Come l’illuminazione cambia ed evolve

Massimiliano Guzzini_Presidente Assil

Oltre la pura e semplice illuminazione: digitalizzazione, la miniaturizzazione, l’integrazione di prodotti, l’Internet of Things. Questo e molto altro nelle parole di Massimiliano Guzzini, nuovo presidente Assil (Associazione Nazionale Produttori Illuminazione). 

Qual è oggi e come evolverà il ruolo dell’Assil sul mercato italiano e internazionale?

Massimiliano Guzzini_Presidente AssilIn Europa Assil è membro di Lighting Europe, l’associazione che ha come obiettivo quello di sostenere e difendere il settore dell’illuminazione a Bruxelles, impegnandosi a promuovere pratiche di illuminazione efficiente a beneficio dell’ambiente globale, del benessere e della sicurezza delle persone, dettando le linee guida dell’industria dell’illuminazione in Europa. 

È costituita da 33 realtà tra associazioni nazionali e imprese, in rappresentanza di circa 1000 aziende di illuminazione che impiegano complessivamente oltre 100.000 persone.

L’attività è organizzata in tre pilastri (Beyond, Energy&Environment, Growth). Il pilastro Beyond, suddiviso nei Working Groups Smart e Human Centric Lighting, sviluppa i temi che vanno “oltre” la pura e semplice illuminazione, come la digitalizzazione, la miniaturizzazione, l’integrazione di prodotti con sistemi digitali, l’Internet of Things e come la luce influisce biologicamente sul benessere degli esseri umani.

Il pilastro Energy & Environment, organizzato nei Working Groups Emergency Lighting, Energy Efficiency e Systems, mira a perseguire la strada del risparmio energetico e delle politiche ambientali, supportando la UE nella legiferazione in materia di energia e ambiente.

Il terzo pilastro, Growth, è strutturato nei Working Group Surveillance, Standardization, Statistics e Strategy, e sviluppa le tematiche legate alla tutela e alla crescita dell’industria dell’illuminazione europea.

In particolare, il WG Strategy andrà a implementare la Strategic Road Map 2025, che è stata presentata a Light+Building 2016. Come ASSIL siamo presenti a questi Working Groups di Lighting Europe e saremo parte attiva nello sviluppo della Strategic Road Map 2025. Inoltre, fino ad aprile 2017 rappresenterò personalmente Assil nel Board di Lighting Europe, composto da 8 associazioni e 8 aziende.

illuminazione sostenibileL’Italia è il secondo produttore europeo (nel 2015, 2,4 Mld tra tecnico e decorativo, corrispondenti al 22% della produzione europea, dopo la Germania con 2,9 Mld, equivalenti al 27% della produzione europea). Vorremmo quindi che le istanze italiane ottenessero adeguata rilevanza in Europa. In quest’ottica sarà importante agire attraverso politiche di lobbying con associazioni, istituzioni e imprese per portare avanti interessi comuni, tenendo nella dovuta considerazione anche le piccole e medie imprese che costituiscono il tessuto imprenditoriale italiano.

All’interno della stessa Lighting Europe, dovremmo rafforzare il network di confronto costante con le associazioni e le aziende che ne fanno parte; dovremmo sensibilizzare Confindustria (ANIE) sull’importanza del nostro settore, in modo da presentarci in Italia e in Europa con il sostegno di alleanze politiche robuste; con AIDI, dovremmo lavorare sugli aspetti culturali e formativi.

I professionisti preparati sotto il profilo normativo, applicativo e culturale sono un volano per l’industria della qualità. ASSIL e AIDI, insieme, possono proporre seminari completi che consentirebbero di creare un bacino di professionisti più formati e consapevoli su tutti gli aspetti legati alla luce (tecnici, energetici, culturali), che andranno alla ricerca di aziende e prodotti qualitativamente elevati. 

Come già detto, noi italiani siamo il secondo mercato in Europa e ci rendiamo sempre di più conto che le strategie si fanno all’interno della Comunità Europea. Dovremo pertanto continuare in modo sempre più convinto a far sì che ASSIL sia sempre presente ai tavoli del confronto nazionale e internazionale sui temi della sicurezza e delle performance di prodotto (stiamo presidiando CEI, CENELEC, IEC, UNI, CEN, ISO e altre realtà) e partecipi come già sta facendo ai Working Group che si muovono in questi ambiti.

Una tematica fondamentale da affrontare è la market surveillance.

structure-1591460_640Nel nostro settore, facendo riferimento ai dati CSIL, la produzione in Europa è passata da 10,3 Mld di Euro del 2010 ai 10,8 Mld del 2015, con un incremento del 4,7% che denota una situazione di stallo. Tuttavia nello stesso arco di tempo i consumi sono cresciuti da 11,8 Mld a 14,2 Mld, con un incremento a valore del 20,4%, e il 46,5% di questi 14,2 Mld è rappresentato dal made in China (contro il 33% negli USA).

