Centrax CU5000, monitoraggio e controllo dei parametri energetici

Centrax CU5000 di Camille Bauer Metrawatt AG è uno strumento di misura sviluppato sulla base del Sineax DM5000, un prodotto che ha riscosso un grande successo. Per quanto riguarda la misura è possibile raccogliere oltre 1500 valori per valutare lo stato della rete, il consumo energetico e la qualità della tensione. I parametri di misura possono essere controllati sia tramite i pulsanti dell’intuitivo display TFT, sia tramite web browser. Nelle reti a bassa tensione è possibile collegare tensioni nominali fino a 690 V nella categoria di misura CAT III. Inoltre, registrando i dati rilevanti per ogni evento, è anche possibile determinare la qualità della rete elettrica (Power Quality).

CENTRAX-CU5000Il softPLC basato su Codesys integrato nel Centrax CU5000 permette di collegare, in modo flessibile, i dati delle misure dell’energia agli I/O disponibili o di fornirli tramite interfacce digitali. Come componente di automazione, il Centrax CU5000 è facile da programmare.

Sono disponibili ingressi e uscite digitali, uscite analogiche e l’interfaccia Modbus/RTU e Modbus/TCP. Nella versione Advanced, le interfacce Modbus consentono di collegare in maniera semplice altri strumenti di campo con il controllore. In questo modo è possibile raccogliere ed elaborare altri dati quali il consumo energetico, le informazioni sullo stato e i dati delle misure. Nella versione Professional, infine, è possibile creare le proprie pagine web e definire le proprie visualizzazioni sul display locale.

 

Applicazioni per tutte le esigenze

Per chi opera nel settore dell’energia, ad esempio, il Centrax CU5000 offre applicazioni per il controllo della simmetria del carico nella rete, la gestione dei flussi, la raccolta di tutti i consumi energetici provenienti dalle diverse attività dell’industria, il monitoraggio di apparecchiature come trasformatori, motori o generatori elettrici, per la compensazione della potenza reattiva o il controllo di processo. Inoltre, la grande varietà e quantità di funzionalità offerte da questo strumento consentono di creare soluzioni di sistema indipendenti. Queste a loro volta possono essere facilmente collegate ai sistemi di controllo o ai sistemi gestionali (ad esempio a uno Scada o a SmartCollect di Camille Bauer Metrawatt).

Nasce la prima sonnen-City negli Stati Uniti

In Arizona nasce sonnen-City, una nuova città dove tutte le 3000 abitazioni saranno dotate di una batteria sonnen e collegate in rete generando autonomamente, accumulando e scambiando l’energia elettrica prodotta.

Questo progetto si inserisce in un nuovo concetto del costruttore e urbanista Mandalay Homes per la creazione di un nuovo quartiere residenziale: nella località di Jasper, tutte le abitazioni saranno dotate di un impianto fotovoltaico e di una batteria sonnen.

In questo modo ogni abitazione sarà in grado di produrre e autoconsumare gran parte della corrente elettrica utilizzata minimizzando i costi della bolletta elettrica. Inoltre gli impianti comunicheranno tra loro poiché saranno collegati in rete.

Grazie a questa tecnologia, che in Germania viene già utilizzata nel sistema di energy sharing della sonnenCommunity, si creerà una centrale elettrica virtuale con una capacità di 23 MWh e una potenza di 11,6 MW. Questo grande accumulatore potrà ricevere – nei momenti di massima produzione – energia dalla rete e cederla quando le richieste di energia sono elevate.

“sonnen-City è la città del futuro, dove tutti gli abitanti possono generare autonomamente, accumulare e scambiare in rete l’energia prodotta. – ha affermato Philipp Schröder, responsabile vendite e marketing di sonnen – L’aver potuto realizzare questo progetto nel mercato domestico di Tesla dimostra che, dal punto di vista tecnologico, nel settore energia, stiamo lavorando molto bene anche negli Stati Uniti”.

Le batterie sonnen interagiscono con una centralina Smart Home che consente non solo di gestire l’energia accumulata, ma anche distribuita a impianti di climatizzazione, illuminazione o altri carichi, quali le pompe da piscina, di ogni utenza domestica solo quando serve.

sonnen ha sviluppato un’opportunità tecnologica, non è stato – tra l’altro – necessario richiedere una licenza come provider di energia poiché il mercato energetico negli Stati Uniti è altamente monopolizzato. sonnen utilizza la propria tecnologia solo sul territorio della città e non nella rete pubblica.

