HSI+: smart gateway di Higeco per monitorare i consumi di energia

Un nuovo sistema intelligente per controllare sia i consumi di energia elettrica direttamente dai contatori di e-distribuzione, sia monitorare l’autoproduzione di energia per chi è in possesso di impianto fotovoltaico.

Parliamo del nuovo HSI+, lo smart gateway di Higeco, prodotto unico del suo genere, premiato nel percorso Efficienza & Innovazione all’edizione 2018 di MCE- Mostra Convegno Expocomfort.

“HSI+ – spiega Marco Poloniato, fondatore e direttore commerciale di Higeco – è un gateway di conversione capace di acquisire i dati dai contatori elettronici in bassa tensione (BT) di e-distribuzione (ENEL) e di renderli accessibili da remoto tramite protocollo modbus TCP/IP e server FTP generico. La consultazione di questi dati è molto semplice e precisa grazie alla app dedicata e all’analisi costante dei dati, aggiornati con una frequenza media di 15 minuti. Il vero vantaggio è che il cliente potrà – non solo – capire realmente i propri consumi, ma potrà tenerli sotto controllo in ogni momento, in qualsiasi luogo si trovi“.

HSI+: un unico prodotto, molteplici possibilità

Una soluzione pensata per sensibilizzare al monitoraggio per un maggior risparmio energetico, utile quindi in molteplici situazioni.

Nelle piccole/medie catene commerciali, per esempio, HSI+ sta riscuotendo parecchio successo perché permette di controllare, in maniera costante e centralizzata, il consumo delle utenze dei singoli punti vendita.

Interessante è anche la sua applicazione nella building automation: nell’edilizia consente, infatti, la gestione dei dati generali del contatore e di eventuali fonti di produzione energetica, come un impianto fotovoltaico.

Nell’energy management applicato nelle PMI, HSI+ permettere di monitorare, oltre alle utenze primarie, anche il contatore generale e-distribuzione.

Infine, per quei clienti che sono anche produttori di energia elettrica, questo nuovo gateway può essere interessante per la capacità di rendere accessibili i dati sia del contatore di scambio che di quello di produzione.

Per avere più informazioni su HSI+, il nuovo smart gateway di Higeco e conoscerne gli aspetti tecnici, vi invitiamo a visitare la pagina dedicata.

Locali medici: classificazione, progettazione, verifica e manutenzione degli impianti elettrici

La variante V2 alla sesta edizione della Norma CEI 64-8, ha introdotto la nuova sezione 710 “locali medici” che contiene alcune novità sulle definizioni e sulle prescrizioni di sicurezza impiantistica per la tutela dei pazienti che potrebbero essere sottoposti a trattamenti con apparecchi elettromedicali.

L’uso di apparecchi elettromedicali richiede un’elevata affidabilità non solo degli apparecchi ma anche degli impianti elettrici di ospedali, studi medici e dentistici, locali ad uso estetico e locali dedicati ad uso medico nei luoghi di lavoro.

Allo scopo di aggiornare i professionisti e gli operatori del settore NT24 ha organizzato – per il 10 ottobre a Genova – un incontro tecnico dal titolo “Classificazione, progettazione, verifica e manutenzione degli impianti elettrici nei locali medici” per far luce su queste tematiche.

Durante l’evento si parlerà di:

L’evento è stato organizzato con il supporto degli sponsor Cervino, Eaton, Power Misure, Zotup

Informazioni pratiche per partecipare

Il 10 ottobre 2018 dalle ore 8:30 presso l’Hotel Mercure Genova San Biagio si svolgerà il seminario “Classificazione, progettazione, verifica e manutenzione degli impianti elettrici nei locali medici” organizzato con la collaborazione del Collegio dei Periti e dell’Ordine degli Ingegneri di Genova, con il patrocinio di UNAE e AEIT Liguria.

La partecipazione all’evento è gratuita, ma è obbligatoria l’iscrizione che deve deve essere effettuata entro il 5 ottobre 2018 a questo link.

La partecipazione dà inoltre diritto a 6 crediti formativi per i periti industriali e 3 crediti formativi per gli ingegneri.

Ogni partecipante riceverà una copia del “Registro dei controlli di manutenzione – Locali medici” edito da NT24 e offerto dall’Organismo Cervino.

Locandina  Convegno Genova 10 ottobre 2018

Energy Transition Outlook svela un futuro più ricco, efficiente e distribuito

Le rinnovabili fanno bene all’ambiente, e anche al portafogli. Nel 2050 la spesa energetica mondiale sarà diminuita del 44%, sulla scia di una rapida evoluzione che l’Energy Transition Outlook riconduce ai nuovi scenari di elettrificazione e decarbonizzazione del mix energetico. Se dagli anni della rivoluzione industriale crescita economica e consumi di energia hanno sempre viaggiato in parallelo, il 2035 siglerà un’epocale inversione di trend, registrando l’inizio del “declino” della domanda energetica a fronte di un Pil che continua invece la propria strada positiva grazie alla diversificazione degli investimenti.

