La convergenza digitale di EcoStruxure in scena a SPS 2018

Come sviluppare una vera fabbrica connessa? Lo abbiamo scoperto a SPS 2018 con EcoStruxure, la “mission” di Schneider Electric che coinvolge ogni aspetto della trasformazione digitale dell’industria in un ecosistema aperto di tecnologie, soluzioni e servizi.

Smart manufacturing, Impresa 4.0, Industrial Internet of Things sono le diverse – e non uniche – definizioni di un nuovo approccio all’automazione industriale incentrato, nella piattaforma EcoStruxure, sul concetto di integrazione.

Solo una visione olistica delle strutture aziendali, declinata nella connessione di prodotti e macchinari smart, linee produttive, componente energetica, software e cloud in sistemi di controllo intelligenti può aprire la strada a grandi risultati di ottimizzazione ed efficienza su tutti gli asset della realtà industriale.

Merli Schneider Electric“L’idea di smart manufacturing a 360 gradi presentata a SPS – spiega Massimo Merli, Vice President, Industry Business di Schneider Electric durante il press tour dello stand – prende spunto da mega trend globali che riguardano in primis le aspettative di aumento del consumo di energia dovute alla crescita demografica e alla progressiva “elettrificazione”, in chiave ecosostenibile, di edifici e industrie. Non dimentichiamo poi il boom dei dispositivi connessi, che si stima abbiano superato il numero degli abitanti della Terra, e la conseguente mole di dati da raccogliere, proteggere e analizzare per migliorare efficienza energetica e performance produttive”.

Cosa accumuna i due aspetti? Ancora una volta, la convergenza digitale tra Operational Technology (OT), riguardante gli “oggetti” sul campo, e Information Technology (IT), che integra tali componenti connessi in sistemi di automazione intelligenti.

“Tornando alla sfida di natura energetica, questa integrazione tramite servizi digitali deve necessariamente portare a una seconda convergenza, quella tra automazione industriale e distribuzione dell’energia. Non esiste efficienza produttiva senza efficienza energetica, e quest’ultima si trasforma per Schneider Electric in una componente determinante per le logiche di automazione industriale” sottolinea Merli.

EcoStruxure: le migliori tecnologie digitali in un’architettura completa e sicura

L’integrazione tra diverse tecnologie digitali in ambito automazione e gestione dell’energia tocca diversi domini applicativi efficacemente raggiunti, con massima interoperabilità, dall’ecosistema EcoStruxure.

La trasformazione digitale tocca infatti quattro principali domini: Power, Infrastructure (che comprende anche gli edifici), IT e Industry. Un nostro approccio, in tema di digitalizzazione ed efficientamento degli impianti produttivi, che parte dagli smart building, passa per il controllo della distribuzione elettrica e della specifica componente industriale (macchine e impianti) e arriva ai data center, sempre tramite la connessione di oggetti, software e servizi in ottica IoT.

Dal punto di vista architetturale, la digitalizzazione tocca, in ciascun dominio di riferimento, tre layer tecnologicamente supportati dal portfolio di soluzioni Schneider Electric:

A sottendere le diverse strategie EcoStruxure, il tema della cyber security.

La connessione di macchine e sistemi e la esposizione verso piattaforme cloud genera infatti notevoli preoccupazioni nei clienti in termini di sicurezza informatica.

Per questo Schneider Electric ha investito nella proposta di prodotti connessi e di soluzioni di edge control conformi alle più recenti certificazioni internazionali del settore. Tecnologie sicure, accompagnate dal supporto di una nuova divisione, presente anche in Italia, dedicata alla consulenza in materia di cyber security. Un team di specialisti che, insieme al cliente, valuta la situazione iniziale, i fattori di rischio una volta installate applicazioni di smart manufacturing e le possibili misure per evitare possibili attacchi o per reagirvi efficacemente.

Non esiste efficienza produttiva senza efficienza energetica nell’automazione industriale targata EcoStruxure

Smart manufacturing in pratica: tecnologie innovative e integrazione

schneider Electric smart manufacturing sps 2108Il nostro viaggio nella “mission” digitale di EcoStruxure termina con la visita alla fabbrica connessa, dedicata alla produzione di biscotti, allestita dall’azienda nella propria area espositiva di SPS. Dalla materia prima alla lavorazione e cottura del prodotto, dal packaging al controllo della qualità e delle fasi di post produzione, fino al confezionamento per l’invio dei pacchi e la distribuzione nei punti vendita, le isole smart riprodotte da Schneider Electric mostrano cosa significhi in concreto implementare soluzioni di Impresa 4.0.

Particolare attenzione merita la proposta di app, software e servizi – comprese le più recenti tecnologie per la realtà aumentata -, che consente di trasformare i dati in informazioni chiave per ottimizzare efficienza e prestazioni dell’impianto produttivo nel suo complesso.

“Quando proponiamo ai clienti soluzioni di smart manufacturing – conclude Massimo Merli -, la loro principale preoccupazione riguarda il come e il dove applicare tali innovazioni digitali. In risposta a questi dubbi, abbiamo scelto di evidenziare a SPS i diversi segmenti sui quali è possibile intervenire grazie a EcoStruxure, nel concetto di integrazione che coinvolge tutta la catena. Il tutto sviluppato tramite un ecosistema non solo di prodotti, ma anche di competenze, grazie a partnership di rilievo con system integrator e società di consulenza che ci aiutano a capire le esigenze del cliente e a implementare soluzioni realmente efficaci”.

Red Dot Award 2018 per Vaillant aroTHERM split

Vaillant aroTHERM split si è aggiudicata il Red Dot Award 2018, premio assegnato dal Design Zentrum Nordrhein Westfalen di Essen, Germania, grazie a un mix di design, funzionalità e facilità di utilizzo.

