Comunicare con la casa con Netatmo Smart Home Bot

Smart Home Bot di Netatmo è un assistente personale che rivoluziona la casa connessa e può essere controllato facilmente tramite Facebook Messenger.

Il bot segna una svolta nel settore della smart home: utilizzando, infatti, gli algoritmi di elaborazione del linguaggio naturale (NLP — Natural Language Processing), Smart Home Bot comprende le domande, risponde alle richieste e controlla ogni dispositivo connesso Netatmo presente in casa.

Netatmo Smart Home Bot schermataAttraverso una semplice chat (Messenger) è possibile sapere chi si trova in casa, le condizioni atmosferiche, ma anche accendere la luce o modificare la temperatura domestica. Semplici comandi come “Accendi la luce” o “Regola la temperatura a 20 °C” consentono di gestire la propria abitazione.

Netatmo Smart Home Bot apprende e migliora la capacità di comprensione grazie agli algoritmi di Intelligenza Artificiale, sono in grado di capire il linguaggio umano.

“La casa è in grado di comunicare con i suoi abitanti e di agire, con Netatmo Smart Home Bot, offriamo utenti un’esperienza di smart home personalizzata” ha spiegato Fred Potter, CEO e fondatore di Netatmo.

I prodotti Netatmo sono già compatibili con gli assistenti virtuali come Siri, Amazon Alexa e Google Home che consentono di interagire tramite un comando vocale.

Con il suo bot, Netatmo permette di controllare la propria casa da un’unica interfaccia utilizzando anche i comandi testuali.

“L’Intelligenza Artificiale segna il passaggio dalla casa connessa alla casa intelligente. L’individuo può interagire con la propria abitazione, che è in grado di comprendere non solo le esigenze, ma anche le abitudini. Grazie a questo algoritmo, possiamo proporre ai clienti nuovi scenari su misura, basati sullo stile di vita’’ ha sottolineato Fred Potter.

Impostazioni semplici per Netatmo Smart Home Bot

La configurazione è facile e veloce: basta avviare una conversazione con il bot dalla propria app Messenger.
Netatmo Smart Home Bot è gratuito, attualmente la versione è disponibile solo in inglese, ma nel 2018 saranno aggiunte ulteriori lingue.

Il servizio, a cui si accede attraverso il programma di messaggistica istantanea Messenger di Facebook, è in grado di soddisfare le esigenze ed è compatibile con tutti i prodotti connessi dell’azienda.

Il Regno Unito si candida a paese 100% green

Energie rinnovabili, smart city, auto elettrica. Nel Regno Unito questi tre fattori stanno crescendo sensibilmente, prefigurando un orizzonte sempre più sostenibile e affrancato dalle fonti fossili.

Energia: spazio a eolico e solare

Innanzitutto soffia forte il vento del cambiamento nel mix energetico. Le fonti low-carbon hanno prodotto nel 2017 per la prima volta la maggior quota di fornitura di energia elettrica nel Regno Unito.

Lo evidenzia un rapporto segnalato dalla testata Independent, secondo cui l’eolico ha offerto un contributo maggiore al fabbisogno elettrico del paese rispetto al carbone dal 2008 a oggi. Nel Paese simbolo della Rivoluzione industriale e tra i più ricchi di carbone (coal), che assicurava fino al 2012 la fetta più consistente dell’energia elettrica della Gran Bretagna, col 43,2% (dati MyGridGB), già l’anno scorso fece sensazione la notizia di una giornata intera di produzione di elettricità senza l’impiego del combustibile fossile; va ricordato che il governo si è impegnato affinché siano chiuse entro il 2025 le centrali a carbone ancora attive.

Sempre secondo i dati MyGridGB con una quota superiore al 20%, le rinnovabili (eolico, solare, biomasse e idroelettrico) hanno prodotto lo scorso anno elettricità in quantità tre volte superiore rispetto al carbone (7%).

Regno Unito Green FIGURA 1

Mix di fonti energetiche nel Regno Unito: il carbone è stato ridotto grazie alle energie rinnovabili

 

Incidenza delle fonti energetiche nel Regno Unito

Incidenza delle fonti energetiche nel Regno Unito negli ultimi 12 mesi (gennaio-dicembre 2017)

Accennavamo poco sopra al vento del cambiamento: non è solo quello che spira forte. L’energia eolica è, infatti, quella su cui puntano maggiormente gli inglesi: il colosso Dutch ha fatto sapere che sta progettando una grande isola nel Mare del Nord per produrre energia eolica. La Scozia ha fatto meglio lo scorso anno: a giugno 2017 le pale eoliche hanno immesso nella rete nazionale 1,09 milioni di MWh di energia elettrica, una quantità sufficiente a soddisfare i consumi del 118% delle abitazioni scozzesi. Sono solo alcuni esempi del trend che sospinge le rinnovabili.