La transizione energetica in atto non potrà che influenzare infatti gli investimenti in energia, sempre più orientati alle fonti rinnovabili e alla generazione distribuita, complici le politiche incentivanti, gli obblighi di legge e la crescente sensibilità di cittadini e aziende all’efficienza energetica.

Questo non significa una totale dismissione delle fonti tradizionali, bensì un progressivo calo della loro presenza nel mix energetico, stimata dagli analisti di DNV LG al 50% entro la metà del secolo, sostituita dalle rinnovabili. In particolare, il gas naturale diventerà la principale fonte di energia entro il 2026 e soddisferà il 25% dei bisogni energetici mondiali entro il 2050, mentre il carbone ha già raggiunto il proprio picco massimo e il petrolio lo toccherà nel 2023.

Energy Transition Outlook fonti di energia

Energy Transition Outlook – I bisogni di energia mondiale suddivisi per tipologia di fonte

Elettrificazione al centro della transizione energetica

Le simulazioni proposte dal secondo Energy Transition Outlook collocano invece fotovoltaico ed eolico tra i protagonisti dell’ascesa “rinnovabile”, come primi motori di risposta alla futura domanda di energia elettrica.

Tendenza già riscontrabile per esempio nell’elettrificazione del mondo automobilistico: secondo il report, entro il 2027 il 50% delle nuove auto vendute in Europa sarà alimentata a batteria; stesso risultato cinque anni più avanti in Cina, India e Nord America, per una riduzione complessiva del fabbisogno energetico nel settore trasporti dal 27% al 20% grazie alla mobilità elettrica.

Quanto agli investimenti, tornando al 2050 la spesa complessiva in energia scenderà al 3,1% del Pil globale rispetto al 5,5% attuale. Flessione che toccherà naturalmente anche i combustibili fossili, piccola quota di questo “peso” già ridotto, la cui spesa scenderà di circa un terzo. Riduzione compensata dai triplicati investimenti in rinnovabili (2.400 miliardi di dollari) e adeguamento della rete elettrica, con 1.500 miliardi.

Risultati concreti a servizio dell’ambiente dall’Energy Transition Outlook

Il percorso economico della transizione energetica incrocia il preoccupante incedere del surriscaldamento globale, destinato a superare il limite dei due gradi previsto dall’Accordo di Parigi.

L’Energy Transition Outlook tiene a sottolineare che i risparmi ottenuti dal cambio di paradigma nel sistema energetico renderanno disponibili i capitali necessari a implementare misure straordinarie per ridurre le emissioni di anidride carbonica.

Servono tuttavia soluzioni sinergiche che tengano conto di più fattori da mettere in campo, insieme, nella lotta al cambiamento climatico. Dall’efficienza energetica alla maggiore diffusione delle fonti rinnovabili, senza dimenticare le attività di cattura e stoccaggio dell’anidride carbonica (CSS), tutto concorre allo sviluppo di un futuro sostenibile, purché si agisca subito e in comunione d’intenti.

Cala la spesa energetica, cambiano gli investimenti, ma il Pil globale non si ferma: entro il 2050 la svolta prevista dal secondo Energy Transition Outlook

 

Retrofit illuminotecnico: interventi semplici e rapidi con reali vantaggi

Una parte consistente del lavoro di installatori e progettisti riguarda il cosiddetto retrofit illuminotecnico. Il termine indica tutte quelle operazioni di ammodernamento degli impianti di illuminazione che comportano interventi a basso costo e ridotto impegno temporale. Il retrofit più diffuso oggi consiste nella semplice sostituzione delle lampade tradizionali con quelle a tecnologia LED.

lampade tradizionali

Figura 1 – Lampade integrate a tecnologia LED per diffusione e proiezione della luce (documentazione e produzione Verbatim)

La convenienza di questi lavori dipende sia dalle prestazioni superiori delle nuove sorgenti luminose, sia dalla loro compatibilità con le altre componenti dell’impianto, cioè quelle destinate ad essere mantenute in servizio (corpo dell’apparecchio, portalampada, eventuale alimentatore, ottiche).

Su entrambi questi fronti l’industria del settore illuminotecnico è attualmente in grado di offrire prodotti di buona qualità che consentono la sostituzione di un gran numero di tipi di lampade tradizionali (Figura 1).

I nuovi prodotti hanno gli stessi attacchi e gli ingombri sono molto simili; sono pensati per non creare problemi nel cambiamento.

