Ottimizzare l’autoconsumo fotovoltaico con la modularità di MyReserve

Il sistema di accumulo MyReserve di Solarwatt, modulare e scalabile con moduli batteria da 2,4 kWh a 12 kWh consente di dimensionare accuratamente la capacità della batteria e realizzare una configurazione “su misura” per le esigenze energetiche del cliente. Questo consente di ottimizzare l’investimento senza sovradimensionare o sottodimensionare il sistema.

Un esempio concreto di autoconsumo fotovoltaico

Proprio da queste considerazioni è partito il miglioramento della quota di autoconsumo di energia per un’abitazione privata in provincia di Novara dotata di un impianto fotovoltaico residenziale da 6 kW, installato del 2011 e incentivato con il quarto conto energia.
Il proprietario Carlino Sensolo è molto attento ambientaliste e la sua priorità è sempre stata quella di ridurre la dipendenza dalla rete elettrica nazionale e sfruttare il più possibile l’energia solare. Si è rivolto a Negawatt, società di consulenza nel settore energetico, per aggiungere un sistema di accumulo in grado di portarlo più vicino all’autosufficienza energetica.

myreserve per ottimizzazione fotovoltaicoNegawatt ha analizzato i consumi elettrici – la casa è dotata di un impianto di climatizzazione e uno di illuminazione notturna – in modo da individuare il corretto dimensionamento della batteria.

È stato scelto il sistema d’accumulo MyReserve di Solarwatt, nella configurazione da 9,6 kW, composto da un modulo MyReserve Command, che contiene l’elettronica di potenza, e quattro moduli batteria MyReserve Pack ciascuno da 2,4 kW.

“La convenienza della soluzione Solarwatt risiede nella modularità e nella facilità di installazione, per la quale una persona è più che sufficiente – ha evidenziato Alberto Vajra, amministratore di Negawatt – Nella configurazione attuale il sistema dovrebbe aumentare la quota di autoconsumo del 45%, passando dal 30% al 75%. L’impianto è inoltre predisposto per una presa di ricarica per l’auto elettrica”.

“In Italia il sistema di accumulo MyReserve è molto apprezzato – ha aggiunto Fabrizio Limani, Country Manager di Solarwatt Italy – la nostra offerta è in grado di rispondere a tutte le esigenze poiché comprende moduli, batterie e il sistema per la gestione intelligente dell’energia, Energy Manager.
Con Solarwatt è possibile creare il circolo virtuoso di produzione, accumulo e controllo dei consumi”.

Refrigerante R32 per la gamma Mr. Slim Power Inverter R32

Mr. Slim Power Inverter R32 è la nuova gamma di unità esterne ad espansione diretta per applicazioni commerciali di Mitsubishi Electric che si distingue per elevata efficienza energetica, affidabilità, flessibilità, basso consumo energetico e per un ridotto impatto ambientale grazie al nuovo refrigerante R32 a basso GWP.

Per rispondere a tutte le esigenze impiantistiche, Mr. Slim Power Inverter R32 è disponibile nelle taglie da 3,5 kW a 14 kW nominali in raffreddamento, con alimentazione monofase, mentre i modelli di taglia più elevata (10-12,5-14 kW) sono disponibili anche con alimentazione trifase.

Inoltre, le unità esterne Power Inverter R32 consentono elevata flessibilità installativa, infatti possono essere connesse alle diverse tipologie di unità interne come le cassette 4 vie, le unità a soffitto o a parete, sia in versione monosplit sia in versione free-compo (1 unità esterna e fino a 3 unità interne con funzionamento simultaneo).

Mr. Slim Power Inverter R32La gamma Mr. Slim Power Inverter R32 assicura un aumento di efficienza significativo sia in termini stagionali (SEER/SCOP) sia puntuali (EER/COP) grazie a nuovo refrigerante R32; inoltre mantiene costante la capacità nominale erogata in riscaldamento fino ad una temperatura esterna di -3°C rendendola adatta a climi rigidi.

Le unità esterne commerciali Mr. Slim supportano l’impostazione di funzioni avanzate per il controllo e la regolazione settabili da comando remoto.

L’ampio range di funzionamento e la massima flessibilità nell’installazione, grazie a linee frigorifere particolarmente lunghe fino a 100m di distanza e alla possibilità di riutilizzo delle tubazioni esistenti, rendono la gamma adatta a diverse esigenze impiantistiche.

Tra le novità, la funzione nativa di Energy Monitoring tramite piattaforma MelCloud, che consente all’utente di tenere sotto controllo i consumi dell’unità nel corso dell’anno tramite smartphone, tablet o PC.

Installare la nuova gamma consente l’accesso al Conto Termico 2.0 e all’Ecobonus, la detrazione fiscale pari al 65% per gran parte delle combinazioni con le diverse unità interne disponibili.

