioni di euro per le Amministrazioni pubbliche.

Per quest’anno, l’impegno di spesa cumulata è pari a 23,49 milioni di euro, di cui 4,20 milioni di euro (dei 200 disponibili) riconducibili alle Amministrazioni pubbliche e 19,29 milioni di euro (dei 700 disponibili) a Soggetti privati.
Infine, per il prossimo anno, l’impegno di spesa annua cumulata è pari a 7,73 milioni di euro, di cui 0,60 milioni di euro (dei 200 disponibili) per le Amministrazioni pubbliche e 7,13 milioni di euro (dei 700 disponibili) per i Soggetti privati.

Analisi dati del Conto Termico

conto termico

Photo credit: Viessmann

Confrontando i dati 2015 con quelli pubblicati nella “Relazione sul funzionamento del Conto Termico" (giugno 2013 – dicembre 2014), si rileva come:

Infine, l’incremento delle richieste di concessione dell’incentivo (RCI) inviate al GSE, passa da una media di 580 RCI/mese nei primi 9 mesi del 2015, a oltre 900 in ottobre e novembre, fino a quasi 1.200 nel mese di dicembre.

Una App per scegliere la batteria giusta?

Scegliere la batteria giustaUn’App gratuita e dall’interfaccia semplice per scegliere la batteria giusta: Battery Finder App è la soluzione proposta da Varta per aiutare i consumatori ad individuare il prodotto ottimale tra i diversi modelli di batterie e pile a bottone disponibili sul mercato.

Spesso, infatti, non si hanno le idee chiare su quale modello serve per sostituire le vecchie batterie che hanno terminato la loro carica di energia.

Intuitiva e chiara, l’App funziona con o senza connessione Internet e possiede 4 diverse funzioni. Grazie alla ricerca per dimensione o per tipo, l’utente potrà scegliere il modello da una lista oppure scrivere la dimensione manualmente per trovare la batteria giusta. Inoltre, l’opzione “ricerca per dispositivo” in pochi secondi visualizza la batteria corretta da utilizzare.

Se, invece, la dimensione e il tipo di batteria sono sconosciuti, l’App offre la modalità “riconoscimento di batterie con fotocamera e di pile a bottone”: sarà sufficiente scattare una fotografia a una vecchia batteria con il proprio smartphone e il sistema creerà in automatico l’immagine della pila che si sta cercando.
Tra le diverse funzioni di ricerca delle batterie, anche la possibilità di sfogliare news e di avere informazioni relative ai prodotti del marchio Varta Consumer Batteries.

La App è installabile su dispositivi Apple e Android.

 

Moderata crescita dei consumi a novembre

crescita dei consumiDopo un trimestre di rallentamento, l’indicatore dei Consumi Confcommercio (ICC) ha registrato nello scorso mese di novembre 2015 una leggera crescita dei consumi: +0,4% rispetto al mese precedente e +2,2% tendenziale, consentendo anche un moderato recupero della media mobile a tre mesi. Segnali questi del permanere di una graduale tendenza al miglioramento della domanda da parte delle famiglie.
La crescita rilevata sul versante dei consumi s’inserisce in un contesto in cui la fiducia delle famiglie, dopo aver registrato i massimi storici, ha mostrato, a dicembre, un contenuto arretramento. Il dato, che riflette anche gli effetti sul “sentiment” dell’acuirsi delle preoccupazioni sul versante geopolitico, rappresenta, presumibilmente, un aggiustamento fisiologico in considerazione degli elevati livelli raggiunti dall’indicatore nei mesi precedenti.
Anche sul versante delle imprese, nel mese di dicembre si è registrato un modesto arretramento del clima di fiducia. Il dato è sintesi di differenze di valutazione tra gli operatori dei principali settori di attività economica.
Solo gli imprenditori dei servizi di mercato registrano un miglioramento, mentre tra gli operatori delle costruzioni, del commercio al dettaglio e, in misura più contenuta, tra quelli dell’industria manifatturiera prevale un giudizio negativo.
A questo andamento complessivo delle aspettative degli imprenditori si associa un’evoluzione della produzione industriale che, sebbene in recupero rispetto al 2014, evidenzia alcune difficoltà. A dicembre, sulla base delle stime elaborate da Confindustria, si sarebbe registrato un calo dello 0,4% rispetto a novembre. Stando, comunque, alle indicazioni derivanti dagli ordinativi (+0,7% rispetto a novembre), il quadro produttivo dovrebbe registrare un contenuto miglioramento nei primi mesi del 2016.
Sulla base delle dinamiche registrate dalle diverse variabili che concorrono alla formazione dei prezzi al consumo, per il mese di gennaio 2016 si stima, rispetto a dicembre, una riduzione dello 0,2%, riflettendo in larga parte la tendenza alla flessione dei prezzi degli energetici.