In questo senso, anche il fotovoltaico offre il suo contributo, seppure più ridotto, ma gli investimenti non mancano. Secondo Solarplaza, nella top 10 dei fondi di investimento solari europei, ben 4 sono targati UK, conquistando il vertice sia per la dimensione (con 2887,4 MW) sia della classifica individuale dei fondi. E anche nella top 10 degli impianti fotovoltaici galleggianti nel mondo, sono ben due quelli UK.

top 10 dei fondi di investimento solari europei

I top 10 dei fondi di investimento solari europei

Ma il sole potrebbe entrare in gioco anche nel contribuire a coprire i fabbisogni energetici dei trasporti ferroviari: un report dell’Energy Futures Lab dell’Imperial College di Londra evidenzia i benefici attesi installando pannelli fotovoltaici ai treni. Pannelli e dispositivi di accumulo integrati potrebbero fornire circa il 10% dell’energia necessaria per alimentare ogni anno i treni sulle rotte elettrificate del Regno Unito. Che è stato ed è uno dei Paesi più attenti a ridurre il proprio impatto sull’ambiente.

Un policy paper redatto dal Department for Business, Energy & Industrial Strategy del governo britannico, intitolato “Clean Growth Strategy”, ricorda che: “Dal 1990 abbiamo ridotto le emissioni del 42% mentre la nostra economia è cresciuta di due terzi. Ciò significa che abbiamo ridotto le emissioni più velocemente di qualsiasi altro paese del G7”.

Non solo: per proseguire quest’azione ha deciso di investire sull’innovazione e sulle tecnologie “pulite” stanziando più di 2,5 miliardi di sterline (oltre 2,8 miliardi di euro) per sostenere l’innovazione a basse emissioni di carbonio dal 2015 al 2021. Più in generale, il Fondo di investimento nazionale per la produttività fornirà ulteriori 4,7 miliardi di sterline, con un extra budget di 2 miliardi di sterline l’anno tra il 2020 al 2021, rappresentando il più grande aumento della spesa pubblica per scienza, ricerca e innovazione nel Regno Unito dal 1979.

Smart city e innovazione green

Un bel passo in ottica smart city, tema anch’esso che trova positivi riscontri nel Regno Unito. Londra, innanzitutto: secondo il report “Global interconnection index 2017”, la capitale nel 2020 raggiungerà una capacità di banda pari a 500 terabit per secondo e a un tasso di crescita annuo del 44%.

Ma quello londinese non è certo l’unico esempio d’innovazione e sostenibilità in chiave smart: secondo lo UK Smart City index sono diverse le città che stanno crescendo in questo senso in maniera rapida: certo, in questa corsa verso le città intelligenti ha contribuito l’Unione Europea. Basti pensare che negli ultimi tre anni la BEI, Banca Europea per gli investimenti, ha stanziato per le smart city inglesi oltre 23 miliardi di euro e quindi sarà interessante capire gli effetti che produrrà la Brexit nella capacità di sostenere i progetti smart avviati.

Auto elettrica: dal 2040 bando a benzina e diesel

Infine, un altro elemento si aggiunge al quadro generale green del Regno Unito. È la posizione sul mercato automobilistico: il Governo sta lavorando per mettere al bando le immatricolazioni di auto con motore a combustione dal 2040.

Non solo: l’intenzione è il blocco della circolazione, dal 2050, di tutti i veicoli che non siano a emissioni zero, ovvero elettriche e a idrogeno.

Già oggi è uno dei principali mercati per vendite di auto “a presa di corrente” con più di 10mila auto vendute in un semestre (dati 2017).

Il colosso petrolifero anglo-olandese Shell ha inaugurato qualche mese fa proprio nel Regno Unito la sua prima colonnina di ricarica veloce per veicoli elettrici.

Presto ne sorgeranno altre, in un Paese dove si prevede che entro il 2020 ce ne saranno di più rispetto ai distributori di benzina. D’altronde serviranno visto che nel 2016 le auto elettriche immatricolate tra gennaio e giugno erano più di 19mila, contro le 14mila circa dell’analogo semestre 2015 (Dati: Go Ultra Low).