Grazie alla struttura di approvvigionamento decentralizzata, quest’idea di città (sonnen-city) consente di superare facilmente anche lunghi black out della rete pubblica, come ad esempio in caso di catastrofi naturali.

L’esperto: risponde Impianti a Livelli

impianti a livelliDifferenti modalità di sezionamento dell’impianto

Risponde Impianti a Livelli (Associazione Componenti e Sistemi per Impianti CSI)

In un impianto di un appartamento, per avere una maggiore disponibilità del servizio anche in caso di guasto, ho previsto di installare un differenziale generale alla base del montante e tre differenziali nel quadro di un’unità abitativa. Come devo scegliere i differenziali per essere certo che in caso di guasto su una linea mi salti solo il differenziale che l’alimenta mentre gli altri rimangono in servizio?

Innanzitutto è bene sapere che il differenziale alla base del montante è obbligatorio solo se ci sono masse lungo il percorso fino al quadro di unità abitativa (centralino), tuttavia è evidente che, in ogni caso, esso costituisce un aumento di sicurezza intervenendo nell’ipotesi di non funzionamento del differenziale a valle.

Se questo è il caso, il differenziale a monte deve essere tipo S (selettivo), mentre i tre a valle devono essere di tipo istantaneo; inoltre, per garantire la selettività, ci deve essere un rapporto di almeno uno a tre tra la sensibilità di quelli istantanei e quella di quello selettivo. Consigliamo, ad esempio, una Idn = 30 mA per quelli istantanei e una Idn = 300 mA per quello di tipo S (selettivo).

Ho notato che su tutti gli interruttori magnetotermici modulari è stampigliato il numero 3 racchiuso in un quadrato. Che cosa significa?

Quella stampigliatura è prevista dalla normativa di prodotto (CEI-EN 60898-1) e rappresenta la classe di limitazione di energia dell’interruttore, ovvero quanta energia l’interruttore lascia passare durante l’interruzione di una corrente di cortocircuito pari al suo potere d’interruzione. Nella norma sono previste tre classi di limitazione, per ciascuna delle quali viene posto un limite massimo di energia riferito a una determinata corrente nominale.

La classe 3 è la migliore, ovvero quella che prevede la minima energia. In realtà, in Italia, questo numero non ha utilità pratica; è invece importante in quei paesi dove si usano ancora i fusibili, perché un interruttore in classe 3 è selettivo rispetto a un determinato fusibile a monte.

Gli interruttori magnetotermici che vengono installati nei centralini di appartamento sono idonei al sezionamento?

Tutti gli interruttori magnetotermici modulari conformi alla norma CEI EN 60898-1 sono idonei al sezionamento in quanto sono previsti per essere utilizzati anche da parte di persone non esperte. Tutti gli interruttori hanno superato delle prove che invece sono facoltative per gli interruttori industriali (conformi alla norma CEI EN 60947-2): solo quelli che le superano sono idonei al sezionamento e riportano il relativo simbolo in targa.

 

Nota bene: La rubrica fornisce solo indicazioni informative di carattere generale e le risposte non sono sostitutive di pareri resi da professionisti a clienti.

STOP, con Bocchiotti i collegamenti sono più semplici

Gamma Stop BocchiottiIl lavoro dell’installatore richiede velocità di esecuzione e semplicità nell’ottenere i risultati voluti. La linea di accessori STOP di Bocchiotti vuole rispondere proprio a queste esigenze, integrando una serie di funzionalità di sicuro interesse.
Consente infatti di collegare tubi rigidi o guaine spiralate e corrugate flessibili (ma anche cassette di derivazione, centralini e quadri) conservando le necessarie peculiarità di sicurezza e protezione.

STOP, che assicura una protezione IP67 o IP64 con guaina GHF, integra le necessarie guarnizioni direttamente all’interno delle giunzioni, quindi senza successivi assemblaggi.
L’accoppiamento facilitato tra accessorio e tubo avviene applicando una piccola rotazione del tubo coadiuvata da una leggera pressione tra i due elementi in gioco. Il profilo della guarnizione integrata, essendo a doppia tenuta, compensa le eventuali variazioni di diametro previste dalla normativa. Nello stesso modo, STOP semplifica anche le operazioni di smontaggio nel caso si riveli necessario intervenire in un secondo momento.

Più versioni per esigenze diverse

STOP Bocchiotti accessori tubi rigidiLa gamma STOP di Bocchiotti è disponibile sia nella versione standard sia in quella halogen free, indicata per l’installazione in ambienti pubblici dove si esige, in caso di incendio, la non propagazione della fiamma e di emissioni prive di alogeni.

