Integrazione architettonica con i moduli fotovoltaici Easy-In di Solarwatt

Il modulo Easy-In di Solarwatt è la soluzione fotovoltaica integrata architettonicamente a elevate prestazioni: la tecnologia vetro-vetro e il metodo di incorniciatura brevettato garantiscono affidabilità e resistenza.  I moduli resistono alla grandine, all’ammoniaca e alle elevate temperature in caso di incendio.

La qualità di questi moduli “Made in Germany” è testimoniata dalla garanzia di 30 anni sul rendimento e di 30 anni sul prodotto, oltre al pacchetto assicurativo che copre l’intero impianto contro danni causati da terzi o da intemperie, con risarcimento sul mancato rendimento.

Easy-In completa l’offerta fotovoltaica composta da soluzioni per la realizzazione di un impianto fotovoltaico domestico: moduli, sistemi di accumulo e Energy Manager da un unico fornitore e perfettamente compatibili fra loro.

Il modulo Easy-In è candidato al premio “German Design Award”, che premia ogni anno i migliori prodotti mettendo in risalto le caratteristiche innovative, di performance e di design.

“La candidatura della nostra soluzione integrata architettonicamente a questo prestigioso premio è per noi motivo di orgoglio – afferma il Ceo di Solarwatt, Detlef Neuhaus – Con Easy-In ci rivolgiamo ai clienti attenti all’ambiente che hanno particolare attenzione al design”.

Sicurezza 2019: integrazione e innovazione per competere

Sicurezza 2019, la manifestazione di Fiera Milano che si terrà dal 13 al 15 novembre 2019 a Rho, prosegue il proprio percorso di sviluppo internazionale mettendo al centro l’integrazione e l’innovazione.

In un mondo sempre più digitalizzato e interconnesso, le tecnologie di security assumono un ruolo centrale in ogni ambito, evolvendo da semplice protezione a elemento strategico: le tecnologie monitorano, raccolgono e gestiscono dati interpretandoli in maniera intelligente.

Tra i focus dell’edizione 2019 troviamo le soluzioni integrate, la cyber security, la sicurezza urbana

Grazie alla costante capacità innovativa e alla crescente richiesta di sicurezza, il mercato italiano prosegue il trend positivo: il 2017 si è chiuso con un fatturato totale in crescita del 7,2% e un +6,6% di esportazioni (dati ANIE Sicurezza, giugno 2018).

Il settore si conferma dinamico e l’Italia ha la capacità produttiva e tecnologica per aumentare la penetrazione all’estero creando nuovo business e rappresenta un mercato interessante per i produttori stranieri.

Per incontrare operatori di tutta Europa e illustrare loro i dettagli del progetto e le opportunità che il mercato italiano può offrire è partito il roadshow internazionale che vedrà Sicurezza protagonista di diverse presentazioni in occasione di workshop, eventi e fiere di settore.

Il primo appuntamento sarà Smart Building Levante, evento dedicato alla building automation che si terrà a Bari a novembre che si inserisce nell’ambito della collaborazione con Pentastudio.

Anche nel 2019, in contemporanea con Sicurezza 2019 si svolgerà Smart Building Expo, l’appuntamento dedicato all’edificio intelligente, che si allargherà ad altre due aree merceologiche: la smart city, con il tema strategico della connettività 5G, e i sistemi di produzione di energie rinnovabili.

Esistono molti punti di contatto tra smart building e tecnologie della sicurezza grazie all’integrazione tra i sistemi: l’impiantistica civile richiede sempre di più soluzioni di security in grado di garantirne la salvaguardia.

Inverter PVS-175-TL: soluzione di stringa trifase connessa al cloud

Il nuovo inverter PVS-175-TL   è la nuova soluzione di stringa trifase di ABB che fornisce la più alta potenza sul mercato per un inverter di stringa 1500 Vdc, con un risparmio fino al 65% dei costi di logistica e installazione per grandi impianti a terra.

L’inverter PVS-175-TL di ABB ha la capacità di generare fino a 185 kW di potenza, garantisce un miglioramento dell’efficienza totale nei sistemi fotovoltaici.

Oltre ai vantaggi offerti dagli inverter di stringa, la concezione modulare di questo inverter unita all’elevata potenza di uscita consente di ridurre del 65 % il numero di inverter necessari per completare il blocco di potenza ottimale, senza bisogno di utilizzare quadri di parallelo AC. Ciò comporta un risparmio fino al 65 per cento dei costi di logistica e installazione, e un più basso costo di energia (LCOE) per gli impianti utility.

L’inverter trifase intelligente PVS-175-TL – grazie alle funzioni digitali gestite tramite ABB Ability – fornisce fino a 185 kVA a 800 Vac e una densità di potenza ultra elevata pari a 1,3 kW/kg.

