Comfort e risparmio energetico: vivere in Classe A

Un luogo dove vivere il comfort e il risparmio energetico in armonia con la natura: questa la descrizione che meglio si adatta per definire il Condominio Via Piave 20 ad Albese con Cassano, in provincia di Como, a soli dieci chilometri dal Lago di Como.

La ditta costruttrice ha edificato – secondo i parametri CasaClima – un complesso composto da quattro edifici, con due torri che ospitano tre appartamenti ognuna e nelle quali gli appartamenti al piano terreno possono godere di un’area verde privata; tra le due torri, gli edifici si sviluppano in lunghezza per ospitare cinque ville su due livelli fuori terra e un piano interrato.

Coniugare estetica e sostenibilità

Daniele Losi, presidente di Murex s.r.l. di Como

Daniele Losi, presidente di Murex s.r.l. di Como

La ricerca dell’equilibrio tra estetica e sostenibilità ha orientato le scelte architettoniche e tecnologiche: da un lato, finiture naturali in pietra, legno e acciaio che inseriscono gradevolmente le abitazioni nel giardino circostante; dall’altra, l’adozione di una soluzione impiantistica che ha contemplato l’utilizzo di energie rinnovabili tramite l’adozione di pompe di calore centralizzate per la produzione di riscaldamento e acqua calda sanitaria e integrazione solare termica.

“Il condominio è frutto di un lungo lavoro eseguito a livello progettuale: seguendo un mio input, l’architetto e i tecnici dell’impiantistica sono riusciti a ottenere un edificio dove l’estetica si è adattata alle soluzioni tecniche che dovevano garantire l’efficienza energetica. – racconta Daniele Losi, presidente di Murex s.r.l. di Como – L’architetto ha accolto le esigenze dei tecnici allo scopo di ottenere il massimo dell’efficienza energetica, ma devo dire che sono comunque molto soddisfatto anche per quanto riguarda le scelte architettoniche effettuate”.

L’immobile in Classe A non lascia niente al caso

Il risparmio energetico e il comfort abitativo sono stati ottenuti anche grazie all’ottimale coibentazione dell’edificio e all’assenza di fibre sintetiche nocive e di legno tropicale, non utilizzando PVC nei pavimenti e serramenti né alcun impregnante chimico negli ambienti chiusi, nel rispetto dello standard CasaClima.

Ma sono le fonti rinnovabili a fare la parte del leone nel condominio Via Piave 20. Sul pergolato sono stati installati i pannelli solari per provvedere al riscaldamento dell’acqua sanitaria, mentre su tutta la lunghezza del tetto dei portici è stato integrato il sistema fotovoltaico per produrre l’energia elettrica. Anche l’esterno svolge la sua parte: da tutte le aperture delle abitazioni si percepisce un unico spazio verde che le circonda; i portici, i terrazzi e la disposizione del verde proteggono l’ambito privato.

“Il comfort abitativo qui la fa da padrone: l’isolamento termoacustico permette di vivere in un ambiente soft dove il calore degli ambienti non viene disperso e in cui, grazie al riscaldamento a pavimento con basse temperature, non si percepiscono sbalzi termici in ambiente. –sottolinea il costruttore Daniele Losi – Inoltre, grazie alla ventilazione meccanica a controllo igrometrico, non c’è l’ombra della minima umidità e il ricambio di aria costante permette di avere la casa sempre con aria pulita”.

Vivere in classe A si basa sul concetto di architettura sostenibile incentrata sull’efficienza energetica, il risparmio energetico e la massima riduzione di inquinamento durante la vita dell’edificio

vivere in classe a condominio Albese con cassano rinnovabili

Il pergolato è dotato di 12 pannelli Rotex Solaris V26A con due diversi orientamenti e inclinazione di 45° 

Coperture completamente solari

Il pergolato che unisce le due ali dell’immobile è coronato da una struttura in acciaio sulla quale sono stati montati i 12 pannelli Daikin Solaris V26A con due diversi orientamenti e l’inclinazione a 45° per catturare il massimo dell’irraggiamento solare.