Retrofit illuminotecnico in impianti con lampade a filamento

Nel caso delle lampade a filamento incandescente (normali e a ciclo di alogeni) si ottiene il vantaggio di avere un minore riscaldamento del corpo dell’apparecchio perché le lampade LED hanno emissione termiche notevolmente ridotte al confronto. Dal punto di vista dell’alimentazione elettrica la compatibilità è garantita dall’integrazione delle componenti elettroniche all’interno della lampada LED (Figure 2, 3).

ampade led per retrofit illuminotecnico

Figura 2 – Componenti ottiche, meccaniche, termiche ed elettroniche della lampada integrata a tecnologia LED

Cambia la potenza della lampada integrata LED in grado di erogare lo stesso flusso luminoso. A fronte di un’efficienza compresa tra i 10 e i 25 lm/W (incandescenza e alogene) i modelli a tecnologia LED si attestano su valori tra 80 e 100 lm/W. Maggiore efficienza significa in sostanza consumi energetici notevolmente inferiori. La classica lampadina da 100 W può essere sostituita con una lampada integrata LED con gli stessi ingombri e lo stesso attacco a vite E27, che assorbe solo 16 W ed eroga la stessa quantità di luce. Il risparmio sulla bolletta elettrica ammonta a circa l’85%.

lampada le per retrofit illuminotecnico

Figura 3 – Lampada integrata a tecnologia LED per retrofit illuminotecnico

Retrofit illuminotecnico in impianti con lampade fluorescenti

Diverso è il caso delle lampade fluorescenti compatte e lineari. Si guadagna poco in efficienza perché queste sorgenti sono già a risparmio energetico, ma si può trarre vantaggio dalla loro maggiore durata media di vita.

I LED hanno un tasso di mortalità molto basso (guasto del prodotto nuovo installato) e durate (lifetime) dell’ordine di alcune decine di migliaia di ore (25.000 – 30.000 ore) contro le 8.000 – 10.000 ore delle normali fluorescenti.

Tubi luminosi a tecnologia LED

Figura 4 – Tubi luminosi a tecnologia LED con involucri di protezione opalino e trasparenti (documentazione e produzione Ervan)

Molti interventi di retrofit illuminotecnico si effettuano negli apparecchi forniti delle classiche fluorescenti a sviluppo lineare di 18, 36 e 58 W, con tubo in vetro (diametro 26 mm). Si interviene con i cosiddetti “tubi LED” (Figura 4) che hanno le stesse lunghezze, medesimi diametri e attacchi. Si tratta di elementi in materiale plastico che hanno all’interno un modulo lineare, vale a dire una fila continua di LED su un circuito stampato a forma di nastro o striscia.

I modelli con tubo opalino presentano una distribuzione delle intensità luminose simile a quella dei tradizionali tubi fluorescenti.

Quando il tubo è trasparente cambia la curva fotometrica. L’angolo di apertura del flusso luminoso ammonta a 140° o 160°. In alcuni modelli si può ruotare il tubo in modo da avere l’emissione verso il basso, l’alto e in direzioni diagonali. Essendo il flusso più raccolto nello spazio, con meno lumen si ottengono gli illuminamenti che si avevano con i tubi a fluorescenza.

E’ bene comunque verificare che non sorgano problemi di abbagliamento causati da questa differenza nella distribuzione delle intensità luminose.

Compatibilità dei prodotti per retrofit

E’ buona regola, nella fase di progettazione, considerare attentamente la questione della compatibilità elettro-meccanica tra le lampade che si intende reinstallare e gli apparecchi che devono accoglierle. Innanzitutto occorre verificare che le dimensioni e i pesi siano compatibili con il vano interno e la struttura dell’apparecchio. Gli attacchi devono essere adatti per i portalampada esistenti e gli ingombri devono adeguarsi ai vani interni. Il peso non deve causare sollecitazioni meccaniche non sostenibili dalla struttura o dai materiali, né sbilanciamenti nel normale assetto degli apparecchi.

Per quanto riguarda la compatibilità elettrica si deve considerare che quando si progetta e si realizza un apparecchio di illuminazione vengono scelte e utilizzate uno o più tipi di sorgenti luminose e per ogni selezione il prodotto viene sottoposto a una serie di prove di laboratorio per ottenere la certificazione di conformità alle norme tecniche vigenti. Se questa componente fondamentale – la sorgente luminosa – viene sostituita con un modello non contemplato, si invalida la certificazione di conformità perché cambiano le condizioni di funzionamento dell’apparecchio.

Volendo mantenere il valore di garanzia della certificazione occorre rivolgersi al fabbricante oppure ad un ente o istituto competente in materia (un laboratorio accreditato), e richiedere un nuova certificazione o un attestato in cui si dichiari che l’intervento di retrofit illuminotecnico non modifica le condizioni di funzionamento e quindi rispetta i dettami delle norme tecniche.

