Puntare sull’energia elettrica conviene a tutti: istituzioni, aziende e cittadini. Non a caso il tema dell’elettrificazione in Italia, come driver di sostenibilità economica e ambientale, ha fatto capolino nella serrata scaletta del Forum The European House – Ambrosetti grazie allo studio Electrify 2030, condotto in collaborazione con Enel. Il noto appuntamento che riunisce ogni anno a Cernobbio (CO) le più influenti personalità della politica, del tessuto imprenditoriale e della finanza globali ha acceso i riflettori sugli scenari di decarbonizzazione, evidenziando le potenzialità dell’elettricità pulita come fattore abilitante di sviluppo economico del nostro Paese.
“Gli ultimi dati sui cambiamenti climatici e sulle emissioni di gas serra nel mondo dimostrano che il paradigma energetico tradizionale, basato sulla produzione di energia da fonti fossili, non è più perseguibile. In questo contesto, il vettore elettrico ha le potenzialità per diventare il vettore energetico del futuro”, commenta in conferenza stampa Valerio De Molli, Managing Partner & CEO di The European House – Ambrosetti. Una considerazione preliminare che, dal ruolo determinante dell’energia elettrica green nella riduzione delle emissioni di CO2 e nella mitigazione dell’impatto ambientale delle attività umane, si ricollega alle positive ricadute del “full electric” su innovazione tecnologica, efficienza energetica, industria e occupazione.
Decarbonizzazione fa rima con elettrificazione, negli scenari italiani di sviluppo economico, efficienza energetica e sostenibilità ambientale
Di fronte all’impennata globale delle emissioni di gas serra, che nel 2016 hanno toccato 58.710 tonnellate di CO2, in aumento del 62% rispetto al 1990, la ricerca realizzata da Enel X e Fondazione Centro Studi Enel sottolinea innanzitutto l’urgenza di accelerare il processo di decarbonizzazione basando politiche economiche, tecnologie e normative sulla promozione del vettore elettrico.
Perché puntare proprio sull’elettrificazione? Almeno per 5 motivi, purché si parta dal presupposto che l’energia elettrica sia generata dal giusto mix tra rinnovabili (in crescita) e sorgenti tradizionali.
Enel e Ambrosetti ritengono infatti il vettore elettrico capace di:
Un potenziale tutto da sviluppare, rafforzando le solide fondamenta di un livello di elettrificazione che in Italia è già passato dal 17% del 1990 al 21% del 2016, ed è pronto a guadagnare ancora da 3 a 9 punti percentuali entro il 2030. Quanto ai settori di riferimento, lo studio presentato a Cernobbio “esalta” le performance dei trasporti, con proiezioni di rialzo dall’attuale 2% al 5-8%, e dell’elettrificazione degli edifici, che dal 26% potrebbe raggiungere il 32-34%, sempre entro il 2030. Spettano invece al segmento industriale crescite da 2 a 4 punti percentuali, a partire dall’odierno livello del 35%.
Protagonista dell’elettrificazione in Italia, la filiera allargata del trasporto elettrico conta circa 160.000 imprese, 820.000 dipendenti e un fatturato complessivo di oltre 420 miliardi di euro. Un roseo scenario per l’economia italiana al quale il report di Enel aggiunge stime di crescita comprese tra 102,4 e 456,6 miliardi di euro entro il 2030.
Quanto alle tecnologie abilitanti, in termini di e-mobility, edifici e industria, il futuro sembra essere in mano a pompe di calore, illuminazione a LED, sistemi di accumulo, motore elettrico, elettronica di potenza e soluzioni di gestione dell’energia, con ricavi compresi tra 135 a 326,5 miliardi di euro.
Ma questi numeri, pur convincenti, non bastano a promuovere a pieni voti il vettore elettrico: il processo di elettrificazione richiede secondo Electrify 2030 azioni trasversali volte a cogliere, come sistema Paese, tutte le opportunità derivanti da questa evoluzione. Mondo politico, istituzioni, aziende, associazioni, mass media e popolazione dovranno dunque unire le forze per aumentare la consapevolezza dei benefici dell’elettrificazione, la diffusione di soluzioni e-mobility, l’efficienza energetica di edifici e industrie, senza dimenticare l’importanza della collaborazione tra imprese e ricerca e il potenziamento delle competenze nazionali per le tecnologie elettriche di frontiera.