Ekip UP: l’unità digitale per aggiornare i sistemi in bassa tensione

ABB propone la soluzione Ekip UP, l’innovativa unità digitale plug & play che consente di aggiornare gli impianti elettrici in microreti digitali, garantendo guadagni in termini di produttività e costi energetici.

La soluzione ABB è adatta per aggiornare gli impianti più datati, attraverso l’acquisizione dei dati e la condivisione con funzioni di gestione energetica su cloud senza la necessità di altri contatori o gateway esterni.

Senza dover cambiare il quadro elettrico dell’impianto, la gamma di unità digitali Ekip Up aggiunge funzioni di monitoraggio, protezione e gestione necessari a rinnovare i processi basati su sistemi avanzati di misurazione con sensori flessibili e connettività integrata.

ABB abilityViene inserito nel quadro elettrico e consente di digitalizzare il sistema elettrico esistente, collegandolo alla piattaforma di gestione energetica su cloud, ABB Ability.

L’unità digitale consente di monitorare in modo semplice e conveniente il consumo di energia e ottimizzare le operazioni, assicura la massima protezione e fornisce rapide diagnosi in caso di anomalia.

E’ utilizzabile in applicazioni in bassa tensione da 40 kW a 4 MW, l’apparecchio multifunzionale può essere montato sulla porta del quadro o su guida DIN.

5 versioni di Ekip UP per ogni esigenza

Ekip UP Monitor effettua la misurazione dei valori di corrente, tensione, potenza e qualità di alimentazione nonché analisi dei guasti. Adatto per l’integrazione in sistemi di supervisione.

Ekip UP Protect fornisce in aggiunta tutte le funzioni di protezione necessarie.

Ekip UP Protect+ è in grado di proteggere il generatore nonché di attivare protezioni adattattive e/o protezione direzionale per le reti di distribuzione dell’alimentazione.

Ekip UP Control include un algoritmo di gestione della potenza oltre alle funzioni di monitoraggio che consente di ridurre i consumi elettrici e richiedere l’accesso al mercato dell’energia.

Ekip UP Control+ è la versione top di gamma, che include un set completo di funzioni, come un controller completo per microreti.

Lo strumento di commissioning Ekip Connect facilita la configurazione e l’utilizzo del dispositivo grazie a un’intuitiva interfaccia touch a colori, disponibile in 10 lingue, che consente al cliente di consultare le impostazioni, verificare gli avvisi e impostare parametri e soglie.

Condotti sbarre: classificazioni e normativa di riferimento

logo Anie EnergiaI condotti sbarre sono apparecchiature usate per distribuire e controllare l’energia elettrica di tutti i tipi di carichi, e sono utilizzati in applicazioni industriali, commerciali e simili. Sono costituiti da un involucro (condotto) che contiene un sistema di conduttori comprendente una o più sbarre distanziate e sostenute da materiali isolanti (isolatori), sul quale vengono installate unità di derivazione ed apparecchi di protezione. L’involucro può essere in lamiera di acciaio zincato o verniciato, in alluminio o alluminio verniciato e se necessario può anche essere usato come conduttore di protezione.

Un condotto sbarre prefabbricato è composto da un elemento rettilineo al quale sono collegati la testata di alimentazione, staffe murali o a sospensione, i dispositivi di derivazione (spine precablate o a morsetti, cassette per interruttori modulari, scatolati o per fusibili), elementi flessibili, giunzioni a T e Z e angoli per il cambio di direzione.

Norme e direttive in vigore

È bene sottolineare che i condotti sbarre sono trattati – a livello di normativa – come i quadri elettrici, quindi è necessario seguire le indicazioni della serie di norme CEI EN 61439 “Apparecchiature assiemate di protezione e di manovra per bassa tensione (Quadri BT)”.

La norma di prodotto CEI EN 61439-6 definisce il condotto sbarre come: “apparecchiatura racchiusa in involucro usata per distribuire e controllare l’energia elettrica di tutti i tipi di carichi, destinata ad applicazioni industriali, commerciali e simili, sotto forma di un sistema di conduttori comprendente sbarre che sono separate e sostenute da materiale isolante in un condotto, un canale o un involucro simile”.

I condotti sbarre sono disponibili con un range esteso di portate da 25 A sino a 6.300 A, vengono utilizzate sia per la parte potenza elettrica sia per l’illuminazione, presentano un invecchiamento lento e richiedono poca manutenzione e sono in grado di garantire continuità di servizio.