Norma europea CEI EN di riferimento

Sulla questione viene in aiuto la Norma CEI EN 62776, pubblicata nell’agosto del 2015 dal titolo “Lampade a LED a doppio attacco per la sostituzione di lampade fluorescenti lineari – Specifiche di sicurezza”. La Norma specifica le caratteristiche e le funzioni di due tipi di lampade LED (tubi LED) previsti per la sostituzione delle lampade fluorescenti lineari.

Il primo tipo è chiamato “lampada a LED a doppio attacco (G5 o G13) per diretta sostituzione”. Funzionando con lo stesso ballast della lampada fluorescente (occorre solo rimuovere lo starter) non richiede alcuna modifica al cablaggio dell’apparecchio che mantiene il livello di sicurezza originario. In questo caso rimane valida la sua certificazione.

Il secondo tipo – “lampada LED con alimentatore incorporato” – invece, ha al suo interno un dispositivo di alimentazione e quindi non è collegato al ballast della lampada fluorescente. Il tubo LED è alimentato alla tensione di rete e si rende necessaria la modifica del cablaggio. Questo è il caso in cui decade la certificazione dell’apparecchio e occorre procurarsene una nuova.

Si può dire, in conclusione, che ogni operazione di retrofit illuminotecnico comporta l’attenta analisi del contesto impiantistico in cui si interviene, in modo da valutare l’effettiva entità dei benefici che è possibile ricavare.

Partnership strategica tra RISCO Group e Sicuritalia

Partnership strategica tra RISCO Group, azienda del settore della sicurezza e specializzata nello sviluppo di soluzioni di sicurezza integrata, e Sicuritalia, società attiva mercato italiano della sicurezza per quanto riguarda gli impianti speciali.

Sicuritalia ha scelto la partnership con RISCO Group con il duplice scopo di far evolvere la propria offerta di prodotti, e allo stesso tempo di collaborare con RISCO allo sviluppo e alla realizzazione di soluzioni innovative.

Questo permetterà una maggiore efficacia nella gestione delle richieste dei clienti finali e una razionalizzazione della gamma. Grazie alla qualità e affidabilità della gamma dei prodotti RISCO, abbinata alla completezza e scalabilità delle soluzioni, Sicuritalia è in grado di offrire ai propri clienti sistemi di sicurezza più performanti, in meno tempo e a condizioni migliori.

La gamma ibrida di RISCO Group amplia l’offerta di Sicuritalia

RISCO fornirà a Sicuritalia tutta la gamma ibrida, i sensori e le centrali Radio come ProSYS Plus e LightSYS 2, entrambi nativamente integrati con Video Verifica, Smart Home e programmabili via Cloud.

ProSYS Plus è una soluzione progettata per essere adattabile a ogni tipo di installazione. Grazie alla conformità agli standard di Grado 3, ProSYS Plus si è evoluta: il numero di zone di base della centrale è raddoppiato passando da 64 a 128 senza variazione di prezzo. Inoltre, la nuova versione include anche un firmware evoluto per la gestione dei nuovi moduli di comunicazione.

LightSYS 2 è il sistema di sicurezza ibrido per il mercato residenziale e delle piccole e medie imprese e che arriva a gestire fino a 50 zone.

Utilizzando il Cloud RISCO e la App iRISCO – disponibile per iOS e Android – il sistema LightSYS 2 offre un elevato livello di sicurezza e di controllo, grazie alla possibilità di installare e configurare un numero illimitato di telecamere IP per interno e per esterno, che – tramite VUpoint – abilitano la video verifica in tempo reale e consentono di ottenere immagini in caso di allarme in corso o su richiesta.

Inoltre, RISCO Group ha messo a punto un servizio di cloud personalizzato per Sicuritalia, una soluzione ad hoc per la gestione da remoto dei sistemi di sicurezza, per garantire affidabilità e performance in sinergia con la piattaforma delle loro Centrali Operative.

“La qualità e l’affidabilità dei prodotti RISCO ci permette di essere più vicino ai nostri clienti e questo rende la nostra offerta ancora più competitiva” ha dichiarato Alessandro Turco, Sales Director di Sicuritalia.

“Questo accordo sottolinea il valore della nostra gamma di prodotti, e premia la nostra costante ricerca di innovazione e evoluzione – ha dichiarato Ivan Castellan, Branch Manager di RISCO Group Italia. – In particolare, la richiesta di realizzare un cloud personalizzato rappresenta la nostra forza nell’offrire non solo soluzioni, ma interi sistema di controllo personalizzati”.