Questo consente di massimizzare il ritorno sull’investimento per i grandi impianti a terra e riduce i costi totali del sistema (BoS) degli impianti fotovoltaici di qualsiasi taglia.

È un inverter plug-and-play facile da installare, direttamente sulle strutture di sostegno dei moduli fotovoltaici, con una procedura uguale a quella utilizzata per installare un quadro di stringa DC.

I 6 plus dell’inverter PVS-175-TL

1 –Elevata densità di potenza – la più alta del mercato per un inverter 1500 Vdc, con un risparmio dei costi di installazione e logistica che può arrivare fino al 65 per cento.

2 –Facilità di installazione, riduzione dei costi OPEX del 30-40 % grazie a una maggiore rapidità di installazione dovuta al fatto che gli inverter possono essere installati sul sistema di montaggio dei moduli fotovoltaici esistenti, senza necessità di ulteriori dispositivi, quali i quadri di parallelo DC e AC, con conseguente risparmio di tempo e costi per la preparazione del sito, il noleggio delle attrezzature e la gestione di tutto il sistema nel tempo.

3 – Maggiore capacità senza compromettere la versatilità – i 12 canali di ingresso MPPT permettono di aumentare la flessibilità di progettazione degli impianti fotovoltaici, anche dei più complessi, mantenendone inalterata la resa. Questi inverter si adattano con facilità alle installazioni di impianti in campo aperto, consentendo di svincolarsi dalle restrizioni imposte dai sistemi di conversione convenzionali.

4 – Concezione modulare che non prevede l’uso di quadri esterni – si possono collegare fino a 24 stringhe direttamente al compartimento di cablaggio che, grazie ai sezionatori DC integrati e al sezionatore AC opzionale, elimina la necessità di utilizzo di quadri di parallelo DC e AC esterni.

5 – Operazione e manutenzione ottimizzati – le ventole interne (che non sono le ventole di raffreddamento degli inverter ‘heavy duty’) possono essere smontate durante i cicli di manutenzione programmata, mentre il modulo di potenza può essere sostituito senza smontare la scatola di cablaggio. I vantaggi sono: maggiore affidabilità, durata elevata e minori costi di esercizio e manutenzione.

6 – Digitalizzazione – con ABB Ability è possibile effettuare monitoraggio da remoto e alla manutenzione predittiva. Inoltre, è sistema a prova di futuro grazie agli aggiornamenti automatici, alla compatibilità e all’integrazione con i nuovi protocolli IP.

Focus Fotovoltaico – Soluzioni per un futuro sostenibile

La green economy rappresenta la strada per per un nuovo paradigma energetico sostenibile. La Strategia Energetica Nazionale 2017 – emanata lo scorso anno – traccia le linee guida per il comparto energetico italiano fino al 2030: fonti rinnovabili, efficienza energetica, decarbonizzazione, sicurezza energetica e competitività dei mercati energetici.

La sfida dell’efficienza energetica è indirizzata sempre più verso uno sviluppo sostenibile: il nuovo mix energetico vedrà un aumento delle rinnovabili, soprattutto eolico e fotovoltaico.

Secondo Renewables 2018 Global Status Report – report sulle energie rinnovabili 2018 redatto da REN21 – gli sviluppi positivi mostrano che la transizione alle energie rinnovabili è possibile,

il 2017 è stato un altro record per le energie rinnovabili, caratterizzato dal più grande aumento di capacità di energia rinnovabile, costi in calo, aumento degli investimenti e progressi nelle tecnologie abilitanti. Molti sviluppi nel corso dell’anno hanno influito sul dispiegamento di energia rinnovabile, comprese le offerte più basse in assoluto per le energie rinnovabili nelle gare di tutto il mondo, un aumento significativo dell’attenzione all’elettrificazione dei trasporti, aumento della digitalizzazione, giurisdizioni impegnate a diventare senza carbone, nuove politiche e partnership sulla determinazione del prezzo del carbonio e nuove iniziative e obiettivi stabiliti da gruppi di governi a tutti i livelli.

capacita addizionale fotovoltaico REN21Nel 2017 le fonti rinnovabili hanno rappresentato il 70% di tutta la nuova capacità di produzione elettrica globale: il fotovoltaico ha raggiunto i 98 GW di aumento di capacità.
L’Italia riesce a mantenere è quinto posto dopo Cina (che nell’ultimo anno ha registrato un incremento di 53 GW), Stati Uniti (+10,6 GW), Giappone (+7 GW) e Germania (+1,7G W).  Se si analizza la capacità procapite, l’Italia è al quarto posto della classifica mondiale. A livello nazionale il fotovoltaico italiano 2017 ha prodotto l’8,7 per cento dell’elettricità nazionale.