 

Guida ai Sistemi efficienti di utenza

sistemi efficienti di utenzaI Sistemi efficienti di Utenza, o più semplicemente SEU, sono una tipologia impiantistica in cui uno o più impianti di produzione di energia elettrica sono direttamente connessi all’unità di consumo di un solo cliente finale e realizzati all’interno di un’area di proprietà dello stesso cliente.

La definizione normativa è stata pensata per favorire l’autoproduzione e l’autoconsumo diretto sul posto dell’energia prodotta da fonti rinnovabili o in cogenerazione ad alto rendimento, mettendo in collegamento diretto il produttore e il consumatore finale al fine di agevolare la diffusione della generazione distribuita e alleggerire la rete da quote di prelievo.

Quando si parla di fotovoltaico, ormai si parla anche di Sistemi Efficienti di Utenza poiché questa nuova possibilità di sfruttamento dell’energia prodotta localmente risulta conveniente per chi voglia realizzare impianti fotovoltaici senza autoconsumo proprio non potendo contare sugli incentivi del Conto Energia terminati nel 2013.

La definizione di SEU, però, non è applicabile agli impianti domestici, in contesti abitativi, ma solo ai grandi impianti a terra fornitori di elettricità direttamente ad importanti utenze (fabbriche, aziende energivore, ecc.), che possono così comprare direttamente l’energia prodotta sul posto senza passare dalla rete elettrica generale.

I vantaggi del SEU

Il collegamento diretto produttore e consumatore finale, con l’eliminazione di ogni intermediario, consente un significativo risparmio in bolletta, soprattutto da parte delle strutture energivore.
L’ottenimento della qualifica di SEU, rilasciata dal GSE, comporta, inoltre, il riconoscimento di condizioni tariffarie agevolate sull’energia elettrica consumata e non prelevata dalla rete, limitatamente alle parti variabili degli oneri generali di sistema: i costi di trasmissione, di distribuzione e, in parte, anche gli oneri di sistema associati alla bolletta. Sono, però, tenuti a pagare questi corrispettivi unicamente per l’energia prelevata dalla rete, dal punto di connessione con essa.

Guida ai sistemi efficienti di utenza

Il collegamento diretto tre produttore e consumatore finale consente un significativo risparmio in bolletta

È stata pubblicata dal GSE una Guida per la qualifica dei Sistemi efficienti di utenza (SEU e SEESEU).che si pone l’obiettivo di fornire uno strumento di aiuto a coloro che si apprestano a richiedere la qualifica per i Sistemi Efficienti di Utenza (SEU) e per i Sistemi Esistenti Equivalenti ai Sistemi Efficienti di Utenza (SEESEU).