L’innovativa soluzione in pompa di calore rappresenta l’evoluzione del linguaggio visivo di Vaillant, combinando materiali di alta qualità a un design sobrio e contemporaneo, pensato per essere la base di un prodotto funzionale e in grado di integrarsi anche nei progetti architettonici più ricercati.

Proprio questa combinazione di stile, funzionalità e facilità d’uso ha conquistato la giuria che ha sottolineato come in Vaillant aroTHERM split design ed elementi di interazione siano al servizio dell’utente in grado di rendere l’esperienza più semplice e immediata.

Comfort domestico con aroTHERM Split

Vaillant, protagonista da oltre 140 anni nella tecnologia per il comfort domestico, con aroTHERM split segna un nuovo traguardo nel percorso verso un futuro sempre più efficiente ed ecosostenibile: la soluzione rappresenta la risposta alle esigenze di riscaldamento, raffrescamento e produzione di acqua calda sanitaria soprattutto per case monofamiliari di nuova costruzione.

aroTHERM Split si caratterizza per efficienza (fino ad A+++ ready) e livelli di emissioni acustiche contenuti – 53 db (A) che si riducono a 39 db (A) a una distanza di tre metri dalla parete dell’edificio, fino a soli 32 db (A) in modalità silenziosa.

A queste caratteristiche si uniscono i vantaggi dell’approccio di sistema Vaillant, che permette di integrare tutti i prodotti, dalla ventilazione forzata, al solare, all’accumulo, in un’unica soluzione gestibile da una centralina intelligente come Vaillant multiMATIC 700.

Tutto questo garantisce efficienza, performance, comfort, sostenibilità e facilità d’uso.

Progetti per la Smart City: quale è la situazione italiana?

La Smart City in Italia mostra timidi segnali di risveglio, ma le iniziative tendono ancora ad arenarsi dopo la fase di slancio iniziale e si diffondono “a macchia di leopardo”, senza un programma strutturato come evidenziato nel report realizzato dall’Osservatorio del Politecnico di Milano su “Internet of Things per la Smart City”.

In Italia si contano numerose iniziative che utilizzano le tecnologie digitali per rendere più smart le città: il 48% dei comuni con più 15.000 abitanti ha avviato almeno un progetto nel triennio 2015-2017. I comuni hanno avviato diverse iniziative, ma la maggior parte dei progetti si è fermata alla fase di sperimentazione. Solo nel 37% dei casi si è riusciti ad andare oltre, estendendo i progetti all’intero territorio urbano in modo permanente.

Se si analizza la situazione all’estero, si può osservare che nemmeno oltralpe ci troviamo di fronte a uno scenario pienamente consolidato: diverse città europee hanno avviato progetti best practice da seguire e altre che replicano, adattandole al proprio contesto, le iniziative avviate.

Alcune grandi città, come Milano e Torino, stanno portando avanti programmi a 360° sulla Smart City al fine di garantire servizi alla comunità. A Segrate è stata annunciata la costruzione di Milano4you, uno Smart District di circa 90.000 m2 in grado di sfruttare soluzioni energetiche e architettoniche all’avanguardia, dotato di un sistema operativo per catturare, integrare ed elaborare i dati provenienti da diverse fonti (ad esempio ambientali, energetici, legati alla sicurezza o alla mobilità) per offrire più servizi ai residenti.

Smart City osservatorio PoliMi

Ma quali sono le barriere per lo sviluppo?

I progetti avviati dai comuni italiani risultano penalizzati da barriere ormai croniche, è necessario ripartire dal valore della Smart City, anche grazie a una corretta quantificazione dei benefici e da una gestione attenta dei dati resi disponibili dall’IoT.

Tra le barriere, la mancanza di risorse economiche, l’alternarsi di amministrazioni e le competenze. Quest’ultima problematica è confermata dalla scarsa conoscenza delle novità tecnologiche: ad esempio, solo il 29% dei comuni è a conoscenza dell’esistenza di reti IoT LPWA (Low Power Wide Area), adatte per le loro caratteristiche a supportare applicazioni per la Smart City.

La consapevolezza dei benefici

Al di là di queste (corrette) richieste, è indispensabile che i comuni siano consapevoli che già oggi l’investimento in un progetto Smart City può essere ripagato grazie a benefici  come la riduzione dei costi nella gestione dei processi – un esempio il progetto di Raccolta rifiuti che verrà realizzato a Milano a fine 2018 -, l’incremento dei ricavi come nel caso del progetto di Gestione dei parcheggi avviato a Firenze a fine 2017.

Questa consapevolezza è però ancora bassa, se si analizzano i fattori che spingono all’avvio dei progetti emerge come la riduzione dei costi e la possibilità di incrementare gli introiti non rappresentino i principali driver. A primo posto troviamo il miglioramento di servizi esistenti, seguono la qualità della vita dei cittadini e l’introduzione di nuovi servizi.

Pubblico e privato devono fare gioco di squadra per rendere le città più intelligenti: la creazione di opportuni ecosistemi che generino valore per l’intera comunità è il vero snodo cruciale su cui fare leva per il rilancio della Smart City.

Le figure coinvolte nei progetti

I progetti possono essere realizzati anche da attori privati: si pensi ad esempio a chi gestisce gli stalli dei parcheggi, alle società incaricate della raccolta rifiuti o a quelle che forniscono servizi di car o bike sharing.

In questo quadro si individuano 3 ruoli:

Smart City osservatorio PoliMi

Ad oggi però solo il 12% dei comuni ha avviato una collaborazione con attori privati per la realizzazione di progetti Smart City, il 27% ha acconsentito all’attivazione di progetti da parte dei privati, mentre il 61% non ha iniziative private attive sul proprio territorio in ottica smart.