A livello globale l’elettricità prodotta da fonte solare ha contribuito per il 55% della nuova potenza rinnovabile installata, mentre eolico e idroelettrico rispettivamente per il 29% e l’11%.

Leggendo i dati del report, si evince che a fine 2017 capacità globale delle energie rinnovabili ha toccato quota 2.195 GW, potenza in grado di fornire il 26,5% dell’elettricità mondiale.

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In questo Focus troverete approfondimenti tecnologici, aspetti legati allo sviluppo dei componenti e alcune delle novità presenti sul mercato.

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Conviene ancora investire nel fotovoltaico?

Oggi decidere di installare un impianto fotovoltaico conviene quasi sempre poiché il fotovoltaico è una tecnologia affidabile, performante e competitiva, anche comparata a qualsiasi altra forma di produzione di energia.
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Come rendere il monitoraggio degli impianti fotovoltaici ancora più smart?  Fronius introduce una nuova funzionalità - Energy Profiling – Fronius Smart Meter, il contatore bidirezionale.
Energy storage, gli stimoli necessari alla sua crescita

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Come il mercato italiano dell'energy storage può giungere a piena maturità? Ne abbiamo parlato con Alberto Pinori, presidente ANIE Rinnovabili e direttore generale Fronius

Conviene ancora investire nel fotovoltaico?

Negli ultimi anni gli impianti fotovoltaici si sono diffusi a partire dal 2006 – anno in cui è stato varato il Conto Energia – un incentivo economico per coloro che decidevano di installare questo tipo di impianto. Era possibile godere di agevolazioni fiscali per produrre almeno energia sufficiente per il proprio consumo personale e, magari, guadagnare qualcosa. Dal 2013 gli incentivi in conto energia per i nuovi impianti fotovoltaici non esistono più.

Oggi decidere di installare un impianto fotovoltaico conviene quasi sempre poiché il fotovoltaico è una tecnologia affidabile, performante e competitiva, anche comparata a qualsiasi altra forma di produzione di energia.

I costi di installazione si sono ridotti fino al 75 % e gli impianti sono più accessibili; inoltre, il costo dell’energia – nell’ultimo decennio – è aumentato del 50% circa ed è destinato a salire.

Installare un impianto fotovoltaico, oltre a garantire un effettivo risparmio sulla bolletta, permette di accumulare l’energia prodotta, poterla utilizzare in un secondo momento. La scelta di installare un impianto fotovoltaico deve essere basata sulla massima ottimizzazione dell’autoconsumo.

Oggi conviene di più installare un impianto fotovoltaico non per vendere ma per risparmiare.

5 motivi per cui conviene investire nel fotovoltaico

1) Risparmio assicurato – utilizzare l’energia prodotta da un impianto fotovoltaico permette di ridurre il costo della bolletta. Inoltre, la combinazione tra sistema di accumulo e pompa di calore rende l’investimento ancora più conveniente e performante.

2) Riduzione delle emissioni – installare il fotovoltaico fa bene all’ambiente poiché si produce energia pulita e rinnovabile, riducendo lo sfruttamento di risorse. Inoltre, contribuisce a contenere le emissioni di anidride carbonica. Questo significa contribuire a raggiungere gli obiettivi di efficienza energetica imposti dall’Unione Europea.

3) Detrazioni fiscali – gli impianti realizzati sul tetto dell’abitazione fino a 20 kW di potenza, così come qualsiasi altra ristrutturazione edilizia, beneficiano delle detrazioni fiscali al 50%. La detrazione spetta per moduli fotovoltaici, inverter e sistema di accumulo. Lo sgravio fiscale pari al 50% delle spese rimane in vigore, a seguito di una ulteriore proroga, fino al 31 dicembre 2018.

Per gli impianti fotovoltaici nei condomini al servizio di utenze comuni vale lo sgravio fiscale, ma costi e benefici vengono ripartiti in millesimi.

È bene sottolineare che l’ecobonus 65% relativo all’efficientamento energetico riguarda l’installazione di impianti solari termici (no fotovoltaico) per la produzione di acqua calda e per gli interventi di efficientamento energetico degli edifici (isolamenti, coibentazioni, serramenti, infissi, pompe di calore…).

4) L’immobile acquista valore – Grazie all’installazione di un impianto fotovoltaico è possibile migliorare l’efficienza energetica dell’immobile e di conseguenza migliorarne la classe energetica.

5) Manutenzione minima – I costi per la manutenzione sono praticamente nulli, non essendoci parti meccaniche in movimento. Una pulizia stagionale dei pannelli fotovoltaici è sempre consigliata per garantire un’ottimale captazione dei raggi del sole. Per quanto riguarda gli inverter – cuore di ogni impianto – hanno una garanzia decennale e il controllo, a meno di un guasto, andrà fatto allo scadere della garanzia. La revisione deve essere effettuata da addetti specializzati che monitorano il corretto funzionamento e accertano l’efficienza.