L’impianto solare riscalda i quattro moduli Daikin Sanicube da 500 litri ognuno per la produzione istantanea di acqua calda sanitaria, fino a coprire i due terzi del fabbisogno, rendendo possibile l’integrazione all’impianto di riscaldamento. Le coperture dell’edificio accolgono invece l’impianto fotovoltaico della potenza di 10 kWp. I moduli a film sottile, completamente integrati, sono agganciati alla struttura in alluminio che funge da doppio tetto sovrapposto al primo, ma separato da un’intercapedine ventilata, progettata per abbattere il carico termico estivo.

L’impianto fotovoltaico fornisce un terzo dell’energia necessaria al sistema di riscaldamento. Il pannello amorfo si adatta meglio a situazioni meno ottimali di insolazione (nel giardino sono presenti grandi alberi), grazie a un ottimo rendimento anche in situazioni di luci e ombre.
La cisterna di raccolta delle acque piovane ricavata da un box sotterraneo permette di avere sempre a disposizione l’acqua per l’irrigazione del giardino a costi limitati.

Ing. Paolo Marazzi, Pontiggia e Marazzi S.r.l. di Erba

Ing. Paolo Marazzi, Pontiggia e Marazzi S.r.l. di Erba

Le soluzioni tecnologiche per assicurare il comfort

“L’impianto Daikin costituito da tre pompe di calore aria-acqua collegate in serie, grazie alluso di una fonte di energia rinnovabile come l’aria, avrebbero già potuto soddisfare i requisiti per il raggiungimento della Classe Energetica A secondo Regione Lombardia. – evidenzia il progettista Ing. Paolo Marazzi, Pontiggia e Marazzi s.r.l. di Erba – È stato per volontà del committente che si è scelto di integrare l’impianto di riscaldamento e di produzione ACS con l’impianto solare termico Daikin, posizionando i moduli secondo diversi orientamenti per sfruttare la luce del sole in ogni ora diurna. Si è optato per una soluzione solo riscaldamento poiché in queste zone il periodo caldissimo è breve, la casa è ben isolata e i serramenti sono performanti e forniti di un sistema di schermatura”.

All’interno del locale tecnico è stato collocato il sistema Daikin HPSU composto da tre accumulatori Daikin Hybridcube da 500 litri ognuno e da tre unità interne, collegati a loro volta alle unità esterne in pompa di calore aria-acqua da 16 kW per riscaldamento a bassa temperatura e acqua calda sanitaria. Il sistema alimenta un impianto a pannelli radianti a pavimento, sempre a marchio Daikin, integrato con scalda salviette a bassa temperatura nei bagni.

La combinazione tra carichi termici e terminali a bassa temperatura determina il massimo del risparmio energetico e del comfort abitati.

Completa l’impianto il sistema di ventilazione meccanica, che verifica il livello di umidità negli ambienti ricambiando automaticamente l’aria solo quando necessario. L’impianto VMC estrae l’aria dai bagni e dalle cucine e la espelle all’esterno sul tetto. L’immissione nei locali avviene con bocchette che si auto-regolano aprendosi con elevati livelli di umidità dovuti alla presenza di persone o per i vapori di cucina e bagno.

vivere in classe A Daikin centrale

Il locale tecnico dove si trovano i quattro moduli Rotex Sanicube da 500 litri ognuno per la produzione istantanea di acqua calda sanitaria, e i tre accumulatori Rotex Hybridcube da 500 litri ognuno con le tre unità interne che fanno parte del sistema in pompa di calore aria-acqua inverter Rotex HPSU

Che caratteristiche particolari presenta l’impianto?

vivere in classe a condominio Albese con cassano particolare HPSU

Particolare di una delle unità interne del sistema Rotex HPSU

Lo schema d’impianto integrato HPSU Daikin prevede una pompa di trasferimento che, se necessario e in funzione delle temperature degli accumulatori solari e di quelli di riscaldamento, trasferisce l’acqua calda prodotta dai pannelli solari agli accumuli dell’impianto di riscaldamento, in modo da sfruttare maggiormente l’energia prodotta dal solare per quest’ultimo.

