La cybersecurity passa attraverso le videocamere

Tutti noi desideriamo vivere in sicurezza. Per tutelarla trovano sempre maggiore impiego sistemi che vedono nelle videocamere un componente prezioso. Da qui si spiega l’incredibile crescita di mercato: solo nell’anno in corso ne verranno vendute 130 milioni in tutto il mondo. Ma siamo sicuri che questi “sguardi vigili” non siano invece… occhi prestati ai cyber criminali?

Videocamere: crescita esponenziale, ma attenzione al cybercrime

«Ogni anno il numero di nuove telecamere installate cresce di oltre il 15-20%», ha spiegato Massimo Grassi, security system sales engineer presso Panasonic System Communication, in occasione di un recente convegno sulla privacy. Il 64% delle richieste di impianti di sicurezza nel 2018 in Italia includeva sistemi di videosorveglianza.

Cybersucurity e videocamereDa una parte le legittime esigenze di tutela, dall’altra invece ci sono i rischi legati alla cybersecurity, sempre più gravi: «negli ultimi anni si è assistito a un aumento esponenziale di cyber attacchi: +31% solo nei primi sei mesi di quest’anno in confronto al semestre precedente». In futuro la situazione peggiorerà: nel 2020 più del 25% degli attacchi riguarderanno dispositivi IoT, tra i quali vi sono anche gli smartphone o i sistemi antifurto domestici, nei quali le videocamere di sorveglianza sono parte integrante.

Quanto incidono i cyber attacchi in termini di danni economici è presto detto: «il costo medio per un’azienda di grandi dimensioni può arrivare anche a 11 milioni di dollari; in Italia è stato calcolato un costo medio di 6 milioni di euro e rispetto al 2015 è aumentato del 50%», racconta sempre Grassi, parlando da esperto in sistemi per la sicurezza fisica, dal 2001 in Panasonic.

I rischi per enti pubblici e privati causati dall’insicurezza delle nuove tecnologie è nota. Ma forse non sono noti gli strumenti che adottano i cyber criminali per accedere agli strumenti IT aziendali e scatenare l’attacco: «Nel solo 2016 nei Paesi del G7 sono stati registrati più di 25mila attacchi informatici per i quali sono stati utilizzati dispositivi di sicurezza / videosorveglianza. Quindi una normale telecamera messa in rete diventa uno strumento per gli hacker per eseguire cyber attacchi».

Videocamere, “porte” lasciate troppo spesso aperte

Perché sono utilizzate le videocamere per operare gli attacchi? «Perché sono sistemi nuovi e soprattutto perché tendenzialmente non protetti e per la quantità di dispositivi a disposizione; tante porte aperte da cui entrare», spiega Grassi, segnalando che spesso e volentieri si tratta di sistemi con un livello di protezione molto basso. Se poi si pensa che tali dispositivi sono collegati in rete tramite wi-fi i rischi di accessibilità da parte di delinquenti aumentano enormemente. Aggiungiamo il fatto che di tali possibilità ne potranno avere sempre di più.

La domanda è: i sistemi installati nelle nostre case, nei nostri uffici sono davvero sicuri? Di certo una risposta la devono garantire i costruttori. I rischi a cui si sottopone l’acquirente di strumenti non protetti sono molteplici: violazione della privacy, furto dei dati sensibili, l’utilizzo di periferiche come veicolo per attaccare una rete privata connessa o per lanciare attacchi su vasta scala, mascherandone la provenienza. «Due anni fa i server del governo della Sud Corea subirono un attacco proveniente da una tabaccheria in Giappone, il cui titolare era completamente all’oscuro», racconta Grasso.

Per questo motivo il Governo degli Stati Uniti ha deciso, proprio quest’anno con una legge ad hoc firmata ad agosto dallo stesso presidente Trump, di vietare l’installazione su tutto il territorio di qualsiasi dispositivo connesso a una rete che non segua specifiche direttive sulla sicurezza: dispone inoltre che tutto ciò che è stato installato precedentemente e che non sia protetto venga scollegato oppure adeguato entro un anno dalla firma.

7 regole per la sicurezza

Ci sono delle regole da seguire per contare su dispositivi sicuri. Sono sette e riguardano i costruttori: «Innanzitutto

  1. sono tenuti a rimuovere, come richiesto dal regolamento GDPR, ID e password e a utilizzare metodi di autenticazione sicura;
  2. tutti i firmware nelle periferiche dovrebbero essere criptati e protetti;
  3. vanno rimossi tutti i punti deboli nei sistemi operativi utilizzati all’interno delle periferiche;
  4. tutti i dati andrebbero criptati;
  5. si devono porre blocchi agli accessi non consentiti per l’attivazione di servizi terzi (peer-to-peer e altri);
  6. altrettanto occorre fare per bloccare tutte le porte di comunicazione e i protocolli non strettamente necessari al funzionamento del sistema, usando solo protocolli porte che supportano la comunicazione criptata;
  7. infine, i costruttori dovrebbero dare agli utenti strumenti di verifica che il dato registrato e immagazzinato sia integro e non alterato: una misura particolarmente utile proprio nel caso delle videocamere».

Alcuni obblighi ci sono anche per l’utente. «Occorre: non abbandonare mai il sistema a se stesso; fare regolare manutenzione; evitare di lasciare programmi, reti o sistemi senza protezione per lungo tempo; vanno invece costantemente aggiornati», conclude il manager Panasonic.