Monitoraggio intelligente con Fronius Smart Meter

Come rendere il monitoraggio degli impianti fotovoltaici ancora più smart?  Fronius introduce una nuova funzionalità – Energy Profiling – Fronius Smart Meter, il contatore bidirezionale che ottimizza l’autoconsumo e rileva la curva di carico della rete domestica. Grazie a questa nuova funzionalità, il monitoraggio e l’analisi dei flussi energetici è ancora più performante: è possibile, infatti, misurare i flussi di energia verso molteplici carichi domestici ed industriali, nonché quelli provenienti da altri generatori oltre all’impianto FV tradizionale.

Fronius Smart Meter

Fronius Smart Meter, il contatore bidirezionale che ottimizza l’autoconsumo e rileva la curva di carico della rete domestica

Collegando uno Smart Meter a qualsiasi SnapINverter Fronius dotato di monitoraggio è possibile avere una panoramica completa dei consumi, visualizzando nel dettaglio le quote di autoconsumo e di energia prelevata dalla rete minuto per minuto.

Questo, inoltre, consente una regolazione dinamica dell’energia alimentata più rapida e precisa.

Grazie a Fronius Energy Profiling, sarà possibile applicare lo stesso principio di monitoraggio a livello di singolo canale, ovvero si potrà visualizzare all’interno del portale Fronius Solar.web quanto consumano i singoli carichi (es. pompa di calore, impianto VMF, ecc.) oppure quanta energia fornisce un generatore secondario.

Questo sistema permette di installare fino ad un massimo di 4 Fronius Smart Meter in un unico impianto fotovoltaico.

Le configurazioni possibili sono numerose e permettono di soddisfare le esigenze di clienti molto attenti ai propri consumi energetici come, per esempio, le aziende e quei privati che scelgono di avere una casa 100% elettrica.

La Energy Profiling di Fronius Smart Meter

Energy Profiling, il monitoraggio e l’analisi intelligenti dei flussi energetici di Fronius

eMobility Report: l’Italia ingrana la marcia elettrica

La mobilità elettrica oggi, e il suo ruolo di spicco tra i diversi fronti della transizione energetica, scoprono nei risultati di eMobility Report 2018 le carte di una sfida italiana tutta da giocare. A svelare gli scenari green dell’ultimo “nato” in casa Energy & Strategy Group, il direttore della realtà del Politecnico di Milano, Vittorio Chiesa, e Massimiliano Pierini, managing director di Reed Exhibitions Italia, durante l’inaugurazione di That’s Mobility (MiCo Milano, 25-26 settembre).

Convegno emobility“Il nuovo evento dedicato alla mobilità elettrica e sostenibile, frutto della collaborazione pluriennale avviata in tema energia con l’Energy & Strategy Group, aggiunge un tassello determinante alle opportunità di business generate dall’innovazione tecnologica negli scenari di efficienza energetica e decarbonizzazione – esordisce Pierini, salutando il numeroso pubblico in sala -. Il quadro perfettamente fotografato dall’eMobility Report intercetta le economie e le città del futuro con soluzioni integrate che coniugano sostenibilità ambientale e sviluppo tecnologico, generando la necessità di nuovi servizi, nuove competenze e nuove professionalità. That’s Mobility vuole essere punto di incontro, e di partenza, di questo nuovo paradigma green, intelligente ed efficiente”.

Una sensibilità al vasto tema della mobilità elettrica condivisa anche da Marco Granelli, assessore Mobilità e Ambiente del Comune di Milano, che ha evidenziato l’importanza della collaborazione tra istituzioni, mondo imprenditoriale, professionisti e cittadini nell’evoluzione sostenibile degli scenari urbani, con un occhio di riguardo per il trasporto elettrico e l’adeguamento delle infrastrutture necessario al suo rapido sviluppo.

I numeri della mobilità elettrica in Italia

Cosa significa parlare di mobilità elettrica in Italia? Il punto di partenza della cauta sensazione di ottimismo rilevata dal nuovo eMobility Report riguarda l’andamento delle immatricolazioni di auto elettriche a livello nazionale nel primo semestre del 2018, che risulta pari ai mezzi immatricolati nell’intero anno precedente – con il medesimo “raddoppio” misurato tra 2017 e 2016. Sebbene i numeri assoluti non siano sorprendenti, appena sopra i 4.000 veicoli nello scorso semestre anche in relazione a quanto registrato in altri Paesi europei, “la sensazione che si coglie diffusa e unanime negli operatori del settore è che la mobilità elettrica sia tutt’altro che una moda elitaria per appassionati di sostenibilità e tecnologia, bensì stia diventando una componente fondamentale del nostro modo di vedere i trasporti privati (e non solo) del futuro”, commenta Vittorio Chiesa.