I dati che emergono dall’Osservatorio del Politecnico mettono in luce quanto sia importante lavorare sempre più sull’avvio di nuove collaborazioni nei prossimi anni, per cogliere appieno il valore aggiunto dei progetti Smart City.

Bonus climatizzazione 2018: una guida per non sbagliare

Vuoi il giusto comfort in casa? Questo è il momento giusto per acquistare un impianto di climatizzazione e risparmiare grazie agli incentivi del bonus climatizzazione 2018. Ma quale incentivo scegliere?
Chi acquista un climatizzatore può beneficiare di diverse agevolazioni:

Ecobonus 65% con lavori di risparmio energetico

Questa agevolazione spetta nel caso in cui venga effettuata una sostituzione dell’impianto di climatizzazione di una abitazione, di un negozio, capannone, palestre… entro il 31 dicembre 2018.

Il primo requisito fondamentale da rispettare, se si vuole fruire del ecobonus 65% è che l’impianto di climatizzazione risulti essere preesistente e venga sostituito con un nuovo a pompa di calore ad alta efficienza energetica.

Detrazione fiscale 50% con ristrutturazione

Mitsubishi Electric_MSZ-APNel caso vengano eseguiti lavori di ristrutturazione, è possibile usufruire della detrazione al 50% anche in caso di installazione di un condizionatore non ad alta efficienza per integrare o sostituire l’impianto esistente.

Bonus Mobili

In alternativa alla detrazione 50% per la ristrutturazione edilizia è possibile usufruire del Bonus Mobili, riservato alle persone che hanno eseguito un intervento di ristrutturazione e vogliono riqualificare l’impianto di raffrescamento e riscaldamento. In questo caso il rimborso è solo per climatizzatori in classe A+ o superiore e limite di spesa pari a 10.000 €.

Nel caso di ristrutturazioni importanti è possibile sfruttare il Bonus Mobili per non intaccare il budget di 96.000 € previsto per le ristrutturazioni.

Bonus climatizzazione 2018 senza ristrutturazione

Se non viene effettuato nessun lavoro di ristrutturazione è possibile fruire dell’agevolazione fiscale, ma solo se il nuovo climatizzatore è a pompa di calore e ad alta efficienza energetica.

Daikin_ADV Stylish_WinterCome pagare il climatizzatore per non perdere i bonus?

Per usufruire del bonus climatizzazione 2018 è necessario che il pagamento presenti determinate caratteristiche:

È necessario conservare tutte le ricevute dei pagamenti e le fatture d’acquisto come documentazione fiscale.

Metodologia di rimborso

Chi usufruisce dell’Ecobonus, della detrazione ristrutturazioni o del Bonus Mobili ottiene un rimborso tramite IRPEF con 10 rate annuali di pari importo, che vengono automaticamente detratte dall’imposta dovuta. Per poter beneficiare dell’agevolazione è necessario una disponibilità IRPEF sufficiente per coprire la detrazione.

IVA agevolata 10%

Il climatizzatore è considerato un bene significativo ed è per questo che sul suo acquisto è prevista l’IVA agevolata con aliquota al 10% ma non si applica indistintamente sul prezzo totale di acquisto. Si applica l’aliquota Iva del 10% per le prestazioni di installazione, mentre per l’acquisto dei climatizzatori l’Iva al 10% si applica solo sino a concorrenza del valore della manodopera. Per la parte eccedente di valore si applica l’Iva al 22%.

Esempio di calcolo IVA agevolata
Costo totale dell’intervento: 1.800 euro, di cui:

Sul costo della manodopera viene applicata l’IVA al 10% mentre sul climatizzatore l’IVA agevolata al 10%, si applica solo sulla differenza tra il costo totale dell’intervento ed il costo del climatizzatore, per cui 1.800 – 1.200 = 600. Sul valore residuo del climatizzatore (600) si applica l’IVA al 22%.

Conto Termico 2.0 come alternativa

In alternativa è possibile optare per il Conto Termico 2.0, un incentivo usufruibile da privati e amministrazioni pubbliche per interventi di piccole dimensioni per la produzione di energia termica da fonti rinnovabili e per l’incremento dell’efficienza energetica.
Rientrano in questa categoria i climatizzatori con pompa di calore con determinate prestazioni energetiche che devono essere installati in sostituzione di un impianto di riscaldamento preesistente.

È calcolato in base all’energia termica prodotta e viene erogato in 2-5 anni.

Il pagamento avviene tramite bonifico bancario, direttamente sul conto corrente, in 2 rate annuali per impianti fino a 35 kW, o in 5 anni per impianti di potenza superiore tra i 35 kW e i 200 kW.
Se il totale dell’incentivo non supera i 5.000 €, invece, viene erogato in un’unica rata.

Efficienza, gestione degli impianti termici e normative

Il tema dell’efficienza energetica, intimamente connesso con la riduzione dei consumi e di conseguenza degli agenti inquinanti, è ormai dibattuto a diversi livelli da quello politico ai tavoli tecnici e infine nei cantieri dove prendono forma i progetti elaborati nell’ambito dei quadri normativi e legislativi.

Il tema è sicuramente ampio e ogni settore è stato spinto a dare il suo contributo: qui ci focalizzeremo su un tema che è stato dibattuto per diverso tempo prima che una normativa fissasse alcuni punti di riferimento e precisamente: i sistemi di automazione sono in grado di apportare un contributo in termini di efficienza energetica e se si è possibile quantizzarlo già in fase di progetto?