Fotovoltaico: energia green senza pensieri

A chi non piacerebbe vivere in modo più sostenibile, utilizzando energia green autoprodotta, senza preoccuparsi dei costi e della gestione di un impianto fotovoltaico? “Energia solare per tutti” è il motto di Green Genius, multinazionale di servizi energetici che si presenta al mercato italiano con un innovativo modello di leasing di pannelli fotovoltaici, sviluppato per offrire ai consumatori e alle aziende l’opportunità di affittare una centrale solare, prenotando il servizio direttamente via web, pagando un canone basato sull’energia elettrica effettivamente prodotta.

Un approccio “democratico” alla transizione energetica che nasce dalla consapevolezza di un futuro allarmante per il nostro pianeta. “Solo in Italia, ogni anno, la cattiva qualità dell’aria provoca la morte di 83mila persone – spiega il CEO di Green Genius, Lina Galatiltė, durante la presentazione del progetto alla stampa italiana -. Crediamo nel fatto che dai piccoli passi di ciascuno di noi possa nascere una società più sostenibile. Tuttavia, per intervenire rapidamente serve abbattere un grande ostacolo alla diffusione delle rinnovabili, quello finanziario. La maggior parte degli europei non investe in energia green per questioni economiche e poco cambierà se non iniziamo a lavorare concretamente su questo problema”.

green Genius conferenza stampaLa soluzione proposta da Green Genius assume così le sembianze di un rivoluzionario prodotto di massa che unisce tutela ambientale, tecnologia e risparmi nell’autoproduzione di energia solare, collocato in un contesto – l’Italia – climaticamente e strutturalmente propizio alla crescita della generazione distribuita.

Come funziona? Energia green per tutti in 4 passi

Scegliendo l’energia green come servizio, i proprietari di casa e le aziende potranno diminuire le spese annuali per l’elettricità affidandosi a un unico interlocutore, pronto a seguire l’intero iter progettuale e di gestione dell’impianto fotovoltaico senza alcun investimento iniziale.
Il tutto semplicemente richiedendo il servizio sul sito di Green Genius, che si occuperà dei 4 principali aspetti della svolta sostenibile:

Al cliente non resta dunque che aderire all’iniziativa – assicurata sia durante l’installazione sia per un periodo di utilizzo illimitato -, al prezzo dell’elettricità prodotta attraverso impianto (kWh). Inoltre, le reti di distribuzione elettrica funzionano come accumulatori: l’energia elettrica in eccesso viene conservata e successivamente “restituita” per il fabbisogno energetico delle ore serali o delle giornate meno soleggiate. Il collegamento della centrale solare alla rete elettrica è a cura di Green Genius, mentre spettano a Enel il controllo della rete locale e l’installazione di contatori.

Due volte l’anno il gestore compenserà l’energia immessa in rete e non utilizzata, pareggiando i pagamenti effettuati dal consumatore virtuoso.

Green Genius si occupa del progetto e della gestione di ciascun impianto fotovoltaico dalla A alla Z

E se cambiassimo idea? Niente panico, i consumatori possono abbandonare il servizio quando lo desiderano senza vincoli o penali, comunicandone l’intenzione allo staff di Green Genius che anche in questo caso si prenderà in carico la dismissione della centrale solare.

Risparmiare in bolletta pensando all’ambiente

Un ulteriore aspetto a favore dell’energia solare come servizio riguarda i risvolti prettamente economici del pacchetto Green Genius. Se statisticamente una famiglia italiana consuma ogni anno 3.000 kWh di energia elettrica, spendendo anche più di 1.000 euro (la tariffa media di 0,21 euro/kWh è tra le più care in Ue), attraverso il leasing di Green Genius la bolletta presenterebbe una media di 0,11 euro/kWh.

In generale, i consumatori hanno l’opportunità di tagliare del 20% e più i costi annuali per l’elettricità. L’entità del risparmio dipenderà poi dal contesto applicativo e dalla quantità di energia consumata direttamente rispetto a quella accumulata sulla rete, nel caso italiano soggetta a imposte per il deposito dell’energia.

Come diventare Green Genius Ambassador

L’avvento sul mercato italiano della multinazionale lituana, accompagnato dall’adesione all’associazione Italia Solare, è legato anche alla particolare iniziativa promozionale di “reclutamento” dei primi 5 Green Genius Ambassador.

L’azienda offre infatti alle famiglie di tutta Italia la possibilità di provare gratuitamente per un anno i vantaggi dell’energia solare come servizio, in cambio della disponibilità a raccontare e condividere la propria esperienza sui social o tramite iniziative ad hoc. Per accedere al programma e diventare “testimonial” di uno stile di vita più sostenibile è sufficiente:

Insomma, che siamo assidui frequentatori dei social o semplicemente consumatori attenti all’ambiente e al portafogli, la ventata sostenibile di Green Genius ci sembra pronta a stimolare la transizione energetica italiana.

Obiettivo: trasformare l’energia green in prodotto di massa, a vantaggio dell’ambiente e dei consumatori

Smart Gateway: gestire gli impianti attraverso il cloud

Gewiss presenta un nuovo sistema per la gestione intelligente della casa e dell’edificio che utilizza la piattaforma Cloud per consentire a diversi protocolli d’impianto di comunicare tra loro. Protagonisti di questa svolta tecnologica, una parte hardware, lo Smart Gateway, e un’applicazione per smartphone e tablet, la Smart Gateway APP.

Smart Gateway è un dispositivo di facile installazione e integrazione con l’impianto domestico che, utilizzando la tecnologia Cloud, rende più semplice l’accessibilità all’impianto da remoto via APP.

Grazie allo Smart Gateway è possibile gestire scenari luminosi, motorizzazioni di tapparelle e tende, termoregolazione, timer quotidiani o settimanali, ma anche la gestione dell’energia, con il monitoraggio dei consumi ed il controllo carichi, e la gestione della sicurezza, con il sistema antifurto e la visualizzazione delle videocamere.