Entro la fine del 2018 le immatricolazioni globali di auto elettriche toccheranno quota 2 milioni

Tornando ai numeri, nel 2017 sono state vendute 4.827 auto elettriche, lo 0,24% del totale, per un risultato complessivo di circa 13mila unità circolanti sul territorio italiano. Va tuttavia sottolineato che delle 4.827 auto elettriche, ben 1.964 sono full-electric (+40% sul 2016). Gli altri 2.863 veicoli sono invece “plug in”, con la possibilità di ricarica associata a un motore tradizionale, in netta crescita rispetto alle immatricolazioni del 2016. Ma il dato più rilevante sull’ascesa della mobilità sostenibile riguarda la prima metà del 2018, che ha registrato l’immatricolazione di 4.129 auto elettriche, cifra paragonabile all’intero 2017 e in crescita dell’89% rispetto al primo semestre dell’anno precedente.

Quanto è elettrico il resto del mondo? L’altra analisi di eMobility Report 2018

Espositori That's MobilityNon poteva mancare, nella corposa analisi sullo stato dell’arte del trasporto elettrico, la contestualizzazione del mercato italiano in uno scenario globale testimone di quasi 1,2 milioni di auto elettriche vendute nel 2017. Una crescita del 57% sul 2016 e ancor più significativa sul 2015, fermo a 537mila mezzi. Gli esperti dell’E&S Group si aspettano inoltre, entro la fine del 2018, un ulteriore balzo a 2 milioni di auto elettriche sul mercato.

Guardando alle performance nazionali, la Cina domina il settore dell’e-mobility con circa 580.000 auto vendute nel 2017 e un +72% sull’anno precedente, praticamente “doppiando” l’Europa, che rimane seconda con quasi 290.000 unità vendute (+39%), seguita dagli Stati Uniti con 200.000 auto elettriche (+27%). Interessante il +155% del Giappone, che con 56.000 veicoli venduti rappresenta il mercato più dinamico del 2017 pur confermandosi in quarta posizione.

La strada verso la mobilità elettrica è lunga ma ne vale la pena, a giudicare dai risultati del nuovo eMobility Report 2018

A vincere la sfida europea è invece la Norvegia, con 62.000 veicoli venduti (terzo Paese per immatricolazioni dopo Cina e Stati Uniti), con un impressionante 39% sul totale delle vendite interne di auto elettriche. La Germania, in seconda posizione con quasi 55.000 immatricolazioni, al +117% sul 2016, sorpassa la Gran Bretagna ferma a circa 47.000 (+27%) e la Francia (37.000 e +26%). Se questi primi quattro Paesi coprono nel 2017 il 70% del totale in Europa, in Italia c’è ancora molto da fare per “scalare” la classifica e migliorare l’attuale 2% di peso sul mercato europeo dei veicoli elettrici.

Scenari futuri per credere nella mobilità elettrica

colonnine ricarica elettricaI dati statistici e l’analisi infrastrutturale del report evidenziano diverse difficoltà da affrontare, a partire dal costo dell’auto elettrica, che ancora rappresenta una significativa barriera alla diffusione di soluzioni full-electric, per continuare con la mancanza di una infrastruttura di ricarica davvero adeguata e in grado di abilitare un utilizzo intelligente dell’auto elettrica.

“Il report termina con alcune riflessioni sugli scenari futuri e sul passaggio dall’e-mobility alla smart mobility – continua Chiesa -. Un concetto di mobilità elettrica interconnessa e capace di scambiare energia e servizi con la rete e con gli altri componenti del sistema, siano essi altri veicoli, impianti, case, edifici, in quello che sempre più spesso viene chiamato V2X, vehicle to everything”.

In questo promettente contesto appare necessario che operatori e policy maker agiscano in maniera coordinata verso un comune obiettivo, lo sviluppo della mobilità elettrica in Italia e nel mondo, che gli analisti del Politecnico di Milano declinano in tre scenari futuri globali:

 

“Ci troviamo di fronte al classico quadro di un settore allo stadio embrionale – conclude il direttore dell’E&S Group -. Sebbene abbia mostrato in passato un certo scetticismo sull’exploit del trasporto elettrico, mi sento oggi piuttosto ottimista sulle previsioni al 2030, grazie a una serie di indicatori di crescita tra i quali spiccano l’interesse dell’intero comparto automotive e le mosse del settore petrolifero. In entrambi i casi, infatti, le novità più interessanti riguardano la mobilità elettrica”.

Insomma, la strada verso la smart mobility è ancora lunga, ma vietato fare marcia indietro!