Bricoday- Hardware Forum 2018, debutta la fiera della ferramenta e DIY

Mercoledì 19 settembre presso Milano Congressi si incontrerà l’intero panorama dei comparti ferramenta e bricolage, Bricoday e Hardware Forum, punto di riferimento per una moltitudine di realtà distributive: negozi di prossimità, rivendite professionali e industriali, e-commerce, grande distribuzione.
I due interi padiglioni – collegati da un’area esterna dove sarà possibile partecipare ad attività di test – si presenteranno con una proposta completa in tutte le categorie merceologiche di prodotto.

Assofermet Forum aprirà la prima giornata di Hardware Forum, con un programma di alto valore istituzionale per confrontarsi sul ruolo del negozio di prossimità ferramenta all’interno del tessuto urbano: Sabrina Canese al debutto come presidente, Lara Comi e Brando Benifei, del mondo associativo e del commercio, Alberto Marchiori di ConfCommercio e Andrea Colzani Presidente Giovani imprenditori.

Tra le tematiche affrontate, le nuove sfide del mercato in modalità 4.0, la rivoluzione digitale e la trasformazione che la filiera ferramenta tradizionale e professionale.

Il mondo produttivo si confronterà con la distribuzione negli interventi di Bosch, Stahlwille, Fischer, Machieraldo, Viridex e Zangrillo.

Nella seconda parte del Convegno, saranno commentati in anteprima i risultati dell’Osservatorio Permanente Multicanalità nel canale ferramenta 2018.

“Continueremo nella strada intrapresa perché Hardware Forum 2018 diventi la piattaforma del comparto ferramenta in Italia con la collaborazione di partner istituzionali prestigiosi come Assofermet Ferramenta e Confcommercio e aziende leader del mercato italiano ed internazionale – ha commentato Thomas Rosolia, amministratore delegato di Koelnmesse srl.

Bricoday è l’occasione per fare il punto sullo stato del mercato e ascoltare le voci dei protagonisti del settore. Questa edizione darà particolare spazio al bricolage “italiano”, con le interviste sul palco a Massimo Pulcinelli (Bricofer) e Danilo Villa (Brico io), gli interventi di Pietro Migliori (Bricocenter) e Franco Paterno (Eurobrico/Bricolife); inoltre è previsto l’intervento di Andrea Rossi che illustrerà le nuove strategie di sourcing del Gruppo Kingfisher (Castorama, B&Q).

“Bricoday prosegue nella sua crescita con un’offerta espositiva ampia e differenziata. – sottolinea Maurizio Casolaro di Epe Edizioni, casa editrice di Ferrutensil e organizzatore di Bricoday – Dal lato visitatori registriamo la conferma di tutti i gruppi distributivi italiani, l’aumento di realtà indipendenti e una forte presenza del comparto online. L’edizione 2018, supportata dalla crescita di Hardware Forum, sarà la più importante di sempre.”

Il 20 settembre debutta ad Hardware Forum ColorDay, dedicato alla distribuzione ferramenta/colori e sulle nuove opportunità di business alla ferramenta con case history di successo.

L’accesso alle sale espositive e la partecipazione alle sessioni convegnistiche sono gratuiti, ma occorre registrarsi e scaricare il biglietto.

L’emobility cresce, ma siamo solo all’alba di una nuova era

L’emobility avanza in tutto il mondo. Per la prima volta in assoluto nel 2017 si è superato l’1% del totale immatricolato e si ambisce, già nel 2020 a raggiungere i due punti percentuali. Per l’anno in corso ci si attende di sfiorare i due milioni di auto. Anche l’Italia batte un colpo in tema di mobilità elettrica.

Pur confermandosi fanalino di coda in Europa, mostra però segnali incoraggianti. Di questo e di altro ancora si parlerà a di That’s Mobility al workshop “eMobility Report. L’Italia ingrana la marcia… elettrica”, a cura di Energy & Strategy Group, il think tank del Politecnico di Milano dedicato ai temi del mondo energetico.

Davide Chiaroni PoliMiDel team fa parte, come vicedirettore, Davide Chiaroni, docente di Business and management engineering presso l’ateneo milanese. Con lui anticipiamo alcuni temi che saranno sviluppati al convegno.

Emobility, crescita globale e mercato italiano

Nel panorama mondiale, dall’Asia all’America si registra una crescita del comparto electric vehicle. La Cina si conferma primo mercato mondiale EV e in decisa crescita (+72%) rispetto al 2016; l’Europa mantiene il secondo posto, anch’essa in crescita (+39%), prima degli Stati Uniti (+27%) e del Giappone, che mostra la percentuale più forte di aumento: +155%.

