Il mercato dell’Internet of Things presenta dati decisamente rilevanti che dimostrano come in Italia lo sviluppo digitale sia fondamentale e in forte crescita, anche se una parte è legato a obblighi normativi come lo smart metering gas (le utility devono installare almeno 11 milioni di contatori intelligenti entro la fine del 2018).
2,8 miliardi di euro nel 2016, una crescita del 40% rispetto all’anno precedente: questi i primi dati emersi della ricerca dell’Osservatorio Internet of Things della School of Management del Politecnico di Milano.
Il risultato è legato ai contatori intelligenti (34%) e alla diffusione di auto connesse (20%), seguono Smart Building (18%) soprattutto con soluzioni legate alla sicurezza negli edifici, Smart Logistics (9%) con la gestione delle flotte aziendali e di antifurti satellitarie Smart Home (7%) con una netta prevalenza di applicazioni per la sicurezza, il comfort e Il riscaldamento.
Come sottolineato da Angela Tumino, Direttore dell’Osservatorio Internet of Things “Insieme al mercato cresce il numero degli oggetti: in Italia sono già 14,1 milioni quelli connessi tramite rete cellulare (+37%), senza contare gli oggetti che sfruttano altre tecnologie di comunicazione, come i 36 milioni di contatori elettrici connessi tramite PLC (Power Line Communication), gli 1,3 milioni di contatori gas che comunicano tramite radiofrequenza e i 650mila lampioni per l’Illuminazione intelligente connessi tramite PLC o radiofrequenza”.
Il sesto rapporto evidenzia che è necessario un ulteriore passo, bisogna andare oltre il livello attuale di connessione degli oggetti e spostare l’attenzione sui servizi:
“ll prossimo anno ci aspettiamo una forte accelerazione del mercato dell’Internet of Things (IoT) soprattutto nell’ambito Smart Home e Industrial IoT. Per quanto riguarda la Smart Home, il mercato è cresciuto del 23% e gli oggetti connessi all’interno delle abitazioni sono in aumento; mentre per l’Industrial Iot è necessario sottolineare il processo di innovazione dei processi produttivi con il paradigma dell’Industria 4.0” ha aggiunto Angela Tumino.
Tra gli ambiti IoT ancora abbastanza indietro: la Smart City, il cui potenziale è ancora da esprimere (il 51% dei Comuni medio-grandi ha avviato un progetto, ma oltre metà è ancora in fase sperimentale), il Retail con la possibilità di raccogliere moltissimi dati sul comportamento dei clienti all’interno del negozio, e la Smart Agriculture, dove l’IoT offre opportunità non solo in termini di tracciabilità dei prodotti, ma anche per la gestione delle attività agricole, soprattutto se si guarda a colture ad alto valore.
Nell’ambito dell’Osservatorio sono state analizzate anche le possibilità di raccogliere le informazioni e sfruttarle per creare valore e servizi sia in ambito consumer, sia business.
Cinque le modalità di valorizzazione:
Ma con l’aumentare dei dati disponibili e della possibilità di utilizzarli, cresce anche l’attenzione alla privacy e alla sicurezza dei dati (cybersicurezza), “i consumatori sono tendenzialmente restii a condividere i propri dati, a meno di ottenere vantaggi concreti” ha aggiunto Angela Tumino.
In questo caso non si tratta però solo dei dati raccolti che potrebbero essere intercettati e manomessi, ma anche di sicurezza fisica legata alla possibilità di malintenzionati di impartire comandi disattivando ad esempio il sistema d’allarme.
È necessario, quindi affrontare questi aspetti per evitare che l’utente finale limiti l’applicabilità, poichè le potenzialità di sviluppo sono enormi grazie a dispositivi IoT diventano sempre più intelligenti e versatili.