“In pratica, il ritorno dell’impianto di riscaldamento, prima di passare negli accumulatori che vengono tenuti caldi dalle pompe di calore, va a “pescare l’acqua calda” negli accumulatori dell’impianto solare. – aggiunge il progettista Ing. Paolo Marazzi – Quando il sistema solare non produce acqua calda, come in caso di brutto tempo o se il bollitore ha raggiunto la temperatura stabilita, i collettori solari si svuotano, con il vantaggio di evitare (soprattutto in estate) problemi legati alle alte temperature e alla pressione nell’impianto, mentre in inverno la tecnologia a svuotamento permette di evitare l’uso dell’antigelo con conseguenti perdite di rendimento”.

Vivere in classe A: risparmio energetico che fa la differenza

Il fabbisogno energetico teorico del complesso residenziale è di 36.868 kWh/anno (22.764 per il riscaldamento e 14.104 per l’acqua sanitaria), mentre le singole abitazioni consumano mediamente 18 kWh/m2 all’anno, circa un ottavo rispetto al fabbisogno energetico di un condominio costruito in edilizia tradizionale. Oltre al risparmio sulla spesa energetica, grazie al Terzo Conto Energia il gestore pagherà ai condomini 0,377 € ogni kWh prodotto per 20 anni. (Dati forniti per concessione di Murex s.r.l.).

Quali sono i costi annuali di esercizio di un appartamento tipo?
“Considerando che complessivamente, nello scorso anno, i costi di gestione abitativa sono ammontati a 11.000 euro, le spese suddivise per le undici unità sono state di soli 1.000 euro ognuno tutto compreso, quindi anche il riscaldamento” conclude Daniele Losi.

Importanza e benefici della riqualificazione energetica

Di fronte a un mercato immobiliare in positiva ripresa – secondo alcuni dati divulgati dal Gruppo Tecnocasa, gli ultimi mesi del 2018 si sono rivelati col segno positivo in quasi tutte le Regioni d’Italia – è necessario fare attenzione a quale sarà il futuro del settore edile e quali saranno le giuste tecnologie da installare al fine di rendere gli spazi in cui viviamo ideali non solo da un punto di vista estetico, ma soprattutto da un punto di vista funzionale e di comfort abitativo. Parola d’ordine: riqualificazione energetica!

L’attenzione all’efficienza energetica, al risparmio dell’acqua, al controllo della temperatura, alla qualità dell’aria, e, in generale, al benessere dell’abitare sono concetti che stanno sempre più prendendo piede e che devono essere posti al centro dell’attenzione di realtà imprenditoriali, ma anche di professionisti e cittadini.

Perché riqualificare energeticamente un edificio?

Riqualificare energeticamente un edificio permette di individuare e quantificare le opportunità di risparmio energetico sotto il profilo dei costi-benefici, individuando gli interventi per la riduzione della spesa energetica e i relativi tempi di ritorno degli investimenti. La diagnosi deve riguardare sia l’edificio che l’impianto. Il miglioramento delle prestazioni energetiche e ambientali di un edificio può contribuire:

Riqualificazione energetica significa dare un futuro agli edifici del passato

Che importanza ha capire lo stato dell’edificio prima di intervenire?

efficienza energeticaVolendo riqualificare un edificio è necessario partire prima di tutto da una attenta diagnosi energetica, eseguendo una serie di indagini al fine di valutare dove e come l’energia viene consumata.

L’analisi, chiamata anche audit energetico, valuta con precisione la quantità e la qualità dell’energia utilizzata per diverse finalità come riscaldamento, raffrescamento, illuminazione e uso di elettrodomestici. Questa è necessaria perché senza una conoscenza attenta delle caratteristiche del fabbricato non è possibile proporre soluzioni efficaci di miglioramento. L’accesso ai benefici fiscali garantiti dalla Detrazione 65% per interventi di riqualificazione energetica presuppongono che alla base di qualsiasi operazione venga eseguita una diagnosi energetica.