7 caratteristiche che rendono i condotti sbarre decisamente interessanti:

  1. resistenza alle correnti di corto circuito che garantiscono un’elevata affidabilità all’impianto elettrico;
  2. compattezza;
  3. facilità e rapidità di installazione;
  4. modularità del sistema;
  5. possibile monitoraggio e misura delle grandezze grazie a integrazione di sistemi appropriati;
  6. riutilizzo e possibilità di effettuare modifiche di tracciato;
  7. elevata affidabilità e flessibilità.

condotti sbarre Classificazione dei condotti sbarre

Piccola potenza: per l’illuminazione e l’alimentazione di piccoli carichi in ambienti industriali o commerciali, la cui portata sarà solitamente compresa tra 25 A e 160 A come corrente nominale;

Media potenza: corrente nominale compresa tra 160 A e 1.000 A, per la distribuzione elettrica in edifici industriali e del terziario, in cui si ha un’alta densità di carichi;

Forte potenza: con funzione di trasporto/distribuzione e collegamento quadro-quadro, trasformatore-quadro con corrente nominale oltre i 1.000 A e fino a 6.300 A.
Con i condotti sbarre è possibile rispondere a diverse esigenze impiantistiche dall’illuminazione di uffici e capannoni fino a grossi impianti in cabine di trasformazione; dai data center alle infrastrutture per aeroporti fino alla distribuzione in grattacieli, navi o ospedali.

Per maggiori informazioni è possibile scaricare a questo link la Guida Tecnica sui condotti sbarre pubblicata da ANIE Energia

Focus Quadri elettrici – La trasformazione digitale dell’energia elettrica

Un sistema elettrico deve garantire buone prestazioni di funzionalità, sicurezza e qualità dell’energia elettrica, la continuità del servizio e promuovere un’adeguata innovazione nel rispetto della sostenibilità energetica e ambientale. Le prestazioni del sistema devono essere integrate da una qualificata gestione.

L’Internet of Things rappresenta la nuova frontiera della rivoluzione digitale che sta trasformando il mondo come lo conosciamo e rendendo gli oggetti in grado di comunicare tra loro grazie alla connettività.

In questo Focus troverete approfondimenti tecnologici, aspetti legati allo sviluppo dei componenti e alcune delle novità presenti sul mercato.

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Trend e approfondimenti

Ma cosa cambia nel mondo della distribuzione di energia elettrica?
La politica energetica europea ha come obiettivi la necessità di limitare l’utilizzo di energia da fonti tradizionali, promuovere la diffusione delle energie rinnovabile e favorire l’efficienza energetica e tutela dell’ambiente. Questo richiede la necessità di concepire e sviluppare una nuova generazione di reti elettriche intelligenti, le smart grid.
L’innovazione tecnologica si conferma una delle principali leve competitive del comparto, che oggi può contare sulle molteplici possibilità offerte dalla crescente digitalizzazione e dall’Internet of Things.
Proprio l’evoluzione verso l’IoT è un percorso che si sta concretizzato con componenti che consentono la realizzazione di impianti intelligenti, ma è necessario ridefinire il concetto di distribuzione elettrica.

Condotti sbarre: classificazioni e normativa di riferimento

Condotti sbarre: classificazioni e normativa di riferimento

I condotti sbarre sono apparecchiature usate per distribuire e controllare l’energia elettrica di tutti i tipi di carichi, e sono utilizzati in applicazioni industriali, commerciali e simili. Articolo redatto da ANIE Energia.
Il quadro elettrico nell'era dell'Internet of Things

Il quadro elettrico nell’era dell’Internet of Things

Un quadro elettrico smart rende possibile ottimizzare la gestione energetica e operativa degli impianti, realizzando monitoraggio continuo, manutenzione ottimizzata, massimizzazione delle condizioni operative, riduzione dei costi di fermo impianto. Articolo redatto dagli esperti di ANIE CSI
EcoStruxure Schneider Electric

Da Schneider Electric un’architettura completa per la gestione dell’energia

La gestione intelligente dell’energia è la chiave per ottimizzarne l’utilizzo e ridurre gli sprechi: Schneider Electric propone una soluzione integrata che consente controllo, comando e monitoraggio.
distribuzione elettrica ABB

L’evoluzione digitale della distribuzione elettrica

Come sfruttare al meglio i benefici di una rete di distribuzione elettrica flessibile, in grado di comunicare a tutti i livelli e di coniugare generazione e consumo in funzione delle esigenze dell’utilizzatore/consumatore.

I prodotti in primo piano

Affrontare le sfide imposte dalla trasformazione digitale dell’energia impone tecnologie e soluzioni in grado di garantire continuità e qualità del servizio, ottimizzazione dei processi, gestione e monitoraggio.

