Fotovoltaico e pompa di calore: un autoconsumo più smart

Certamente al top delle tendenze tecnologiche degli ultimi anni, e in prima linea negli sviluppi 2018 del mondo elettrico, come del termoidraulico, l’abbinamento tra fotovoltaico e pompa di calore mostra tangibili vantaggi in termini di efficienza energetica e di sostenibilità ambientale. Se il sistema integrato rappresenta quindi la soluzione ideale per produrre energia pulita, da impiegare, grazie alla pompa di calore, anche negli impianti di riscaldamento, raffrescamento e produzione di acqua calda sanitaria, risulta importante verificare se questa integrazione riesca a garantire agli utenti un’adeguata capacità di autoconsumo, non sempre soddisfatta.

Qui entra in gioco il sistema 4-noks Elios4you di Astrel Group, progettato per sfruttare in maniera intelligente l’energia proveniente dall’impianto fotovoltaico per produrre acqua calda tramite la pompa di calore.

Acqua calda gratis da fotovoltaico e pompa di calore

Elios4you Smart Come ottenere dunque acqua calda gratis dal semplice utilizzo di un impianto integrato? Semplice, sfruttando le caratteristiche tecniche delle pompe di calore, dotate (o dotabili) di un riscaldatore elettrico integrativo.

Grazie al sistema 4-noks Elios4you con Power Reducer è infatti possibile deviare automaticamente l’energia in esubero dall’impianto fotovoltaico a questo elemento resistivo, in modo da velocizzare i tempi di riscaldamento dell’acqua, sempre e solo in modalità di autoconsumo dall’energia solare. Se poi la pompa di calore consente l’ingresso di un comando ausiliario, quale un temporizzatore esterno, la soluzione Astrel ne gestisce l’azionamento programmato da app sia su base oraria sia in funzione dell’energia effettivamente disponibile per l’autoconsumo.

Per fare un esempio pratico, se dal fotovoltaico si recuperassero 300 W, 4-noks Elios4you ne consentirebbe l’utilizzo per azionare la resistenza elettrica e riscaldare l’acqua senza attingere alla rete elettrica, cosa impossibile con una pompa di calore con assorbimento medio di 500 W. Se questo esubero dovesse invece toccare quota 2.0 kW, si potrebbe riscaldare l’accumulo di acqua a una temperatura più elevata di quanto si possa normalmente fare con la pompa di calore.

Nella proposta smart, Astrel Group pensa anche ai casi più “difficili” di quando non risulta possibile dotare la macchina di un riscaldatore elettrico integrativo. Sarà sufficiente installare un puffer con resistenza elettrica in serie all’accumulo della pompa di calore, facendo sì che l’acqua in ingresso sia già preriscaldata e alla macchina venga delegata solo una minima parte del lavoro. L’utente continuerà poi a sfruttare l’efficienza energetica della pompa di calore quando non c’è produzione da fotovoltaico, riducendo comunque i consumi.

Esempio collegamento 4-noks Elios4you con Power Reducer

 

Efficienza energetica e autoconsumo garantiti anche da remoto

4-noks Elios4you con Power Reducer associa dunque in modo semplice e automatico la gestione intelligente dell’impianto fotovoltaico all’uso combinato di pompa di calore e riscaldatore elettrico, con tutti i vantaggi derivanti dall’impiego di energia pulita e gratuita per il riscaldamento dell’acqua.

Vantaggi ai quali si aggiunge la possibilità per l’utente di programmare e controllare l’impianto tramite app, intervenendo sul suo funzionamento in ogni momento, anche da remoto. Una visione che “avvicina” ulteriormente l’impianto ai suoi fruitori, che all’occorrenza possono aumentare efficienza energetica e risparmi, pur mantenendo il comfort desiderato negli ambienti, semplicemente forzando l’azionamento del riscaldatore integrativo o della pompa di calore dal proprio smartphone.

DiCE, il dado smart per l’efficienza energetica consapevole

Penso, dunque risparmio. Non se la prenda Cartesio, ma se abbiamo aggiornato il suo motto in chiave 4.0 è in favore della consapevolezza dei consumi energetici, leva primaria per attuare un programma di efficienza energetica. Ne sono convinte l’Unione Europea e l’Agenzia Internazionale per l’Energia, secondo cui i cambiamenti comportamentali direttamente collegati all’uso ottimale delle tecnologie correnti o quelli più strettamente legati a un vero e proprio cambiamento culturale permettono di aumentare la richiesta di efficienza energetica, consentendo un risparmio energetico dal 5 al 20%.

