Digitalizzazione utility: perché vale la pena investire

Il ruolo dei distributori di energia elettrica negli scenari globali di decarbonizzazione, rinnovabili, generazione distribuita e digitalizzazione utility
Digitalizzazione utility: perché vale la pena investire

Protagonisti della transizione energetica, presi tra i due “fuochi” dei grandi produttori e dei consumatori evoluti in prosumer, i distributori di energia elettrica, insieme agli operatori di trasmissione, rappresentano la categoria concretamente più coinvolta nella trasformazione globale delle reti elettriche in ottica smart grid e digitalizzazione utility.

Il loro compito è quello di gestire un asset, la rete elettrica, secondo un business regolamentato e obiettivi strettamente connessi alla buona qualità del servizio e a un’innovazione che permetta lo sviluppo di clienti e produttori/consumatori allacciati.

Non a caso, i gestori di rete italiani stanno investendo cifre considerevoli nell’adeguamento dell’infrastruttura e in propri servizi in ambito elettrico. Cosa muove tale propensione e come cambia il ruolo delle utility nel nuovo paradigma della digital energy? Ne abbiamo parlato con Marco Melato, Business Development Manager per il settore delle Utility in Schneider Electric, il cui successo nello sviluppo di rilevanti progetti di digitalizzazione dell’energia ne conferma il ruolo di spicco nel supportare questa transizione.

Full electric, generazione distribuita e digitalizzazione utility

Marco Melato Schneider Electric

Marco Melato Schneider Electric

“L’attuale trasformazione del settore elettrico e il suo impatto sulle utility si colloca nel nuovo concetto di mondo in “3D”: decarbonizzato, decentralizzato, digitalizzato e contemporaneamente più elettrico – spiega il manager di Schneider Electric -. Uno scenario che intreccia politiche nazionali, europee e globali verso ambiziosi obiettivi uniti dal fil rouge della innovazione tecnologica. Un recente report di Blomberg NEF traccia uno scenario in cui nel 2050 il vecchio continente gestirà un sistema elettrico alimentato all’87% da fonti rinnovabili (New Energy Outlook 2018).”

Gli input normativi e strategici alla transizione energetica risultano così frutto della complementarietà tra più livelli:

  • Mondo: gli accordi sul clima di Parigi del 2015 per limitare l’aumento della temperatura hanno un forte impatto sulla produzione di energia da fonti convenzionali;
  • Europa: il Clean Energy Package for all Europeans (novembre 2016) si sta traducendo in direttive e obiettivi al 2030 e al 2050 per guidare la transizione energetica e provare a dimostrare che la diminuzione delle emissioni dovute alla componente energetica è sostenibile anche economicamente, rivoluzionando il tradizionale rapporto gestore/consumatore e promuovendo rinnovabili e comunità energetiche;
  • Italia: la SEN del novembre 2017, pur non tracciando una strada specifica, si pone entro il 2030 obiettivi quali il 55% di produzione da fonti rinnovabili sul lato elettrico e il 27% in ambito energetico, puntando molto su nuove misure per accrescere gli investimenti in fotovoltaico, eolico e altre fonti.

Obiettivi difficili da raggiungere senza un cambio di mentalità e di processi. “I distributori si trovano proprio al centro di questa trasformazione – aggiunge Melato -, in quanto devono gestire l’evoluzione del sistema energetico dialogando con clienti/prosumer e integrando le rinnovabili riuscendo a gestire la loro non programmabilità. La cosa interessante, che è uno dei motivi per cui si sta investendo, è che il successo di questa trasformazione può abilitare nuovi servizi e costituisce quindi una grande opportunità proprio per le Utility; sto pensando ai primi casi di servizi offerti per lo sviluppo della mobilità elettrica o delle applicazioni in ambito smart city: sono tentativi che provano a rispondere alle esigenze di clienti sempre più attenti all’uso dell’energia.”

Rinnovabili, generazione distribuita e digitalizzazione utility tra le principali sfide delle reti elettriche moderne

Utility in viaggio verso reti flessibili e digitali

Un sistema flessibile, in grado di raccogliere e distribuire senza interruzioni l’energia prodotta in siti “sparsi” su tutto il territorio con la prospettiva di abilitare nuovi servizi: tutto questo richiede ai gestori adeguamenti infrastrutturali e procedurali non indifferenti.

EcoStruxure ADMSGli investimenti delle utility non possono che propendere, in questo complesso scenario di generazione distribuita, per la digitalizzazione dell’intero sistema o di singoli asset, con l’adozione di tecnologie che consentano di gestire in tempo reale la rete, ridurne al minimo le perdite e garantire la continuità dei servizi, contribuendo al contempo allo sviluppo sostenibile indicato dai tre scenari evidenziati in precedenza.

Traguardi oggi sempre più vicini grazie a proposte tecnologiche come EcoStruxure Grid, l’ecosistema proposto da Schneider Electric per ottimizzare le reti elettriche. Appoggiandosi in particolare al software EcoStruxure ADMS (Advanced Distribution Management System) le utility possono beneficiare di modelli digitali e integrati frutto dell’interconnessione tra i diversi processi che caratterizzano le attività di gestione della rete, migliorando aspetti operativi, qualità dell’offerta e rapporti con i clienti.

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Maria Cecilia Chiappani

Copywriter e redattore per riviste tecniche e portali dedicati a efficienza energetica, elettronica, domotica, illuminazione, integrazione AV, climatizzazione. Specializzata nella comunicazione e nella promozione di eventi legati all'innovazione tecnologica.

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