La Guida intende fornire ulteriori chiarimenti e approfondimenti su quanto già specificato dal TISSPC (Allegato A della Delibera 578/2013/R/eel: “Testo Integrato delle disposizioni dell’Autorità per l’energia elettrica e il gas per la regolazione dei Sistemi Semplici di Produzione e Consumo”) e dalle Regole Applicative del GSE.
La Guida, recependo e richiamando le FAQ pubblicate sul sito dell’Autorità, si prefigge, in particolare, di fornire indicazioni utili per l’individuazione dei principali elementi che rientrano nel sistema, del relativo perimetro e della categoria di SEU o SEESEU di appartenenza. La Guida è anche di supporto alla preparazione dei documenti da trasmettere al GSE ai fini della presentazione di richiesta di qualifica.

Scarica la Guida Qualifica SEU e SSESEU.

 

 

Guida alla scelta degli elettroutensili a batteria

Elettroutensili a batteriaQuando si lavora in un cantiere, in un appartamento o in un esercizio commerciale è fondamentale poter fare affidamento sui migliori strumenti.
Per un installatore spesso si tratta di utensili – a mano o elettrici – che permettono di eseguire determinate operazioni in modo rapido, efficiente e sicuro.
Gli elettroutensili sono ormai utilizzati con profitto da tutti gli artigiani, con una netta propensione nei confronti di quelli a batteria.
I motivi sono molti: la praticità di utilizzo, l’intercambiabilità di accessori e batterie e – da non sottovalutare – l’assenza di elettricità sul luogo dove vengono utilizzati. Scegliere con attenzione uno o più brand diventa perciò fondamentale, poiché da essi dipenderà anche la bontà di un lavoro.

Elettroutensili a batteria: caratteristiche e vantaggi

Sfatiamo innanzitutto un mito: gli elettroutensili a batteria non sono meno potenti di quelli a filo: basta sfogliare il catalogo di qualsiasi produttore per notare come le caratteristiche siano pressoché identiche. Nei trapani a percussione, ad esempio, viene indicata la capacità massima di foratura in base al materiale (acciaio, legno, calcestruzzo ecc.), che risulta la stessa indipendentemente dalla tecnologia utilizzata. Quello che conta, invece, è il tipo di batteria e le sue caratteristiche.Elettroutensili a batteria
Rispetto al passato, oggi le batterie utilizzano la tecnologia agli ioni di litio (Li-Ion): proprio come avviene con i moderni smartphone, sono in grado di accumulare molta potenza in un piccolo volume.
Inoltre, non soffrono del cosiddetto effetto memoria: si tratta di un fenomeno che, con le precedenti batterie al nichel-metalidrato (NiMH), rendeva parzialmente inutilizzabile la loro capacità di accumulo se ricaricate quando non completamente scariche.
Oggi la tecnologia agli ioni di litio ha eliminato questo problema, consentendo così di riporre in carica una batteria anche se utilizzata solo parzialmente.
Un altro vantaggio deriva dalla velocità di ricarica: i moderni caricabatterie in dotazione dispongono di complessi circuiti in grado di accelerare il processo di ricarica valutando variabili come il surriscaldamento dell’accumulatore, la corrente erogata ecc. Inoltre, in una manciata di minuti sono in grado di raggiungere un significativo livello di carica (mediamente in mezz’ora raggiungono almeno il 60% della propria capacità).
Possono reggere un elevato numero di cicli di carica/scarica senza perdere prestazioni: questa è una indicazione molto importante anche quando si sta valutando l’acquisto di utensili da lavoro usati (sebbene risulti opportuno informarsi sull’effettiva disponibilità di batterie di ricambio da parte del costruttore per  evitare di acquistare un elettroutensile che diventi di lì a poco un costoso fermacarte).

