Anche nel 2016 si è parlato di fughe di gas, esplosioni, ustioni e purtroppo, in alcuni casi, di morti. È facile, purtroppo, fare una sommaria ricerca in internet e trovare subito notizie di cronaca sulle fughe di gas.
Nel corso del Forum UNI-CIG (Comitato Italiano Gas) 2016 tenutosi il 15 e 16 giugno a Milano è stata presentata la statistica nazionale degli incidenti da gas combustibili per il 2015 elaborata dal Comitato Italiano Gas e riconosciuta dall’AEEGSI (dall’Autorità per l’Energia Elettrica, il Gas e il Sistema Idrico).
È quindi possibile fare alcune considerazioni riguardo al tipo e numero di incidenti. Se per il gas distribuito a mezzo reti (gas canalizzato) si sono registrati 120 incidenti, (6 in meno rispetto al 2014); per quanto riguarda l’utilizzo di GPL distribuito in bombole e piccoli serbatoi, il 2015 ha invece fatto segnare un incremento (8 incidenti in più rispetto al 2014 attestandosi quindi a 136 accadimenti). È positivo pensare che il numero di incidenti avvenuti in presenza di gas canalizzato nel 2015 rappresentano il valore più basso registrato dal 2007.
Una tendenza in aumento si evidenzia purtroppo per gli incidenti mortali: nel settore dei gas canalizzati gli incidenti mortali sono aumentati da 14 a 15 rispetto al 2014 e per quanto riguarda l’uso del GPL l’incremento è stato da 10 a 18 incidenti rispetto all’anno precedente.
Le considerazioni devono anche tener conto di un aumento dei consumi a fronte di lievi variazioni del numero delle utenze.
La statistica parla poi di quali sono le cause più frequenti degli incidenti, differenziando le due tipologie in funzione del gas combustibile.
Per i gas canalizzati in ordine di importanza decrescente ci sono:
Per il settore del GPL l’uso scorretto delle bombole si conferma come la causa prevalente degli incidenti.
Come è noto nel nostro paese ci sono tantissimi impianti e apparecchi obsoleti e spesso non a norma, che rappresentano un potenziale sempre maggiore di possibili incidenti e causa di corto circuiti, folgorazioni o esplosioni.
L’utente finale dovrebbe essere supportato nel comprendere i rischi dovuti alle fughe di gas e nell’individuare quali strumenti possono essere d’aiuto prima che sia troppo tardi.
In ambito Comitato Italiano Gas, con la forte collaborazione dei fabbricanti che fanno capo ad ANIE, è stata sviluppata la norma tecnica UNI 11522 “Rivelatori di gas combustibili e monossido di carbonio per ambienti domestici e similari – Installazione e manutenzione”.
La norma fornisce un utile strumento per gli operatori del settore consentendo un’installazione che predisponga al corretto uso e alla adeguata manutenzione dei dispositivi di rivelazione gas.
I rivelatori di gas possono essere classificati, per tipologia, in rivelatori di gas combustibili o rivelatori di monossido di carbonio. Differenziazioni possono essere fatte anche secondo le caratteristiche costruttive in:
La Norma inoltre stabilisce i criteri per l’installazione e la manutenzione dei rivelatori di gas (gas combustibili della 1°, 2° e 3° famiglia secondo la Norma UNI EN 437) e di monossido di carbonio, progettati per funzionamento continuo in un’installazione fissa, in ambienti domestici e similari.
Si evidenzia che il campo di applicazione della norma riguarda esclusivamente impianti domestici e similari, cioè impianti a gas in cui gli apparecchi installati abbiano tutti singola portata termica non maggiore di 35 kW.
Ma cosa si può fare nel caso in cui l’ambiente non è presidiato e quindi ci si accorge della fuga di gas quando ormai ha causato il danno per le cose e purtroppo anche per le persone (si pensi ad esempio agli ignari vicini di casa)?
I rivelatori di gas combustibili e di CO possono essere dotati di un segnale di uscita per l’attivazione di dispositivi ausiliari quali una elettrovalvola di intercettazione inserita sul tubo di alimentazione del gas, uno o più indicatori visivi o sonori supplementari, per esempio installati in locali differenti dell’abitazione o per inviare un allarme remoto.
Al giorno d’oggi la tecnologia ci permette di essere più efficienti, di risparmiare ma anche e soprattutto di essere più sicuri: il controllo a distanza e la trasmissione degli allarmi risultano particolarmente utili nel caso di ambienti non presidiati che necessitano l’intervento da parte di soggetti esterni.
I rivelatori, inoltre, devono essere correttamente installati, manutenuti ed utilizzati, divenendo così una protezione aggiuntiva per i beni e le persone.
Le attività di installazione e manutenzione delle apparecchiature devono essere eseguite da personale in possesso dei requisiti previsti dalla legislazione vigente. Al termine dell’installazione, e ogni volta necessario, devono essere effettuate alcune verifiche di funzionalità:
La conformità del rivelatore di gas alla norma di costruzione può essere dimostrata in due modi: attraverso attestati di conformità rilasciati da organismi notificati riconosciuti, oppure con dichiarazioni di conformità rilasciate direttamente dal produttore.
I rivelatori devono essere correttamente installati e manutenuti al fine di proteggere beni e persone
Il rivelatore di gas deve essere installato nel locale in cui è più probabile la presenza del gas da rivelare, per esempio in cucina, a causa della presenza di un apparecchio di cottura a gas e/o di apparecchi di riscaldamento e/o produzione di acqua calda sanitaria, o in locali con impianti particolarmente complessi.
La Norma UNI 11522 consente un’agevole individuazione dei criteri di installazione dei rivelatori di gas, individuando gli specifici criteri di installazione per ogni tipologia di gas esaminata e rendendo chiara l’importanza di una valutazione attenta dei parametri ambientali. È utile precisare che gas naturale, GPL e monossido di carbonio hanno un diverso comportamento negli ambienti, in funzione del proprio peso specifico come schematizzato in figura 1.
Nella figura seguente sono schematizzati due esempi di installazione di rivelatori a seconda del tipo di gas utilizzato.
Consigli utili per chi intende acquistare un rivelatore di gas |
Autore: ANIE CSI/Gruppo rivelatori di GAS per ElettricoMagazine
Gruppo Materiale da installazione – ANIE CSI sono aziende che costruiscono l’hardware principale della impiantistica tecnologica dell’edificio e consentono di ottimizzare soluzioni per le diverse necessità impiantistiche. Nello stesso gruppo fanno parte i produttori di componenti per installazione, apparecchi di protezione, videocitofoni, domotica, canalizzazioni, SPD, ventilazione forzata, etc.