Precisione delle misure con le termocamere Fluke Ti450 PRO e Ti480 PRO

Individuare le cause alla radice dei problemi in maniera rapida è fondamentale e grazie alle nuove termocamere Fluke Ti450 PRO e Ti480 PRO è possibile rilevare e visualizzare le più piccole differenze di temperatura.

Le termocamere Ti450 PRO e Ti480 PRO offrono una maggiore sensibilità termica per rilevare differenze minime e, inoltre, sono dotate della più recente tecnologia Fluke in grado di aumentare la nitidezza delle immagini e semplificare l’individuazione delle anomalie sul campo.

Caratteristiche delle termocamere Fluke Ti450 PRO e Ti480 PRO

termocamera Fluke Ti450 PRO Le termocamere Ti450 PRO e Ti480 PRO si caratterizzano per le immagini nitide con una differenziazione visiva dei colori ben definita che consentono di migliorare la ricerca guasti  e visualizzano gli scostamenti dalle temperature standard tramite diversi marcatori Delta T. Questo permette al professionista di sceglierne uno come punto di riferimento ottenendo la differenza di temperatura rispetto agli altri Marcatori rettangolari multipli.

La termocamera riconosce le differenze di temperatura grazie a una nuova selezione di colori e a un’ampia gamma di gialli e verdi nel display.

La Ti450 PRO ha una risoluzione 320×240, mentre la Ti480 PRO una risoluzione 640×480.

Entrambe le telecamere hanno:

Grazie alla piattaforma Fluke Connect, le termocamere wireless Ti450 PRO e Ti480 PRO consentono di caricare immagini a infrarossi e combinarle con i dati dei diversi strumenti di test Fluke Connect per creare report completi direttamente dal campo e comunicare in tempo reale.

La mobilità del futuro in mostra a Klimamobility

Klimahouse, manifestazione di riferimento in Italia per l’efficienza energetica e il risanamento in edilizia, quest’anno allarga la propria visione, dalla casa a una dimensione urbana per una progettazione delle città a tutto tondo. Arriva dunque Klimamobility, la principale conferenza in Alto Adige dedicata alla mobilità sostenibile: veicoli autonomi, auto connesse, internet delle cose e la speciale presentazione del progetto Maidar EcoCity+ a cura dell’architetto e urban designer tedesco Stefan Schmitz.
Un modello che non solo risponderà ai bisogni di oggi, ma si prenderà cura anche dell’ambiente e delle risorse naturali per soddisfare le necessità delle generazioni future.

Un nuovo concetto di città

Maidar EcoCityMaidar EcoCity è la nuova capitale della Mongolia. – spiega Schmitz – La sua pianificazione segue i principi di una città a misura d’uomo, con uno schema policentrico delle varie unità: edificio, quartiere e distretto. Ogni quartiere risponde alle necessità quotidiane dei suoi abitanti. Ogni distretto funziona come una piccola città con un’unica identità, attorno alla quale ruotano tutti gli aspetti della vita umana: vita, lavoro, tempo libero, shopping, istruzione e assistenza sanitaria. Solo una strutturazione della città così concepita può permettere una riduzione drastica del traffico automobilistico”.

Priorità a pedoni, ciclisti e trasporti pubblici: punto cardine di questo sistema è la “Green Street”, nella zona centrale della città, sulla quale si trova un sistema di “Personal Rapid Transport” (PRT): auto elettriche autonome, che permettono un uso sia individuale, sia pubblico. Questo sistema di trasporto si colloca allo stesso livello di quello pedonale ed è un’evoluzione del sistema PRT, già in uso in Masdar (VEA).

Klimamobility, il futuro della mobilità smart

Techpark Maidar EcoCity KlimamobilityKlimamobility vuole riunire aziende leader, ingegneri, sviluppatori, esperti e appassionati che sono interessati a conoscere come ci muoveremo nel prossimo futuro. Moderata dal direttore scientifico di Green Factor, Marco Gisotti, la conferenza affronterà il tema della mobilità sostenibile a 360° insieme a Pietro Menga, Presidente CIVES (Commissione italiana veicoli elettrici a batteria, ibridi e a celle combustibile) e Anton Seeber, CEO Leitner Spa, che offrirà una panoramica sui mezzi di trasporto sospesi e sul ruolo delle energie rinnovabili.