DiCE cucinaPer rendere consapevole il consumatore occorre fornirgli degli strumenti appropriati e in logica smart: parte da qui DiCE, prodotto di ABenergie appena presentato.
«DiCE è un oggetto di arredo piacevole e che si caratterizza per l’uso dei colori finalizzati a rendere visibili i consumi energetici: la tonalità varia dal blu, virtuoso, al rosso» afferma Matteo Acerbis, amministratore delegato ABenergie, spiegando che il funzionamento si basa su un algoritmo che studia i comportamenti, eliminando anomalie ed eccezioni e definisce i livelli di soglia delle abitudini del cliente. Grazie a DiCE è possibile accorgersi di una richiesta energetica standard, superiore o eccessiva.

 

DiCE, un semaforo per l’efficienza energetica

All’aumentare dei consumi, la luce cambia come un semaforo, fino a diventare rossa lampeggiante nel momento in cui la potenza sta per raggiungere la soglia massima e si presenta il rischio di un blackout. «Si lascia all’utente la libertà e la discrezione nell’agire» evidenzia Acerbis.

Matteo Acerbis ABenergie

Matteo Acerbis, amministratore delegato ABenergie

DiCE deve il suo nome alla sua forma, concettualmente vicina a un dado (in inglese dice), ma è un oggetto che “dice”, nel senso di comunicare in maniera visiva.
Si tratta della prima soluzione di un sistema caratterizzato dalla semplicità di utilizzo, che prevede anche la connessione automatica della soluzione alla rete di casa, oltre alla sua natura smart.

«Le informazioni raccolte verranno trasmesse e rese visibili tramite una app in cui saranno subito visibili i consumi e permettendo diverse funzioni, tra cui la possibilità di settare la propria soglia massima. Con il passare del tempo la soluzione è in grado di apprendere e presentare soglie differenti anche a seconda che si tratti di un giorno feriale o festivo, ma la media è calcolata in base alla stagionalità e alle abitudini di consumo».
Gli obiettivi previsti di risparmio energetico ottenibili grazie all’uso di questo prodotto sono significativi: «prevediamo che si possa arrivare a ridurre i propri consumi del 15-20%, eliminando semplicemente gli sprechi».

Tecnologia, l’IoT protagonista

DiCE ABenergieDiCE si compone di quattro elementi: il dispositivo vero e proprio, collegato a una presa elettrica, in grado di avere più funzionalità luminose attraverso le quali aiuta il consumatore a usare l’energia in modo consapevole; l’omonima app, per iOS e Android, scaricabile gratuitamente sul proprio smartphone, che abilita l’utente ad accedere a tutta una serie di dati e informazioni sul consumo di energia elettrica della propria casa o azienda. L’app include inoltre la possibilità di eseguire un check-up e un monitoraggio delle abitudini di consumo e, attraverso un sistema di notifiche push con consigli e suggerimenti, è in grado di educare i consumatori a un uso più sostenibile dell’energia elettrica. C’è poi DiReader, il lettore dei consumi elettrici che, installato vicino al misuratore della potenza elettrica, utilizza le informazioni fornite dai Led presenti sulla parte anteriore del contatore per trasmettere i dati di consumo al dispositivo DiGateway, ovvero l’ultimo “anello” della catena: collocato nell’ambiente domestico o in azienda, utilizza i dati segnalati dal lettore DiReader per trasmetterli a DiCE e alla sua app, che li legge come informazioni sui consumi.

«In tema di protocolli di comunicazione, – illustra l’ad di ABenergie – sono studiati ad hoc per il dialogo dei nostri oggetti: siamo convinti, infatti, che uno dei fattori fondamentali della competizione nell’Internet of Things sia l’affidabilità, pure in un contesto in continua evoluzione». E nel futuro apre la porta per una possibilità d’interconnessione con altri sistemi.