Anche in Italia, pur con numeri ancora esigui, il trend elettrico comincia a farsi sentire: la crescita nelle immatricolazioni c’è stata e anche forte in percentuale. Le nuove auto ibride elettriche plug-in registrate nel 2017 sono state 2863, rispetto alle 1160 del 2016, con una crescita quindi del 147%. Anche le full electric possono segnare un + 40% nel confronto delle immatricolazioni tra 2016 e 2017: si è passati, infatti, da 1403 a 1964. Certo, in confronto al totale delle auto immatricolate, la quota degli electric vehicle è ancora minima (0,24%), ma intanto l’anno scorso ci si è schiodati dallo 0,14% da cui eravamo fermi dal biennio precedente.

vendite globali auro elettriche - emobility Report

eMobility Report 2018 – Il trend crescente della vendita di auto elettriche

I dati sono relativamente confortanti, ma che mercato è quello italiano dell’emobility?

È un mercato a due facce, interna e esterna. Se lo guardiamo al suo interno, quello nazionale ha fatto segnare dinamiche estremamente significative nel corso dell’ultimo anno. Il primo semestre 2018, inoltre, ha evidenziato un ulteriore incremento che testimonia un progresso della mobilità elettrica anche in Italia. Non è più solo un fenomeno “per appassionati”, ma comincia a delinearsi, non solo in termini di veicoli, ma anche di infrastrutture di ricarica, specie tra 2017 e 2018. Quindi i segnali di una certa positività e d’interesse ci sono tutti».

Quali sono gli attori principali e quelli attesi?

«Tra i principali certamente il settore dell’automotive. Tutti i grandi operatori hanno in listino o stanno propugnando un’entrata concreta nella emobility. È un ottimo segnale, come altrettanto lo è il dinamismo delle utility: penso, innanzitutto a Enel X e al piano di infrastrutturazione messo in atto. Gli operatori dell’energia hanno compreso le potenzialità di un mercato che non impatta né impatterà tanto sui consumi, ma che è estremamente interessante se si considerano le auto elettriche come “batterie su ruote”. I potenziali in termini di energy storage e d’impatto positivo sulla rete elettrica potrebbero essere molto interessanti».

Cosa occorre fare per far sì che il mercato EV italiano possa dire la sua a livello europeo?

«Dobbiamo ancora superare il principale scoglio: il costo di acquisto dell’auto. Su questo punto occorrerebbe attuare politiche incentivanti, sotto forma di sgravi fiscali o ecobonus mirati, per esempio. Una volta stimolato il mercato, il supposto limite delle infrastrutture si andrebbe a colmare di conseguenza, creando anche in questo caso le potenzialità di un’offerta che potrebbe essere generata dai privati: penso a colonnine di ricarica nei centri commerciali, presso alberghi e le stesse imprese a beneficio dei propri clienti nonché dei propri dipendenti».

Da parte dell’Unione Europea girano voci di una possibile decisione per imporre una quota di vendite di auto elettriche sul totale. Che ne pensa in merito?

«Nelle politiche decisionali europee l’ambito dei trasporti è quello forse rimasto più al palo rispetto a quelli relativi all’energia, vedi rinnovabili ed efficienza energetica. Da questo punto di vista è possibile interpretare l’intento ventilato dell’UE per spingere il mercato EV anche a favore della lotta contro le emissioni climalteranti. Sui tempi e i modi è difficile fare previsioni, tenendo conto anche della fase delicata che sta affrontando l’Unione Europea. Credo però che, più che attuare un obbligo, potrebbe essere più auspicabile trovare meccanismi che stimolino il mercato ad adeguarsi, un po’ come è accaduto con l’efficienza energetica».

La tecnologia potrà essere uno strumento per stimolare la mobilità elettrica?

«Sicuramente. La vera chiave di volta per il successo dell’emobility è considerarlo come un modello di sviluppo più ampio, dove l’auto costituisca un tassello della rete elettrica e quindi fattore abilitante di una serie di servizi che vanno al di là del semplice trasporto. Penso alle colonnine che comunicano col veicolo, alle smart road, alla gestione intelligente delle flotte. Le soluzioni ci sono, c’è ancora un po’ di strada da fare. Siamo agli inizi di una nuova era, occorre consolidare standard, perfezionare accordi. Si pensi inoltre che tutto il mondo vehicle to grid richiede perfezionamenti dal punto di vista normativo. Insomma, vari paletti del sistema vanno ancora costruiti prima ancora che fissati».

That's Mobility logo

L’evento Energy & Strategy Group “eMobility Report. L’Italia ingrana la marcia… elettrica” si terrà martedì 25 settembre (ore 15-17) all’interno di That’s Mobility, la prima Electric Mobility Conference & Exhibition organizzata da Reed Exhibition che si svolge il 25  settembre (14-18) e il 26 settembre (9-18) presso presso il MICO Milano Congressi, Gate 14-15, Via Gattamelata, 5.

Illuminazione smart con XLamp XP-G3 S Line di Cree

Cree presenta il nuovo LED XLamp XP-G3 S Line adatto per l’illuminazione intelligente grazie alla tecnologia high-power LED che coniuga elevata affidabilità ed efficienza.