Ekip Up Abb

Ekip UP: l’unità digitale per aggiornare i sistemi in bassa tensione

Ekip UP di ABB è l’innovativa unità digitale plug & play che consente di aggiornare gli impianti elettrici in microreti digitali, garantendo guadagni in termini di produttività e costi energetici.
PTfix Phoenix Contact

I nuovi blocchi PTFIX riducono ingombri e tempi di cablaggio

La distribuzione di potenziale si fa veloce e compatta: Phoenix Contact risponde con PTFIX, la prima gamma di blocchi di ripartizione pronti all'uso basati sulla tecnologia di connessione Push-in.
Moduli Digitali Masterpact MTZ

Personalizza Masterpact MTZ con i Moduli Digitali

I moduli digitali sono pacchetti software a pagamento che possono essere installati sugli interruttori aperti Masterpact MTZ di Schneider Electric personalizzandoli in base alle esigenze.

Mobilità elettrica: quanto ne sanno gli italiani?

La mobilità elettrica è la chiave per un futuro più sostenibile in Italia e all’estero. Stiamo assistendo a un aumento dell’offerta di auto elettriche e ibride e a nuove politiche che pongono al centro interventi strutturali sulla rete elettrica con l’installazione di colonnine di ricarica.

Da questi presupposti nasce il sondaggio Presa in pieno! Gli italiani alle “prese” con le colonnine di ricarica voluto da Reed Exhibitions Italia e realizzato da Nuova Energia, il bimestrale dello sviluppo sostenibile.

L’indagine Presa in pieno! ha come obiettivi quelli di comprendere le conoscenze degli italiani sulla mobilità elettrica, rilevare le percezioni sull’auto elettrica e sull’utilizzo friendly le colonnine di ricarica; ma anche individuare le fake news già radicate intorno a questo tema. “L’indagine nasce anche per supportare gli operatori del settore e offrire uno strumento di marketing per indirizzare la comunicazione proprio sui temi che rappresentano le attuali criticità percepite” ha sottolineato Davide Canevari, direttore della rivista Nuova Energia.

Per partecipare al sondaggio basta collegarsi al sito www.nuova-energia.com e mettere alla prova le proprie conoscenze in termini di mobilità elettrica, stazioni di ricarica e valutare gli approcci alternativi alla propria mobilità quotidiana.

A Milano il 25 e 26 settembre verranno presentati i risultati dell’inchiesta durante That’s Mobility, l’evento organizzato da Reed Exhibitions Italia in partnership con l’Energy&Strategy Group del Politecnico di Milano rivolto a un pubblico di professionisti.

That’s Mobility, l’evento dedicato alla mobilità elettrica, promuovere lo sviluppo della filiera industriale e l’efficientamento energetico per supportare il cambio di paradigma del settore automotive.

“Questa prima edizione di That’s Mobility propone convegni, approfondimenti e momenti espositivi che fotografano il mercato dei veicoli elettrici, delle infrastrutture di ricarica e di tutti i servizi collegati – dichiara Massimiliano Pierini, Managing Director di Reed Exhibitions Italia -. Nasce dall’esperienza di That’s Smart, l’area dedicata alle tecnologie elettriche per l’efficienza energetica all’interno di MCE – Mostra Convegno Expocomfort. Vogliamo che diventi un appuntamento fisso per discutere del futuro dei trasporti offrendo un quadro completo dell’evoluzione della e-mobility nel nostro Paese.”

Tutti gli aggiornamenti su: www.thatsmobility.it

Il quadro elettrico nell’era dell’Internet of Things

logo ANIE_CSIIl ruolo tradizionale del quadro elettrico è quello di distribuire l’energia elettrica garantendo nel contempo la sicurezza delle persone e delle cose.
La continua innovazione tecnologica, pur continuando a garantire queste principali funzioni, lo sta ora trasformando in un componente smart, rendendolo un punto chiave dell’impianto elettrico per la raccolta delle informazioni ed il controllo totale dell’intero sistema di distribuzione elettrica.

Questa evoluzione interessa tutte le tipologie di quadri elettrici, compresi quelli a bordo macchina, sia nel settore industriale, sia in quello degli impianti meccanici, che – grazie alle nuove tecnologie – possono risultare nativamente collegabili, consentendo anche un controllo a monte dell’attività della macchina a cui sono asserviti.

Senza addentrarci eccessivamente negli aspetti tecnici, in quanto ogni produttore propone soluzioni leggermente diverse, il quadro elettrico smart rappresenta completamente l’IoT (Internet of Things) applicato alla Distribuzione Elettrica. Tutti i componenti modulari all’interno del quadro elettrico smart sono ora dei componenti comunicanti che, in base alle proprie caratteristiche, rendono disponibili le informazioni relative al proprio stato di funzionamento.

Ovviamente la quantità di informazioni dipende direttamente dalla complessità delle funzioni che il componente realizza: un semplice interruttore dirà solo se è aperto o chiuso, mentre uno strumento di misura della qualità dell’energia potrà rendere centinaia di dati relativi tensioni, correnti, energia, sfasamento con frequenze di misurazione molto elevate.