Innovazione, interattività e design: made in Italy modello vincente

Rispetto ad analoghe soluzioni sul mercato, il prodotto ABenergie si differenzia «per due importanti aspetti: abbiamo pensato a DiCE come a un oggetto di design che comunicasse subito attraverso i colori e fosse fruibile; inoltre il nostro sforzo è stato di trasformare i dati raccolti in informazioni utili e immediate».
Il dispositivo oltre ad autoapprendere le abitudini dell’utente, è in grado di interagire con lui attraverso semplici movimenti gestuali della mano. Infatti, è in grado di riprodurre i colori dello spettro visibile, con intensità variabile, e di effettuare coreografie luminose. È possibile impostare DiCE in un certo colore, che faccia atmosfera: questo non cambia le abitudini del dispositivo, che rimane sempre vigile nel caso di eccessivi carichi energetici allerta l’utente.

Marco Acerbis designer DiCE

Marco Acerbis, designer di DiCE

Permette anche di giocare, offrendo anche un lato ludico e divertente. Non solo: nell’eventualità di un’interruzione di corrente, il dispositivo si illumina e, staccandolo dalla presa, è possibile utilizzarlo come torcia.
Una parola, infine, al design. Il made in Italy è ben rappresentato da questo prodotto, premiato con il Design Index 2017 e candidato all’edizione 2018 del Compasso d’Oro, il più antico e autorevole premio mondiale di design.

«Sono partito dal concetto originario del dado, che implica una certa manualità, per poi perfezionarlo in modo da rendere forte l’idea dell’interazione che richiede e privilegia la gestualità al contatto. – spiega il designer Marco Acerbis, che ha progettato l’oggetto – Da qui si è arrivati a lavorare sulla base quadrata e alla diagonale che, sviluppata in un arco, crea una sorta di piramide che è la forma definitiva».
DiCE sarà commercializzato a partire da marzo al prezzo di circa 300 euro, tramite rete commerciale ABenergie e online tramite un sito per l’e-commerce. Un investimento che si ripaga in un paio d’anni grazie al risparmio sui consumi.

Nuovi apparecchi Damp Proof e High Bay da Ledvance

Installazione semplice, efficienza elevata, lunga durata sono i tre bisogni sui quali sono stati pensati i nuovi apparecchi LED Damp Proof e High Bay di Ledvance per le aree di produzione e i magazzini.

Gli apparecchi possono essere installati in modo facile e flessibile grazie alle staffe di bloccaggio, che possono essere mosse liberamente su tutta la lunghezza e possono sostituire in retrofit gli apparecchi caratterizzati da una tecnologia tradizionale e poco efficiente dal punto di vista energetico.

Non sono necessari attrezzi per installare gli apparecchi Damp Proof Compact: il bloccaggio elettrico è facilmente raggiungibile con l’aiuto di un meccanismo di innesco e di rotazione.
L’apparecchio è fornito con un cablaggio preassemblato e durante l’installazione basta connettere le parti tra loro.

osram Damp proof CompactDamp Proof Compact emette fino a 120 Lumen per Watt e ha un fascio luminoso di 120° con una distribuzione della luce omogenea producendo una luce indiretta che dà p risalto al soffitto.

Gli apparecchi si caratterizzano per:

Il nuovo modello Slim Value può essere installato grazie ad un pratico meccanismo a clip, è disponibile in due versioni: una da 1.200 mm, 36 Watt e 4.000 Lumen e l’altra da 1.500 mm, 50 Watt e 5.500 Lumen.
Le principali caratteristiche sono:

LEDVANCE High Bay LED_120WLedvance sta ampliando la linea di apparecchi della famiglia High Bay con apparecchi per soffitti alti dai 6 ai 14 metri.
Possono sostituire gli spotlight alogeni tradizionali di 250 e 400 Watt (HQl) poiché emettono fino a 27.000 Lumen, con 135 Lumen per Watt e una temperatura di colore di 4.000 Kelvin.

Il fascio luminoso è di 110° e produce una luce omogenea anche in stanze con soffitti più bassi e con l’installazione di meno apparecchi rispetto agli High Bay convenzionali.

Questi apparecchi della famiglia High Bay si caratterizzano per una protezione di tipo IP65, una resistenza all’impatto IK08, una durata di 50.000 ore e 5 anni di garanzia.

Smart metering di seconda generazione: IoMETER 2G di Sinapsi

Sinapsi – rispettando i tempi previsti dall’Aeegsi (Autorità per l’Energia Elettrica il Gas e il Sistema Idrico) – è tra le prime aziende che sta affrontando la sperimentazione in campo, come da Delibera n.222 del 6 Aprile 2017.