Nell’illuminazione si stanno diffondendo i sensori e la nuova frontiera dell’Internet of Things consente di sfruttare le informazioni per ottimizzare la luminosità e il comfort garantendo al contempo risparmio energetico.

Infatti, questa tipologia di impianto consente di spegnere o abbassare le luci molto spesso mettendo però a dura prova i sistemi di illuminazione a LED riducendo la durata degli stessi. XLamp XP-G3 S Line LED – grazie a innovazioni costruttive – può sopportare il doppio dei cicli di accensione di una soluzione LED standard.

XP-G3 S Line LED migliora lo standard precedente con una maggiore affidabilità nei cicli di accensione e dimmerazione, un incremento della resistenza all’esposizione ai solfuri, un output di luce più intenso e una migliore efficienza.

“Oggi di fatto i LED sono lo standard industriale e guardando al futuro, il mercato richiederà sempre di più dei LED progettati per soddisfare i requisiti dell’illuminazione intelligente e connessa in rete. – afferma Dave Emerson, vice presidente esecutivo e direttore generale di Cree LED – I nuovi LED della linea S utilizzano un chip unico e una struttura che offre affidabilità e performance elevate in grado di affrontare gli ambienti più difficili, con elevate ripetizioni dei cicli di dimmerazione e di accensione/spegnimento.”

XP-G3 S Line LED consente di aggiornare i sistemi d’illuminazione a LED basati su XP, quindi ogni produttore può implementare il proprio catalogo.

Con i nuovi XP-G3 S Line LED, Cree fornisce una soluzione da implementare in modo facile e veloce per migliorare le performance e l’affidabilità sia che includano dei controlli IoT, sia che questi siano successivamente aggiunti in loco.

Internet si fa green e punta sulle rinnovabili

Le rinnovabili piacciono ai colossi di Internet. L’ultimo arrivato è Facebook: secondo Gary Cook, manager Greenpeace, Mark Zuckerberg è intenzionato a collocare la sua società tra i leader nella corsa verso un’impronta “zero carbon” e al 100% a energia pulita.

La lista delle realtà protagoniste del Web si amplia quindi: Google l’ha già compiuto e ad aprile il senior vice president, Urs Hölzle, sul blog aziendale ha reso pubblico il risultato degli sforzi che già da qualche anno erano stati messi in atto: il quantitativo totale di energia impiegata dalla società di Mountain View, proveniente da fonti quali l’eolico e il fotovoltaico, ha superato la quantità di energia elettrica utilizzata dalle attività in tutto il mondo, inclusi uffici e data center. Come ha affermato: «Nel corso del 2017, in tutto il mondo, per ogni kWh di elettricità consumata, ne abbiamo acquistato uno di energia rinnovabile da un impianto eolico o solare costruito appositamente per Google. Questo ci rende il primo Cloud e la prima compagnia di tali dimensioni ad aver raggiunto questa impresa».

Il motore di ricerca più famoso e utilizzato al mondo ha affermato di avere contratti per l’acquisto di 3 gigawatt di energia verde prodotta da fonti rinnovabili, avendo investito più di 3 miliardi di dollari a livello globale. Uno sforzo notevole, in termini di produzione energetica green, ben superiore, secondo Bloomberg New Energy Finance, al gigawatt e più di Microsoft e Amazon o ai circa 700 MW di Apple, posizionato al quarto posto, davanti al Dipartimento della Difesa USA e a Facebook, entrambi comunque superiori ai 500 MW.

Puntare sulle rinnovabili: tanti i motivi per fare scelte green

L’operazione dei maggiori gruppi mondiali è quanto mai necessaria. Greenpeace, nel report “Clicking Clean” ha calcolato che il settore IT consumi il 7% circa dell’elettricità globale. Prevedendo che il traffico internet globale triplicherà entro il 2020, si può immaginare quanto lieviterà il consumo energetico.

Da qui la necessità a una rapida conversione a un modo di produrre energia decisamente più sostenibile. La corsa per costruire un “Internet green” è iniziato da Facebook, Apple e Google, che hanno creato per la prima volta impegni per raggiungere l’obiettivo 100% rinnovabili quattro anni fa. Tali obiettivi sono stati sottoscritti da quasi 20 compagnie del mondo web.

La stessa associazione ambientalista spiega che la competizione virtuosa dei colossi per costruire un internet alimentato da fonti pulite ha vari motivi:

Dal software all’hardware, si fa largo l’eco sostenibilità

Così si spiegano le strategie dei principali attori del mondo tecnologico e informatico: Facebook ha fatto sapere che il nuovo centro elaborazione dati, che sarà ultimato prossimamente, in Alabama sarà alimentato totalmente a energia solare, mentre i lavori per completare i data center in Svezia saranno sempre più green, ricorrendo per esempio all’idroelettrico per il loro funzionamento, mentre per raffreddare i server si conterà sull’apporto di aria gelida dal Polo Nord.