Norma EN15232

La risposta al quesito è stata data dalla norma EN15232 del 2007 e successive evoluzioni (a dicembre 2021 è diventata ISO 52120) che ha definito metodi di calcolo e di verifica per stimare i risparmi ottenibili utilizzando i sistemi di gestione e controllo automatico degli impianti in funzione proprio del loro grado di implementazione definendo anche per essi delle classi (A, B, C, D) correlate al risultato ottenibile.

In sostanza un sistema di automazione in classe A prevedrà una architettura e componenti tali da poter fare la migliore gestione di edificio possibile e quindi ottenere la migliore performance energetica, la classe D è quella assegnata ad impianti privi di qualunque grado di automazione.
I metodi di calcolo definiti dalla norma sono sostanzialmente due:

  1. Calcolo dettagliato: utilizzabile solo quando il sistema è completamente noto cioè quando sono già stabilite tutte le funzioni di controllo, comando, gestione e l’impianto energetico è conosciuto.
  2. Calcolo basato su fattori di efficienza (BAC Factors): procedura di calcolo su base statistica che consente di fare una valutazione di massima dei risparmi conseguibili grazie all’utilizzo di un sistema di gestione e controllo dell’energia.

Il sistema dei BAC factors risulta molto comodo soprattutto in fase preliminare di valutazione dei risparmi attesi.

I BAC factors sono diversi a seconda che si stia progettando (o riprogettando nel caso di una ristrutturazione) un terziario o un edificio residenziale e quindi vanno scelti opportunamente secondo le tabelle predisposte nella norma.

Per esempio: un sistema di termoregolazione per riscaldamento-raffrescamento in classe A (rispetto allo stesso sistema in classe C) per un palazzo uffici ha un BAC factor di 0,7, otteniamo quindi un risparmio del 30% in termini di energia per il riscaldamento/raffrescamento. Lo stesso sistema, in ambito residenziale ha un BAC factor di 0,81 e quindi il risparmio conseguibile risulta del 19%.

Per realizzare un sistema di automazione di livello minimo per una determinata classe bisogna scegliere funzioni, e quindi componenti che le realizzino, tutti corrispondenti, secondo la norma EN15232, alla stessa classe.

Classi di efficienza energetica

Tutte le funzioni e la classe ottenibile sono deducibili dalla tabella 1 della EN15232.

Classi di efficienza energetica

Molto utile risulta la tabella 11 della guida CEI 205-18 che riprende la tabella 1 della EN15232 ma associa ad ogni funzione un numero seguito dalla lettera A, B o C in modo che sia immediatamente evidenziabile la classe ottenibile con quella funzione, per esempio la funzione F3A indica, sia in un ambito residenziale sia terziario, il controllo di emissione di calore dell’impianto di riscaldamento, puntuale per ogni locale costituente l’edificio, con gestione della richiesta cioè su input specifico che può essere l’occupazione del locale oppure un’altra variabile di ingresso pilotata dal sistema di gestione di edificio.

La medesima guida offre anche delle schede applicative per ogni singola funzione per cui risulta anche semplice, da parte del progettista, implementare il progetto con la funzione richiesta. Sempre a titolo di esempio si riporta lo schema funzionale della scheda della funzione F3A già citata.

Schema di principio scheda F3A riportata nella guida CEI 205-18
Schema di principio scheda F3A riportata nella guida CEI 205-18

Ricordiamo che con l’approvazione del D.M. 26/06/2015 ricorre l’obbligo di progettazione di edifici secondo i dettami della EN15232 ed in particolare gli edifici terziari di nuova costruzione o soggetti a ristrutturazione profonda devono essere progettati con sistemi di automazione almeno di classe B.

Utilizzando la tabella 1 della EN15232 per ottemperare a quanto richiesto dalla legge dobbiamo scegliere le funzioni almeno in classe B di tutti i servizi di automazione e controllo necessari al funzionamento dell’edificio: dove sono possibili scelte multiple, a pari classe, si ha la libertà di scegliere la funzione che desideriamo implementare.

I servizi da controllare (con riferimento alla numerazione utilizzata nella norma) sono:

  1. Riscaldamento (emissione, distribuzione, generazione, accumulo)
  2. Acqua calda sanitaria (accumulo, distribuzione, generazione)
  3. Raffrescamento (emissione, distribuzione, generazione, accumulo)
  4. Ventilazione (immissione, recupero calore, free cooling, umidità)
  5. Illuminazione (occupazione, apporto esterno)
  6. Schermature solari (apporto termico, abbagliamento)

La sezione 7 prescrive le modalità e le funzioni con cui i servizi di cui sopra devono essere gestiti da un sistema di supervisione e controllo, che si configura anche elemento di interazione con i fornitori di energia (produzioni locali, rete elettrica, ecc.).

L’asseverazione della classe di efficienza del sistema di automazione può essere effettuata utilizzando le indicazioni della norma UNI/TS 11651 “Procedura di asseverazione per i sistemi di automazione e regolazione degli edifici in conformità alla UNI EN15232”.

Un’ultima osservazione sull’utilizzo dei sistemi di automazione di edificio va fatta alla luce del decreto su “Industria 4.0” infatti come già è evidenziabile dallo schema a blocchi della funzione F3A (ma è valido per tutte le altre funzioni) vediamo come i vari dispositivi di automazione e gestione siano collegati ad una rete di comunicazione che prevede anche un sistema di visualizzazione e gestione centralizzata.

Oggi la maggior parte dei sistemi di gestione di edificio ad alta performance sono sistemi che scambiano dati su rete LAN e spesso con un centro unico di supervisione e gestione e quindi sotto determinate ipotesi possono rientrare nel decreto e usufruire di sgravi fiscali per la loro adozione.

