Energia verde, la forza e le idee arrivano dalle startup

Sono tante le startup che operano nel settore energetico, diverse delle quali per promuovere energia verde. Ecco alcuni promettenti esempi italiani
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C’è una linea verde che percorre l’energia. Sono le startup che puntano, con le loro idee, a innovare il settore, promuovendo progetti che spesso hanno a che fare con la sostenibilità.

Lo evidenzia anche il rapporto I-Com sull’innovazione energetica, la cui edizione 2017 riporta che oltre a registrarsi in rapido aumento, le startup – oggi un triplo rispetto a soli tre anni fa, con un tasso medio annuo del 142 – sono attive, nel 15% dei casi in ambito energetico. Una tendenza che si nota anche a livello globale, in cui le richieste di brevetto hanno a che fare, in termini energetici, principalmente con: solare fotovoltaico, accumulo, eolico e solare termodinamico. Questi quattro ambiti “sono oggetto di circa l’80% dell’attività innovativa mondiale”, segnala in una nota la stessa I-Com.

Il campo è vasto: presentiamo, a esempio, alcune realtà che si sono fatte recentemente notare con i loro progetti.

Green Energy Storage, lo storage è “vegetale”

Si chiama Green Energy Storage e già dal nome fa capire quale sia l’ambito di ricerca alla base: ha sviluppato, infatti, un sistema di accumulo organico per le rinnovabili basato sul… rabarbaro. O, meglio, basato su una molecola presente in questa pianta e in altre, denominata chinone.

La ricerca condotta punta alla realizzazione di una batteria a flusso: fanno sapere, attraverso il proprio sito web, che: “gli elettroliti contenenti una o più sostanze elettroattive disciolte fluiscono attraverso una cella elettrochimica che converte l’energia chimica direttamente in energia elettrica. Gli elettroliti sono immagazzinati esternamente, generalmente in vasche e vengono pompati attraverso la cella (o celle) del reattore. Le batterie a flusso possono essere “ricaricate” rapidamente sostituendo l’elettrolita liquido.”

Intanto la sua ricerca sta registrando una lusinghiera attenzione, comprovata dal fatto che la raccolta fondi, avviata online, si è conclusa con il superamento abbondante dei 250mila euro di base previsti. Infatti, la somma raccolta è oltre quota 1 milione e 100mila euro.
Piace, quindi, la tecnologia dello “storage bio”, in grado di accumulare una capacità elevata di energia elettrica pulita sfruttando sole e vento.

Spiegano i ricercatori: “Pensata per l’efficienza e per il risparmio energetico di abitazioni e imprese commerciali, la nostra batteria organica a flusso risponde alle nuove esigenze dei consumatori e del mercato, dimostrando l’effettiva attuabilità economica e tecnologica dei sistemi di accumulo di energia basata su AQDS, ossia chinoni reperibili in natura, atossici e facilmente estraibili”.

Fanno anche sapere che i materiali organici, oltre a non essere inquinanti, sono decisamente più convenienti rispetto a vanadio e ferro. Collegabile ai sistemi di rete, la batteria è in grado di soddisfare l’indipendenza energetica, andando da 100 kW al MW e oltre.

Windcity, la risposta (e la startup) è nel vento

C’è l’energia eolica, pensata per grandi installazioni, e c’è il mini-eolico, una possibilità decisamente più sfruttabile in svariate situazioni e opportunità.
Su questa strada si sta muovendo Windcity, specializzata in mini-turbine eoliche che si è fatta notare di recente da vincitrice dello Start-up Europe Award, premio assegnato dalla Commissione Europea. Nella sezione green il riconoscimento gli è stato assegnato

Cuore della tecnologia alla base di Windcity è il vento. I ricercatori sono partiti dalla considerazione che più si tenta di applicare l’eolico ai centri abitati più l’ipotesi di vento costante diviene inapplicabile. Serviva quindi avvicinarsi a un concetto “mini” basandosi su un’idea singolare, che passa dalla conversione eolica ad asse verticale, per rendere possibile la produzione in tutti i venti variabili. Fa sapere lo stesso team di ricerca: “Geometria variabile per vento variabile è la visione che cha portato allo sviluppo di una meccanica semplice, economica, e disruptive che consente incrementi di produzione fino al 60% in più rispetto alle macchine tradizionali”.

Promettono una soluzione economica, commerciabile, integrabile nelle smart grid cittadine e scalabile: affermano inoltre che “la tecnologia oggi testata a 1300 W è riproducibile su macchine fino a 100 kW. Nessuno dei competitor su scala internazionale possiede una turbina con le caratteristiche integrate di Windcity”.
La startup è stata anche vincitrice dell'edizione 2015 di Premio Marzotto e oggi è ospitata nell'incubatore green di Trentino Sviluppo, Progetto manifattura.

ILOOKS, nuovo look al fotovoltaico per lo sviluppo integrato

C'è poi la torinese ILOOKS che punta a riprodurre immagini o texture su qualsiasi pannello solare creando superfici fotovoltaiche integrabili ovunque, con un effetto “mimetico”.

Sembra una banalità, ma uno degli ostacoli per un pieno sviluppo dell’energia solare è legato al fattore estetico. Da qui è partita l’idea, oggi protetta da patent Pending, in grado di riprodurre immagini o texture su qualsiasi pannello solare creando superfici fotovoltaiche integrabili ovunque con un effetto “mimetico” che annulla l’impatto estetico. 

La mimetizzazione si può applicare sia ai tetti sia alle superfici verticali. Come ci spiega Fabrizio Chiara, uno dei fondatori della startup innovativa fondata a livello giuridico a fine marzo 2017, è da tempo che lavorano all’idea e oggi possono proporre un primo prodotto commercializzabile. Si tratta, afferma, di un pannello solare personalizzabile per la ricarica "on the go" di smartphone, tablet e altri accessori elettronici.

"Questo oggetto ci permette di avvicinarci a mercati molto più ampi e importanti, come quello della nautica. Per il settore delle barche abbiamo firmato nella seconda metà di luglio, una partnership industriale con i leader mondiali del fotovolotaico per il settore nautico, Solbian, dove tra i fondatori figura il velista Giovanni Soldini". Parallelamente, stanno lavorando per sviluppare soluzioni anche nel building, nel design outdoor "nel quale abbiamo già fatto dei prototipi" e altre applicazioni più futuristiche, "nemmeno così tanto poi" quale l’automotive e la mobilità sostenibile. 
Per quanto riguarda l'efficienza, Chiara conferma che "attualmente siamo all'80% e ci sono dei buoni presupposti per un miglioramento".

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Andrea Ballocchi

Giornalista freelance, si occupa da anni di tematiche legate alle energie rinnovabili ed efficienza energetica, edilizia e in generale a tutto quanto è legato al concetto di sostenibilità. Autore del libro “Una vita da gregario” (La Memoria del Mondo editrice, prefazione di Vincenzo Nibali) e di un manuale “manutenzione della bicicletta”, edito da Giunti/Demetra.
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