Microsoft, per i propri data center, sta studiando e in parte già applicando, una particolare tecnica d’immersione in acqua per raffreddare in modo efficiente i propri “motori di calcolo”.

Dal mondo software all’hardware, non cambiano gli obiettivi “verdi” delle maggiori società globali: Samsung, per esempio, ha annunciato prima dell’estate il suo impegno a rafforzare i suoi progressi in termini di efficienza energetica e riduzione delle emissioni operative prevedendo di fornire energia rinnovabile al 100% per tutte le sue fabbriche, edifici per uffici e strutture operative negli Stati Uniti, in Europa e in Cina entro il 2020. Solo per la sua sede, in Corea del Sud,
Samsung installerà anche circa 42mila metri quadri pannelli fotovoltaici e ne piazzerà altri 21mila nel suo campus di Pyeongtaek e nel 2020 in quello di Hwaseong, aggiungendovi impianti di generazione di energia geotermica a partire dal prossimo anno.

Soluzioni connesse per una nuova sicurezza retail

Esempio di virtuosa evoluzione delle tecnologie integrate e digitali nelle soluzioni di sicurezza retail, il progetto “Connettività” punta a migliorare i sistemi di protezione e la competitività del noto marchio GDO Iper, La Grande i. La soluzione integrata, connessa e personalizzata, già testata con successo nel punto vendita di Savignano sul Rubicone, verrà infatti estesa entro il 2019 a tutte le strutture italiane del retailer grazie alla partnership tra Gruppo Finiper e Checkpoint Systems.

Il colosso della grande distribuzione richiedeva un nuovo sistema di protezione con antitaccheggio basato sull’implementazione dell’impianto di controllo esistente, che garantisse la segnalazione immediata agli addetti alla sicurezza del punto vendita in caso di furto o manomissione delle merci. Strada facendo, tuttavia, il progetto ha assunto caratteristiche più complesse e al contempo innovative, generando un sistema custom scalabile e integrato, che consente al personale Iper – opportunamente formato – di analizzare i dati relativi al flusso dei clienti in negozio e di pianificare azioni mirate per ridurre le differenze inventariali e migliorare la protezione delle merci.

Sicurezza retail e marketing: gestione smart nell’analisi dei dati

La mossa strategica della catena di ipermercati unisce tecnologie di sicurezza retail e marketing, abbracciando i software Smart Analytics e Smart Counter, dedicati rispettivamente all’analisi dei dati storici dei sistemi di sicurezza installati e alla rilevazione dei flussi d’ingresso, con statistiche anche sulle affluenze dei clienti in relazione alle vendite.

“Il contapersone ci permette di conoscere il tasso di conversione fra clienti e fatturato e il rapporto preciso legato sia allo scontrino, sia alla presenza effettiva delle persone” commenta Claudio Rapizza, direttore dell’ipermercato “pilota”, sottolineando il valore aggiunto delle tecnologie per la raccolta di insight e il loro potenziale apporto alla crescita del business globale.

Sicurezza retail con Finiper_Checkpoint SystemsAgli applicativi intelligenti si aggiunge il servizio Checkpoint Smart Control, che prevede la chiamata in teleassistenza quotidiana, dalla centrale operativa verso gli
impianti, per verificarne funzionamento e monitoraggio. Nel momento in cui si riscontra un’anomalia, il sistema avvisa automaticamente il responsabile sicurezza del punto vendita, sollevando il personale dall’incombenza della verifica dell’impianto. È prevista inoltre l’implementazione di nuove tecnologie e sensoristiche ad hoc, per migliorare la sicurezza in ogni punto cassa e monitorare il comportamento di acquisto negli ipermercati.

Il cuore del sistema integrato

Sul piano tecnologico, il progetto “Connettività” è composto da antenne antitaccheggio G10 completamente in plexy, soluzioni Hyperguard anti ORC (Organized Retail Crime) ed Evolve Store, inserite in un sofisticato sistema di sicurezza che coinvolge tutto il personale del punto vendita. Al centro della soluzione, la piattaforma EVOLVE Store, che raccoglie in app i dati di tutti i device installati in ciascun ipermercato, rendendo ogni apparato parte di un sistema interconnesso e gestibile da remoto.

L’interazione efficiente tra sistemi di sicurezza e personale ha soddisfatto le aspettative del Gruppo Finiper, soprattutto in un punto sensibile come la zona di cassa, che ospita un Panic Button collegato alla piattaforma Evolve Store di Checkpoint Systems in grado di accelerare i tempi di intervento in caso di necessità.

Progetto “Connettività” per Iper: tecnologia digitale e soluzioni integrate nella sicurezza retail