Dopo l’acquisizione delle informazioni relative alla caratterizzazione energetica del sistema edificio-impianto, si passa al rilievo delle caratteristiche dell’involucro edilizio e a quelle relative agli impianti. Solo dopo aver raccolto tutte queste informazioni, si può elaborare una proposta di intervento utile e mirata alla riduzione reale dei fabbisogni energetici di un edificio.

Come effettuare una riqualificazione energetica su edifici esistenti

Un’analisi dei consumi energetici dell’edificio tradizionale può rappresentare il punto di partenza per decidere di intervenire in maniera pronta alla riduzione delle perdite energetiche dell’abitazione, nonché, di conseguenza, al risparmio che deriva dal minor consumo di energia a pagamento.

Rispetto al quadro normativo completo in tema di Diagnosi Energetica, in Italia, per eseguire la DE di edifici, si deve fare riferimento a:

UNI CEI EN 16247‐1: 2012 “Diagnosi Energetiche ‐ Parte 1: Requisiti generali” che definisce i requisiti, la metodologia e la reportistica comune a tutte le DE;

UNI CEI EN 16247‐2: 2014 “Diagnosi Energetiche ‐ Parte 2: Edifici” che si applica alle diagnosi energetiche specifiche per gli edifici, definendone i requisiti, la metodologia e la reportistica. Essa si applica anche al settore terziario;

UNI CEI EN 16247‐5: 2015 “Diagnosi energetiche ‐ Parte 5: Competenze dell’auditor energetico” che specifica le competenze che deve possedere il REDE (figura tecnica esperta che esegue ed è REsponsabile della procedura di Diagnosi Energetica).

Interventi sull’involucro edilizio

Progettare un buon edificio significa partire prima di tutto dalla scelta dell’involucro esterno che deve essere in grado di garantire il giusto comfort interno, contribuendo in maniera diretta al risparmio e all’efficienza energetica dell’intera struttura. Quando si parla di involucro facciamo riferimento in primis ai sistemi di isolamento, ovvero ai cappotti termici, i quali, se progettati e realizzati da veri professionisti, permettono di limitare le dispersioni termiche e migliorare il comfort abitativo, riducendo anche le emissioni di CO2 nell’ambiente.

Facciata appartamentiNegli ultimi anni il Governo ha pubblicato diversi provvedimenti a favore di opere di ristrutturazione attraverso le detrazioni fiscali, e la riqualificazione energetica realizzata mediante un cappotto termico rientra tra gli interventi che godono di queste facilitazioni.

Sempre rimanendo nell’ambito dell’involucro, altro punto fondamentale ai fini del buon isolamento sia termico che acustico sono i serramenti. Questi oggetti rivestono un ruolo molto importante poiché permettono di risparmiare fino al 10 – 20% delle dispersioni.

Attraverso di essi si possono evitare non solo le perdite di calore ed eliminare i ponti termici che si creano laddove non vi è stata una corretta posa in opera, ma anche flussi positivi dovuti all’irraggiamento solare. Pertanto, per difendersi da questi problemi ed evitare situazioni di malessere igrotermico, una buona progettazione passa anche da una scelta accurata di vetri colorati, basso-emissivi, riflettenti e ancora, schermi solari esterni, interni, orientabili e fissi.

Riqualificazione energetica: interventi sulla parte impiantistica

Schema impiantoPassando invece alla parte impianti, oggi il mercato offre numerose tecnologie in grado di combinarsi alla perfezione ottenendo elevati vantaggi ai fini del risparmio in bolletta, ma anche nella salvaguardia dell’ambiente.

Le pompe di calore aria-acqua sono in grado di riscaldare, raffrescare e produrre acqua calda sanitaria in un’unica soluzione rappresentando il meglio della tecnologia disponibile sul mercato poiché contribuiscono a ridurre l’impatto ambientale e le emissioni nocive nell’ambiente. Offrono il massimo comfort soprattutto se abbinate a sistemi di energia rinnovabile come i sistemi fotovoltaici e i pannelli solari. Questi sistemi sono ottimi se utilizzati in abbinamento con i sistemi di accumulo, in grado di immagazzinare l’energia prodotta dai pannelli, rendendola disponibile nei momenti di scarsa o assente radiazione solare.