Il Dispositivo Utente (DU) IoMETER 2G di Sinapsi permette di leggere il nuovo contatore Open Meter 2G di e-distribuzione garantendo maggiore consapevolezza nell’utilizzo dell’energia, offrendo informazioni precise e dettagliate, aprendo la strada a nuove soluzioni applicative legate all’efficienza energetica e a una integrazione tra sistemi domotici e contatore elettrico.

In attuazione del Decreto Legislativo n. 102/2014 in materia di efficienza energetica (recepimento della Direttiva europea 27/2012), i distributori hanno l’obbligo di adottare sistemi di misurazione intelligenti in grado di soddisfare i requisiti del decreto.

Questo permette ai clienti di poter disporre di informazioni precise relative al proprio profilo di consumo di energia, aumentando la consapevolezza legata all’efficienza e al risparmio, favorendo comportamenti virtuosi verso la sostenibilità ambientale. Lato distribuzione, invece, favorisce la concorrenza nei servizi post contatore, ossia di vendita.

Le 4 caratteristiche richieste al contatore 2G

  1. Crescita della quantità di dati di misura, disponibilità giornaliera delle curve e registrazione delle curve di carico per tutti i clienti
  2. Dati sulla qualità della rete e registrazione della misura di tensione e di tutte le interruzioni
  3. Personalizzazione delle informazioni
  4. Visualizzazione delle curve orarie con possibilità di programmazione di 6 differenti fasce di prezzo

Test di integrazione e monitoraggio in campo

Nell’ambito della valutazione del piano di messa in servizio dello smart metering di seconda generazione (2G) di e-distribuzione, l’Aeegsi – con Delibera n.222 del 6 aprile 2017 – ha stabilito un monitoraggio delle performance della comunicazione via PLC-C (Power Line Communication in banda C Cenelec), lungo la cosiddetta chain 2 (dal contatore direttamente al cliente/o terzi), tra i contatori 2G e i Dispositivi Utente (DU).

schema IoMETER 2G SinapsiIl monitoraggio deve essere strutturato poiché richiede:

Verranno osservate le prestazioni della comunicazione su chain 2 con riferimento al riscontro tra i messaggi inviati dal misuratore 2G e i messaggi ricevuti dal DU installato in campo.

Come funziona IoMETER 2G?

IoMETER 2G di Sinapsi consente di leggere il nuovo contatore: è sufficiente inserirlo in una presa di corrente e, dopo una semplice installazione, i dati saranno disponibili – per Utilities, Multi Utilitites, produttori di domotica e anche agli utenti finali – tramite Sinapsi Global Hub.

IoMETER 2G arricchisce la gamma di prodotti della famiglia Equobox di Sinapsi dedicata al monitoraggio dati dell’edificio.

Pompe di calore e moduli idronici, innovazioni made in Italy

Frutto di anni di ricerca tecnologica e di impegno nello sviluppo di soluzioni più efficienti, performanti e sostenibili, le pompe di calore monoblocco IM e i moduli idronici Aqua Unit sono i protagonisti della nuova proposta di Argoclima dedicata a riscaldamento, raffrescamento e produzione di acqua calda sanitaria. Una proposta che si unisce al restyling degli strumenti di comunicazione dell’azienda, dal sito web alle immagini di cataloghi, brochure e pagine pubblicitarie, incentrati sul ritorno al made in Italy del marchio.

“Il fatturato 2017 andrà oltre i 62 milioni di euro, consentendoci di guardare al futuro con ottimismo, dopo gli anni difficili della crisi economica, a testimonianza della crescita degli ultimi quattro anni – commenta l’amministratore delegato Paolo Nocivelli -. Rilanciamo così il nostro made in Italy con la terza generazione delle nostre pompe di calore aria/acqua, espressamente pensata per le esigenze del mercato europeo e sviluppata, dall’idea alla produzione, nella nostra sede operativa di Gallarate (VA)”.

Un progetto ambizioso che, nonostante i corposi investimenti e il forte aumento dei costi delle materie prime (refrigerante R410 in primis) non ha comportato l’aumento dei prezzi delle macchine sul mercato.

Le pompe di calore monoblocco

pompe di calore argoclimaIM è la pompa di calore per riscaldamento, raffrescamento e produzione di acqua calda sanitaria (ACS), con attacco per sistema brevettato eMix, ideale per l’impiego con impianti radianti, ventilconvettori e radiatori a bassa temperatura, in applicazioni residenziali e piccoli spazi commerciali.