E ancora: Klaus Mutschlechner, Presidente Automotive Excellence Alto Adige, che si concentrerà sul ruolo dell’Alto Adige in campo di mobilità nel mondo globale e Johann Wohlfarter, CEO Alperia Spa (provider energetico altoatesino), che concluderà con uno spaccato sull’innovazione nella rete per la distribuzione energetica.
Il convegno Klimamobility “Chi costruisce la mobilità del futuro?” è in programma mercoledì 24 gennaio 2018, dalle 15:00 alle 17:00 presso il NOI Techpark di Bolzano. La partecipazione è gratuita con registrazione sul sito dell’evento.

ENEA, cresce ancora il costo dell’energia

Mentre sui social infuria la polemica sui sacchetti biodegradabili da 2 centesimi al supermercato, in Italia continua a crescere il differenziale del prezzo all’ingrosso dell’energia elettrica in Italia rispetto ai principali Paesi europei. Addirittura con punte del 60% in più nel confronto con la Germania, il nostro principale competitor manifatturiero in Europa (20 punti percentuali in più rispetto all’inizio dell’anno).

Più consumi, più costi

Turbina eolicaL’Analisi trimestrale del sistema energetico italiano curata da ENEA non lascia dubbi: nei primi nove mesi del 2017 cresce anche la domanda nazionale di gas (+8% rispetto allo stesso periodo 2016), spinta da termoelettrico (+14%) e industria (+8%), ma i consumi di gas restano comunque lontani dal picco annuale raggiunto nel 2005. Ai massimi storici invece sia il peso del gas sul mix energetico (circa il 39% dell’energia primaria totale) che la nostra dipendenza dall’estero (oltre il 92% del gas consumato), con importazioni in aumento (+9%), soprattutto da Russia (+11%) e Nord Europa; forte crescita del GNL gas naturale liquefatto (+32% nei primi nove mesi).

Francesco Gracceva, l’esperto ENEA che ha coordinato l’Analisi, spiega come “la crescita della domanda e la conseguente ripresa del ruolo del gas nel mercato elettrico ha comportato un aumento dei prezzi dell’elettricità significativamente maggiore dell’incremento registrato sui mercati continentali, per cui si è allargata la già ampia forbice tra i prezzi all’ingrosso italiani e dei principali paesi europei. Similmente, anche il gap di costo tra il gas italiano e quello del nord Europa, l’altro obiettivo considerato prioritario dalla SEN per migliorare la competitività del paese, continua a rimanere su valori elevati, nell’ultimo trimestre costantemente superiori ai 2 €/MWh”.

La ripresa economica fa crescere i consumi energetici

Anche in questo III trimestre la ripresa economica si riflette sulla crescita dei consumi finali di energia (+0,5% nel trimestre, +0,9% nei primi nove mesi dell’anno rispetto agli stessi periodi 2016), ma a differenza del trimestre precedente tornano a diminuire le emissioni di CO2 (-1,2%), grazie alla crescita della generazione elettrica da rinnovabili (+2%) e alla riduzione dei consumi di carburante nei trasporti stradali (-3,4%). In quest’ultimo caso il calo sembra legato principalmente al rinnovo del parco auto (circa 2 milioni di nuove immatricolazioni 2017) che è riuscito a “contrastare” l’incremento del traffico veicolare, mentre resta ancora poco significativa la percentuale di auto elettriche.

Auto su stradaLa crescita nel trimestre della produzione di energia elettrica da rinnovabili è stata spinta dall’aumento di eolico (+20%) e fotovoltaico (+9%), con un trend positivo in atto dall’inizio dell’anno quasi in grado di compensare il calo dell’idroelettrico che prosegue da dieci trimestri. Nei primi nove mesi dell’anno la quota delle fonti rinnovabili non programmabili (eolico e fotovoltaico) sulla domanda nazionale di energia elettrica è stata pari al 13,9%, nuovo massimo storico.

“I consumi finali di energia – aggiunge Gracceva – sono stati sostenuti sia dall’aumento della produzione industriale che dalle condizioni climatiche nel settore civile. Interessante notare come per la prima volta scendano i consumi del trasporto stradale (-1,8% nei primi nove mesi 2017), nonostante gli indicatori della mobilità risultino in significativo aumento. Ciò significa che anche in assenza di sostanziali incrementi nella mobilità elettrica, il rinnovo del parco auto è stato importante per ottenere questo disaccoppiamento”.
Continua la diminuzione dei consumi di carbone (-6%) e di petrolio (-3%), un trend che prosegue rispettivamente da 8 e 6 trimestri consecutivi. In calo nel trimestre anche le importazioni di elettricità (-10,8%).