Un’altra alternativa che soddisfa pienamente i requisiti di efficienza sono i sistemi ibridi costituiti da una pompa di calore integrata con una caldaia a condensazione, che lavorando insieme massimizzano il risparmio.

Per un controllo del riscaldamento e del condizionamento domestico sono molto indicati i sistemi di termoregolazione, i quali consentono una supervisione per singoli locali e di elevare di molto il risparmio energetico. La termoregolazione è applicabile su impianti riscaldamento a termosifoni, a pannelli radianti e sistemi di riscaldamento e/o raffrescamento a fan-coil.

Infine, anche l’illuminazione a Led può contribuire a ridurre il fabbisogno di energia elettrica, garantendo al contempo la possibilità di creare ambienti decorativi unici e di stile.

Un buon intervento di efficientamento su involucro e impianti consente di migliorare le prestazioni energetiche dell’edificio

Autoconsumo certificato fino a 60 kWh con Fronius e Solarwatt

La partnership tra Fronius e Solarwatt per l’autoconsumo domestico porta ulteriori frutti per gli utilizzatori finali, inclusi gli impianti residenziali con connessione trifase e le piccole imprese.
Grazie alla certificazione CEI 0-21 degli inverter Symo con la batteria MyReserve, infatti, è possibile accumulare energia fino a 60 kWh.

Un sistema completo per l’autoconsumo da un unico fornitore

La collaborazione tra le due aziende si estende infatti nella attività congiunta di Ricerca & Sviluppo, mentre le filiali sviluppano attività promozionali sui reciproci canali di vendita.
Nell’ambito della certificazione dei due apparati (inverter Symo e batterie MyReserve), il sistema ha completato tutti i test richiesti secondo l’allegato B bis della normativa per i sistemi di accumulo, dimostrando la perfetta compatibilità tecnologica.

Solarwatt offre oggi un sistema completo per il settore fotovoltaico composto da moduli, batterie ed energy manager studiati per essere compatibili fra loro, semplificando le attività di installazione e di supporto tecnico.
L’offerta di moduli dell’azienda è stata recentemente arricchita con i moduli ECO con tecnologia monocristallina e pellicola di vetro. La produzione è realizzata presso uno stabilimento certificato ISO 9001 e ISO 14001 secondo criteri definiti da Solarwatt.

MyReserve è il sistema di batterie per l’accumulo espandibile e modulare, con capacità da 2,4 a 60 kWh e potenze da 800 a 20 kW e che permette di aggiungere ulteriori batterie anche a 5 anni di distanza dalla prima installazione.
Fronius Symo è l’inverter trifase adatto a impianti di qualsiasi dimensione. Grazie al SuperFlex Design, è adatto anche per tetti spioventi o con diversi orientamenti.
La certificazione MyReserve copre attualmente i prodotti della famiglia Primo e Symo da 3 a 8,2 kW, e sarà a breve estesa a tutta la gamma di prodotti Symo per coprire classi di potenza fino a 20 kW.

EnergyManager è infine lo strumento dedicato al controllo del flusso energetico, massimizzando il consumo di energia prodotta dall’impianto fotovoltaico. Tutte le apparecchiature collegate all’EnergyManager (pompe di calore, condizionatori, sistemi di riscaldamento, prese di ricarica auto) possono essere gestite affinché utilizzino l’energia prodotta dal sole anziché quella proveniente dalla rete elettrica.

Hotel Milano Scala: eco-hotel con soluzioni innovative Mitsubishi Electric

Come coniugare energia green, comfort e design, in un edificio storico nel cuore Milano? Primo esempio di struttura ricettiva full electric e totalmente ecosostenibile del capoluogo lombardo, Hotel Milano Scala unisce innovazione, efficienza energetica e tutela ambientale in una filosofia a zero emissioni che incontra appieno le rinnovate esigenze del mercato turistico globale.

Situato nell’iconico quartiere di Brera, a pochi passi da Via Montenapoleone, Duomo e Piazza della Scala, l’eco-hotel si trova all’interno di un palazzo milanese di fine ottocento e rappresenta un virtuoso esempio di ospitalità contemporanea, tra charme e raffinatezza di un boutique hotel e sensibilità ai temi ambientali sviluppata nell’innovazione tecnologica degli impianti.