L’unità monoblocco aria/acqua riesce a produrre acqua calda sanitaria in contemporanea a riscaldamento e raffrescamento degli ambienti, grazie allo speciale attacco del gas refrigerante; durante il raffrescamento, in particolare, IM può riscaldare anche l’acqua, gratuitamente, sfruttando la tecnologia del recupero di calore di eMix ed eMix Tank.

Dotata di pompa di circolazione, compressore e ventilatori rigorosamente inverter (Full DC Inverter), la soluzione garantisce efficienza – classe energetica A++ in riscaldamento e A in produzione di ACS – e silenziosità, oltre a caratteristiche “smart”, con sistemi di controllo intelligenti delle temperature e di monitoraggio delle pressioni del gas refrigerante e delle portate dell’acqua dell’impianto.

In un momento in cui anche il mercato della climatizzazione inizia a interpretare le tecnologie in un’ottica di Internet of Things, IM garantisce la possibilità di integrazione e compatibilità con sistemi di controllo e sorgenti aggiuntive di riscaldamento esterno di terze parti (caldaie tradizionali o a gas, stufe a pellet, sistemi di solare termico e fotovoltaico).

Moduli idronici per iSeries

Aqua Unit è invece l’unità interna che, abbinata al sistema iSeries, consente riscaldamento e climatizzazione con terminali idronici, anche in questo caso con sistemi radianti, ventilconvettori e radiatori a bassa temperatura.

Integrato in iSeries, il modulo ne rafforza i plus, consentendo anche l’utilizzo, nello stesso impianto, di terminali idronici e unità interne a espansione diretta. L’introduzione di Aqua Unit nel sistema implementa inoltre la produzione di acqua calda sanitaria, ora possibile in tre modalità:

Anche nella nuova combinazione, iSeries punta sul sistema Full DC Inverter e si conferma ai massimi livelli in termini di efficienza e di silenziosità. Aqua Unit è compatibile con sistemi di controllo di terze parti, dotata di resistenza elettrica da 2 kW e idonea all’integrazione della potenza disponibile, qualora le condizioni ambientali esterne fossero particolarmente avverse. Anche questa soluzione ospita un pannello di controllo a display LCD, a vantaggio di operatori e utenti finali.

Sistema centralizzato Helvar: luce dove e quando serve

Un nuovo impianto illuminotecnico con sistema centralizzato Helvar per il magazzino dell’azienda V.I.M.(Vendita Ingrosso Medicinali) che da oltre 50 anni distribuisce farmaci e parafarmaci in tutta Italia progettato dall’Ing. Michele Oldani e installato da Ineltec.

Le richieste della committenza erano:

Helvar magazzino VIMHelvar ha seguito le fasi di sviluppo e implementazione del progetto illuminotecnico, progettando un sistema di controllo e gestione della luce totalmente calibrato sulle esigenze dell’azienda.

La soluzione proposta prevede che il magazzino sia gestito da un sistema centralizzato che fa capo a due router Helvar 910 che attraverso il bus DALI comanda direttamente le 141 plafoniere LED 962 Hydro di Disano, regolandone l’intensità luminosa.

Attraverso i sensori di luce Multisensor 312 e di presenza High Bay 317 è possibile garantire una regolazione puntuale delle aree e gestita in modo autonomo in base alle esigenze lavorative: accensione automatica tra le corsie e luce fissa nei corridoi comuni, bilanciando la luce naturale con quella artificiale.

Il progetto ha previsto l’utilizzo di tre diversi tipi di sensori:

Grazie i sistemi Helvar è stato possibile dimmerare la luce garantendo sia le esigenze di comfort visivo dei dipendenti, sia efficienza energetica e risparmio.

Inoltre per quanto riguarda l’illuminazione esterna, grazie alla flessibilità delle apparecchiature Helvar è stato possibile effettuare una integrazione del sistema con programma orario e comando crepuscolare.

Nello stabilimento sono presenti anche due punti di comando manuale collegati ai router attraverso moduli che mandano gli input dei comandi al sistema centrale e, attraverso una delle pulsantiere, è possibile spegnere o accendere tutte i corpi illuminanti evitando sprechi di energia.