La vera chiave di volta di tutto questo è la presenza di speciali HUB, piccoli server domestici che permettono di dialogare con gli oggetti connessi, grazie alla possibilità di collegare tra loro una pluralità di applicazioni e servizi sviluppati anche e soprattutto da terze parti.

Per accedere a tutte le funzioni in modo semplice e intuitivo, sia da locale sia da remoto, Gewiss ha sviluppato la Smart Gateway APP che consente la programmazione giornaliera/settimanale, controllo carichi e altre importanti funzioni senza alcun bisogno di ricorrere all’intervento di un tecnico.

Smart Gateway App Gewiss

Grafica moderna, comandi specifici per ogni tipologia di oggetto da comandare e da visualizzare, rendono immediata la fruizione delle funzioni domestiche attraverso la Smart Gateway APP disponibile gratuitamente per smartphone e tablet Android e iOS.

La navigazione è intuitiva e consente di personalizzare l’interfaccia grafica con immagini di sfondo (solo per tablet) e icone, salvare i comandi nell’apposita scheda “Preferiti”; inoltre per una user experience facilitata menù, descrizioni e comandi sono disponibili in 6 lingue (italiano, inglese, francese, tedesco, spagnolo e portoghese).

Smart Gateway APP consente di interagire via Cloud con qualsiasi tipo di impianto, purché dotato del dispositivo Smart Gateway di Gewiss.

Fotovoltaico: dare nuova vita agli inverter con la rigenerazione

Nel 2016 sono stati prodotti 44.7 milioni di tonnellate di rifiuti elettronici (E-Waste) ed entro il 2020 si prevede di sfondare il tetto dei 50 milioni di tonnellate, ovvero quasi 6 Kg per ogni abitante. Numeri impressionanti quelli identificati nell’ultimo Global E-Waste Monitor Report 2017 e che sono un monito verso un cambiamento economico, sociale e ambientale. È tempo di cambiare rotta e invertire il paradigma “produci, usa e getta” a favore dello sviluppo dell’economia circolare basata su durabilità, riparazione, riciclo, riuso. È necessario un vero e proprio cambio di mentalità.

La crescita della popolazione mondiale e lo sviluppo economico sono stati, da sempre, i driver della richiesta e consumo delle risorse disponibili e, negli ultimi 40 anni, questa richiesta è più che triplicata: al 2050 si prevede che la domanda di risorse disponibili possa raggiungere i 130 miliardi di tonnellate (contro i 50 miliari consumati nel 2014), un eccesso rispetto alla disponibilità terreste di oltre il 400%.

L’economia circolare e una nuova mentalità possono garantire notevoli benefici. Sposarne in pieno la filosofia potrebbe portare a una diminuzione del consumo di energia impiegato per la produzione di beni e servizi del 37% solo in Europa e consentire una riduzione del 40% di emissione di sostanze climalteranti in atmosfera. Inoltre, in questo modello economico circolare trova spazio la rigenerazione delle apparecchiature finalizzato all’estensione della vita tecnica utile.

Di questo importante aspetto, la rigenerazione, ne abbiamo parlato con Alessandro Pelusi Chief Sales & Marketing Officer di STI Company di Ascoli Piceno, azienda che propone un servizio innovativo in grado di dare nuova vita agli inverter fotovoltaici.

In Europa si sta discutendo sulla possibilità di introdurre un pacchetto di Norme sull’Eco-Design destinato a obbligare – produttori, importatori e distributori di materiali elettrici/elettronici – a progettare le apparecchiature privilegiandone la facilità di riparazione e la disponibilità di parti di ricambio. Per la prima volta si parla di istituire il “diritto alla riparabilità”.

Fotovoltaico ed economia circolare: la situazione italiana

Il tema della “circolarità” non è nuovo all’industria fotovoltaica italiana, infatti, nel 2017 è stato avviato il progetto ReSIELP (Recovery of Silicon and other materials from End-of-Life Photovoltaic Panels) finalizzato a realizzare un impianto pilota per recuperare silicio, argento, rame, alluminio e vetro da pannelli fotovoltaici a fine vita. Questo significa generare un ciclo virtuoso di recupero di materiali che possono essere riutilizzati per produrre moduli fotovoltaici di seconda generazione con importanti benefici sociali, economici ed ambientali come evidenziato nel Rapporto “End-of-Life Management: Solar Photovoltaic Panels” di Irena (International Renewable Energy Agency).

Secondo le stime, nel 2050, ci sarebbero ben 78 milioni di tonnellate di pannelli fotovoltaici a fine vita, che opportunamente recuperati – seguendo i principi dell’economia circolare – consentirebbero di realizzare oltre 2 miliardi di nuovi pannelli generando un giro di affari di 15 miliardi di dollari.

rigenerazione inverter fotovoltaici

Ma è bene sottolineare che un impianto fotovoltaico non è composto solo da moduli, ma anche da altri componenti come l’inverter che potrebbero essere rigenerati dando avvio a percorso di economia circolare. Purtroppo, al momento non sono ancora stati avviati progetti e/o sperimentazioni per un possibile recupero e riutilizzo.

“La potenza fotovoltaica installata in Italia (tra ottobre e novembre) ha toccato il tetto dei 20 GW che, secondo stime, equivalgono a circa 4 Milioni di inverter di cui il buon 80% è già fuori garanzia – sottolinea Alessandro Pelusi. – Pensare di implementare una “strategia circolare” su queste apparecchiature, privilegiando la riparazione /o rigenerazione in luogo della sostituzione degli inverter guasti, significa innescare un circolo virtuoso a beneficio di tutti gli attori coinvolti neoindustriale e della collettività intera”.