BayWa r.e. acquisisce Energy Systems Services: ora è primo in Italia

BayWa r.e., sviluppatore, fornitore di servizi e rivenditore all’ingrosso di energia rinnovabile a livello internazionale, ha acquisito Energy Systems Services (ESS), una delle principali società di gestione e manutenzione di impianti a energia rinnovabile in Italia. Con questa acquisizione BayWa r.e. consolida la sua posizione come principale fornitore di servizi in Italia.

BayWa r.e. servizi“Grazie all’acquisizione di ESS, BayWa r.e. è in grado di offrire una gamma di servizi più ampia, con capacità estese nella gestione e nella manutenzione dei parchi eolici, così come delle sottostazioni AT/MT. – ha commentato Alessandra Toschi, Managing Director di BayWa r.e. Italia Srl. – ESS vanta inoltre un’esperienza significativa nella progettazione e nella costruzione di opere di ingegneria civile ed elettrica. Sono molto felice di poter dare il benvenuto a bordo al team di ESS e non vedo l’ora di lavorare insieme a loro”.

Francesco Paolo Liuzzi, per 10 anni Managing Director di Nordex Italia, si unirà a BayWa r.e. nel ruolo di Amministratore Delegato di ESS, lavorando con i fondatori di ESS che resteranno all’interno della società.

Ludovico Lombardi, uno dei due fondatori di ESS, ha dichiarato: “Siamo orgogliosi di unirci a una società leader nel mondo come BayWa r.e. Le nostre competenze sono altamente complementari e ci permetteranno di far avanzare entrambe le società. Oltre ad offrire servizi aggiuntivi, ESS amplierà il raggio d’azione geografico di BayWa r.e in Italia e insieme penso che saremo imbattibili in termini di portata e qualità dei servizi che offriremo sul mercato”.
L’acquisizione rafforza ulteriormente la posizione di BayWa r.e. come uno dei fornitori di servizi leader in Europa. Inoltre, recentemente BayWa r.e. ha esteso la propria presenza in Australia, Africa e America Centrale.

Tecnologia avanzata per l’energia del futuro

“Questo è un momento molto stimolante per la nostra società di servizi, in quanto stiamo assistendo a una crescita sostenuta nei principali mercati europei e a un’espansione a livello internazionale. – aggiunge Tobias Bittkau, responsabile globale dei servizi operativi – Poiché gli investitori vogliono assicurarsi che gli asset siano ottimizzati, la fornitura di servizi sta diventando altamente sofisticata. Nuove tecniche di manutenzione come droni con imaging termico, analisi dei dati avanzata e crescente digitalizzazione sono solo alcuni esempi. Inoltre, vediamo come i proprietari di asset preferiscano associarsi con singoli fornitori in grado di soddisfare tutte le loro esigenze con la loro gamma di servizi. L’acquisizione di ESS indica che ora la nostra capacità di soddisfare questa domanda in Italia non ha eguali”.

I nuovi impianti multimediali, norme per la progettazione e l’installazione

Con la legge 164-2014 (conversione del D.L. 133/2014) è stata introdotta una modifica al Testo Unico per l’Edilizia (D.P.R. 380/2001) e in particolare è stato introdotto l’art. 135 – bis che prevede che tutti gli edifici di nuova costruzione o in caso di opere che richiedano il permesso di costruire con richiesta di autorizzazione successiva al 1 luglio 2015, debbano essere equipaggiati di:

  1. una infrastruttura fisica multiservizio passiva interna all’edificio, costituita da adeguati spazi installativi e da impianti di comunicazione ad alta velocità in fibra ottica fino ai punti terminali di rete;
  2. un punto di accesso inteso come il punto fisico, situato all’interno o all’esterno dell’edificio e accessibile alle imprese autorizzate a fornire reti pubbliche di comunicazione, che consente la connessione con l’infrastruttura interna all’edificio predisposta per i servizi di accesso in fibra ottica a banda ultralarga.

Lo stesso articolo, al comma 3, riporta che gli edifici equipaggiati in conformità alle nuove richieste legislative possono beneficiare, ai fini della cessione, dell’affitto o della vendita dell’immobile, della etichetta volontaria e non vincolante di “edificio predisposto alla banda larga” rilasciata da un responsabile tecnico di impresa abilitata ai sensi del DM 37/08 lettera B – comma 2 art.1.