Tutti i dati raccolti all’interno del quadro elettrico smart sono concentrati e, tramite un gateway, sono resi disponibili verso la rete tramite un’unica presa Ethernet. Di fatto il quadro diviene un unico oggetto smart che rappresenta tutti i componenti al suo interno.

Ovviamente le caratteristiche di semplicità di realizzazione ed installazione, modularità, scalabilità devono essere presenti per garantire che la realizzazione di quadri di questo tipo sia alla portata di qualunque installatore elettrico in grado di realizzare un quadro di tipo tradizionale.

Il valore dei dati generati dal quadro elettrico

Ma, a questo punto, il tema importante diventa l’utilizzo delle informazioni generate dal quadro elettrico smart (e delle altre componenti dell’impianto elettrico fino alla cabina di MT). Che valore possono portare alle attività del cliente e di tutti coloro che sono chiamati a operare sull’impianto elettrico?

È la risposta a questa domanda che rappresenterà la vera rivoluzione, che avrà la stessa portata di quella che sta interessando tutti i settori nei quali le applicazioni IoT vengono introdotte.

Un quadro elettrico smart (e più in generale un sistema di distribuzione elettrica smart) rende possibile ottimizzare la gestione energetica e operativa degli impianti, realizzando funzioni quali:

E con questo ci siamo limitati alle applicazioni più immediatamente attinenti all’impianto elettrico. Estendendo l’area di interesse i dati possono essere utilizzati per l’individuazione degli sprechi energetici e per l’allocazione dei costi relativi all’uso dell’energia. Più in generale, laddove i dati possono essere incrociati con quelli provenienti da altre applicazioni, questi contribuiscono a misurare la performance energetica di un edificio, oppure a contribuire alla realizzazione e alla verifica del piano di sostenibilità di un’impresa, oppure ad una gestione ottimizzata della micro-grid realizzata all’interno di un distretto commerciale.

Il quadro elettrico diviene, in questo contesto, uno dei componenti che contribuiscono alla gestione integrata dell’impianto elettrico, dell’edificio e della città, attività intorno alle quali sta nascendo una nuova economia digitale.

Una grande sfida e una grande opportunità per chi lavora nel settore.

Da Schneider Electric un’architettura completa per la gestione dell’energia

La gestione intelligente dell’energia è la chiave per ottimizzarne l’utilizzo e ridurre gli sprechi: iQuadro di Schneider Electric va oltre il concetto di quadro elettrico tradizionale.
Il ruolo del quadro elettrico è quello di distribuire la potenza elettrica garantendo la sicurezza delle persone e delle cose, ma questa “azione” non può rimanere isolata, nell’era dell’Internet of Things e della connettività deve trasformarsi in controllo e gestione dell’energia a servizio dell’efficienza dell’impianto.

MTZ-iQuadroI dispositivi devono integrare funzioni di misura dell’energia, comando e comunicazione permettendo un controllo totale del sistema di distribuzione elettrica.

Tanti vantaggi in una soluzione

Grazie all’utilizzo delle nuove soluzioni Schneider Electric – che consentono di monitorare, controllare e gestire – è possibile:

Un’architettura completa per la gestione dell’energia

La gestione efficace dell’energia è una priorità per tutti gli impianti e proprio il quadro intelligente è il punto da cui partire per fare efficienza poiché è una soluzione integrata che garantisce controllo, comando e monitoraggio.

Schneider Electric propone una vasta gamma di apparecchiature e soluzioni per la distribuzione, la protezione, il controllo e la gestione degli impianti elettrici a bassa tensione.

Masterpact MTZ è il primo interruttore aperto aggiornabile in ogni momento che unisce performance e affidabilità con le innovative funzionalità digitali.

Sicurezza, affidabilità, efficienza, sostenibilità, connettività sicura sono i plus di Masterpact MTZ, una soluzione che fa risparmiare tempo ed energia.

Grazie alla connettività integrata possono essere inseriti senza alcuna difficoltà all’interno dei quadri elettrici intelligenti; inoltre grazie alle dimensioni identiche ai prodotti delle versioni precedenti, è possibile aggiornare o sostituire il componente con più facilità, senza necessità di ri-certificare l’impianto.

Tra i vantaggi, la possibilità di personalizzare Masterpact MTZ con i moduli digitali, pacchetti software che consentono di ampliare le funzionalità di base in termini di: misure avanzate; protezioni avanzate; diagnostica e manutenzione.

POWERTAG schneider electricPowerTag è il più piccolo sensore di monitoraggio wireless che permette di effettuare un monitoraggio completo dal punto di vista energetico e dello stato di funzionamento dei carichi. Questa soluzione unica nel suo genere migliora la sicurezza dei componenti negli impianti elettrici perché permette di gestire meglio i carichi critici ottenendo più affidabilità ed efficienza.