In quest’ottica STI Company ha acquisito un laboratorio di elettronica nel 2015 e investito gli ultimi 3 anni in Ricerca & Sviluppo, Sperimentazioni, Prove, Test applicati in questo campo proprio per offrire un servizio innovativo di Riparazione & Rigenerazione di Inverter Fotovoltaici.

La rigenerazione: nuova vita per gli inverter

Ma cosa significa rigenerare un inverter? E quali sono i benefici che si possono ottenere?

Il processo di rigenerazione è una tecnica di manutenzione preventiva finalizzata a rivitalizzare l’inverter fotovoltaico prima che questo possa subire un guasto. “Sottoporre il parco inverter a cicli di rigenerazione programmati consente di minimizzare il rischio di fermo impianto e massimizzare il rendimento tecnico ed economico dell’apparecchiatura – ha aggiunto Alessandro Pelusi. – Ovviamente prima di proporre una vera e propria offerta al mercato abbiamo condotto diversi test sulle apparecchiature, identificando le possibili cause di guasto e le incidenze. In questo modo abbiamo costruito una vera e propria banca dati”.

Successivamente l’azienda ha cominciato a proporre la formula di rigenerazione degli inverter fotovoltaici puntando sul fatto che scegliere di riparare e/o rigenerare un inverter guasto significa:

“Il successo è stato immediato e, ad oggi, abbiamo riparato e/o rigenerato oltre 1.000 macchine oggi perfettamente funzionanti. Il servizio è apprezzato sia dagli End User sia dagli O&M/Asset Manager in quanto competitivo per costi/benefici, affidabilità e velocità di risposta” ha affermato Pelusi.

Ogni kiloWattora non prodotto è un kiloWattora perso

Proprio per rispondere al meglio alla crescente domanda. L’azienda ha deciso di investire nell’ampliamento del laboratorio in termini di spazio disponibile e di attrezzature e ha potenziato lo staff con l’ingresso di nuovi tecnici elettronici specializzati.
Inoltre, STI sta pensando di estendere il servizio di Riparazione & Rigenerazione su altre linee di apparecchiature che l’azienda normalmente installazione ed effettua manutenzioni come Variable Speed Drivers, UPS, ecc.

esempio di rigenerazione di inverter fotovoltaici

Esempio di riigenerazione di inverter fotovoltaici – Sostituzione dei componenti guasti o obsoleti, pulizia completa, lavaggio tecnologico sono solo alcune delle fasi

“La riparazione e/o rigenerazione degli inverter fotovoltaici è secondo noi la strada giusta per realizzare il primo passo del principio di circolarità, a cui deve seguire il concetto di mentalità circolare che si traduce in durabilità, riuso e minor consumo di materie prime senza dimenticare gli ingenti vantaggi economici generati per tutta la catena del valore. – ha concluso Pelusi – Siamo consci di avere know-how, esperienza, struttura in grado di renderci protagonisti in questo nuovo percorso sostenibile e processo rigenerativo legato al ciclo di vita degli inverter fotovoltaici. E soprattutto dare un contributo significativo per ottimizzare le risorse del pianeta”.

 

logo STI

STI Company si posiziona sul mercato come lo Specialista Globale nella Gestione dell’Energia. Grazie all’ampiezza del proprio portafoglio di soluzioni, prodotti e servizi nella distribuzione elettrica, nell’automazione industriale, nelle energie rinnovabili ed efficienza energetica, rappresenta un punto di riferimento per la progettazione, installazione e manutenzione di soluzioni impiantistiche tecnologicamente avanzate.

Progettare smart home: il futuro digitale è qui

Immaginate di trasformare le diversità impiantistiche di un edificio, dove ogni elemento assolve verticalmente il proprio compito, in un grande corpo umano fatto di organi interconnessi e coordinati da un cervello che gestisce efficacemente ogni funzione. Questo organismo si chiama smart home ed è frutto di un’evoluzione tecnologica orientata alle soluzioni digitali che sta radicalmente cambiando il nostro modo di pensare e progettare case, edifici e contesti urbani, in una quotidianità sempre più intrisa di tecnologia.

Ne abbiamo parlato con Alessio Vannuzzi, ingegnere, KNX Professional e titolare di Itedo, intervenuto a Illuminotronica 2018 in diversi momenti formativi dedicati a studenti e professionisti del settore. “Il mio compito è quello di trasmettere con immediatezza ai protagonisti di questa rivoluzione digitale cosa significa parlare di sistema-edificio e perché assistiamo alla rapida diffusione di soluzioni smart e tecnologie IoT – commenta Vannuzzi -. Ogni building è formato da aspetti strutturali e da impianti che possono comunicare, per generare sistemi di monitoraggio e di gestione che ci riconducono, appunto, al concetto di edificio connesso”.

Dal controllo remoto all’ottimizzazione dei consumi, dall’efficienza energetica al comfort di chi vive qualunque tipo di ambiente residenziale o professionale, per toccare le più recenti evoluzioni di comando vocale e proximity marketing, la trasformazione digitale ha innescato un volano di opportunità da approfondire con mentalità aperta e visione integrata.

La trasformazione digitale agisce al principio di ogni smart home, nella visione integrata del progettista

Progettare smart homeI 5 organi della smart home

Ma torniamo alla nostra smart home del futuro: quanto piace l’idea di comandare ogni impianto o dispositivo connesso tramite un’unica interfaccia? Per godere di questo vantaggio non basta costellare la nostra esistenza domestica di “oggetti” intelligenti come TV, termostati, luci ed elettrodomestici e altri apparecchi controllabili da remoto.