Articolo realizzato da Anie CSI

Gestione e controllo di sistemi luminosi per l’arte e il comfort visivo

Gestione e controllo di sistemi luminosi per l’arte e il comfort visivo è il convegno organizzato da AEIT – Associazione Italiana di Elettrotecnica, Elettronica, Automazione, Informatica e Telecomunicazioni Sezione Toscana e Umbria – con l’obiettivo di raccontare gli scenari di sviluppo e le prospettive future dei sistemi di controllo dell’illuminazione in ambito museale e storico artistico.

Helvar, da sempre impegnata nella “cultura dell’illuminazione” per i sistemi di controllo e gestione della luce, prenderà parte all’iniziativa per raccontare come siano elementi indispensabili in un impianto illuminotecnico moderno, efficiente e performante.

Due gli obiettivi: garantire comfort visivo ed emozionale ai visitatori e attenzione alla conservazione e alla sicurezza delle opere.

La gestione automatizzata della luce diventa quindi fondamentale in ambito museografico, e proprio per questo la sezione Umbria e Toscana di AEIT ha deciso di dedicare all’argomento un seminario.

Durante l’incontro verrà trattata la tematica legata ai criteri di progettazione legati all’applicazione di sistemi di gestione e controllo dell’illuminazione di edifici museali.

Fabio Marcomin – Sales Manager di Elettroservice Srl, partner esclusivo di Helvar per l’Italia – illustrerà l’approccio di Helvar in un progetto illuminotecnico, tenendo conto della conservazione e fruizione di manufatti artistici e ancora prima della conservazione degli edifici che contengono tali opere.

L’obiettivo è progettare soluzioni che possono essere personalizzate e costruite sulle esigenze di ogni cliente con un unico filo conduttore: semplicità, scalabilità, flessibilità e risparmio energetico.

In ambito museale il primo obiettivo per Helvar è stato quello di proporre al mercato prodotti compatibili con quelli operanti con protocollo Dali sviluppando driver per la dimmerazione e la modulazione del bianco in grado di rispondere a comandi Type8. Attraverso i comandi Dali Type 8 è possibile definire il colore della luce in un apparecchio di illuminazione e inviare segnali a numerose sorgenti luminose di diverso colore in un unico apparecchio, utilizzando un indirizzo comune e consentendo di aggiungere più apparecchi per il router e la sottorete Dali.

L’integrazione tra differenti sistemi e protocolli è orientata verso soluzioni Internet of Things, basate su tecnologia cloud e sul concetto di poter utilizzare ogni ambiente nella maniera più semplice e ‘domotica’ possibile: prodotti e sistemi per il controllo dell’illuminazione stand alone, personalizzabili via mobile, senza o con una minima configurazione in loco. Inoltre, è possibile utilizzare sistemo in grado di apprendere le abitudini degli utenti all’interno dei musei o spazi espositivi regolando la luce, il microclima delle sale e adattare gli standard di sicurezza in base all’affluenza dei visitatori.

Helvar ha effettuato diverse realizzazioni in campo museale e storico artistico nei quali è riuscita a coniugare la capacità di creare sistemi ex novo, ma anche di adeguare vecchi impianti alle nuove tecnologie.

Il convegno si svolgerà l’8 giugno 2018 presso l’Aula Magna Rettorato dell’Università degli Studi di Firenze.

Fabbrica digitale: i partner program MIPP e System Integrator Alliance

Non di sola tecnologia vive la fabbrica intelligente: nell’era di Industria 4.0, digitalizzare, integrare e connettere macchine e processi aziendali significa offrire, oltre a prodotti innovativi, un ecosistema di competenze, a cavallo tra IT e “operations” industriali (OT), che trovano piena corrispondenza nei programmi MIPP – Machine Integrator Partner Program e System Integration Alliance di Schneider Electric.

Entrambi i network, dedicati rispettivamente ai costruttori di macchine e alle realtà che operano su infrastruttura e processi, riflettono quel concetto di integrazione “totale” che caratterizza EcoStruxure, ecosistema di prodotti, soluzioni e servizi per la trasformazione digitale in diversi ambiti. Una proposta inedita, multisettoriale e multilivello, presente a SPS 2018 nella sua declinazione Industry.

Antonio Masto Schneider Electric“Il brand EcoStruxure rappresenta l’approccio dell’azienda al mondo digitale nel suo complesso – spiega Antonio Masto, System Integrator Business Development Manager, Industry Business di Schneider Electric -. I programmi di partnership MIPP e Alliance si riferiscono in particolare alla piattaforma EcoStruxure Industry, orientata ad applicazioni di smart manufacturing e Industrial Internet of Things. Un settore così ricco di innovazione e di complessità tecnologica vede infatti nel system integrator l’unica figura in grado di creare ponti tra tecnologie Schneider e necessità di efficienza, controllo intelligente e ottimizzazione degli asset aziendali dei nostri clienti”.

MIPP e System Integrator Alliance: innovazione digitale con partner certificati

Proprio dalla rilevanza di questo canale per la promozione delle tecnologie Schneider Electric in applicazioni di Industria 4.0 muove il focus dell’azienda francese su Machine Integrator Partner Program e System Integration Alliance.

“Negli ultimi due anni – racconta il responsabile italiano dei programmi -, abbiamo costruito un solido network di partner, in ambito machine come sul fronte dei processi. Una rete che accoglie, su vari livelli dettati dalla specifica expertise dell’azienda, circa 70 partner sul territorio italiano e 1400 aziende a livello corporate”. Dal libero professionista a elevato grado di specializzazione alle realtà da 5-10 dipendenti, fino alle aziende più strutturate, con oltre cento operatori, l’identikit del partner “integratore” di Schneider Electric trova riscontro nelle piccole e medie imprese votate all’innovazione digitale.