Alcune caratteristiche da tenere in considerazione

Oltre agli accessori, alla robustezza e alle funzionalità di un elettroutensile, è indispensabile comprendere alcuni dei valori indicati sulle batterie per effettuare la scelta migliore.
Spesso il valore che più viene reclamizzato è la tensione di funzionamento: esistono modelli con batterie da 3,6 V, 10,8 V, 14,4 V, 18 V e 36 V. Da solo si tratta di un valore che non indica la capacità di quel determinato modello, anche se un valore elevato lascia un discreto margine operativo poiché l’elettroutensile segnalerà come “scarica” una batteria solo dopo che la tensione sarà scesa sotto una determinata soglia stabilita: più alta sarà la tensione di partenza, maggiore sarà la capacità della batteria di venire utilizzata.Elettroutensili a batteria
Poiché una parte della carica elettrica viene persa attraverso il calore sviluppato dal motore, e siccome il quantitativo è pari al quadrato della corrente assorbita, i motori che funzionano con una tensione maggiore presentano perdite inferiori.
In realtà va valutata attentamente anche la capacità nominale della batteria, misurata in Ampere ora (Ah): maggiore sarà questo valore, più a lungo la batteria potrà funzionare prima di richiedere una ricarica.
Insieme, questi due valori possono fare la differenza tra un impiego poco più che amatoriale (un paio d’ore di operatività) rispetto a ciò che viene richiesto a un elettroutensile professionale (anche una intera giornata).

Funzioni avanzate

I produttori di utensili da lavoro a batteria hanno sviluppato anche alcune funzioni particolari che – pur non influendo direttamente sulle prestazioni degli strumenti – possono migliorare il lavoro di tutti i giorni di un artigiano.
Il sistema di ricarica wireless di Bosch, ad esempio, consente di avviare il processo di ricarica semplicemente appoggiando l’elettroutensile sull’apposita base, senza disconnettere la batteria o collegare cavi. Questi processi di ricarica brevi non sollecitano eccessivamente la batteria poiché, grazie al sistema Care Charging, viene prima verificato il livello di carica della batteria e, successivamente, verrà avviata la modalità di carica ottimale. Se la batteria richiede una carica ridotta, ad esempio, verrà erogata meno corrente; se la batteria ha una capacità residua superiore all’85%, invece, il caricabatteria resterà in modalità stand-by evitando così inutili sollecitazioni.
DeWalt, invece, ha sviluppato una app capace di comunicare con le batterie (disponibile per Android e iOS) attraverso la tecnologia BlueTooth: in presenza di più elettroutensili a batteria utilizzati da diversi operatori, ad esempio, sarà possibile monitorare costantemente lo stato di ciascuna batteria, verificandone la carica residua, l’eventuale surriscaldamento durante l’utilizzo, tenere un inventario aggiornato, accendere e spegnere le batterie per prevenirne l’utilizzo da parte di terzi ecc.

Come resuscitare una batteria

Con il tempo e dopo molti cicli di carica/scarica le batterie tendono a perdere la loro capacità di mantenere la carica.
Ci sono casi in cui lo stesso caricabatterie non avvia la procedura di ricarica: questo perché il voltaggio della batteria è diventato troppo basso per essere ripristinato. In realtà c’è ancora del margine e un piccolo trucco può aiutare a resuscitare una batteria.
Innanzitutto va detto che le batterie al Litio possono diventare pericolose ed esplodere se non vengono gestite con la dovuta attenzione. Nel caso della procedura descritta qui di seguito i rischi sono minimi, ma occorre procedere con le dovute cautele.
Oltre alla batteria non più caricabile è necessario disporre di un tester e di una batteria funzionante con lo stesso voltaggio, da utilizzare per riportare in vita quella non più operativa.
Collegando con due cavi i poli positivo e negativo delle due batterie è possibile “risvegliare” quella non funzionante e riportarla a valori di tensione tali da permettere al caricatore di avviarsi.
Si tratta di un rimedio temporaneo, perché comunque la batteria in questione sarà vicino alla fine della propria vita operativa, ma è comunque un modo per ottenere il massimo da questi strumenti di lavoro.
La procedura viene spiegata in modo accurato nel breve video qui sotto.

Impianti elettrici: la situazione italiana. Risponde Giovanni Maffeis

impianti elettriciCSI (Associazione Componenti e Sistemi per Impianti) è l’associazione che, all’interno di ANIE Federazione, rappresenta l’industria dei componenti e sistemi per impianti. A CSI aderiscono circa 90 aziende che rappresentano l’85% dell’intero mercato nazionale, con circa 10 mila addetti.
 