Energy storage, gli stimoli necessari alla sua crescita

Sull’energy storage l’Italia può dire la sua. Le previsioni sono a favore di un possibile primato, o comunque di una posizione d’eccellenza, ma la realtà cosa racconta? E soprattutto cosa occorre fare perché si diffonda significativamente?

Lo abbiamo chiesto ad Alberto Pinori, in veste istituzionale quale presidente ANIE Rinnovabili e di uomo d’azienda, direttore generale Fronius.

Energy storage: la dimensione del mercato Italia

Alberto Pinori FroniusStiamo parlando – stando alle stime ANIE – di un mercato sostanzialmente stabile, nel confronto dei dati 2017 e 2018, quantificabile in 6/7mila installazioni annuali.

Sono numeri tipici di un mercato giovane, lontani dai 45mila e più nuovi impianti fotovoltaici annui nel residenziale. La combinazione tra batterie e pannelli avviene quindi nel 15-20% dei casi.

In Germania si parla di 25/30mila impianti di accumulo energetico abbinati agli impianti di energia solare, ma godono di un sistema incentivante più diretto; da noi vi sono le detrazioni fiscali al 50%, una misura importante ma non sufficiente per farlo diventare uno strumento immediatamente appetibile.

Quali strumenti occorre mettere in campo perché si diffondano maggiormente gli impianti di accumulo italiani?

Perché il nostro mercato passi dai numeri attuali a quelli di vertice come quelli tedeschi servono stimoli più forti. Come ANIE Rinnovabili abbiamo attuato misure volte a promuovere sistemi di accumulo abbinato al fotovoltaico, accogliendo con favore i bandi di Regione Lombardia o altre misure comunque temporanee a sostegno. Perché la soluzione possa diffondersi significativamente serve stimolare l’adozione di misure a livello nazionale mediante un programma ragionato d’incentivi mirati, ma non a pioggia come è accaduto con le rinnovabili.

Oggi per sopperire al costo di batterie ad accumulo, in litio e costose, occorrerebbero misure in grado di sostenere l’impegno finanziario per un ritorno economico interessante. Ma sarebbe ancor più necessario incentivare altre componenti, per esempio, la ricerca e sviluppo, perché possano arrivare a soluzioni altrettanto o più performanti, ma meno costose, specialmente per le aziende che hanno produzioni massicce.

Perché incentivare l’energy storage e non, per esempio, la mobilità elettrica o altre soluzioni innovative?

L’accumulo energetico ha un valore di sostegno alla rete, nel bilanciare i flussi di produzione. In Italia contiamo su più di 700mila impianti fotovoltaici residenziali; se abbinati allo storage potrebbero compensare ampiamente il calo naturale nel momento in cui il sole tramonta.

Ristrutturazioni dell’esistente, come potrebbe inserirsi lo storage per far parte integrante dell’efficientamento energetico?

Bisognerebbe ragionare in termini olistici, pensando all’inserimento di un impianto di accumulo non solo elettrico ma anche termico. Lo stesso sistema della casa efficiente lo dobbiamo intendere a tutto tondo, quindi con un intervento organico che contempli l’adozione di un impianto fotovoltaico, del solare termico con accumulo, di pompe di calore oltre a un eventuale caldaia ibrida.

Questo richiede sì un investimento importante, ma il risparmio energetico ottenibile consente di coprire l’esborso in tempi ragionevolmente contenuti. Pensiamo che oggi di quei 45mila impianti fotovoltaici installati annualmente, metà sono progettati per essere integrabili con batterie di accumulo, ma l’altra metà non prevedono questa possibilità. È un limite sensibile.

Occorrerebbe prevedere l’adozione di una figura professionale, quale l’energy manager, in grado di calcolare precisamente la necessità energetica effettiva di un’abitazione e le soluzioni di efficienza energetica necessarie per il suo riscaldamento, raffrescamento, accumulo energetico e termico.

La trafila burocratica necessaria all’installazione di un sistema di storage è complessa?

Poniamo la questione in questi termini: basterebbe affidarsi a uno specialista competente nell’installazione e in grado di gestire interamente i passaggi burocratici. Non si tratta di una trafila particolarmente complessa, ma la complessità vera è data dall’Italia nel suo insieme.

Nella sua veste di uomo d’azienda, all’interno di Fronius, quali sono le caratteristiche che piacciono di più al mercato?

batterie caricaInnanzitutto la flessibilità. È un elemento vincente in quanto offre diverse possibilità: per esempio, l’uso dell’inverter con batteria per un accumulo temporaneo di energia dal fotovoltaico permette di decidere, col tempo, se aggiungere una soluzione di accumulo energetico più o meno grande per affrontare un eventuale sviluppo delle dotazioni tecnologiche domestiche.