Se nel 2010 l’Europa ha importato apparecchi di illuminazione per 8,7 Mld di Euro, nel 2015 si è arrivati a 13,3 Mld, con un incremento del 52,4%. In questo contesto, negli ultimi 5 anni le importazioni dalla Cina sono cresciute da 3,9 Mld a 6,6 Mld (+69%). Nei 16 stati dell’UE, la Cina è quasi sempre il primo o secondo paese di origine dei prodotti importati.

Per quale motivo sta succedendo tutto questo? Noi non abbiamo problemi ad accettare la competizione, ma ci troviamo di fronte ad una situazione di no-fair competition, ovvero di asimmetria: le aziende italiane ed europee per poter entrare in America devono avere il marchio UL, così come per entrare in Cina è necessario il marchio CCC. In Europa invece è sufficiente l’autocertificazione.

La luce si scopre elemento per creare nuovi servizi basati sulle velocità di trasmissione delle informazioni, a vantaggio degli utenti

Questa è una grande problematica che non è mai stato possibile risolvere e sulla quale non abbiamo avuto ancora risposte convincenti. In assenza di un ente terzo di certificazione, il Working Group di Market Surveillance istituito da Lighting Europe ha stabilito una procedura di sorveglianza che demanda alle associazioni nazionali ogni azione concreta. Procedura che, di fatto, a mio parere non ha dato e non è in grado di dare esiti soddisfacenti, anche perché le associazioni non hanno budget sufficienti per poter implementare procedure efficaci.

Si tratta di equilibrare gli interessi tra grandi multinazionali e piccola e media industria; stiamo parlando di 4 mld che entrano nelle nostre dogane che non vengono controllati del tutto e ad oggi manca ancora la volontà politica di risolvere questo problema. Una delle attività in cui mi impegnerò in veste di Presidente è quella di portare al Ministero dello Sviluppo Economico, a Unioncamere e ad ANIE queste nostre preoccupazioni. Dovremo lavorarci, ma la situazione non è semplice.”

Alla luce dello sviluppo delle sorgenti LED, quali traguardi si potranno raggiungere in termini di efficienza energetica e di comfort degli utenti?

Efficienza energetica e comfort degli utenti fanno riferimento a valori e grandezze diverse. L’efficienza potrà migliorare ulteriormente e le aspettative, al momento attuale, si collocano un po’ sopra i 200 lm/W (lumen per Watt), ma non si può parlare di efficienza pura e semplice, perché poi questa viene determinata dalle ottiche utilizzate: flood, spot, ampie, meno ampie.

Inoltre bisogna ricordare che le efficienze della sorgente luminosa fanno sempre riferimento alle temperature colore (K) e all’indice di resa cromatica: più la temperatura è fredda e l’indice di resa cromatica è basso, maggiore è l’efficienza.

Viceversa, LED con temperature colore basse e un alto indice di resa cromatica hanno efficienze minori.

Alle ottiche, ma non solo, è legata invece la questione del comfort visivo. Sicuramente la tendenza è quella di andare verso ottiche che abbattono l’abbagliamento. L’altro aspetto importante per il comfort è legato alla temperatura colore, per creare ambienti confortevoli ed accoglienti, tanto che molti produttori di LED stanno lavorando per ottenere temperature colore più calde.  

Come s’inserisce il crescente sviluppo dell’IoT nel mondo illuminotecnico?

La luce e in modo particolare i punti luce sono un elemento della piattaforma infrastrutturale più diffusa per l’Internet of Things (IoT): pensiamo a smart city, smart home, smart building, smart retail, smart culture.

internet of thingsLa luce diventa elemento per la trasmissione dei dati e il corpo illuminante diventa un mezzo per la comunicazione su protocolli WCL, Li – Fi, Beacon, gestibile attraverso diversi devices.

La luce si scopre elemento per creare nuovi servizi basati sulle velocità di trasmissione delle informazioni, a vantaggio degli utenti: per esempio durante la visita di un museo, grazie all’attivazione di sensori, permette di ottenere informazioni intelligenti attraverso app, ci dà informazioni di videosorveglianza in tempo reale per il traffico e i parcheggi all’interno della città; rileva i flussi di occupancy all’interno dei luoghi di lavoro, dove l’ottimizzazione degli spazi è oggi vitale, e nel retail può essere utile per conoscere determinati comportamenti di acquisto.

Qual è il peso dei sistemi d’illuminazione nell’ambito della Building Automation?

L’illuminazione è solo una parte degli elementi che vengono considerati quando si parla di Building Automation, quindi è difficile scorporare il dato specifico, anche perché si tende ad avere sistemi di controllo che riescano ad integrare i diversi elementi. 

La luce diventa elemento per la trasmissione dei dati e il corpo illuminante diventa un mezzo per la comunicazione 

La convergenza tra Internet delle Cose e tecnologie informatiche sta stimolando la crescita di aree applicative nel mercato della building automation e del controllo dei sistemi Mep (Mechanical, electrical and plumbing) degli edifici in tutti gli ambiti: residenziale, commerciale o istituzionale.

Con il termine building automation si fa riferimento non solo ai sistemi che garantiscono un risparmio energetico, ma anche a quelli che assicurano un miglior tenore di vita per gli utenti.