ABB e Formula E scrivono il futuro della e-mobility

Si parla tanto di mobilità elettrica: negli ultimi anni sono stati fatti grandi passi avanti sia sul fronte dei veicoli, sia delle infrastrutture. Ma si può fare di più.
Anche per questo ABB ha deciso di impegnarsi in qualità di sponsor nella prima serie al mondo di competizioni automobilistiche FIA internazionali che utilizzano interamente veicoli elettrici. Il campionato di Formula E si chiamerà quindi ufficialmente “ABB FIA Formula E Championship”.

Una partnership ideale per l’e-mobility

Partnership ABB Formula EABB vanta una grande esperienza nell’elettrificazione, testimoniata anche dalla più ampia base installata di stazioni di ricarica rapida per veicoli elettrici in tutto il mondo (è infatti entrata nel mercato delle soluzioni di ricarica per veicoli elettrici nel 2010) e, oggi, possiede una base installata globale in rapida crescita di oltre 6.000 soluzioni di ricarica veloce.
La Formula E funge quindi da piattaforma competitiva ideale per sviluppare e testare tecnologie di elettrificazione e digitalizzazione legate all’e-mobility, che aiutano a perfezionare il design e la funzionalità dei veicoli elettrici e delle infrastrutture nonché le relative piattaforme digitali. Unendo le forze, ABB e Formula E si posizioneranno in modo ideale per ampliare i confini della mobilità elettrica.

Dalla Formula E alla mobilità elettrica del futuro

Marrakesh 2018 prova Formula EEntusiasti i commenti che giungono da entrambe le parti, che vedono in questa sponsorizzazione una grande opportunità per il futuro della mobilità elettrica.
“Siamo estremamente felici di collaborare con la Formula E per scrivere il futuro dell’e-mobility. – ha dichiarato Ulrich Spiesshofer, CEO di ABB – ABB e Formula E rappresentano una scelta naturale in prima linea nelle ultime tecnologie di elettrificazione e digitali. Insieme, scriveremo la prossima fase di questa entusiasmante attività sportiva e incoraggeremo team ad alte prestazioni. Insieme, scriveremo il futuro, una gara elettrizzante alla volta”.

“Questo è un giorno storico per la Formula E, sono onorato di dare il benvenuto al leader tecnologico globale ABB come nostro partner principale con il suo background e le sue competenze nel campo dell’elettrificazione e delle tecnologie digitali. – ha aggiunto Alejandro Agag, fondatore e CEO di Formula E – Le nostre due società sono un esempio di come si possano superare i limiti di ciò che è possibile. Insieme, in qualità di partner, presenteremo tecnologie rivoluzionarie su scala globale ai fan e ai consumatori che seguono il campionato ABB FIA Formula E”.

Progetto E-VIA FLEX-E: stazioni di ricarica ultraveloci

Con il progetto E-VIA FLEX-E – coordinato da Enel e co-finanziato dalla Commissione Ue – parte l’installazione di 14 stazioni di ricarica ultraveloce in Europa, e precisamente in Italia, Francia e Spagna con l’obiettivo di sperimentare una rete che consenta ai nuovi veicoli elettrici, con autonomia superiore ai 300 Km, di percorrere lunghe distanze e di contribuire alla diffusione delle auto elettriche.

Il progetto, coordinato da Enel in collaborazione con EDF, Enedis, Verbund, Nissan, Groupe Renault e Ibil (società spagnola specializzata nei servizi di ricarica per i veicoli elettrici) è stato selezionato dalla Commissione Ue nell’ambito della call Connecting Europe Facility Transport 2016 e prevede un investimento di 6,9 milioni di euro, co-finanziato dalla Commissione Ue.

Entro la fine del 2018 saranno avviate le installazioni dei 14 punti di ricarica ultraveloce (High Power Charging – HPC): 8 in Italia, 4 in Spagna, e 2 in Francia. Le stazioni di ricarica saranno ad alta potenza tra 150 kW e 350 kW.

La rete di stazioni di ricarica ultraveloce del progetto E-VIA FLEX-E va ad affiancarsi al progetto EVA+ (Electric Vehicles Arteries) – sempre co-finanziato dalla Commissione Europea – e che prevede che nei prossimi 3 anni vengano installati 180 punti di ricarica veloce (Fast Recharge Plus) lungo le tratte extraurbane italiane.

40 colonnine Fast sono già state installate e consentono di percorrere Roma-Milano a bordo di un’auto elettrica.