Come si entra nel mondo di EcoStruxure Industry? La selezione dei partner, come precisa Antonio Masto, è avviata da Schneider Electric tramite la propria rete commerciale, che identifica sul territorio le potenziali realtà da coinvolgere.

Stand Schneider a Sps drives 2018Ai primi contatti seguono diversi mesi di valutazione delle competenze e di costruzione di obiettivi legati a formazione e supporto tecnico. Altrettanto rilevanti, gli aspetti legati alla condivisione di attività commerciali, di strategie di business e di iniziative congiunte di marketing e comunicazione, come testimoniato, nel contesto di SPS Italia, dalla consistente presenza allo stand Schneider Electric di soluzioni per l’automazione industriale sviluppate insieme ai partner certificati.

Un’ultima nota, non da poco, riguarda il rapporto con le aziende aderenti: “Tengo a sottolineare che Schneider Electric non richiede l’esclusiva ai propri partner. Anzi, il fatto che alcuni integratori trattino tecnologie di diversi brand rappresenta per noi un valore aggiunto in termini di competenze, qualora servisse intervenire su un parco installato di altri marchi”.

Perché diventare partner di Schneider Electric? Il valore dei network in 5 punti

A soli due anni dal lancio di MIPP e System Integration Alliance, l’azienda vanta una struttura affidabile, capace di attrarre, identificare e mantenere una rete capillare di “top” partner che utilizzano e promuovono l’integrazione con soluzioni Schneider Electric. Il valore aggiunto di questa proficua collaborazione si traduce per i system integrator italiani in 5 vantaggi:

  1. formazione e supporto tecnico costanti;
  2. anteprima su market trend e novità di prodotto;
  3. relazioni tecnico-commerciali basate su fiducia e logica “win-win”;
  4. visibilità sul mercato con servizi, strumenti, iniziative ed eventi dedicati;
  5. opportunità di business a livello internazionale.

Parlando di approccio “win-win”, anche Schneider Electric raccoglie i frutti dei partner program: “La piattaforma EcoStruxure vanta un portfolio importante, che non può prescindere dall’integrazione di macchine e sistemi – conclude Masto -. Se la convergenza tra IT e OT rappresenta il driver, nonché il fine ultimo, della nostra idea di smart manufacturing, il system integrator non può che esserne il protagonista. Le richieste del mercato si concentrano infatti su servizi digitali – monitoraggio, analisi dei dati e manutenzione predittiva – e integrazione IT, grande valore aggiunto di una soluzione full Schneider Electric”. La presenza di una rete di partner qualificati offre in questa prospettiva ulteriori certezze ai clienti che scelgono di avviare processi di trasformazione digitale nelle proprie realtà industriali.

I programmi di partnership MIPP e System Integrator Alliance completano l’offerta di EcoStruxure per applicazioni di smart manufacturing

Climatizzazione: come creare il giusto comfort?

Con l’arrivo dell’estate si torna a parlare di climatizzazione prendendo in considerazione diversi aspetti: da quale, fra le varie soluzioni offerte dal mercato, sia la più efficace per climatizzare al meglio un’abitazione o un ambiente di lavoro a quale sia la più green o la più economica. Sotto il termine “comfort” si raggruppano differenti tecnologie dalle più tradizionali alle più innovative e sostenibili.

Fra tali apparecchiature quelle maggiormente diffuse sono i classici condizionatori domestici, per lo più a parete, e, in tale categoria, la scelta è fra quelli a tecnologia on-off, che in maggior parte appartengono alle classi energetiche C o D, o a tecnologia inverter, di più recente concezione e che vanno dalla classe B alla classe A+++.

ClimaVair Exclusive SplitHero

Vaillant ClimaVair Exclusive SplitHero

Quali sono le differenze principali? La prima soluzione si presenta con un prezzo assai contenuto e funziona, come suggerisce il nome, semplicemente a duplice comando: accensione e spegnimento finalizzati al raggiungimento di un’indicazione ideale di temperatura.

La tecnologia a inverter, più innovativa, performante, ma anche più costosa, offre un’erogazione modulata e continua del flusso d’aria erogato dalla macchina, evitando così continue accensioni e spegnimenti e consentendo, sui tempi lunghi, un risparmio di circa 30% di energia elettrica e una minore usura delle componenti.

Nei modelli a pompa di calore è possibile invertire il funzionamento e quindi non solo raffrescare ma anche riscaldare.

Quella dei climatizzatori è comunque, ad oggi, la tecnologia maggiormente impiegata negli ambienti domestici e negli uffici, sia perché gode di una lunga tradizione tecnologica ed è perciò una delle soluzioni più conosciute al grande pubblico sia per la facilità di installazione.

La sua presenza che, se non si può definire “ingombrante”, è quantomeno “visibile” negli ambienti residenziali o di lavoro, ha fatto sì che il climatizzatore sia sempre più prodotto anche nell’ottica di soddisfare esigenze di design in linea con l’arredamento circostante, nonché di offrire performance sempre meno rumorose durante l’emissione dei flussi d’aria.

Ma questa non è l’unica strada possibile per assicurare il raffrescamento di un edificio.

Raffrescamento a pavimento

Tubazioni multistrato Geberit PushFitTherm e MeplaTherm

Tubazioni multistrato Geberit PushFitTherm e MeplaTherm

Un’altra soluzione piuttosto interessante, in termini di costi e di efficienza energetica, è quella del raffrescamento e riscaldamento a pavimento. Attraverso la stesura di una serpentina in PVC, sulla quale poi viene posato il pavimento, viene fatta scorrere acqua a circa 16-18 °C, il che garantisce, durante le afose giornate estive, una temperatura dell’ambiente interno di circa 19-20 °C. In inverno la temperatura dell’acqua viene portata invece a circa 35 °C per una resa di 23-25 °C.