Caratterizzati da un design moderno e a basso impatto visivo, i prodotti STOP sono disponibili in colorazione grigio RAL 7035 e nelle sei dimensioni standard dei tubi protettivi rigidi per impianti elettrici. Corredati di certificazione IMQ e conformi alle parti 21 e 23 della normativa EN 61386, gli accessori sono resistenti ai raggi UV consentendo così l’installazione in ambienti esterni.

Interessante anche la soluzione adottata per il packaging di questa linea di accessori che, grazie a prefratture frontali, ne permette l’utilizzo come pratico dispenser assicurando comodità e ordine sia negli scaffali per la vendita al pubblico, sia direttamente in cantiere.

Le installazioni di fotovoltaico, eolico e idroelettrico crescono del 20%

Trend positivo per le installazioni di fotovoltaico, eolico e idroelettrico che nei primi dieci mesi del 2017 raggiungono 726 MW, segnando un +20% rispetto allo stesso periodo del 2016 come evidenziato dall’ultimo Osservatorio di Anie Rinnovabili (dato Gaudì – Fonte Terna) .

Fotovoltaico e idroelettrico in crescita

29 MW connessi a ottobre 2017 per il fotovoltaico che raggiunge quota 352 MW complessivi con un +12% rispetto allo stesso periodo del 2016.  Gli impianti di tipo residenziale costituiscono quasi la metà della nuova potenza installata nel 2017.

Basilicata, Lazio, Lombardia Piemonte, Toscana, Valle d’Aosta e Veneto sono le regioni che hanno registrato un incremento maggiore di fonti rinnovabili, mentre Abruzzo, Calabria, Campania, Liguria, Marche, Molise, Puglia, Sardegna e Sicilia un decremento.

Per quanto riguarda, invece le installazioni eoliche si registra un lieve calo nel mese di ottobre 2017 con solo a 1,9 MW. Comunque, nel complesso gli impianti eolici raggiungono quota 315 MW e quindi un aumento del +35% rispetto ai primi dieci mesi del 2016. Notevole l’aumento (+141%) delle unità di produzione grazie alle attivazioni di impianti mini-eolici di taglia compresa tra 20 e 60 kW.

Per quanto riguarda la diffusione territoriale, la maggior parte della potenza connessa (circa il 92%) è localizzata nelle regioni del Sud Italia. Le richieste di connessione di impianti di taglia inferiore ai 60 kW sono il 28% del totale installato fino a ottobre 2017, mentre gli impianti superiori ai 200 kW costituiscono il 71% del totale.

Mese positivo anche per l’idroelettrico che a ottobre segna un +6,9 MW e raggiunge i 56 MW complessivi (+4% per la nuova potenza installata rispetto ai valori registrati nei primi dieci mesi del 2016), inoltre sono aumentate del 15% le unità di produzione.
Abruzzo, Marche, Molise, Sicilia e Veneto sono le regioni che hanno registrato il maggior incremento di potenza nei primi dieci mesi del 2017 rispetto all’anno precedente. I nuovi impianti idroelettrici di taglia inferiore a 1 MW connessi fino a ottobre 2017 costituiscono il 54% del totale. Da segnalare l’attivazione di un impianto da 3,2 MW in Lombardia, in provincia di Brescia.

Dati Installazioni fotovoltaico eolico idroelettrico

L’Italia accelera la raccolta Raee verso il target europeo del 45%

Il target europeo del 45% pone nuove sfide al cammino italiano della raccolta Raee (Rifiuti di apparecchiature elettriche ed elettroniche), già protagonista di un ottimo +6% nei primi nove mesi dell’anno. Archiviato infatti il primo obiettivo, che poneva un minimo di raccolta dei rifiuti da apparecchiature elettriche ed elettroniche di natura domestica pari a 4 kg procapite entro il 31 dicembre 2015, l’Italia si prepara ad affrontare un target più ambizioso, fissato dall’Europa il 1 gennaio 2016 ma oggi più valido che mai.

L’Unione Europea richiede, infatti, agli stati membri di coprire, con la raccolta Raee, il 45% dell’immesso dei tre anni precedenti all’anno di valutazione.

Un traguardo non impossibile, considerando che nel 2016 l’Italia ha raggiunto un tasso di trattato del 41% per i Raee domestici, inferiore di soli 4 punti percentuali al target europeo.