Si può connettere qualsiasi interruttore, portando la connettività nelle applicazioni di distribuzione elettrica in una nuova era: si monta direttamente nei morsetti di potenza del dispositivo modulare, con corrente nominale fino a 63 A ed è disponibile per versioni 1P, 1P+N, 3P, 3P+N.

Grazie alla comunicazione effettuata in wireless, anche l’installazione è semplificata. Inoltre, essendo caratterizzato da dimensioni compatte, si inserisce facilmente in quadri nuovi e esistenti, aumentando l’efficienza energetica complessiva e sfruttando i vantaggi della connettività.

Com X510 Schneider ElectricCom’X 510 è la soluzione di monitoraggio energetico e operativo integrata in un unico dispositivo, in grado di riconoscere automaticamente gli elementi connessi al sistema.

Non appena connesso e configurato, raccoglie i dati energetici e di funzionamento dell’impianto da diverse fonti: dispositivi di distribuzione elettrica, misuratori di gas, vapore, aria o acqua, sensori di temperatura e dei parametri ambientali.
Com’X 510 consente un’analisi delle informazioni tramite un comune browser grazie a pagine web integrate, e rende disponibili i dati su una rete LAN o tramite piattaforme cloud.

Inoltre, è possibile creare una reportistica con i trend storici delle grandezze elettriche, energetiche ed ambientali e un’analisi di confronto anno su anno, mese su mese, settimana su settimane e giorno su giorno, per identificare eventuali consumi anomali.

I nuovi blocchi PTFIX riducono ingombri e tempi di cablaggio

Quando si tratta di realizzare un progetto, la tendenza a richiedere tempi brevi di realizzazione e il massimo contenimento dei costi è diffusa in ormai tutto il panorama industriale, indipendentemente dai settori e dalle applicazioni di riferimento. Per poter raggiungere questo obiettivo, produttori ed integratori devono prestare estrema cura ad ogni aspetto progettuale, incluso l’allestimento dei quadri elettrici e di comando, che deve non solo rispettare i requisiti di installazione dei singoli dispositivi e assicurare facilità di cablaggio e manutenzione, ma anche permettere un allestimento rapido e compatto. Phoenix Contact risponde a questa esigenza con PTFIX, la prima gamma di blocchi di ripartizione pronti all’uso basati sulla tecnologia di connessione Push-in.

Fino ad oggi, le soluzioni di distribuzione del potenziale adottate sul mercato si basavano essenzialmente sull’impiego di più morsetti ponticellati tra loro fino a raggiungere il numero di poli desiderato. Distribuire il potenziale risultava quindi un’attività piuttosto farraginosa in tutte le sue fasi – a partire dall’ordine, che doveva comprendere numerosi codici prodotto, fino alla realizzazione ed al cablaggio.

Grazie a PTFIX è oggi possibile disporre di una soluzione pronta all’uso con numero di poli variabile e diverse varianti di montaggio e colore.

I blocchi PTFIX offrono 6, 12 o 18 punti di connessione già ponticellati internamente e compresi in un unico dispositivo, immediatamente utilizzabili e ampliabili a piacere.

Veloce ed intuitivo

Morsetti PTfixI blocchi sono disponibili in varianti da 1,5 mm² e 2,5 mm², quest’ultima anche in versione dotata di punto di connessione aggiuntivo da 6 mm². Le 11 diverse colorazioni disponibili favoriscono l’abbinamento visivo dei conduttori con i relativi i punti di connessione, per un’installazione intuitiva e sicura.

Ma è soprattutto il ricorso alla tecnologia di connessione Push-in a fare la differenza in termini di rapidità e praticità di utilizzo, consentendo l’inserimento semplice e veloce di cavi rigidi o flessibili dotati di puntalino senza necessità di ricorrere ad attrezzi specifici, anche in caso di conduttori da 0,14 mm2. Per scollegare i cavi o per collegare conduttori semirigidi senza puntalini, è sufficiente utilizzare il pulsante di azionamento.

L’impiego della tecnologia Push-in, insieme al pre-ponticellamento interno, permettono a PTFIX di offrire un risparmio dell’80% sui tempi di messa in opera e cablaggio.

PTFIX: applicabile ovunque

PTFIX si presta a diversi tipi di montaggio, per rispondere a tutte le possibili esigenze di installazione in interno quadro: sono dunque disponibili versioni per montaggio su guida DIN, direttamente nell’applicazione o tramite supporto adesivo.

I blocchi destinati all’installazione su guide DIN sono disponibili nella versione per guide standard da 35 mm o per guide standard da 15 mm, ideali per essere utilizzati all’interno di piccole scatole di giunzione. La disponibilità di una variante trasversale favorisce un’elevata densità di cablaggio e un risparmio fino al 50% di spazio rispetto ad una soluzione con morsetti passanti standard.