Abbiamo chiesto a Giovanni Maffeis, presidente dell’associazione, quali ritiene sia l’attuale situazione italiana in tema di impianti elettrici, sicurezza e propensione all’innovazione da parte di installatori e utenti finali.
Tanto è stato fatto negli ultimi anni, ma ci sono ancora consistenti margini di miglioramento.
 
 
 
 

Nella cucina ci sono tre elementi fondamentali per il successo di una buona ricetta: qualità, varietà e integrazione degli ingredienti. Per un impianto elettrico sicuro valgono le stesse regole?

Mi sento di confermare la validità di qualità e integrazione. È indubbio, infatti, che se i singoli componenti di un impianto elettrico non sono di qualità, difficilmente potranno concorrere a formare un sistema completo e sicuro. E ogni cosa va messa al posto giusto. È quello che cerca di normare il capitolo 37 della CEI 64-8 in fin dei conti: ci vogliono dotazioni minime ben precise, che vanno predisposte secondo regole inderogabili per avere un impianto elettrico a regola d’arte. Prima della cosiddetta classificazione degli ‘Impianti a Livelli’ il concetto di varietà, se vogliamo mutuarlo dalla cucina, era più debole. Ma adesso sappiamo che abbiamo a disposizione ben tre livelli di complessità crescente tra cui scegliere. Se poi arriviamo al livello 3, quello domotico, la varietà è massima: l’utente può farsi installare un vero e proprio impianto elettrico su misura. Quindi potremmo dire che sì, valgono le stesse regole di una buona ricetta di cucina, perché alla sicurezza si possa coniugare anche il massimo comfort e fruibilità dell’impianto elettrico domestico.

 

Con quali parole convincerebbe la “signora Maria” a preoccuparsi della sicurezza del proprio impianto elettrico?

Le direi che ogni anno in Italia si verificano circa 4 milioni di incidenti domestici, di cui 241 mila imputabili a cause elettriche (il 6% del totale). Secondo queste stime il costo per la collettività è di ben 204 milioni di euro all’anno, di cui 71 milioni a carico dello Stato e 133 a carico delle famiglie. Le direi che i Vigili del Fuoco nel 2013 sono intervenuti in incendi in oltre 33 mila edifici, un terzo dei quali Giovanni Maffeisriconducibile a cause elettriche. Dico alla “signora Maria” che per un semplice filo scoperto, uno sbalzo di tensione inaspettato, o per un cattivo innesto della spina nell’adattatore utilizzato per accendere il tostapane, ci si può fare davvero male. Quello di avere un impianto domestico non a norma è un problema più frequente di quanto si pensi: sono 8 milioni gli impianti non a norma nelle abitazioni italiane, sono quindi 8 milioni le famiglie che rischiano seriamente di incorrere in incidenti domestici per il cattivo funzionamento dell’impianto elettrico. Insomma, sono 8 milioni gli impianti elettrici in Italia che necessiterebbero di un rifacimento totale o, per lo meno, di un’opera di messa a norma. Ma per la “signora Maria” abbiamo anche una buona notizia: con la legge di stabilità 2016 il nostro governo ha confermato il bonus ristrutturazioni in quota 50% e l’ecobonus al 65%, questo vuol dire che se decide di far controllare il proprio impianto elettrico domestico da un installatore certificato e di apportare poi le dovute modifiche, può usufruire di agevolazioni fiscali. E, perché no, inserire nuove dotazioni nell’impianto a tutto vantaggio della sicurezza e del comfort, per esempio un videocitofono o un sistema di gestione dei carichi.
 

Gli ultimi dati sullo stato degli impianti elettrici in Italia sono sconfortanti. L’applicazione degli impianti a livelli pensa possa risolvere questo problema o ci si scontrerà, come con la 46/90, con la mancanza di controlli e verifiche?