Nuove sfide incombono sulla raccolta Raee italiana

Forum Raccolta RAEE_Ecomondo 2017Ma il Centro di Coordinamento Raee non può e non deve abbassare la guardia, dato che gli sforzi nella gestione dei rifiuti elettrici ed elettronici aumenteranno notevolmente dal 1 gennaio 2019, quando l’obiettivo passerà al 65% dell’immesso dei tre anni precedenti.

In questa prospettiva, da Forum Raee “obiettivo: 45 su 100” a Ecomondo 2017, sono emerse interessanti considerazioni circa traguardi e sfide della raccolta Raee, nonché sul ruolo chiave di tale attività nella green economy e nelle politiche nazionali e comunitarie dedicate a riciclo e tutela ambientale.

“Sebbene l’incremento della raccolta nel 2017 permetta di fare considerazioni positive sul raggiungimento del target del 45% – commenta Giancarlo Dezio, Presidente del Centro di Coordinamento Raee – l’entità del presente e del futuro target deve essere uno stimolo a pensare nuove e più funzionali modalità di raccolta Raee, soprattutto in considerazione delle importanti modifiche che si presenteranno dal 16 agosto 2018, con l’entrata in vigore dell’Open Scope e quindi l’ingresso di numerose tipologie di apparecchiature oggi escluse. Il Centro di Coordinamento sta partecipando ai tavoli di lavoro in corso per definire gli aspetti normativi necessari ad arrivare pronti alla scadenza del prossimo agosto”.

Raccolta Raee

Raccolta Raee e impianti per il trattamento: la fotografia attuale

Per valutare l’odierna posizione italiana nel panorama europeo è importante osservare l’andamento della raccolta Raee sul territorio nazionale: con un quantitativo assoluto pari a 223.358.458 kg di rifiuti elettrici ed elettronici raccolti tra gennaio e settembre 2017, il Centro di Coordinamento Raee registra un incremento del 6% rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente, concentrato prevalentemente nei raggruppamenti R2 (grandi bianchi) e R4 (piccoli elettrodomestici).

Da notare invece la prevedibile flessione della categoria R3 (Tv e monitor), in linea con l’andamento del settore negli ultimi anni.

In occasione di Ecomondo, il Centro di Coordinamento Raee ha illustrato anche lo status degli impianti di trattamento dei rifiuti da apparecchiature elettriche ed elettroniche in Italia. A fronte di circa 358mila tonnellate gestite, la maggior parte – il 61%, ovvero 218mila tonnellate di Raee – sono gestite in impianti del Nord Italia, mentre la restante parte si suddivide quasi equamente tra Centro Italia (75mila t) e Sud e Isole (65mila t).

Inoltre, il totale di 3.045 strutture registrate sul portale del Centro di Coordinamento, risultano così distribuite:

I dati evidenziati a Ecomondo mostrano un numero di impianti per il trattamento dei rifiuti elettrici ed elettronici ancora insufficiente a coprire il fabbisogno di gestione attuale e futura, anche in virtù di un ulteriore incremento della raccolta Raee.

La raccolta Raee cresce del 6% tra gennaio e settembre, ma servono ulteriori sforzi per raggiungere il target europeo del 45% e per aumentare il numero di impianti di trattamento dei rifiuti

Ecomondo 2017 Raccolta Raee

Sicurezza 2017: quando l’integrazione è di casa

Integrazione tra sicurezza e domotica per rendere gli edifici connessi e sicuri è stato il fil rouge di Sicurezza 2017 che ha spaziato dalla videosorveglianza al controllo accessi, dall’antintrusione alla sicurezza passiva, da soluzioni per la casa connessa fino alla cyber security.

Girando tra i padiglioni e parlando con gli operatori, si è percepito per la prima volta che l’integrazione e la connessione tra diversi settori e diversi mondi è veramente possibile: soluzioni e non prodotti per dare al cliente uno strumento completo e in grado di rispondere a qualsiasi esigenza.

Agio, la gestione della luce è a portata di mano

Nice_Trasmettitore_AgioGestire tende, tapparelle e carichi elettrici, accendere e regolare l’intensità della luce è ancora più facile grazie ad Agio: il comando Nice che consente la gestione totale e l’integrazione di tutte le fonti di illuminazione artificiali o naturali.
Con un semplice gesto è possibile accendere/spegnere lampade, azionare la tenda e la tapparella, comandare i carichi elettrici, attivare l’impianto di irrigazione, comandare il cancello.