Altro punto importante è la caratteristica delle batterie: oggi l’unica strada percorribile è quella che porta al litio, ma occorre arrivare a soluzioni di accumulo più compatte e innovative specie al servizio delle aziende. Esse hanno produzioni energetiche più cospicue rispetto a quelle residenziali, e necessitano oggi di batterie con un ingombro sensibile.

La batteria di accumulo energetico potrà essere una leva utile a sviluppare il mercato dell’auto elettrica?

Guardiamo la questione da un altro punto di vista: il veicolo elettrico potrebbe esso stesso essere una soluzione di energy storage. Una volta caricata in casa, di notte, il totale dell’energia incamerata dalla vettura potrebbe essere in parte impiegato per usi domestici. Col progressivo sviluppo della capacità di autonomia delle auto elettriche sarà possibile pensare sempre più questa opzione. Anche in questo occorre flessibilità, a livello normativo, per permettere questa soluzione. Ma prima, sicuramente, serve che sulle strade italiane circolino un maggior numero di vetture elettriche…

Ciò che oggi mi pare meno fattibile è pensare di ricaricare le auto in città. Le colonnine dovrebbero posizionate invece, oltre che in ambito residenziale, sui posti di lavoro, negli hotel o nei centri commerciali dove è possibile ricaricare in tempi adeguati le vetture. Potrebbe generare un mercato dove le attività commerciali diventino appetibili anche per la presenza di infrastrutture di ricarica.

Cosa serve perché l’energy storage prenda piede, quanto meno sia adeguatamente conosciuto?

Si dovrebbe prendere a riferimento l’esempio di Tesla. Quando si è proposta sul mercato, lo ha fatto da attore in grado di costituire una catena corta: produttore e consumatore. Tesla ha accorciato drasticamente la filiera, costituita prima da distributori, installatori ecc. proponendo una vettura che può essere anche una batteria di accumulo.

In questo momento tutte le aziende dovrebbero pensare a questo tipo di comunicazione diretta, in modo che si diffonda lo storage e diventi una soluzione conosciuta e praticabile un po’ com’è oggi l’adozione dei pannelli solari: il fotovoltaico, infatti, è un argomento che tutti almeno conoscono.

Schneider Electric a Cybertech Europe

Schneider Electricè tra gli sponsor di Cybertech Europe – che si tiene a Roma il 26 e 27 settembre pal Centro Congressi La Nuvola – per proporre un approccio alla cybersecurity di industria e infrastrutture che fa leva su EcoStruxure.

La connettività – accompagnata dall’emergere continuo di nuove tecnologie e opportunità – costringe le imprese a ridefinire il perimetro di business: impianti produttivi, infrastrutture, utility operano in uno scenario in cui sistemi, persone, processi, oggetti esistono e agiscono in modo sempre più interdipendente.

“Per un’industria investire in cybersecurity, sia dal punto di vista delle tecnologie sia da quello delle procedure e delle competenze, è essenziale – spiega Umberto Cattaneo, Cybersecurity Technical Sales Consultant di Schneider Electric – È il momento che oltre agli attori dell’IT entrino in campo direttamente gli attori che vengono dal mondo delle tecnologie operative, perché questo porta un valore aggiunto importante per assicurarsi capacità di difesa senza scendere in alcun modo a compromessi in termini di fluidità operativa, agilità, flessibilità produttiva”.

Oggi è necessario difendersi dalla velocissima evoluzione del cybercrime poiché gli attacchi sono capaci di creare centinaia di milioni di euro di danni e di bloccare l’erogazione di servizi essenziali come: energia, trasporti, infrastrutture.

Schneider Electric si propone come partner nell’ecosistema della cybersecurity: abbiamo abbracciato a 360 gradi la digitalizzazione con investimenti ingenti in ricerca e sviluppo ma nasciamo nel mondo delle tecnologie operative e quindi conosciamo ciò che potrebbe rendere vulnerabile ogni tipo di componente e sistema di controllo industriale, nei più diversi settori” aggiunge Umberto Cattaneo.

Integrazione di competenze OT e innovazione IT

Schneider Electric propone alle aziende di adottare strategie che consentano di prevenire o minimizzare l’effetto di attacchi: un sistema di difesa che aderisce ai principali standard di riferimento in ambito industriale (come: IEC62443, IEC62351, NIST, ISO27019) e si realizza con un approccio che prevede più livelli e l’utilizzo di più tecnologie per proteggere i sistemi critici.

E’ una strategia di “difesa in profondità” per definizione olistica, che si basa su una metodologia collaudata di gestione del ciclo di vita della cybersecurity: dall’assessment alla definizione delle idonee architetture di sistema per l’implementazione di soluzioni intrinsecamente sicure, dalla gestione al monitoraggio, fino alla manutenzione e all’offerta di servizi di consulenza e di formazione dedicati.