È evidente che i controlli nel nostro Paese sono una delle maggiori fonti di cambiamento per l’utente comune: fino a che non si incorre in sanzioni e multe, si tende sempre a ignorare la situazione. Anche se rappresenta un pericolo fisico per gli abitanti della casa. Speriamo che gli incentivi che ho già citato, il bonus ristrutturazioni e l’ecobonus, siano uno stimolo ad intraprendere lavori di miglioria e messa a norma per tutti gli utenti. Noi di ANIE, comunque, pensiamo che parte del problema nasca anche da una scarsa conoscenza da parte dell’utente medio di cosa significhi avere un impianto installato a regola d’arte: si tratta di una materia che troppo spesso viene considerata ostica e troppo tecnica. La nostra Federazione sta allora cercando, già da quando il capitolo 37 della norma CEI 64-8 è entrato in vigore, di diffondere una vera e propria cultura dell’impianto elettrico domestico. Con la campagna ‘Impianti a livelli’, aggiornata lo scorso anno, con materiali divulgativi e user friendly, come il booklet “Impianti a livelli for dummies”, e più in generale con il portale www.impiantialivelli.it, che proprio lo scorso 1 ottobre ha debuttato con un’interfaccia completamente rinnovata e ancora di più a misura di utente. Tutti i materiali divulgativi realizzati da ANIE sono disponibili gratuitamente sul sito. Gli utenti ci trovano anche sui social, la nostra pagina Facebook è ormai arrivata a registrare oltre 7 mila followers e i post incassano una portata settimanale di oltre 5 mila visualizzazioni. Ed è proprio dai loro suggerimenti che è nato il rinnovato look del nostro portale web.
 

Il libretto d’impianto elettrico recentemente proposto da Prosiel pensa possa essere uno strumento efficace per migliorare la sicurezza degli impianti elettrici?

Il Libretto di Impianto Elettrico proposto da Prosiel può senz’altro costituire un valido aiuto per tutti gli utenti, un modo semplice e di impianti elettriciimmediata comprensione per avvicinarsi a questa tematica spesso vissuta come troppo tecnica. Il Libretto contiene infatti tutte le istruzioni d’uso e manutenzione delle apparecchiature che formano l’impianto, le relative garanzie, e ogni informazione fornita dall’impresa installatrice per la sua migliore gestione affinché l’utente abbia la possibilità di adempiere agli obblighi e per ottenere le migliori prestazioni in tutta sicurezza. Indica inoltre la frequenza prevista per gli interventi di manutenzione ordinaria e straordinaria e costituisce una vera e propria carta d’identità che si accompagna all’immobile e all’impianto domestico anche in eventuali processi di compravendita. Ritengo quindi che sia uno strumento davvero utile, e completamente gratuito, per orientarsi sul funzionamento e su come deve essere gestito l’impianto elettrico di casa.
 

Ecosostenibilità: sviluppo e innovazione devono andare di pari passo con l'attenzione per l'ambiente. Come può contribuire il settore elettrico?

impianti elettriciDiciamo che per quanto riguarda il settore elettrico, l’ecosostenibilità è il più forte driver di sviluppo e innovazione: le tecnologie che la nostra Federazione rappresenta sono proprio al servizio di quegli obiettivi di sostenibilità e risparmio energetico che l’Europa ci ha imposto in questi anni e che stanno diventando sempre più stringenti e rivisti verso performance più ambiziose. Il risparmio energetico può partire allora dalla vita quotidiana di ognuno di noi, e proprio attraverso un impianto elettrico performante. Solo per fare qualche esempio: le tecnologie domotiche sono in grado di garantire un migliore controllo delle zone termiche della casa, permettendo di regolare la temperatura di ciascuna stanza in base al suo reale utilizzo. E ancora: tapparelle e oscuranti automatizzate, in grado cioè di alzarsi o abbassarsi solo quando serve davvero, consentono di preservare la temperatura dell’ambiente interno e di minimizzare la dispersione di calore ed energia. 
 