La vera integrazione nasce a monte, in fase progettuale, quando tutti i professionisti coinvolti nella nuova costruzione o nell’intervento di riqualificazione “pensano” trasversalmente alla comunicazione tra tutti gli organi dell’edificio e, ancor prima, alla cura dell’involucro, all’isolamento termico e alle scelte energetiche rinnovabili necessarie a garantire efficienza e sostenibilità alla struttura.

Una progettazione integrata che consente a building manager e utenti di gestire efficacemente almeno 5 aspetti:

illuminazione: regolare la luce per creare scenari personalizzati e risparmiare energia tramite sensori e programmazione oraria ad hoc;
energia: visualizzare i grafici di impianto fotovoltaico, batteria di accumulo e consumi per una gestione smart del fabbisogno energetico orientata anche alla mobilità elettrica;
clima: controllare e impostare a distanza la temperatura della propria casa, includendo impianti di riscaldamento, raffrescamento e ventilazione meccanica controllata;
sistemi AV: ascoltare musica e guardare film, serie tv e canali streaming in tutta la casa gestendo ambientazioni in tempo reale.
sicurezza: integrare impianti di anti intrusione di ultima generazione (es. sistemi biometrici) e tecnologie di videosorveglianza fruibili anche da remoto.

Quanto al “linguaggio” della smart home, KNX è un esempio di standard internazionale utile ad abilitare, in concreto, il dialogo tra impianti connessi, ma siamo solo all’inizio di un ulteriore passo avanti legato ad applicazioni IoT e mobilità elettrica. “Ci troviamo di fronte a un’evoluzione epocale che proietta l’integrazione oltre i confini del sistema-edificio, dove anche i mezzi di trasporto diventano fornitori di servizi tanto quanto la casa, gli edifici e le industrie connesse”, aggiunge il system integrator.

Integrazione, quanto ci costi!

Ecco la principale obiezione, nonché barriera, alla diffusione della smart home. Molto risiede, secondo l’esperienza dei KNX Professionals, nella sensibilità del cliente finale, chiamato ad applicare uno sguardo lungimirante ai tempi di ritorno dell’investimento e ai risparmi ottenibili grazie all’integrazione impiantistica.

Ma c’è un rovescio della medaglia legato alla capacità di “vendere” sistemi connessi. “Parlando con colleghi ingegneri e installatori mi rendo conto che spesso manca la pazienza di spiegare approfonditamente il progetto ai potenziali clienti – commenta Vannuzzi -. Questo accade sia perché ancora mancano competenze, sia perché tanti continuano a ragionare secondo i tradizionali canoni del professionista “artigiano”, quando serve una mentalità imprenditoriale che faccia leva su marketing e benefici del servizio da proporre”.

Le competenze tecniche non bastano se i professionisti non riescono a trasmettere ai clienti i vantaggi di adottare soluzioni integrate

Una nuova idea di smart home fatta di innovazione tecnologica, ma soprattutto di formazione degli installatori, chiamati a creare sinergie con altri professionisti e a diventare unici interlocutori di progetti “chiavi in mano”.

Fare PIL con l’efficienza energetica

Come stimolare una crescita economica che consenta di salvaguardare il rapporto deficit/PIL e come limitare drasticamente le emissioni climalteranti? Due quesiti che vanno affrontati grazie ad investimenti per uno sviluppo sostenibile, in grado di fare PIL con l’efficienza energetica. Rete Irene ha pubblicato un documento con le proposte di emendamento al disegno di legge di bilancio 2019.

In Italia oltre un terzo dei consumi di energia è legato al settore civile: il nuovo Rapporto del Cresme certifica che l’efficienza energetica resta la cenerentola degli investimenti, e dai dati Enea si evince che le riqualificazioni energetiche importanti sono ancora al palo. Favorire gli interventi di trasformazione urbana e sostituzione edilizia non è sufficiente, bisogna accelerare la diffusione delle riqualificazioni energetiche ottimizzando il sistema incentivante come indicato tra le priorità della Strategia Energetica Nazionale (SEN).

Le nuove incentivazioni come le detrazioni del 70-75% per la riqualificazione degli involucri condominiali o la cessione dei crediti d’imposta non hanno ancora portato molti benefici, ma si pensa che il prossimo anno ci sarà una vera svolta.

Tutto questo quale impatto può avere sull’economia? Il rapporto Cresme evidenzia che il saldo netto sul bilancio dello Stato è positivo ed è auspicabile una proroga dell’ecobonus per continuare a far crescere l’economia.

Nonostante questo, i conteggi inseriti dai tecnici del MEF nella Relazione tecnica del disegno di legge di bilancio stimano valori irrisori dell’addizionalità dei provvedimenti, ignorano completamente l’effetto moltiplicativo degli investimenti nel settore edilizio e sovrastimano l’impatto negativo sul bilancio degli anni successivi.

La legge di bilancio 2019 non prende posizione e il Governo si limita a conservare lo status quo, prorogando di un anno tutto ciò che, a legislazione vigente, scadrebbe il 31 dicembre 2018.

Se da un lato questo scongiura il rischio di perdere tutte le agevolazioni per gli interventi di efficientamento energetico e di miglioramento sismico, purtroppo l’Italia sta perdendo un’altra occasione per connettere concretamente la riqualificazione energetica e l’economia migliorando l’efficacia di un sistema di incentivi un po’ complesso che ha subito modifiche e revisioni.

Nel documento – che Rete Irene propone al Governo – sono sintetizzate molte proposte che potrebbero rendere più efficaci gli incentivi e agevolare la diffusione degli interventi di riqualificazione del costruito, favorire l’occupazione, attuare politica di protezione ambientale e all’economia, dimostrando che è possibile fare PIL con l’efficienza energetica.