Comfort ed efficienza, sono due aspetti imprescindibili per i prodotti di building automation: per questo i controlli di sicurezza e di accesso detengono la quota maggiore in questo mercato specifico.

A seguire hanno percentuali maggiori i sistemi di controllo per il riscaldamento, la ventilazione e il raffrescamento e i sistemi antiincendio.

I controlli per l’illuminazione che consentono di ottimizzare i livelli luminosi in base alle condizioni interne o esterne agli ambienti e di risparmiare energia attraverso nuove tecnologie di sorgente, sistemi di regolazione e sensori, hanno una percentuale minima che si muove fra il 3% e il 5%.
Tuttavia visto che secondo l’istituto di ricerca Research and Markets, il mercato totale della building automation e del controllo degli edifici dovrebbe raggiungere i 55,48 miliardi di dollari entro il 2020, con un tasso di crescita medio del 9,04% dal 2014, è una linea di sviluppo da non sottovalutare.

Quali nuove sorprese ci riserva l’evoluzione tecnologica?

Nel mondo dell’illuminazione, secondo me i due filoni sicuramente più interessanti sono legati a rapporto fra luce e benessere e luce come elemento per l’IoT, di cui abbiamo già parlato.

illuminazionePer quanto riguarda luce e benessere è ormai appurato da ricerche scientifiche che la luce impatta sul benessere psico-fisiologico dell’uomo tanto che Lighting Europe associazione nata nel  2012, a seguito della fusione di CELMA (Federazione Europea delle Associazioni Nazionali dei Produttori di Apparecchi e Componenti di Illuminazione) e ELC (Federazione Europea dei Produttori di Lampade) e che ha come obiettivo quello di sostenere e difendere il settore dell’illuminazione a Bruxelles, impegnandosi a promuovere pratiche di illuminazione efficiente a beneficio dell’ambiente globale, del benessere e della sicurezza delle persone, dettando le linee guida dell’industria dell’illuminazione in Europa, considera la “Human Centric Lighting” come parte fondamentale del pilastro (Focus Area) “Beyond”, insieme a “Smart”.

Questo pilastro ha proprio l’obbiettivo di sviluppare i temi che vanno “oltre” la pura e semplice illuminazione e come la luce sia in grado di influire biologicamente sul benessere degli esseri umani.

In questo caso in particolare, grazie alle nuove scoperte scientifiche di un nuovo foto-recettore, gli studi fatti finora sulla influenza della luce sui ritmi circadiani dell’uomo, sull’influenza che temperatura colore e l’intensità della luce esercita sulla capacità di concentrazione dell’uomo, sui ritmi sonno-veglia.

Quali prospettive per il mercato Illuminotecnico?

Nello scenario macroeconomico attuale, difficile azzardare previsioni.

Se ci basiamo sui dati, osserviamo che nei primi mesi del 2016 l’industria Illuminotecnica italiana ha mantenuto il graduale percorso di uscita dalla crisi intrapreso nei due anni precedenti (+3,1% e +4,5% la crescita annua del fatturato totale mostrata dal comparto rispettivamente nel 2014 e nel 2015).

Secondo i più recenti dati ISTAT, nel primo trimestre del 2016 il fatturato totale dell’industria Illuminotecnica italiana ha registrato un incremento annuo del 2,4%.

Siamo il secondo mercato in Europa e ci rendiamo sempre di più conto che le strategie si fanno all’interno della Comunità Europea

Dati a cui hanno contribuito positivamente sia la domanda interna sia quella estera, elemento che ha favorito il percorso di recupero dalla crisi. In particolare, la domanda interna ha risentito delle prime indicazioni di ripresa dei consumi di beni durevoli, mentre la domanda estera è stata favorita dalle strategie di internazionalizzazione sempre più strutturate avviate negli ultimi anni dalle imprese.

Sulla base di questi dati posso augurarmi che il trend positivo continui, anche se gli ultimi eventi politici (Brexit, Turchia, minacce ISIS) creano forte incertezza e relativa instabilità.

Comunque la luce interessa realmente ogni aspetto della vita e può offrire notevoli possibilità di sviluppo per la nostra industria. Pensiamo soltanto al turismo e, in Italia in modo particolare, al patrimonio dei Beni Culturali. L’Italia ha sul proprio territorio il 70% del patrimonio storico – artistico mondiale.

Quindi immaginiamo quale driver di sviluppo può essere il turismo: una buona illuminazione di aree archeologiche, di musei, delle stesse città permetterebbe l’ampliamento delle fasce orarie di fruizione, così come la valorizzazione di paesaggi che dopo il tramonto scompaiono creerebbe nuovi centri vitali.

Le nuove tecnologie a LED garantiscono la conservazione delle opere, quindi sono accolte con favore anche da chi, finora, ha gestito i Beni Culturali con un approccio più orientato alla conservazione che alla fruizione. Pensiamo a quale indotto potrebbe generare una maggiore fruizione dei Beni Culturali sull’ospitalità: hotel, ristoranti, locali pubblici…

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