 

Da molti anni si parla di Domotica, ma a parte alcune realizzazioni di prestigio, gli impianti di questo tipo stentano a diffondersi. Si tratta di mancanza di cultura negli operatori del settore, di scarsa informazione dei clienti finali o solo di un livello di prezzi al momento ancora troppo elevato?

In un momento in cui il mercato immobiliare affronta una dura crisi, non sarà inutile ribadire che su una casa di nuova costruzione il costo dell’impianto elettrico incide per il 2%, ma che con un investimento poco superiore al 3% si può installare un impianto domotico di base. Il corretto uso di questa tecnologia può portare le famiglie a risparmiare fino al 12% in consumi elettrici e fino al 26% sul sistema di impianti elettriciriscaldamento. Negli ultimi vent’anni in Italia sono state realizzate con il sistema domotico più di 300.000 case che corrispondono circa al 15% delle nuove abitazioni, speriamo che questo diventi presto un nuovo imprescindibile standard per tutte le nuove costruzioni e un importante apporto per la riqualificazione degli immobili esistenti. Sicuramente la conoscenza da parte dell’utente finale, e spesso anche da parte dei professionisti del settore, è ancora piuttosto vaga. Proprio per questo noi di ANIE puntiamo molto alla divulgazione di quanto queste tecnologie possono davvero cambiare la vita del consumatore. Come abbiamo visto, non si tratta tanto di un problema di costi elevati, ma piuttosto del fatto che la domotica viene ancora troppo spesso considerata un plus, qualcosa che solo le famiglie benestanti si possono permettere. Le nostre attività vogliono, tra le altre cose, sfatare questo mito.
 

La formazione è un elemento importante per gli operatori del settore elettrico. Quali sono le vostre proposte, in particolare per progettisti e installatori?

ANIE è da sempre molto attenta alla formazione degli specialisti del settore elettrico. La nostra associazione mette a disposizione tutta una serie di strumenti pensati in particolar modo per gli operatori della filiera elettrica, tutti gratuiti e scaricabili e consultabili sul sito www.impiantialivelli.it. Come per esempio il booklet trade riservato agli specialisti, che si trova insieme a tutti gli altri contenuti, le FAQ e la documentazione tecnica, nell’apposita sezione ‘Professionisti’ del sito. Non a caso, uno dei personaggi della nostra campagna di comunicazione ‘Impianti a Livelli’ è proprio un installatore.
 

Innovazione è una parola oggi molto utilizzata. Quali novità dobbiamo aspettarci nei prossimi anni nel settore degli impianti elettrici? 

Le innovazioni tecnologiche notevoli per il nostro comparto non possono che venire dalla domotica: i dispositivi saranno sempre più performanti grazie alla diffusione dell’Internet of Things, che sta finalmente prendendo piede. L’innovazione è una carta vincente del nostro settore, e anche l’andamento economico lo dimostra: il settore del risparmio energetico negli ultimi sei anni ha registrato un vero e proprio boom, secondo l’Osservatorio Cresme di ANIE e ANIMA. Tra il 2008 e il 2014 il settore dell’illuminazione-sorgenti Led è cresciuto del 577% fino a quota 2,81 milioni di euro; quello degli impianti fotovoltaici è salito del 55% con una capacità installata di 7.300 MW. Il trend è stato positivo anche per domotica (+34% a 368 milioni di euro), pompe di calore in gruppi refrigeratori, compressione condizionatori d’aria e di acqua (+20% a 472 milioni di euro), sistemi antintrusione (+4% a 7,68 milioni); sistemi tecnologici di prevenzione incendi (+2,2% a 2,35 milioni).
 

Passioni e interessi influiscono anche sul nostro modo di lavorare: ce n’è uno in particolare che la aiuta a svolgere meglio il suo lavoro?