Esistono ancora vari spazi di manovra per migliorare l’efficacia di ecobonus e sismabonus: si configurano come un sistema espansivo per l’economia e per l’occupazione, senza richiedere assorbimento di risorse finanziarie pubbliche e senza incrementare la spesa per interessi, favorendo la strada dell’efficienza energetica.

Tra le cose da evitare, sicuramente l’introduzione di soglie e requisiti ancora più severi di quelli già esistenti.

Rendere gli incentivi stabili e dinamici, in coerenza con il nuovo obiettivo europeo di riduzione delle emissioni climalteranti, consente una più facile e veloce transizione energetica.

Il futuro della luce connessa si chiama Internet of Light

Dal LED alle prima applicazioni di smart lighting, il passo è stato – relativamente – breve. Ma cosa succede quando la luce connessa diventa infrastruttura di trasmissione dati, approdando al nuovo e più articolato concetto di Internet of Light? La gestione digitale degli impianti di illuminazione, guardando alle più recenti tecnologie IoT, sottende e stimola un’evoluzione dagli effetti potenzialmente dirompenti per la filiera dell’illuminotecnica e per i suoi protagonisti, riuniti da Assil (Associazione Nazionale Produttori Illuminazione federata Anie) in occasione del convegno “Internet of Light: illuminati e connessi”.

Se, infatti, gli impianti di illuminazione ancora non ricoprono un ruolo fondamentale nel dibattito autoinasufficiente energetico degli edifici – primati che spettano a energy management e comfort termico – la dinamica della luce connessa si sta radicalmente modificando grazie all’integrazione tra LED lighting, elettronica e tecnologie digitali, che sempre più contribuisce ad abilitare servizi smart. Lo ha dimostrato alla platea di Assil Marco Guiducci dell’Energy & Strategy Group del Politecnico di Milano, soffermandosi sul significativo esempio della pubblica illuminazione, settore dove tra 2019 e 2025 si prevede l’installazione di oltre 5,4 punti luce efficienti, dei quali circa il 10% predisposti alla connessione per offrire servizi integrati. Una transazione verso soluzioni urbane di luce connessa e digitale che gioverà all’intero sistema-Paese, generando un beneficio netto superiore ai 3,6 miliardi di euro, segnando i primi e tangibili traguardi in ottica Internet of Light.

Gli impianti di illuminazione smart hanno tutte le “carte in regola” per giocare un ruolo chiave nella trasformazione digitale di città ed edifici

Scenari di Internet of Light, tra smart city, smart building e sicurezza informatica

convegno Internet of LightObiettivi non troppo futuristici, ma ancora strettamente dipendenti dall’evoluzione dei mercati italiani della smart city e della smart home, il cui fattivo punto d’incontro si trova nella generazione di ecosistemi digitali ed efficienti capaci di offrire valore aggiunto all’intera comunità. Non mancano, nel panorama internazionale, incentivi finanziari a supporto di tali evoluzioni infrastrutturali, inseriti soprattutto negli scenari comunitari Horizon 2020, con quasi 80 miliardi di euro di finanziamenti stanziati in sette anni, e LIFE, altro progetto a sostegno della sostenibilità ambientale.

A livello nazionale, invece, il piano Impresa 4.0 incentiva le imprese che investono in beni strumentali nuovi e in beni materiali e immateriali (software e sistemi IT) funzionali alla trasformazione digitale dei processi produttivi, attraverso iper-ammortamento e super-ammortamento.

Il passaggio dall’illuminazione tradizionale al Solid State Lighting ha trasformato così i punti luce in piattaforme ideali per supportare questa digital transformation con l’integrazione di componentistica elettronica e la creazione di nodi IP per la trasmissione di dati utili all’interconnessione di sistemi, edifici e città intelligenti.

Rovescio della medaglia, i timori legati alla sicurezza informatica, ulteriormente alimentati dall’avvento dell’IoT e dei suoi innumerevoli smart device, che hanno letteralmente invaso la nostra quotidianità. A ciò si aggiungono le sfide tecnologiche del prossimo futuro, come la connessione in 5G e la protezione della crescente mole di dati stanziati e gestiti in cloud, che richiederanno nuovi miglioramenti alle misure di cyber security.

Sebbene il mercato e gli esperti intervenuti al convegno Assil non possano attualmente offrire interpretazioni univoche ai legittimi interrogativi dei produttori di apparecchi e sistemi di lighting, il settore illuminotecnico globale potrà e dovrà certamente contare sulle potenzialità offerte dalle tecnologie IoT, in grado di trasformare la luce in una vera e propria infrastruttura per lo sviluppo di sistemi interconnessi.

Così la rigenerazione urbana è un modello vincente e green

Quale sia l’esatto significato di rigenerazione urbana lo descrive bene il progetto Arcadia Center, in corso di realizzazione a Milano. Vede protagonista un edificio degli anni Settanta di circa 20mila metri quadri pronto a diventare un modello di sostenibilità certificata, prossimo a ottenere la certificazione LEED Silver per il basso impatto ambientale. Il progetto è stato sviluppato in tecnologia BIM e firmato da Giuseppe Tortato, architetto che vanta un’esperienza ventennale in urban regeneration. E che ha puntato a donare a una struttura esistente una nuova veste, integrando tecnologia e attenzione alla sostenibilità ambientale e all’efficienza energetica, puntando a fornire il massimo comfort a chi vivrà quell’ambiente.