Zero emissioni e aria pulita indoor: la filosofia di Hotel Milano Scala

camera hotel scalaDalla sua apertura, nel settembre 2010, Hotel Milano Scala si impegna infatti nella costante riduzione di consumi energetici ed emissioni inquinanti grazie al sistema di climatizzazione a recupero di calore condensato ad acqua, unità di trattamento aria e produzione di acqua calda sanitaria basato su tecnologia Mitsubishi Electric, che si avvale dell’elettricità come unica fonte di energia. Una soluzione ulteriormente implementata, a inizio 2019, con il nuovo sistema di filtrazione per la qualità dell’aria indoor, che migliora sensibilmente le esperienze di benessere degli ospiti.

“L’Hotel Milano Scala è stato pioniere nell’utilizzare un sistema a recupero di calore, realizzato grazie all’innovativa tecnologia di Mitsubishi Electric – spiega Simone Molesini, Project Engineering Section Manager di Mitsubishi Electric – L’evoluta proposta della pompa a recupero di calore risponde efficacemente a due importanti esigenze del moderno real estate: quella pratica, il notevole risparmio energetico, e quella etica, ovvero la riduzione delle emissioni inquinanti con un’impiantistica competitiva e poco invasiva”.

Perché scegliere soluzioni full electric?

Nell’innovativo progetto per Hotel Milano Scala, le caldaie a combustione hanno lasciato spazio ai moduli a recupero di calore della soluzione Compo Multi VRF serie WR2 di Mitsubishi Electric, che opera senza immettere agenti inquinanti nell’atmosfera. L’acqua di condensazione viene infatti prelevata dalla falda acquifera, presente in abbondanza nel sottosuolo della città di Milano, con sonde per il pescaggio che scendono fino a circa 40 metri. Questo ha permesso di installare le unità motocondensanti nei locali tecnici ai piani interrati – quattro piani sotto il livello stradale – salvaguardando così la preziosa estetica della terrazza dell’hotel, oggi apprezzato luogo di incontro e di relax.

“L’innovativo sistema Mitsubishi garantisce benessere totale – aggiunge Molesini -: in inverno, i sistemi VRF riscaldano gli ambienti attraverso le unità interne, mentre d’estate le stesse unità hanno il compito di raffreddare e deumidificare. L’obiettivo di Mitsubishi Electric è quello di realizzare soluzioni perfettamente integrabili in ogni destinazione d’uso, garantendo comfort e ottime prestazioni, nel pieno rispetto dell’ambiente”.

L’utilizzo dell’acqua di falda e i locali tecnici nell’interrato hanno permesso di ridurre l’impatto estetico dell’impianto, liberando spazio per gli ospiti nell’elegante terrazza

 

Mitsubishi Electric acqua di falda

Le condizioni stabili di temperatura dell’acqua di falda garantiscono un’efficienza molto elevata e costante per tutto l’anno, non raggiungibile con gli impianti che in luogo utilizzano l’aria per lo scambio termico.

I risultati per Hotel Milano Scala

L’applicazione dell’innovazione Mitsubishi in un unico impianto, nella visione eco-friendly dell’Hotel Milano Scala, ha generato negli ultimi nove anni risultati sorprendenti:

L’efficacia di questi sistemi consente inoltre di non sprecare energia scaldando o raffreddando in modo eccessivo, portando anche alla sensibile riduzione dei costi di esercizio.

Ma i vantaggi non si fermano qui: da quest’anno, grazie all’implementazione del sistema di filtrazione dell’aria interna delle camere e degli spazi comuni, anche l’inquinamento indoor sarà ridotto dell’80%. L’innovazione, sempre targata Mitsubishi Electric, garantisce inoltre agli ospiti del prestigioso hotel una qualità del sonno pari a una notte trascorsa in “alta montagna”, con tutti i benefici legati alla salute in termini di riposo e facilità di respiro.