In tempi recenti sta conoscendo un certo successo anche la climatizzazione a soffitto, basata sulla stessa identica tecnologia del riscaldamento a pavimento.

Il segreto di questo nuovo trend risiede sostanzialmente in un triplice vantaggio: in primo luogo la velocità della messa a regime del sistema di climatizzazione. In pochissimo tempo il riscaldamento a pavimento è in grado di portare l’ambiente alla temperatura desiderata. A ciò si aggiungono la facilità di installazione e la perfetta integrabilità di questo sistema.

Vantaggi comuni alle soluzioni a pavimento e a quelle a soffitto sono poi i costi di installazione e di mantenimento, nonché l’assenza di correnti d’aria.

Gamma Daikin Altherma R-32

Gamma Daikin Altherma R-32

Pompa di calore

Tra i sistemi di riscaldamento e raffrescamento più sostenibili e altamente performanti, troviamo sicuramente la pompa di calore. Alimentata con energia elettrica, il generatore trasferisce l’energia termica presente nell’aria, nell’acqua o nel terreno negli ambienti della casa.

I modelli di pompa di calore reversibili possono essere utilizzati anche per la climatizzazione estiva, invertendo il ciclo di funzionamento e trasferendo all’esterno il calore in eccesso accumulato nell’abitazione.

Solar cooling

Infine, fra le tecnologie più all’avanguardia e più “green” nell’ambito della climatizzazione, rientra il solar cooling, ossia quella soluzione che consiste nell’abbinare una macchina frigorifera a dei pannelli solari termici consentendo così la produzione di acqua fredda o di aria condizionata a partire da una fonte di calore.

Nonostante si tratti di un sistema promettente, i costi ancora troppo elevati nonché le taglie da oltre 20 kW delle macchine frigorifere non rendono tale soluzione adatta ad ambienti domestici, ma piuttosto a grandi uffici o capannoni e a sistemi di condizionamento centralizzati.

Climatizzazione e controllo sempre più smart

Ad ogni modo, se da una parte il futuro è orientato alla produzione e distribuzione sul mercato di apparecchi sempre più green e sostenibili, già oggi l’ultima generazione di sistemi di climatizzazione è dotata di strumenti per una gestione e un controllo smart. Ad esempio, molto spesso, i climatizzatori consentono di essere controllati attraverso applicazioni scaricabili sul proprio smartphone.

I nuovi sistemi, inoltre, sono in grado di monitorare e informare i proprietari circa la temperatura, il grado di umidità e il consumo di corrente elettrica, nonché avviarsi o spegnersi in funzione di programmi controllabili da remoto.

Ciò consente enormi vantaggi in termini di sostenibilità e risparmio economico.

 5 caratteristiche da considerare per la giusta climatizzazione

Scegliere la soluzione migliore non è semplice, è necessario farsi supportare da professionisti che studiando le caratteristiche dell’abitazione, progettano e consigliano l’impianto più performante ed efficiente in grazio di rispondere alla domanda iniziale: come creare il giusto comfort?

Sicuramente tra le caratteristiche da non sottovalutare:

Climatizzazione: design fa rima con tecnologia

Si potrebbe definire un grande equivoco. Quale? Quello di credere che il design sia appannaggio esclusivo dell’arredo. Non è così. Innanzitutto, è doverosa una precisazione riguardo al termine. Design traduce dall’inglese il verbo progettare o disegnare che può tranquillamente riferirsi al progetto di una poltrona, di un citofono o del climatizzatore.

Quello che cambia è l’approccio al progetto. Una poltrona non implica l’interfacciarsi con ingegneri, installatori e tecnici a differenza di un qualsiasi oggetto tecnologico. Il designer, in questo caso, deve essere in grado di trasmettere il suo stile, rendendo l’oggetto non solo bello o di charme ma anche migliorando l’esperienza d’uso per tutti (dall’utente all’impiantista).

Un esercizio non facile come ha spiegato Alexander Shlag, designer, co-founder e Ceo dell’agenzia Yellow Design, nel corso della presentazione di Stylish, l’ultimo climatizzatore a parete della giapponese Daikin.

Daikin Stylish AutumnDesign in primo piano

“Creare un oggetto tech, dove ogni singola componente debba essere complementare alle altre, non è semplice. Ci sono stati tanti aspetti tecnici da superare, come struttura e posizionamento del motore o movimento delle alette direzionali che hanno chiamato in causa idraulici, ingegneri, elettricisti. I quali non basano il lavoro sul concetto estetico ma solo su quello della funzionalità. Nel caso di Stylish la scommessa era quella di rendere ancora più compatto l’apparecchio, senza perdere in comfort ed efficienza, oltre a un design che fosse in armonia con l’interior. Scommessa non facile ma che abbiamo vinto”.

E infatti Stylish con i suoi 18,9 cm di spessore, risulta essere attualmente l’unità da parete più sottile sul mercato.

In questo caso il contributo del designer è stato quello di dare ad un oggetto (o meglio, un elettrodomestico) come il condizionatore, spesso brutto e di un colore che poco c’entra con il resto dell’arredo, una forma elegante in accordo con tutto il resto. Non a caso, nella palette di colori, si è aggiunto blackwood, la cui texture ricorda la corteccia di un albero, complice all’incremento dell’illusione di un “brezza boschiva”.