Massima praticità d’uso grazie alla base di ricarica, da tavolo o installabile a parete: è sufficiente appoggiarlo per averlo sempre carico per ore di funzionamento e, grazie all’ingresso USB, si può ricaricare anche il proprio smartphone o tablet.

La domotica entra in hotel, appartamenti e uffici

Taphome integrazione impiantiA confermare la crescita all’interno di Sicurezza 2017 delle presenze internazionali, l’integrazione domotica targata TapHome, piccola realtà slovacca poco nota sul panorama nazionale ma già protagonista di interessanti referenze in Europa e in Israele.

Il sistema filare di automazione degli edifici, anch’esso denominato TapHome, è caratterizzato da interfaccia gradevole e molteplici funzioni selezionabili, mentre sul fronte tecnologico comprende: unità di controllo principale, con interfacce per bus interno, RS485 e Modbus; diversi relè per la lettura e il controllo delle differenti componenti da integrare (principalmente HVAC, tapparelle, illuminazione, fotovoltaico); multizone controller e ampia gamma di sensori da cambinare in base al contesto applicativo per la rilevazione, anche esterna, di temperatura, CO2, fumo, umidità ecc.

Controllabile e configurabile tramite smartphone e tablet, TapHome è compatibile con interruttori e placche dei maggiori produttori.

Tecnologia e design nel termostato wi-fi

KBLUE integrazione domoticaCon il lancio della nuova linea Klever, Kblue punta a una nuova prospettiva che pur conservando un approccio professionale alle soluzioni intelligenti, si evolve in una maggiore semplicità di di installazione e nella totale assenza di programmazione per l’installatore.

Klever permette, infatti, di controllare temperatura, luci e automazioni tramite piattaforma cloud di nuova generazione e app semplificata. Punta di diamante della nuova serie il termostato wi-fi Kult, che unisce tecnologia e design nell’ampio display touch screen, con intuitiva interfaccia utente, e nella flessibilità di integrazione. Il basso voltaggio e l’alimentazione a 230 V, insieme a relè smart e opzioni di uscita analogica a 0-10 V, permettono di migliorare le prestazioni di Kult, ampliandone il raggio d’azione in impianti di climatizzazione già esistenti, pompe di calore, sistemi HVAC industriali, riscaldamento a pavimento idronico o elettrico, sistemi AC multi-zona, ecc.

La web App di Kblue completa la proposta con nuovi scenari di domotica, in connessione con altri dispositivi intelligenti della smart home.

Il server di supervisione Hsyco

Hsyco è il server di supervisione di Hesa che si interfaccia con impianti di automazione standard e proprietari consentendo il controllo e la gestione integrata di illuminazione, automazione, comfort, videosorveglianza, controllo accessi.
Progettato per essere utilizzato su qualsiasi dispositivo dotato di browser, Hysco consente il controllo in locale e da remoto attraverso un’unica interfaccia Web.

Ad esempio, quando un sensore del sistema antintrusione rileva una presenza in una stanza, può essere comandata l’accensione delle luci, l’attivazione della registrazione delle telecamere, la chiusura di tapparelle
Inoltre, messaggi vocali di allarme possono essere diffusi attraverso altoparlanti, microfoni delle telecamere di sorveglianza o telefoni VoIP.

Hsyco si integra con le centrali antintrusione distribuite da Hesa, tra cui le innovative centrali Serie Quaranta e le centrali NetworX, e consente di collegare sistemi già esistenti implementando funzioni di home e building automation.

HSYCO schema

Tutti gli impianti sotto controllo con una APP

InimTech Security è nuova APP – disponibile gratuitamente per Ios e Android di Inim dedicata all’installatore per gestire le proprie installazioni.
Attraverso InimTech Security si accede al portale InimCloud (attraverso un login) dove si possono visualizzare i propri impianti e rilevare se ci sono anomalie o malfunzionamenti.
Inoltre l’installatore riceve direttamente notifiche push relative a eventuali guasti e può intervenire velocemente.
Con InimTech Security è possibile associare una centrale inserendo oltre ai dati del cliente, la posizione dell’impianto in modo da sfruttare il servizio di geolocalizzazione della APP.

Le chiavi? Non servono più, solo una App

Iseo Argo AppAnche per il controllo accessi sono necessarie flessibilità, versatilità e facilità di gestione da remoto: Argo App di Iseo consente di aprire, controllare e gestire gli accessi senza l’utilizzo di chiavi.
Argo App offre la possibilità di gestire anche con lo smartphone tutte le porte dotate di dispositivi della serie Smart (serrature motorizzate per porte blindate, cilindri e maniglie elettroniche).
Con Argo App è possibile dare autorizzazioni temporanee, consentendo l’accesso solo a persone selezionate in giorni e orari prestabiliti. Inoltre registra le ultime 1000 entrate e anche i tentativi di accesso non autorizzati.