Climatizzazione e acqua calda sanitaria: una proposta efficiente

Entrando nel merito della realizzazione milanese, l’eco-hotel è costituito da 7 piani fuori terra e 4 piani interrati. Il tutto accompagnato dal sistema impiantistico di Mitsubishi Electric – con potenza frigorifera superiore a 500 kW termici nominali -, composto da 17 unità motocondensanti, di cui 12 del tipo a recupero di calore per trattamento locali e produzione di ACS e 5 a pompa di calore, per alimentare le unità di trattamento aria denominate FAU. Le unità motocondensanti, le unità FAU e la stazione di pompaggio e accumulo, si trovano al piano quarto interrato, all’interno di quattro locali tecnici dedicati.

Ai sistemi a recupero di calore sono collegate 90 unità interne di diversa tipologia e 10 moduli idronici HWS per la produzione di acqua calda sanitaria. Al fine di ottimizzare la distribuzione frigorifera, sfruttando la peculiare modularità dei sistemi Compo Multi VRF, i moduli idronici sono stati installati allo stesso piano delle unità interne del sistema stesso, mentre due accumuli, da 2.000 litri di ACS ciascuno, sono posizionati nei locali tecnici sotterranei. A completamento “smart” dell’installazione, il sistema di gestione che integra i centralizzatori AG-150 web server al building management generale attraverso apposite interfacce con protocollo di comunicazione LonWorks.

modulo idronico HWS Mitsubishi Electric

Modulo Idronico HWS – Durante il periodo estivo, quando gli ambienti vengono raffrescati, il calore espulso non viene sprecato ma utilizzato per la produzione di acqua calda sanitaria

 

I sistemi Compo Multi VRF serie WR2 a recupero di calore condensati ad acqua, garantiscono COP elevati e rendimenti costanti

Missione aria pulita indoor

L’ultimo tassello evolutivo di questa filosofia di comfort ed efficienza energetica di Hotel Milano Scala riguarda la qualità dell’aria indoor, portata a livelli di eccellenza grazie al nuovo sistema di filtrazione di Mitsubishi Electric. L’aria di rinnovo degli ambienti interni dell’hotel milanese viene infatti garantita da 3 unità di trattamento aria da 5000mc/h e una da 10.000mc/h, per un totale di 25000mc/h, che filtrano l’aria attraverso un sistema composto da un pre-filtro di categoria G4 e uno di categoria F9.

Un sistema efficace, nonché fondamentale in un’ambiente urbano tra i più inquinati in Italia come Milano, che trova conferma anche nel recente studio di LabAnalysis sulla qualità dell’aria interna alle camere dell’hotel. I risulti dei test “prima e dopo”, effettuati aprendo e chiudendo le finestre della struttura, dimostrano infatti che l’impianto è in grado di ottenere un abbattimento del particolato dell’80-90% già dopo un’ora di funzionamento del sistema di filtrazione e trattamento aria.

Un ulteriore traguardo, nel percorso eco-sostenibile intrapreso da Hotel Milano Scala, che combina l’azzeramento delle emissioni di polveri sottili vero l’esterno all’abbattimento di quelle interne alla struttura, segnando la via per una nuova idea di smart city più salubre e virtuosa.

Comfort, prestazioni e design si uniscono al pieno rispetto dell’ambiente nel primo eco-hotel di Milano

Nuova norma UNI/TS 11300-2:2019, ecco cosa cambia

UNI ha pubblicato il 7 febbraio la norma UNI/TS 11300-2:2019 “Prestazioni energetiche degli edifici – Parte 2: Determinazione del fabbisogno di energia primaria e dei rendimenti per la climatizzazione invernale, per la produzione di acqua calda sanitaria, per la ventilazione e per l’illuminazione in edifici non residenziali” che sostituisce la versione del 2014.

Le modifiche rispetto alla versione del 2014 sono relativamente contenute, e includono:

Si tratta pertanto di un aggiornamento con un impatto minimo sulla metodologia di calcolo che, seppure debba essere necessariamente recepita dagli operatori entro 90 giorni da oggi, non si ritiene tale da richiedere una nuova procedura di verifica dei software commerciali e degli strumenti di calcolo della prestazione energetica degli edifici (ai sensi dell’art.7 del DM 26 giugno 2015, cosiddetto “Requisiti Minimi”) rispetto a quella attualmente in vigore.