Personalmente, l’interesse che continuo a coltivare è quello per l’informazione e l’approfondimento; il contributo che oggi la tecnologia ci offre per reperire dati e notizie (rapidità di accesso, fruibilità del dato) è fortissimo, sfruttando l’utilizzo dei moderni mezzi quali tablet, smartphone, pc. Senz’altro essere informati nel modo più veloce e migliore aiuta a svolgere con professionalità il proprio lavoro.

Climatizzazione: innovazione tecnologica che fa la differenza

Climatizzatore DaikinDaikin lancia la gamma di climatizzatori residenziali Daikin Bluevolution, il cui grado di innovazione tecnologica ridefinisce gli standard sul mercato in termini di estetica ed efficienza.
Nell’offerta residenziale Daikin, Ururu Sarara rimane l’unico climatizzatore in grado di garantire il controllo totale della qualità del clima domestico, con funzioni di raffrescamento, riscaldamento, purificazione dell’aria, ventilazione, umidificazione e deumidificazione. Se parliamo di efficienza energetica, le unità, disponibili nelle potenze da 2 a 5 kW, sono in grado di raggiungere valori SEER fino a 9,54 (A+++) e SCOP fino a 5,9 (A+++).

Climatizzatore con refrigerante R32

Ururu Sarara è stato anche il primo climatizzatore a utilizzare il Refrigerante R32, sviluppato e brevettato da Daikin, ora presente in tutta la nuova gamma residenziale Bluevolution (per scaricare la brochure e conoscere di più sull’R32 visitare daikin.it).
Ururu SararaGrazie all’utilizzo del nuovo refrigerante e allo sviluppo di specifiche tecnologie, Daikin ha raggiunto con i prodotti della gamma 2016 prestazioni elevate in termini di efficienza energetica e silenziosità, offrendo funzionalità e performance prima riservate solo a una nicchia di mercato.

La scelta del nuovo gas refrigerante R32 non solo ha permesso di garantire efficienze superiori, ma grazie al suo basso valore di GWP (impatto sul riscaldamento globale), circa un terzo rispetto a quello del gas comunemente utilizzato R410A, apporta un contributo concreto alla riduzione dell’effetto serra. Utilizzando il nuovo refrigerante, Daikin rispetta già da ora gli obblighi legislativi che entreranno in vigore nel 2025.

Che cos’è l’R-32?

Nella nomenclatura chimica, l’R-32 si chiama difluorometano. Si tratta di un refrigerante che per anni è stato utilizzato come componente della miscela refrigerante R-410A (composta per il 50% da R-32 e per il restante 50% da R-125). Daikin è stata la prima azienda a riconoscere i numerosi vantaggi nell’utilizzo dell’R-32 puro invece che come parte di una miscela.
Questo tipo di refrigerante è molto efficiente dal punto di vista energetico e consente di usare una minore carica di refrigerante CO2 equivalente.

Il refrigerante R-32 è sicuro?

Il refrigerante R-32 è molto efficiente dal punto di vista energetico

L’R-32 appartiene alla categoria dei refrigeranti a bassa infiammabilità (classe 2L secondo lo standard ISO 817), quindi può essere utilizzato in modo sicuro nella maggior parte dei climatizzatori e pompe di calore. È necessario comunque seguire le istruzioni dei produttori, così come le norme di sicurezza europee e nazionali, come avviene per qualsiasi tipo di refrigerante.
l’R-32 è sicuro, non si accende facilmente. Le scintille prodotte dai relé o dagli interruttori degli elettrodomestici e la comune elettricità statica non possiedono sufficiente energia per accendere l’R-32.
L’R-32 è un refrigerante a bassa tossicità, appartiene infatti alla stessa categoria di scarsa tossicità dell’R-410A.
Le operazioni di installazione e manutenzione sono simili a quelle usate per l’R-410A. Trattandosi di un refrigerante puro, l’R-32 è inoltre più facile da recuperare e riutilizzare.

Galleria fotografica: il climatizzatore residenziale Ururu Sarara