Giuseppe TortatoÈ un’idea che si sta facendo largo e che trova sempre maggiore apprezzamento: in questo caso Volkswagen Leasing e Volkswagen Bank, che hanno deciso di insediare qui la loro nuova sede. Un autentico involucro di design che, illustra in una nota lo stesso Studio Tortato Architetti: “racchiude spazi flessibili portando benessere a chi ci lavora e dove sono stati ‘inseriti’ elementi naturali quali l’aria, la luce e il verde, utilizzandoli quasi fossero materiale da costruzione”.

Ma cosa significa rigenerazione urbana? Quali sono le fasi salienti di trasformazione dal vecchio al nuovo?

«Rigenerare in questo caso significa recuperare la dinamicità dell’impianto architettonico originale, offuscata nel corso degli anni dai successivi interventi, eliminando tutto ciò che non fosse strutturale e creando di fatto un edificio totalmente nuovo, non solo per il sinuoso design esterno delle facciate, ma anche e soprattutto per i contenuti tecnologici e il comfort offerto agli utenti finali. Ciò che contraddistingue Arcadia Center, un progetto di riqualificazione, è l’architettura sinuosa realizzata con il contrasto tra due colori: il bianco dei fascioni curvilinei a sezione variabile che abbracciano l’edificio sul fronte strada; il grigio antracite che caratterizza i volumi spigolosi e tesi del resto dell’edificio», risponde l’architetto Tortato.

Quale aiuto può fornire il sistema BIM per la progettazione?

«L’utilizzo della tecnologia BIM (Building Information Modeling) ha garantito la massima efficienza e controllo di tutte le fasi di progettazione, rispettando i tempi di progettazione e il budget prefissato. Dapprima è stato creato un “modello federato” del progetto, messo a disposizione sul “cloud proprietario” – in tal modo disponibile costantemente alle eventuali verifiche da parte del committente; all’interno del “modello federato” sono stati collegati tutti i modelli multidimensionali relativi alle varie discipline (architettura, strutture e impianti).
Anche la fase di computazione è stata integrata all’interno de processo BIM attraverso specifici applicativi che permettevano il dialogo tra i software di modellazione e quelli di computazione.
La struttura creata in Open BIM oltre a permettere la condivisione delle informazioni in fase di progetto, consentirà in futuro di ottimizzare la manutenzione dell’edificio, innescando una fase d’integrazione tra i processi e la sostenibilità dell’immobile».

Attraverso quali soluzioni è garantita l’efficienza energetica?

«Per garantire l’efficienza energetica si è agito sinergicamente sulle parti di edificio che migliorano le caratteristiche energetiche dell’edificio. Le superfici opache e trasparenti ad alte prestazioni termiche sono state progettate in modo coordinato al fine di evitare punti di discontinuità e ponti termici; sono previsti campi fotovoltaici in copertura in grado di coprire parte del fabbisogno energetico dell’edificio; la geotermia è integrata nel progetto impiantistico attraverso la realizzazione di pozzi geotermici. L’insieme di questi accorgimenti progettuali consente di collocare l’edificio in classe energetica prevista A1».

Acadia center rigenerazione urbana

A che punto è il progetto oggi?

«Il progetto esecutivo è stato completato e consegnato alla committenza a giugno scorso, contestualmente sono state realizzate le attività di strip-out e demolizioni, dopo l’espletamento della gara d’appalto il cantiere a novembre è stato affidato all’impresa generale che ha iniziato le attività di propria competenza da circa un mese».

Oltre al BIM che importanza ha la tecnologia e che ruolo ha avuto nel rigenerare questa struttura e in generale?

«L’utilizzo di software parametrici che consentono il controllo di forme estremamente complesse e di procedere direttamente con la fase di produzione in stabilimento in modo rapido e preciso. Anche per il controllo delle prestazioni energetiche dell’involucro sono stati utilizzati software di modellazione tridimensionale, in modo da controllare puntualmente e globalmente il comportamento dell’edificio ottimizzando le scelte dell’involucro ottenendo risparmi significativi.
Il controllo domotico e centralizzato degli impianti sia elettrici sia meccanici, concordato con il futuro Tenant, è parte integrante della progettazione specialistica».

Libretto d’impianto elettrico: una app per garantire sicurezza e professionalità

Sicurezza e professionalità: sono questi i due pilastri che hanno portato alla creazione del Libretto d’impianto Elettrico di Prosiel – l’associazione senza scopo di lucro che riunisce i principali attori della filiera elettrica.

La sicurezza è quella che viene garantita ai consumatori grazie ad uno strumento, rilasciato dall’installatore, nel quale sono raccolti tutti i documenti, le informazioni e le indicazioni sullo e sulla cura delle apparecchiature che compongono l’impianto elettrico.

La professionalità è quella che l’installatore, grazie al Libretto di Impianto Elettrico, può assicurare ai propri clienti offrendo una “fotografia” puntuale ed aggiornata sull’impianto ed intervenendo con tempestività ed efficacia in caso di manutenzioni e ampliamenti.

APP Libretto di Impianto ElettricoMolto più di un semplice documento, il Libretto d’impianto diventa uno strumento utile – anzi, indispensabile – per garantire nel tempo la sicurezza e l’efficienza di qualsiasi impianto domestico. Una sorta di carta di identità dell’impianto da associare all’abitazione con lo scopo di prevenire incidenti e contenere i consumi, indicando le scadenze di controlli e attività di manutenzione. Il Libretto non è obbligatorio, ma lo sono i documenti che devono essere allegati: la Dichiarazione di conformità o, nel caso, la Dichiarazione di rispondenza che confermano il rispetto della regola dell’arte secondo la normativa vigente.