 

Altre novità presentate a Sicurezza 2017 su soluzioni di antintrusione e tecnologie intelligenti per l’edificio integrato.

Identificare i cavi in 5 secondi con Wraptor A6500 di Brady

Wraptor A6500Wraptor A6500 di Brady Corporation consente di controllare i costi di produzione e migliorare la qualità dell’identificazione stampando e applicando automaticamente le etichette. Identifica i cavi in 5 secondi, Wraptor stampa e applica automaticamente l’etichetta su un’ampia gamma di cavi inseribili. La tecnologia del Wraptor permette di stampare a 300 dpi codici a barre, loghi e schemi su un’etichetta perfettamente aderente che viene avvolta attorno al cavo.

Wraptor A6500 – senza alcuna impostazione – è in grado di identificare cavi da 1,52 mm a 15,24 mm di diametro e applicare etichette fino a 50,8 mm di larghezza, da 19,05 mm a 76,20 mm di lunghezza.

Semplice da usare grazie a un’interfaccia utente user-friendly, al touchscreen a colori, alla connettività Ethernet e le porte USB.

Assieme alle App per Brady Workstation, Wraptor diventa uno strumento pratico per potenziare l’efficienza dei processi, tanto più che è abbinabile alle macchine Schleuniger per il taglio e la spelatura dei cavi.

Wraptor A6500 è progettato per applicare rapidamente resistenti etichette per cavi in vinile autolaminante (B-427) o wrap around in tessuto di nylon (B-499), studiate per durare negli ambienti industriali più aggressivi.

L’etichetta in vinile autolaminante assicura resistenza all’abrasione, ai combustibili e agli oli, oltre che un’elevata durata in esterno, ha proprietà autoestinguenti ed è disponibile in più colori.

L’etichetta wrap around in tessuto di nylon è resistente all’abrasione, ai combustibili, agli oli, allo sporco, al caldo, al freddo e alle sostanze chimiche.

Smart home, l’intelligenza si diffonde nelle case

La smart home è pronta al boom. In meno di dieci anni decuplicherà il suo mercato. Così prevede Navigant Research che ha presentato proprio in questi giorni un nuovo report dedicato al mercato relativo alle piattaforme tecnologiche pensate per rendere la casa “intelligente”.

Da quanto emerge è previsto che il fatturato globale specifico sfiorerà i 40 miliardi di dollari (39,5 per la precisione) nel 2026, partendo da una base attuale di 4,2 miliardi.

Smart home, i big traineranno lo sviluppo

Lo studio esamina il mercato globale della smart home, con particolare attenzione alla parte hardware e software, ai servizi e alle piattaforme basate sull’IoT per il comparto residenziale.

smart-homeSi conferma che i consumatori residenziali stiano diventando sempre più consapevoli delle tecnologie dedicate, “grazie alla prevalenza di soluzioni come Amazon Echo, Google Home e Apple HomeKit”, affermano gli analisti in una nota, segnalando che i fornitori stanno aumentando gli investimenti sulla smart home intelligente e nelle politiche di marketing, motivati dal fatto che i costruttori edili stanno integrando questi prodotti nelle nuove costruzioni.

“Il concetto di smart home ha il potenziale per rivoluzionare il modo in cui interagiamo con le nostre case e la rete elettrica – afferma Paige Leuschner, analista Navigant Research – Le abitazioni che agiscono in modo intuitivo e intelligente attraverso un ecosistema completo di hardware e software non solo arricchiscono la vita degli utenti, ma svolgono anche un ruolo nella transizione verso l’Energy Cloud”, ovvero la gestione intelligente dell’energia.

Nel trainare l’adozione di piattaforme smart home ci sono i produttori tecnologici, gli operatori Tlc, i fornitori di soluzioni per la sicurezza e l’energia. Secondo il rapporto, queste parti interessate sono impegnate allo sviluppo del mercato smart home, aumentando il numero di dispositivi e creando nuove applicazioni per gestire i flussi di dati.

Smart home, “ora o mai più”

C’è poi un whitepaper della Z-Wave Alliance, pubblicato da Mobile World Live, secondo cui è questo il momento giusto per le aziende di avviare servizi di smart home. Segnala che, mentre l’adozione da parte dei consumatori di prodotti e servizi per la smart home è cresciuta costantemente in tutto il mondo, non si è ancora resa evidente una vera adozione del mercato di massa.