PTFIX è disponibile anche nella versione autoadesiva, per una pratica e veloce installazione su superfici piane: grazie al potente adesivo posto alla base del morsetto, il fissaggio non richiederà alcun utensile o preparazione della superficie d’appoggio. I blocchi base possono infine essere liberamente confezionati con vari adattatori o flange idonee per il bloccaggio a vite in qualsivoglia posizione sul pannello, a seconda del tipo di montaggio desiderato.

Compatibilità con Clipline complete

Essendo parte del programma Clipline Complete, i ripartitori PTFIX assicurano la perfetta compatibilità con gli altri dispositivi del programma stesso. Clipline complete offre infatti un’unica serie di accessori standardizzati utilizzabili con tutti i sistemi di connessione, per una vasta serie di funzioni.

Questo fa sì che i blocchi di distribuzione possano essere assemblati ed estesi, controllati e siglati singolarmente, oltre che essere ulteriormente ponticellati con ponticelli a due poli o con ponticelli di riduzione, ad esempio per permettere il collegamento di morsetti con sezioni nominali diverse.

PTFIX può venir inoltre testato mediante il foro di test da 2,3 mm sito su ogni blocchetto.

Certificazioni industriali e civili

Grazie all’ampia serie di certificazioni a cui sono sottoposti, i blocchi di ripartizione del potenziale PTFIX possono trovare applicazione in tutte le applicazioni industriali standard. Risultano inoltre idonei all’impiego in ambito civile, ai sensi della norma IEC 60998-2-2 “Connessione di dispositivi a bassa tensione per usi domestici e similari”.

Autore: Claudio Basilico per ElettricoMagazine

Tutto quello che c’è da sapere sulle pompe di calore

Le pompe di calore possono costituire un’alternativa al riscaldamento tradizionale? In vari Paesi è così, in Italia meno, dove sono considerate per lo più soluzioni interessanti per il condizionamento estivo. Tuttavia, il quadro potrebbe cambiare col progressivo spostamento verso l’edilizia nZEB, i cui criteri di efficienza energetica trovano in queste soluzioni uno strumento ideale.

Maurizio Pieve, di ENEA, è uno dei maggiori esperti italiani sul tema. Delegato italiano presso l’International Energy Agency (IEA) per le pompe di calore, sta lavorando su vari progetti dedicati.

Maurizio Pieve È lui a far sapere che il programma su queste tecnologie è stato concepito dalla IEA già 40 anni fa. «L’IEA si avvale di una serie di Technical Collaboration Programmes (TCP) per condividere tra i Paesi partecipanti i costi e i compiti relativamente a progetti specifici. Tra questi ve n’è anche uno dedicato proprio alle pompe di calore, di cui faccio parte per il comitato esecutivo che rappresenta i Paesi e indirizza il programma verso le strategie in grado di sviluppare l’utilizzo di queste soluzioni, dalle sensibili doti di risparmio energetico e di minore impatto ambientale. A questo TCP partecipano 12 Paesi UE (compresi Svizzera, Norvegia e Regno Unito), oltre al Canada, Sud Corea, Giappone e Stati Uniti, mentre sono in corso di valutazione richieste di adesione della Cina e dell’Estonia. C’è poi la necessità di creare, all’interno di ogni Paese, un coordinamento del gruppo specializzato sull’argomento».

Lo stesso ingegnere ci introduce ai lavori svolti dal Technical Collaboration Program, chiamati Annex, di durata generalmente triennale. «I loro obiettivi prevedono anche la ricerca e lo sviluppo di tecnologie specifiche. Al momento ne sono attivi una decina sulle pompe di calore, di cui almeno un paio in fase avanzata e pronti per essere fatti partire già quest’autunno. L’Italia partecipa in tre lavori, offrendo il suo contributo a volte come leader a volte come partecipante».

Il mercato delle pompe di calore

Quello italiano è ormai stabilmente da dieci anni il secondo mercato in Europa, dietro alla Francia. L’80% circa è costituito da pompe aria-aria, seguite da quelle aria-acqua, che pagano costi ancora rilevanti. Solo nel 10% dei casi le pompe vengono impiegate anche come soluzione primaria di riscaldamento per interni: si parla di una media annua di circa 130mila pezzi venduti negli ultimi dieci anni, con punte di 180mila negli ultimi anni.

In Europa la quota detenuta dall’Italia è del 13-18% del totale venduto; la Francia detiene invece il 22% circa, di cui il 35% sono pompe di calore per la produzione esclusiva di acqua calda sanitaria. In Italia quest’opzione non prende piede per gli elevati costi di acquisto, che lo rendono poco interessante rispetto a un boiler, anche se nel confronto dei costi di esercizio la pompa di calore è decisamente più conveniente per la miglior resa energetica.

