La sempre maggiore richiesta di disponibilità energetica – unita all’evidente necessità di efficienza e all’utilizzo di fonti spesso molto diverse tra loro per tipologia, dimensione e approccio – ha segnato gli anni più recenti portando a una vera e propria transizione energetica.
Questa continua fase di cambiamento è iniziata quasi 20 anni fa con la progressiva liberalizzazione del settore ed è poi proseguita con la notevole e crescente diffusione degli impianti alimentati da fonti rinnovabili.
Una situazione complessa ma affascinante, che mette in evidenza una serie di possibilità per migliorare il modo in cui le Utility operano nei rispettivi mercati.
Saul Fava, Head of Utility Market Segment di Schneider Electric, ha analizzato la questione in occasione di un’intervista pubblicata su “Management delle Utilities e delle Infrastrutture” di Agici, tracciando un quadro completo della situazione e ipotizzando uno scenario futuro ideale, nel quale la digitalizzazione dell’energia porterà benefici a tutti i livelli e a tutti i player del settore.
L’introduzione di varie forme di energie rinnovabili ha messo a nudo i limiti delle infrastrutture esistenti fino a non molti anni fa: la non programmabilità della generazione energetica e la capillare diffusione stanno infatti portando a un deciso ripensamento in merito ai criteri di pianificazione ed esercizio del sistema elettrico.
“Tuttavia, ai fenomeni di Decentralizzazione e Decarbonizzazione si sta oggi sovrapponendo l’avvento della Digitalizzazione. – spiega Saul Fava – Un trend ormai maturo sia dal punto di vista tecnologico, sia applicativo. La Digitalizzazione, e in particolare la veloce convergenza IT/OT, sarà in grado di apportare grandi benefici anche in questo settore, aprendo la strada ad applicazioni tecnologiche e modelli di business utili a rendere sostenibili e remunerative le sfide in corso, anche per eventuali nuovi operatori, analogamente a quanto avviene in altri Paesi”.
In Italia la direttiva è quella della SEN (Strategia Energetica Nazionale) e l’obiettivo è un sistema energetico sempre più sostenibile e sicuro. Si tratta di un traguardo raggiungibile grazie alla maturità tecnologica raggiunta la quale, unita agli strumenti per l’efficienza energetica e alle fonti rinnovabili, integrate in un’infrastruttura energetica smart, flessibile e resiliente, potrà assicurare le migliori prestazioni di rete in ogni condizione di utilizzo.
Questo processo di aggiornamento e ammodernamento delle reti e del modo in cui vengono utilizzate è tuttora in corso e coinvolge pesantemente le Utility.
Si tratta per Schneider Electric di un settore strategico, nel quale l’affiancamento al cliente risulta la strategia ideale per mantenere l’operatività delle reti mentre queste vengono aggiornate e migliorate sotto vari aspetti.
“Gli attuali e futuri operatori di mercato si dovranno preparare per gestire contemporaneamente la complessità del sistema elettrico, il cambiamento dei fondamentali di business e l’evoluzione verso nuovi servizi per via, ad esempio, del diverso ruolo che avranno i prosumer. – prosegue Fava – Per raggiungere questo obiettivo abbiamo fatto tesoro della nostra esperienza internazionale, maturata in oltre 100 Paesi, grazie a soluzioni tecnologiche applicate su diversa scala, e mettendo a disposizione un ampio portafoglio di soluzioni IoT, già da oggi in compliance con le norme IEC62351 sulla CyberSecurity, raggruppate in EcoStruxure Grid”.
L’espansione del solare fotovoltaico ha reso evidenti i punti critici delle infrastrutture e posto le Utility di fronte a un bivio: proseguire con l’approccio topdown, dove grandi impianti di generazione servono gli utenti finali, o scegliere la generazione distribuita.
Per il mercato italiano, Saul Fava propende per un modello ibrido, nel quale entrambe le soluzioni dovranno convivere.
“Servono centrali tradizionali efficienti e localizzate in aree strategiche, che possano essere complementari alle fonti di generazione rinnovabile. Il solare ha raggiunto la grid parity in molti paesi ed è solo questione di tempo che lo faccia negli altri. Per lo storage, è prevista la grid parity entro massimo 10 anni. Nel contesto attuale, la SEN recentemente pubblicata prevede, al 2030, una progressiva crescita al 55% delle rinnovabili elettriche. È quindi tempo di investire nella infrastruttura che dovrà permettere la coesistenza di queste fonti e coniugare il nuovo ruolo degli utenti e nuovi operatori”.
Come accennato in apertura, la tecnologia già c’è ed è in grado di gestire con intelligenza e flessibilità le reti ibride: il supporto di analytics, tecniche di machine learning e performance asset management risulteranno fondamentali nell’ottenere già nel breve periodo risultati di assoluta eccellenza.