Dall’idea al risultato finale

Daikin da qualche anno preferisce partire, nelle progettazioni, da un approccio non solo funzionale ma anche emotivo – spiega Shlag. Il nostro compito era quello di rendere invisibile il condizionatore. Le persone non sono interessate all’apparecchio, vogliono solo godere degli effetti positivi che questo comporta”. Vero, ma rendere meno “macchia” quella presenza sul muro è compito del design. Come nel caso di Stylish, il cui design asciutto e pulito lo rende facilmente integrabile nell’interior.

Daikin Stylish Design e tecnologiaInsomma, un bell’oggetto, perfetto e funzionale che si è perfino aggiudicato il prestigioso l’IF Design Awards. Un esempio concreto di dialogo tra tecnologia e design ma anche spunto di riflessione per i tanti bravi designer in cerca di occupazione. Saper progettare bene significa non solo regalare bellezza ma migliorare la quotidianità di chi utilizzerà quel prodotto.

Quindi se fossi un giovane designer, farei di tutto per farmi notare da chi produce oggetti tecnologici. E non solo perché probabilmente guadagnerei di più ma perché il risultato del mio lavoro farebbe, nel quotidiano, la differenza per molti.

 

Articolo realizzato da Anna Caldera – giornalista e direttore del magazine online La casa in ordine – per ElettricoMagazine

MSZ-LN Kirigamine Style e MSZ-AP per un comfort assoluto

L’impegno di Mitsubishi Electric Climatizzazione è da sempre quello di sviluppare soluzioni tecnologiche ecosostenibili che guardano al futuro. L’azienda ha rinnovato la propria gamma residenziale con prodotti innovativi che sfruttano il refrigerante a basso GWP R32 per raggiungere prestazioni ineguagliabili e un comfort assoluto.

Tra questi, il nuovo climatizzatore MSZ-LN Kirigamine Style dal design semplice ed elegante, dall’efficienza energetica senza eguali e dalla tecnologia all’avanguardia, e il nuovo modello di unità a parete MSZ-AP, caratterizzato dalle dimensioni ultra-compatte e da numerose funzioni innovative.

L’introduzione di unità con gas refrigerante R32 consente di ridurre il quantitativo di tonnellate di CO2 equivalenti introdotte sul mercato e quindi di limitare l’effetto serra del gas potenzialmente rilasciato in ambiente.

Appartenendo alla categoria dei refrigeranti a bassa infiammabilità (classe 2L ISO 817), il gas R32 è sicuro, non è tossico e si innesca molto difficilmente: non è sufficiente uno switch dei comuni elettrodomestici per l’accensione. Applicando le opportune tradizionali procedure per l’installazione e manutenzione, le unità a R32 non presentano alcun rischio o pericolo.

Design elegante ed esclusivo per MSZ-LN Kirigamine Style

MSZ-LN Kirigamine StyleQuesto modello esprime il massimo della tecnologia attualmente disponibile, in termini di efficienza energetica, silenziosità e sistema (Wi-Fi) di controllo da remoto, unitamente a un design elegante ed esclusivo.

L’efficienza energetica è ai massimi livelli (A+++) sia in raffrescamento sia in riscaldamento mentre il minimo livello di pressione sonora (19dBA) rende il funzionamento dell’unità virtualmente impercettibile.

Il sensore 3D Isee Sensor monitora la temperatura dell’ambiente e la posizione delle persone e, con l’ausilio del doppio deflettore, garantisce una distribuzione dell’aria ottimale. Dotato di connessione Wi-Fi di serie, tramite la piattaforma MELCloud, è possibile gestire l’impianto di condizionamento da remoto e monitorare i consumi energetici.

Il filtro attivo Plasma Quad Plus è in grado di abbattere gli inquinanti indoor, virus, batteri, odori e poveri sottili fino al PM 2.5. Grazie alla tecnologia Double Barrier Coating, i componenti interni vengono trattati con un secondo strato protettivo che impedisce il depositarsi di polvere e impurità anche dopo lunghi periodi di tempo, riducendo i consumi e limitando la necessità di manutenzione dell’unità.

Disponibili in 4 taglie diverse, 25, 35, 50 e 60, i climatizzatori della serie MSZ-LN Kirigamine Style sono adatti a tutti gli ambienti e, grazie all’utilizzo di tubazioni 6.35/9.52 mm fino alla taglia 50 sono compatibili con la maggior parte delle predisposizioni esistenti.

Compattezza per i climatizzatori MSZ-AP

Mitsubishi Electric_MSZ-APLe unità MSZ-AP sono caratterizzate dalle dimensioni ultra-compatte, con 2 soli livelli dimensionali per 6 potenze differenti. Grazie ad un’attenta progettazione e all’introduzione del refrigerante R32, l’efficienza delle nuove unità MSZ-AP risulta notevolmente aumentata, raggiungendo la classe A+++ in raffrescamento (taglie 25 e 35) e A++ in riscaldamento.

Il comfort è assicurato anche da una migliorata distribuzione dell’aria: il flusso d’aria completamente orizzontale evita fastidiose correnti e grazie alla presenza dell’oscillazione orizzontale e verticale motorizzata, è possibile orientare il flusso d’aria in qualsiasi direzione.

Attivando la funzione Night Mode dal comando remoto è possibile predisporre il climatizzatore per il funzionamento notturno, riducendo così la luminosità LED, disattivando il suono “beep” e riducendo di 3dB l’emissione sonora dell’unità esterna.

Il filtro purificatore dell’aria 3D garantisce la rimozione di polveri e cattivi odori, inoltre, per le taglie 25-50, è possibile prevedere il filtro opzionale purificatore dell’aria agli ioni d’argento, che cattura batteri, polline e altri allergeni.