La percentuale di diffusione sul territorio italiano potrebbe essere più significativa?

Direi proprio di sì. La penetrazione relativa, un indice significativo basato sulle vendite di impianti ogni mille appartamenti, è pari a 7 unità per mille abitazioni. Nel nostro Paese, considerando tale indice, potremmo prevedere vendite tre volte superiori. I Paesi nordici hanno un indice decisamente più elevato, pari a 18-35 unità per mille abitazioni. Questo fa capire che, malgrado condizioni ambientali più difficili, le pompe di calore sono preferite.

Le frontiere della ricerca in che direzione vanno?

gas refrigerante R32 ecologicoTra le idee più significative ci sono gli apparecchi con fluidi a basso global warming potential (GWP), motivati dalla entrata in vigore della direttiva F-Gas. Tra questi l’R32 è uno dei più interessanti, commercialmente parlando. Uno degli Annex in partenza riguarda proprio una soluzione dedicata a F-gas di ridotto impatto ambientale, un trend gradito a diversi altri Paesi.

Un’altra soluzione potenzialmente sviluppabile è lo studio dell’integrazione della pompa di calore con altre tecnologie. Nel momento in cui essa diventa parte di un sistema integrato, si deve pensare prima di tutto a collegarlo con impianti e servizi di accumulo e di produzione energetica solare, permettendo di far funzionare la pompa solo quando ve n’è bisogno. Infine, grazie all’Internet of Things c’è la possibilità di far dialogare la macchina con l’utente o con il gestore dei dati ai fini di una migliore integrazione sulla rete elettrica, soprattutto in prospettiva di digital energy.

L’IoT quindi potrebbe divenire uno spartiacque importante per lo sviluppo delle pompe di calore?

Dal punto di vista tecnico senz’altro. Tuttavia, ci sono forti perplessità a livello IEA e non solo riguardo a questioni riguardanti la cybersecurity e, ancor più semplicemente, alla difficoltà nel controllare il flusso dei dati e risalire ai gestori, con tutti i problemi di privacy e di scarsa consapevolezza da parte dell’utente. È un tema di frontiera, con tutte le opportunità e i rischi che presenta.

L’ecobonus ha aiutato allo sviluppo sul mercato delle pompe di calore?

Le detrazioni hanno certamente contribuito alla diffusione. Però dopo un biennio 2015/2016 di forte crescita, il numero di vendite si è assestato nel 2017, motivato anche dal nuovo regime tariffario dell’energia elettrica, iniziato nel 2014 e non più accessibile dal 31/12/2016, che non premia più chi acquista una pompa di calore.
Di certo l’ecobonus, come anche il più recente Conto Termico 2.0, ha agito come volano, aumentando le vendite e di fatto raddoppiando il mercato che si è poi assestato anche se su un numero comunque superiore.

Lo storage potrebbe essere un incentivo per la loro diffusione?

Il problema in questo caso è legato agli spazi necessari per installare una tecnologia di accumulo. Sulle nuove costruzioni non ci sono problemi, sulle ristrutturazioni è un limite significativo. È allo studio, a livello di ricerca, una soluzione che prevede sistemi di accumulo distribuiti, opportunamente integrati nell’edificio e abbinati ad una gestione intelligente dell’orario di funzionamento della pompa e del livello di potenza erogata, con l’obiettivo di personalizzarli in base al profilo di occupazione dell’edificio da parte dell’utente. Ma, ripeto, siamo ancora a uno stadio di pura ricerca.

Per quanto riguarda le pompe di calore non elettriche a che punto siamo?

Ci sono le soluzioni a gas oppure l’opzione ad assorbimento, senza compressore, interessante anche nel caso della refrigerazione, prevedendo un ciclo interno con l’impiego nel circuito refrigerante di una soluzione acqua/ammoniaca o bromuro di litio/acqua. Stiamo però parlando di soluzioni di nicchia, nell’ordine di pochissime migliaia di esemplari annui.

Altra interessante soluzione è quella delle pompe di calore ibride che prevede anche l’impiego di una piccola caldaia. Il funzionamento delle due tecnologie viene gestito ottimizzando al meglio le risorse e attivandole in base alle condizioni climatiche più congeniali per l’una o per l’altra. Il pregio di contare sulla caldaia offre anche la possibilità di produrre acqua calda. Sono soluzioni molto intelligenti dal punto di vista energetico, con performance migliori rispetto alla sola pompa di calore, ma il loro limite è attualmente costituito oltre che dai costi ancora elevati, anche dalla mancanza di competenza o di formazione adeguata degli installatori e della non sufficiente conoscenza dell’utente, che altrimenti potrebbe spingere verso questa soluzione.

Pompe di calore ricerca