Tuttavia i progressi nella tecnologia IoT, la maggiore accessibilità, la crescente consapevolezza relativa ai benefici dell’utilizzo di queste soluzioni, sommate alla legittima preoccupazione per i consumi energetici e la sicurezza e non ultimo l’invecchiamento della popolazione sono tutti fattori che fanno supporre che ci stiamo avvicinando al “punto di non ritorno”.

Le stime suggeriscono che le entrate provenienti dal mercato globale dedicato potrebbero raggiungere i 121,73 miliardi di dollari entro il 2022.

Il Nord America detiene la quota maggiore di mercato, e c’è ancora un enorme spazio per una crescita ulteriore. Gli Stati Uniti hanno visto una sostanziale crescita di anno in anno del numero di case connesse, e questo trend è previsto continuerà.

Anche l’Europa registra un fermento positivo in proposito come pure l’area Asia-Pacifico (APAC): in entrambe si attende una crescita sensibile nei prossimi anni.

Entro il 2020 il mercato europeo si prevede toccherà i 15,28 miliardi di dollari con un CAGR del 16,5%; il valore del mercato APAC raggiungerà invece i 9,28 miliardi.

Resilienza del sistema elettrico, sfide e opportunità

Le reti elettriche sono le macchine più grandi mai realizzate. Ma anch’esse affrontano criticità e contingenze: non c’è solo l’invecchiamento degli impianti, ma anche la necessità di gestire la generazione da fonti rinnovabili non programmabili (in particolare, fotovoltaico ed eolico).

A ciò si aggiunge il fenomeno dei cambiamenti climatici, che hanno reso più probabili eventi meteo estremi. Solo in Italia si stima che i costi legati ai disservizi per cause meteorologiche siano dell’ordine di 300 milioni di euro l’anno. Inoltre, negli ultimi anni si sono accentuate le minacce per la cybersecurity.

Il rischio di blackout è dietro l’angolo, anche se nel nostro Paese si deve andare indietro al 2003 per uno stop di proporzioni nazionali. Tuttavia, negli anni, a livello locale si sono registrati diversi altri stop considerevoli. Lo scenario raffigurato induce a mantenere alta la guardia, curare e prevedere, valutare i rischi e progettare strategie tali da ridurre il rischio e gestire gli scenari d’emergenza.

Tutto questo è riassumibile in una parola: resilienza. Un concetto che è alla base di uno studio approfondito da parte di RSE, intitolato Resilienza del sistema elettrico curato e pubblicato da RSE – Ricerca sul Sistema Energetico, società controllata dal GSE.

Stefano Besseghini RSE“La resilienza è un tema che sta diventando molto rilevante – ha affermato Stefano Besseghini, amministratore delegato e presidente di RSE, in occasione della presentazione – perché è il più evidente dimostratore del fatto che il concetto di sistema così come si pensava un tempo è superato. Oggi si disarticola, creando nuovi spazi e nuove possibilità”.

Certo, un sistema composto da molte interfacce prevede anche più punti di debolezza. Perciò “è importante che tutte queste interfacce rispondano a una logica che non è solo quella di sicurezza, ma anche di collaborazione al fine di garantire l’erogazione del servizio anche in condizioni estreme”, evidenzia Besseghini. Lo stesso concetto di resilienza va al di là del significato assunto in ingegneria, ovvero la capacità di un materiale di assorbire un urto senza rompersi. È un concetto che ha che fare con l’essere adattativi e, quindi, smart.

La resilienza, quindi, è ben più che un concetto meccanico o fisico: ha a che vedere con la nostra vita quotidiana. Per questo cerchiamo di approfondire con l’ad e presidente di RSE alcuni dei temi emersi.

L’Italia, nel contesto europeo, si mostra adeguatamente preparata e pronta in termini di resilienza del sistema elettrico?

Direi proprio di sì e per due motivi: la rete nazionale ha un livello di automazione, controllo e gestione delle cabine primarie e secondarie tra i più elevati a livello europeo e la ricerca guasti in Italia è un servizio ben strutturato.

Il progetto di telegestione, che conta su più di 30 milioni di contatori smart, ha indotto un processo di automazione del sistema diffuso a livello nazionale di ottimo livello medio. L’Italia, quindi, non ha alcun problema a confrontarsi con gli altri Paesi europei; anzi, nel contesto internazionale alcune cose può anche insegnarle.