Riferimenti normativi per gli impianti multimediali

I documenti normativi di riferimento sono le guide seguenti:

CEI 306guida al cablaggio per le comunicazioni elettroniche negli edifici residenziali

CEI 64-100/1edilizia residenziale – Guida per la predisposizione delle infrastrutture per gli impianti elettrici, elettronici e per le comunicazioni – parte 1: Montanti degli edifici

CEI 64-100/2parte 2: Unità immobiliari (appartamenti)

CEI 64-100/3parte 3: case unifamiliari, case a schiera e in complessi immobiliari (residence)

Si evidenzia che le edizioni delle norme citate attualmente in vigore (gennaio 2018) sono antecedenti alla data di pubblicazione della legge 164. Il CEI ha dunque pubblicato una guida specifica:

CEI 306-22Disposizioni per l’infrastrutturazione degli edifici con impianti di comunicazione elettronica – Linee guida per l’applicazione della Legge 11 novembre 2014, n. 164).

Le soluzioni tecniche

L’obbligo si applica ad edifici di nuova costruzione o ristrutturazioni edilizie molto importanti, e non si applica a tutti quegli interventi di manutenzione edilizia ordinaria o straordinaria (ivi inclusi quelli che richiedono il rifacimento completo degli impianti tecnologici e impianti multimediali), per cui l’iter autorizzativo è rappresentato da una CIL (Comunicazione di Inizio Lavori) o una SCIA (Segnalazione Certificata di Inizio Attività).

Tuttavia mai come in questo caso, l’utenza (acquirente dell’immobile o affittuario) risulterà particolarmente sensibile alla presenza o meno di infrastrutture tecniche in grado di agevolare la connettività, intesa come la possibilità di ricevere o trasmettere da parte dei terminali utente, un flusso informativo ovvero: segnali TV, voce e dati.

In particolare la guida CEI 306 -2 mostra un esempio di connettività di un’unità immobiliare (un appartamento) ottenuta attraverso un’infrastruttura condominiale dedicata agli impianti multimediali.

I sistemi di cablaggio strutturato vengono infatti classificati dalla norma EN 50173 secondo 3 gruppi principali:

La figura 1 della guida CEI 306-2 rappresenta un esempio concreto delle applicazioni all’interno dell’appartamento da cui conseguono le infrastrutture impiantistiche da garantire nel condominio.

guida CEI 306-2 Figura 1– Applicazioni all’interno dell’appartamento e relative connessioni esterne 

La topologia dell’impianto di comunicazione dell’appartamento è di tipo a stella e prevede un Quadro Distributore dei Segnali di Appartamento (QSDA) dal quale dipartono le linee di connessione verso i punti presa.

Il QDSA raccoglie le terminazioni delle linee per la distribuzione dei segnali televisivi, le terminazioni di rete TLC e gli apparati attivi di distribuzione: Modem/Router, Switch, Terminazioni ottiche). Le dimensioni minime suggerite sono 65x45x10 cm.

Requisiti minimi per gli impianti multimediali

Le infrastrutture impiantistiche necessarie a garantire la connettività delle singole unità immobiliari sono definite dalla guida CEI 306-22, che risulta essere un documento fondamentale per la realizzazione della “struttura multiservizio” citata dalla legge 164, di cui si riassumono di seguito i principali requisiti:

Rappresentazione schematica dell’impianto di comunicazione in fibra ottica nel caso di edifici a distribuzione verticale

 Conclusioni

Per gli edifici di nuova costruzione, per autorizzazioni a partire dal luglio 2015, è richiesta un’infrastruttura fisica condominiale e un punto di accesso nella singola unità immobiliari, atta a garantire la connettività tramite fibra ottica per i servizi video, voce e dati dei diversi operatori.

Il CEI, coinvolgendo tutte le parti interessate dall’entrata in vigore della legge 164-2014, ha pubblicato una imprescindibile guida (la CEI 306-22) che chiarisce, sia per edifici a distribuzione verticale che per soluzioni edilizie a distribuzione orizzontale, le soluzioni tecniche per rispondere alle nuove richieste legislative.

Abbigliamento professionale, Mewa pensa anche alle donne

È in crescita il numero di donne che svolgono professioni artigiane: non più solo tipicamente maschili, queste attività richiedono attrezzature e abbigliamento consono in funzione di chi lo indossa. Le donne hanno dunque bisogno di indumenti che presentino la stessa funzionalità di quelli dei loro colleghi uomini, ma in taglie e tagli diversi. Mewa ha pensato quindi di sviluppare una linea di abbigliamento idonea per le donne, professionale e funzionale.