Per rendere lo strumento più accessibile sia agli utenti che ai professionisti (installatori, studi tecnici e verificatori), Prosiel ha realizzato anche una APP dedicata, scaricabile gratuitamente da Google Play, App Store e Microsoft Store. Facile e intuitiva, la APP del Libretto d’impianto è disponibile per tutti i device mobili (smartphone, tablet) e in versione desktop per pc e laptop, permettendo di raccogliere anche in formato digitale tutte le istruzioni d’uso delle apparecchiature d’impianto, le eventuali garanzie allegate e ogni informazione fornita dall’impresa installatrice per la sua migliore gestione, affinché l’utente abbia la possibilità di adempiere agli obblighi di legge (secondo l’articolo 8 del Decreto Ministeriale 37/08).

La App assolve innanzitutto ad una funzione di archiviazione digitale permettendo di memorizzare, con la funzione “IDENTIFICAZIONE DELL’IMPIANTO”, tutti i dati e lo storico delle imprese installatrici che hanno eseguito lavori: una volta inserite le informazioni generali dell’impianto, la descrizione costruttiva e le dotazioni, l’installatore potrà memorizzare i dati ed inviare immediatamente il Libretto al proprio cliente.

Non solo: grazie alla funzione “VERIFICHE PERIODICHE”, la App diventa un utilissimo promemoria, perché indica attraverso notifiche periodiche la frequenza prevista dall’impresa installatrice per gli interventi di manutenzione ordinaria e straordinaria.

Dunque, coerentemente con la crescente diffusione di nuove apparecchiature e nuovi sistemi all’interno delle case, il Libretto e la relativa App favoriscono la sicurezza e l’innovazione elettrica, offrendo una maggiore consapevolezza dell’impianto e promuovendone, allo stesso tempo, anche l’ammodernamento per massimizzare l’efficienza energetica e la sicurezza.

Da ultimo va ricordato che l’installatore che usa il Libretto migliora la sua immagine presso il cliente divenendo in modo semplice e immediato un punto di riferimento.

Articolo redatto dagli esperti di Anie CSI

Finlandia: microgrid intelligente di Schneider Electric per Lidl

Schneider Electric fornirà a Lidl, per il suo nuovo centro di distribuzione di Järvenpää in Finlandia, la più grande microgrid industriale del paese e un sistema innovativo per la gestione degli edifici basato su IoT.
Il centro di distribuzione – operativo nei primi mesi del 2019 – avrà una superficie di 60.000 metri quadrati e sarà in grado di soddisfare le esigenze dei negozi della catena nel sud della Finlandia.

L’obiettivo è quello realizzare il centro di distribuzione di prodotti freschi più green del nord Europa attraverso un edificio a zero emission secondo gli standard della certificazione ambientale BREAAM – livello Eccellente e con l’obiettivo di risparmio energetico è superiore al 50%.

Lidl Finland ha scelto Schneider Electric poiché ha dimostrato di poter offrire una soluzione efficiente, integrata e completa, in grado di sovraintendere i sistemi di gestione dell’energia e dell’edificio per tutto il ciclo di vita dell’edificio.

Smart microgrid: 100% fonti energetiche rinnovabili

Elevata efficienza energetica e energie rinnovabili sono i due driver del nuovo centro di distribuzione che coniuga sostenibilità ed elevate performance grazie a EcoStruxure Microgrid Advisor, una soluzione in cloud che sfrutta capacità di analytics per controllare e ottimizzare le risorse.

La microgrid intelligente è composta da un impianto fotovoltaico da 1.600 pannelli posizionato sul tetto dell’edificio, un sistema di batterie per l’accumulo. L’elettricità prodotta sarà utilizzata per l’impianto di cogenerazione per il riscaldamento e il condizionamento. Il calore recuperato da apparecchiature e sistemi di refrigerazione darà energia all’edificio e agli abitanti della città di Järvenpää fornendo acqua calda a circa 500 case private.

L’accumulo gestirà i picchi di consumo assicurando continuità alla distribuzione elettrica. Se la rete elettrica nazionale dovesse essere in sovraccarico, il centro di distribuzione di Lidl potrebbe ridurre i consumi di energia provenienti dalla rete e utilizzare il sistema di batterie.

“Nei periodi in cui fa molto freddo, la rete finlandese è interessata da fenomeni di sovraccarico – sottolinea Simo Siitonen, Energy Management Manager di Lidl Finland – Il sistema di accumulo permetterà di reagire rapidamente ai picchi di consumo, di ridurre il carico sulla rete e di assicurare che tutti abbiamo energia elettrica”.

La piattaforma software-as-a-service EcoStruxure Microgrid Advisor è progettata per semplificare l’integrazione delle risorse energetiche distribuite (DER) e consente di raccogliere dati, prevedere esigenze e ottimizzare automaticamente l’operatività delle risorse disponibili grazie a informazioni in tempo reale e algoritmi di machine learning predittivi.

Per ottimizzare in tempo reale l’uso di energia, il sistema prenderà in considerazione il tasso di utilizzo, i prezzi, il consumo generale di elettricità e le condizioni meteo del momento in Finlandia.

Sistemi intelligenti di automazione di edificio

Il sistema di gestione dell’edificio sarà gestito con il software EcoStruxure Building Operation di Schneider Electric, la piattaforma aperta di building management che integra più sistemi, per ottenere controllo centralizzato e in tempo reale di uno o più edifici.

Il software consente un totale controllo da remoto e offre servizi di analytics per migliorare l’efficienza energetica. Il team Schneider Electric finlandese ha creato un servizio di gestione operativa del sito da remoto unico nel suo genere, basandosi sul portafoglio completo di EcoStruxure Building. Questa offerta di servizi gestiti ha ottenuto – primo caso di questo tipo in Finlandia – la certificazione internazionale di sicurezza delle informazioni ISO 27 ISO 27001-2013.