L’apporto delle energie rinnovabili autoprodotte rappresenta più un problema o una sfida in tema di resilienza?

Le rinnovabili rappresentano certamente un contributo ad abbassare la dipendenza energetica e rendere il sistema più resiliente. Offrono un contributo distribuito sul territorio: è possibile concepire già oggi, sia pure a livello teorico, che delle zone in disservizio si possano alimentare mediante una rete di rinnovabili presenti sul territorio.

Certo, va vista anche l’altra faccia della medaglia: le rinnovabili inducono anche, per la loro intrinseca variabilità, a una necessità di gestione di entrata e uscita non sempre programmabile. E qui la resilienza gioca un ruolo molto importante.

Una delle minacce che incombono sul sistema elettrico è legato alla cybersecurity. Quanto è allarmante e quali sono le strategie di prevenzione adottate?

sistema elettricoÈ bene trattare l’argomento su due contesti differenti perché un problema è quello della cybersecurity per i grandi sistemi di trasmissione, un altro attiene invece alla distribuzione. Tradizionalmente la cybersecurity per gli operatori elettrici deriva da uno scenario molto differente da quello in cui ci si è mossi fino al recente passato, caratterizzato da sistemi verticali, proprietari, molto chiusi, con un grado di sicurezza intrinseca a monte.

Oggi anch’essi progressivamente vanno a interloquire con il “mondo internet”, più aperto a operatori estremamente eterogenei. Per questo la dimensione di cyber sicurezza esistente nel contesto Ict si propaga e va a interessare anche il mondo operativo dell’energia. Attualmente lavoriamo molto sulla possibilità di creare un collegamento tra Information technology e operation technology, ovvero tra capacità intrinseca dei sistemi informatici di difendersi e lo strato di informazione di competenza specifica del comparto operativo.

Il presupposto da cui partire è che siamo in grado di far evolvere in sicurezza i sistemi se creiamo una comunicazione e un’integrazione efficace tra questi due mondi, evitando il rischio di lavorare per compartimenti stagni. Da questo punto di vista il quadro è positivo, a livello nazionale e internazionale. In ogni caso, l’attenzione è elevata. C’è bisogno di un’opera continua di formazione sia dei professionisti del settore sia di chi sul fronte del mercato elettrico si sta affacciando da poco con caratteristiche e funzioni nuove.

Stiamo andando sempre più in direzione smart: smart city, smart grid… tutta questa “intelligenza” è una sfida, un’opportunità o un vincolo in termini di resilienza?

In realtà, l’interpretazione più corretta di smartness è quella che ha a che fare con la capacità adattativa, un aspetto pienamente collegato con la resilienza, che è la capacità di modificare il sistema in maniera più o meno automatica rispetto a uno stimolo esterno che interviene a modificarla.

L’interpretazione più diretta di smart è legata alla comparsa della generazione distribuita e al modo che il sistema si auto bilanci. Se quindi posso contare su una rete “intelligente”, ossia capace di adattarsi in maniera automatica nel momento in cui si palesa una minaccia straordinaria, avrà già una sua capacità intrinseca di evolvere verso una maggiore sicurezza. Quindi, è un’evoluzione necessaria e per certi versi naturale dei sistemi. Molto spesso, confrontandoci con gli operatori, sono loro stessi a sottolineare questo aspetto: per garantire la sempre crescente qualità del sistema e le maggiori richieste dell’utenza devono mettere in campo delle soluzioni di automazione e controllo sempre più spinte, attrezzandosi adeguatamente in modo che questo avvenga.

Altro tema è quello legato alla possibilità che l’architettura smart della rete sia in grado di offrire servizi addizionali; questa è un’opportunità e una sfida ulteriore.

Resilienza può far rima con efficienza, intesa come efficienza energetica?

Se volessi banalizzare direi di sì. Però, resilienza si accosta più facilmente a emergenza, contesto nel quale l’efficienza non è prioritaria. Infatti, in presenza di un disservizio, quindi di una situazione al di fuori dall’ordinario, occorre fare tutto il possibile per ripristinare l’alimentazione elettrica dove è stata interrotta.

Se invece rimaniamo nella sfera dell’ordinario, quindi in un contesto di attività di gestione e di prevenzione, allora la risposta è affermativa. Si può fare resilienza solo se c’è conoscenza del sistema, e quindi la capacità di adattarlo alle reali necessità contingenti, di conseguenza e inevitabilmente punto alla sua maggiore efficienza.