Abbigliamento professionale studiato per lei

Abbigliamento donna MewaFalegnami, installatrici, elettriciste: crescono di anno in anno le donne attive nel mondo delle professioni artigiane. Poiché svolgono le stesse mansioni dei loro colleghi uomini, necessitano di un abbigliamento professionale che presenti le stesse funzionalità. Tuttavia, per garantire anche una buona vestibilità dell’indumento, sono necessari tagli diversi, indicati per l’anatomia femminile.

Come fornitore di servizi tessili, Mewa risponde a questa esigenza.
“La domanda dei nostri clienti e un’analisi di mercato ci hanno spinto a sviluppare capi specificatamente studiati per le donne che svolgono professioni artigiane. – spiega Silvia Mertens, responsabile Product Management di Mewa – La soluzione non è far indossare alle donne tagli da uomo. Le donne hanno un’anatomia diversa e per loro sono necessarie linee e tagli diversi. Solo in questo modo l’indumento risulta funzionale e soprattutto comodo da indossare”.

Mewa ha perciò integrato la collezione Mewa Dynamic con giacche e pantaloni da donna con cinturino, mentre altri articoli sono in fase di studio. L’outfit si caratterizza per un’ampia libertà di movimento, i molti dettagli funzionali, le numerose tasche e gli inserti portaminuterie. Esteticamente il design ricorda quello dell’abbigliamento outdoor.

“Abbiamo ampliato una collezione di successo: ora le aziende possono vestire tutti i loro collaboratori e le loro collaboratrici con lo stesso look, mantenendo un’immagine aziendale uniforme” prosegue Silvia Mertens.
Mewa propone l’abbigliamento da donna nel consueto sistema full-service: consegna, ritiro, lavaggio e manutenzione dell’indumento.

Elettrovalvole EVR V2, compatibili con più di 20 refrigeranti HVAC-R

Danfoss prosegue con il miglioramento dei propri prodotti attraverso lo sviluppo di idee e soluzioni pensate per migliorare qualità, affidabilità e versatilità. Le valvole solenoidi EVR, ad esempio, sono state oggetto di un miglioramento sotto forma di maggior solidità e razionalizzazione, così da renderle idonee per lavorare alle più elevate pressioni dei refrigeranti e di offrire un’ampia gamma di applicazioni, riducendo le operazioni di manutenzione e di stoccaggio.

La riduzione dei costi di applicazione e di funzionamento sono i più importanti vantaggi che gli operatori del settore HVAC-R possono riscontrare dall’utilizzo delle nuove EVR che garantiscono affidabilità e il perfetto funzionamento in tutte le applicazioni (come celle frigorifere, refrigeratori e pompe di calore).

Un MOPD più elevato e nuove funzionalità compatibili con i nuovi refrigeranti

Disponibili a partire da marzo 2018, le valvole EVR V2 soddisfano appieno le esigenze sia dei costruttori che degli installatori in molti settori.

ElettrovalvolaEVR V2Condizionamento dell’aria – I valori di OPD (Differenziale di Pressione di Apertura) minimo e massimo sono in grado di offrire prestazioni superiori nelle applicazioni ad elevate temperature (105 °C) e sono ottimizzati per le condizioni di carico variabili (come nei sistemi a velocità variabile). Progettato per resistere alla massima pressione di esercizio (MWP) – fino a 45 bar, questo modello di valvola solenoide è compatibile con i refrigeranti ad altra pressione come l’R410A ed è applicabile alle pompe di calore e ai chiller (fino ai 130 °C per lo sbrinamento e il bypass di gas caldi). Nel 2018 questi modelli verranno certificati per l’utilizzo di refrigeranti infiammabili e leggermente infiammabili, specialmente utilizzate in chiller di grandi dimensioni.

Refrigerazione commerciale e Food Retail – Queste valvole si rivelano ideali, ad esempio, per refrigeranti a basso GWP (potenziale di riscaldamento globale), incluso il propano (R290). La chiusura ermetica della valvola protegge il sistema dal ritorno di liquido in aspirazione al compressore, preservando così la qualità dei prodotti presenti nei banchi refrigerati e nei frigoriferi commerciali. Grazie alla possibilità di funzionamento fino a 130 °C, è possibile installare le valvole sulla linea di sbrinamento, sfruttando l’elevata efficienza energetica di questo sistema.