EcoStruxure: una piattaforma intrinsecamente sicura

Schneider Electric dispone, oltre che di un team di esperti cybersecurity, di un Global Threat Intelligence Center che si occupa di un monitoraggio attivo del cyberspazio per individuare potenziali rischi e sviluppare le adeguate contromisure da implementare sulle proprie soluzioni.

L’azienda offre una vasta gamma di prodotti certificati secondo standard di cybersecurity per applicazioni in ambito industriale ed elettrico: componenti connessi che fanno parte di EcoStruxure, la piattaforma e architettura aperta, interoperabile e basata su IoT.

I prodotti incorporano componenti sicuri, sono sottoposti a rigorose procedure di Test e Validazione e consentono di cogliere appieno i vantaggi della digitalizzazione usufruendo di servizi innovativi, analytics e cloud.

Ecodan e Zubadan, nuove pompe di calore idroniche efficienti e silenziose

La nuova serie di unità esterne split e packaged Ecodan e Zubadan dedicate ai sistemi di riscaldamento idronico residenziali – della divisione climatizzazione di Mitsubishi Electric – garantiscono elevate prestazioni, bassi consumi, un design ricercato e una silenziosità senza precedenti.

Il nuovo Chassis è stato studiato per le pompe di calore aria-acqua destinate al mercato europeo, per limitare al massimo le emissioni sonore senza tralasciare le altre caratteristiche fondamentali: l’efficienza energetica e l’aspetto estetico.

Soppressione del rumore

Sono state analizzate e neutralizzate le tre fonti principali del rumore:

La potenza sonora emessa del modello Zubadan PUHZ-SHW80 è di appena 59 dBA, ben 10 dBA in meno rispetto al modello precedente.

Efficienza energetica pompe di calore Ecodan e Zubadan

Mitsubishi Electric_Zubadan_AA Chassis

La pompa di calore idronica Zubadan raggiunge la classe di efficienza A++ per applicazioni a media temperatura

La nuova serie “AA Chassis” è equipaggiata di un compressore scroll di nuova generazione, più snello e leggero con attriti ridotti. La gamma di pompe di calore Ecodan e Zubadan raggiungono la classe di efficienza A++ per applicazioni a media temperatura.

Aspetto estetico

Il nuovo “AA Chassis” è caratterizzato da dimensioni compatte (unità mono-ventilatore), colorazione neutra dello chassis e zona ventilante nera.
La nuova linea è disponibile sia in versione “split” per la famiglia Zubadan nelle taglie da 8 a 11 kW e per la famiglia Ecodan nella taglia da 8 e 11 kW sia in versione “packaged” con potenze da 9 e 11.2 kW.

La base delle unità esterne AA è stata ridisegnata per ottimizzare e facilitare il drenaggio della condensa. Il miglioramento delle logiche di defrost e il layout della batteria, unite alla nuova base di drenaggio condensa, consentono di evitare la formazione di ghiaccio che potrebbe limitare il funzionamento in condizioni di temperature rigide.

Il principio di funzionamento

La pompa di calore è una macchina elettrica che sfrutta il ciclo termodinamico del fluido refrigerante, trasferendo il calore da una sorgente a bassa temperatura ad un ambiente a più alta temperatura. In pratica l’energia termica gratuitamente presente nell’aria in quantità illimitata viene sfruttata per riscaldare l’edificio o l’acqua calda ad uso sanitario. L’energia elettrica che alimenta le pompe di calore serve unicamente ad azionare il compressore e gli altri dispositivi ausiliari.

Tecnologia inverter per Zubadan

Normalmente le pompe di calore riducono la capacità di riscaldamento quando la temperatura dell’aria esterna si abbassa, proprio quando il fabbisogno termico dell’edificio aumenta.

La tecnologia inverter riesce a compensare la minore resa termica alle basse temperature, aumentando la velocità di rotazione del compressore. Inversamente, quando la temperatura dell’aria esterna aumenta e la richiesta di riscaldamento diminuisce, l’inverter modula la frequenza, adeguando la potenza erogata al fabbisogno termico richiesto e diminuendo drasticamente i consumi elettrici.

Grazie al sistema inverter non è necessario sovradimensionare la pompa di calore, la temperatura è più stabile offrendo maggior comfort ed efficienza energetica elevata nell’utilizzo stagionale.

La pompa di calore aria/acqua Ecodan trasferisce il calore esterno in ambiente sfruttando l’acqua come mezzo vettore assicurando lo stesso comfort dei tradizionali sistemi a combustione.

Un esclusivo sistema di controllo della temperatura garantisce stabilità termica ed efficienza energetica.