Il progetto E-VIA FLEX-E si inserisce nelle attività di Enel che hanno l’obiettivo di favorire lo sviluppo e la diffusione dei veicoli elettrici in Italia, attraverso un Piano nazionale che prevede l’installazione di infrastrutture di ricarica elettrica, circa 7mila colonnine entro il 2020 e 14mila nel 2022.

Il programma di Enel prevede di raggiungere una copertura omogenea in tutte le Regioni italiane e già per il 2018 è prevista l’installazione di circa 2500 infrastrutture di ricarica elettrica.

Rittal: una nuova sede efficiente e sostenibile

L‘11 dicembre è stato il giorno della cerimonia ufficiale di posa della prima pietra per la costruzione della nuova sede Rittal a Pioltello che – da fine 2018 – dovrebbe ospitare i dipendenti dell’azienda e della consociata Eplan.

Alla cerimonia erano presenti i vertici di Rittal e Eplan, una selezione di partner storici, rappresentanti di realtà associative e informative di settore, oltre a tutta la giunta comunale di Pioltello e ai rappresentanti dell’impresa costruttrice.

Posa prima pietra sede RittalL’investimento nella costruzione di proprietà è stato fortemente voluto dal vertice del gruppo Friedhelm Loh, di cui Rittal ed Eplan sono parte, e conferma il valore strategico del mercato italiano.

“La nostra è una tipica realtà multinazionale, ma con la caratteristica di avere una proprietà individuale. Questo ci consente di valutare gli investimenti non solo in termini di impatto sul medio breve termine, ma in un’ottica di lungo periodo, fondamentale per perseguire una crescita sana e sostenibile”, ha commentato Marco Villa, Amministratore Delegato di Rittal in Italia.

Edificio NZEB per Rittal

Diverse sono le considerazioni fatte nella scelta della sede e soprattutto nel posizionamento che ha considerato fondamentali le infrastrutture e la logistica per un efficace impiego in ambito industriale, ma anche un’attenzione a minimizzare gli impatti del trasferimento su chi quotidianamente deve raggiungere il proprio posto di lavoro.

L’edificio verrà realizzato secondo criteri NZEB (Nearly Zero Energy Building) al fine di assicurare un ridotto consumo energetico e per rispondere alle esigenze di efficienza energetica sarà dotato del controllo automatizzato dell’irraggiamento all’interno dell’edificio con sistema frangisole esterno.

Sull’edificio sarà, inoltre, installato un impianto fotovoltaico da 23,4 kWp che fornirà energia elettrica all’azienda.

3700 m2 divisi su 4 piani, fino a 140 addetti e la flessibilità necessaria ad accogliere futuri ampliamenti di organico. Sono previste aree per conferenze e formazione, uno showroom e aree dedicate al relax dei dipendenti.

La Cina punta al riscaldamento sostenibile ed efficiente

La Cina si prepara alla sfida verso un futuro più sostenibile e lo affronta con interventi in grado di ridurre sensibilmente emissioni e consumi.

Ha da poco fatto sapere di aver eliminato più di 4.450 stufe a carbone nel 2017, che hanno permesso di ridurre il consumo del combustibile fossile a Pechino di quasi 3 milioni di tonnellate, hanno riferito le autorità cinesi. Inoltre questo intervento ha contribuito a ridurre le emissioni di fumo (5.500 tonnellate equivalenti) e di anidride solforosa (6.600 tonnellate equivalenti), ha affermato l’Ufficio per la protezione ambientale municipale di Pechino.

A riportare la notizia è China News Service, facendo anche sapere che nel 2017 altre 126mila famiglie a Pechino hanno giovato della sostituzione delle vecchie stufe con sistemi di riscaldamento sostenibile (pulito), intesi ad alimentazione elettrica o a gas naturale.