Le valvole Danfoss EVR v2 sono ideali per applicazioni come vetrine refrigerate in quanto consentono di effettuare le operazioni di assistenza in modo facile e veloce, senza interruzione del funzionamento durante le ore di apertura del punto vendita. Non è necessario disinstallare completamente la valvola perché, è sufficiente lasciare il corpo valvola in posizione, sostituire le parti interne necessarie e ripristinare rapidamente l’impianto. Sono disponibili a tal proposito dei service kit.

Meno modelli, più versatilità e applicazioni

Da aprile 2018 la nuova gamma EVR V2 sostituirà completamente le attuali gamme esistenti EVR, EVRE e EVRH. Ci sarà quindi una riduzione del 30% nel numero dei modelli, ma saranno più versatili e adatti per un maggior numero di applicazioni e refrigeranti (oltre naturalmente a essere compatibili con le versioni precedenti). La gamma EVR quindi consentirà di risparmiare sui costi di sviluppo e di stoccaggio.

La nuova gamma Danfoss EVR ha una capacità di raffreddamento nella linea del liquido da 3 a 410 kW, da 0,3 a 65 kW nella linea di scarico (del compressore) e da 1 a 350 kW nel bypass gas caldo. Le dimensioni degli attacchi sono comprese tra 6 e 42 millimetri o da 1/4” a 2 1/8” (nella versione in pollici). Le nuove valvole EVR V2 hanno lo stesso scartamento del modello attuale di EVR a parità di diametro degli attacchi, ad eccezione della versione in bimetallo.

Faq su Impianti a Livelli: risponde l’esperto

La classificazione a Livelli degli impianti elettrici consente agli installatori di sviluppare i progetti tenendo conto delle necessità dell’utilizzatore, il tutto offrendo un servizio a norma.
Ecco alcuni dubbi in tal senso che gli installatori possono avere e come risolverli.

A causa della potenza elettrica richiesta, pari a 6 kW, per alimentare un alloggio di superficie inferiore a 70 m2 e dotato di una cucina con piano induzione devo prevedere di realizzare l’impianto conformemente a quanto previsto dal livello 2 della norma?

Può essere realizzato un impianto di livello 1 infatti la norma prevede che per abitazioni fino a 75 m2 la fornitura di potenza impegnabile sia di 3 kW, ma nulla vieta di prevedere un impianto dimensionato per una potenza superiore.
Il limite minimo della potenza impegnabile espressa dalla norma dipende soltanto dalla superficie dell’appartamento e non dal livello dell’impianto.

Con sempre più frequenza si legge su capitolati tecnici l’obbligatorietà legislativa di installare scaricatori di sovratensione (SPD) nell’impianto elettrico di unità abitative. Quale è l’articolo di legge che impone di installare gli SPD?

Non vi è nessun articolo di legge che obbliga all’installazione di SPD in qualunque luogo. L’obbligo legislativo prevede di eseguire un impianto in conformità alla regola dell’arte e la stessa legge indica che un impianto fatto secondo le Norme CEI è fatto a regola dell’arte.
Secondo quanto indicato dal Capitolo 37 della CEI 64-8 ricordiamo che gli SPD sono obbligatori per il livello 3 (come riportato nella tabella A) e consigliati per i livelli 1 e 2.

Nella tabella A del capitolo 37 della norma CEI 64-8 in merito alle 4 funzioni domotiche che l’impianto deve gestire per arrivare al livello 3 non è indicata la videocitofonia, posso considerare tale sistema come un impianto domotico?

Nelle note a commento della tabella A oltre alle 9 funzioni domotiche elencate si legge che tale elenco è esemplificativo e non esaustivo. Per ottenere il livello 3 deve essere prevista un’integrazione fra 4 sistemi domotici: l’impianto videocitofonico attuale può essere a tutti gli effetti ritenuto domotico in quanto utilizza una comunicazione a due fili e di tipo digitale. Tale impianto per essere integrato con gli altri sistemi deve comunicare con loro.
Un esempio può essere il terminale videocitofonico che consente anche di comandare le luci, gestire i carichi, attivare o disattivare impianti antifurto, oppure il touch screen dell’impianto di automazione che diventa il posto interno videocitofonico.

 

Risponde Impianti a Livelli (Associazione Componenti e Sistemi per Impianti CSI)impianti a livelli

 

 

Nota bene: La rubrica fornisce solo indicazioni informative di carattere generale e le risposte non sono sostitutive di pareri resi da professionisti a clienti.