In città pare siano state eliminate circa il 99,8% delle stufe. Per sostituire il combustibile fossile sono stati impiegati gas naturale e “altre forme di energia pulita”, contribuendo alla riduzione della densità media di biossido di zolfo di Pechino: dai 28 milligrammi per metro cubo del 2013 si è passati, verso la fine di ottobre 2017 a 8 microgrammi. Riporta ancora la stessa testata che l’anno scorso, con una spesa di 7,4 miliardi di yuan (1,1 miliardi di dollari), la città ha messo in atto ben 296 progetti di conversione energetica in zone rurali, riducendo l’uso annuale per 2,1 milioni di tonnellate. “Come parte di una campagna lanciata nel 2013, Pechino ha dismesso le strutture di riscaldamento a carbone in 185mila famiglie in 415 villaggi, riducendo in città l’uso di 18 milioni di tonnellate in cinque anni”.

sfida riscaldamento sostenibile in cina contro inquinamento 2

Teleriscaldamento, più efficienza per l’impianto più grande al mondo

La Cina però non è solo Pechino. Occorre agire per migliorare l’efficienza della rete di teleriscaldamento nazionale, la più grande al mondo: riferisce la IEA che nel 2015 ha consumato più energia di tutto il Regno Unito. Il teleriscaldamento esistente non è solo onnivoro, ma anche “sporco”: infatti, è una delle principali fonti di inquinamento atmosferico in molte città cinesi.

Occorre, però, considerare che il calore in Cina è considerato un bene pubblico potenzialmente disponibile ed economico, specialmente nella parte settentrionale del Paese, che ha bisogno di riscaldamento fino a sei mesi all’anno. Su base annuale, le emissioni inquinanti del teleriscaldamento a carbone rappresentano tra il 3% e il 5% del totale degli inquinanti connessi all’energia a livello nazionale. Ma le città settentrionali sono molto più colpite, in quanto l’inquinamento da riscaldamento è concentrato lì.

PechinoIl problema è che i sistemi energetici distrettuali sono alimentati principalmente con questo combustibile fossile. Nel 2016, il 33% della superficie totale è stato riscaldato da caldaie a carbone per la produzione di calore commerciale e la cogenerazione ha rappresentato il 51%, il resto proviene da gas e altre fonti.

Scrive David Benazeraf, responsabile dell’analisi dello sviluppo energetico in Cina della IEA,  che come contributo nella lotta contro l’inquinamento atmosferico e, più in generale, quale obiettivo di sviluppo di un’economia meno energivora e inquinante, il governo cinese incoraggia fortemente le province e i comuni a migliorare la qualità dell’aria attraverso varie misure. Tra queste, i recenti piani annunciati dalla Commissione nazionale per lo sviluppo e le riforme e altri dipartimenti del governo volti a ridurre il consumo del fossile per riscaldamento di 150 milioni di tonnellate tra 2017 e 2022.

“Con il progressivo esaurirsi delle caldaie a carbone, il mix di combustibili per riscaldamento centrale della Cina sta già cambiando rapidamente”, segnala ancora, spiegando che il Paese dispone di ampie risorse per diversificare il mix di riscaldamento impiegando fonti alternative, tra cui rientrano l’eccesso di calore dall’industria e un migliore utilizzo della produzione combinata di energia elettrica e termica.

Il gas per il riscaldamento si sta sviluppando rapidamente e nel 2016 ha raggiunto il 15% della superficie coperta dal teleriscaldamento (incluso il 3% per la cogenerazione del gas). Per esempio, le aree urbane di Pechino sono ora interamente alimentate da quattro grandi impianti di cogenerazione del gas. Ma circa l’80% del gas naturale consumato per il teleriscaldamento è concentrato in sei province.

“Per far fronte a questo significativo aumento dell’uso di gas per il riscaldamento sono necessari più capacità di risposta e di stoccaggio”, evidenzia Benazeraf.

Rinnovabili ed efficienza per tagliare emissioni e consumi

Anche le energie rinnovabili come la geotermia e la biomassa hanno spazio per ulteriori sviluppi: attualmente le fonti rinnovabili contribuiscono solo all’1% circa del teleriscaldamento, rispetto al 28% nell’Unione europea. “Stabilire catene di approvvigionamento di combustibile per i residui agricoli potrebbe contribuire a incrementare la biomassa per l’energia distrettuale, specialmente nelle aree con risorse locali o vicine e con scorte limitate di carbone o gas naturale”, è la proposta del dirigente IEA.

L’efficienza energetica sicuramente può contribuire e molto a migliorare la situazione.

Tre tipi di efficienza possono migliorare i sistemi energetici distrettuali:

In questo senso anche il reimpiego efficiente del calore in eccesso – prodotto dalle attività industriali – può offrire alla Cina un’opportunità concreta per ridurre l’intensità complessiva del settore energetico e raccogliere vantaggi economici e ambientali.