Sempre in accordo con il regolamento di verifica attualmente in vigore (ed essendo trascorsi due anni dal rilascio dell’ultima dichiarazione di conformità), nel corso del 2019 il CTI provvederà ad effettuare le previste verifiche di sorveglianza.
La nuova UNI/TS 11300-2:2019 costituisce solo un aggiornamento editoriale e tecnologico rispetto alla precedente versione e pertanto non rientra nel processo di recepimento delle nuove norme EN sviluppate sotto mandato M/480. Quest’ultimo è attualmente in corso e prevede la redazione di specifiche appendici nazionali alle norme EN e di una serie di moduli aggiuntivi che costituiranno il nuovo pacchetto UNI/TS 11300.

Smart Road, a che punto siamo oggi

L’A2 ‘Autostrada del Mediterraneo’ sarà la prima tratta Smart Road, ovvero un’infrastruttura tecnologica a elevato contenuto d’innovazione il cui obiettivo la sicurezza e il comfort dell’automobilista. L’esito del progetto si sta delineando: lo scorso ottobre Anas ha consegnato i lavori di realizzazione della prima fase del progetto per la Salerno-Reggio Calabria. Su una parte di questa tratta Schneider Electric ha realizzato una demo che ha messo in evidenza le potenzialità di EcoStruxure.

Una conferma che questa piattaforma «nasce e attinge da soluzioni reali, dall’esperienza Schneider, integrando tutte le funzionalità disponibili e implementabili: gestione dello smart tunnel, traffic management, l’eventuale gestione dinamica della quarta corsia, l’integrazione delle traffic cam, la gestione dell’energy managment (Green Island), la gestione della manutenzione della strada, la possibilità di implementare la gestione della forza lavoro, la gestione dell’IoT network», racconta Gianmarco Sola, Head of Trasportation segment Italy and Europe operations Schneider Electric.

GianMarco SolaMa oggi a che punto siamo? «Anas, nell’ambito del progetto Smart Road ha bandito alcune gare. L’azienda ha presentato le proprie soluzioni agli aggiudicatari perché questi applicativi permettano di svolgere una parte delle funzioni richieste da Anas nei propri bandi – spiega Sola – Riteniamo di realizzare una parte fondamentale e per questo abbiamo attivato delle relazioni con gli aggiudicatari dei primi lotti per presentargli la possibilità di implementare con piattaforme moderne, di mercato, evolute ed evolvibili, su cui impostare il loro lavoro su di esse. Il fatto che siano soluzioni di mercato presentano un pregio considerevole in ragione di un rapporto costi benefici elevato e decisamente più concorrenziale a livello di costi e di tempi rispetto a sviluppare soluzioni proprietarie».

Smart Road, Schneider Electric è pronta a fare formazione

Oltre a proporre soluzioni, Schneider Electric è pronta anche a svolgere un ruolo per la formazione, condividendo esperienze e competenze con chi opera nel settore stradale, mettendo a disposizione la piattaforma tecnologica per chi la vorrà arricchire con contenuti che sono il know how da inserire nel business process management per arricchirlo e completarlo.

«Schneider, quindi, si mette a disposizione del mercato con una piattaforma fruibile per la gestione di molteplici aspetti, dal traffico alla smart grid. Quest’ultimo punto lo abbiamo sviluppato in collaborazione con un partner membro della LoRa Alliance Italia con una competenza fondata che ha lavorato insieme per raggiungere l’obiettivo», spiega il manager.

Smart Road, progetto d’eccellenza mondiale

L’esperienza italiana del progetto Smart Road rispetto ad altri contesti internazionali è molto sfidante. «Vediamo progetti nel mondo che sono sì concreti, ma più vicini al progetto pilota, come quello in California, più indirizzato ai veicoli a guida autonoma, rispetto a quello più concreto, legato al contesto infrastrutturale, che caratterizza quello Anas – evidenzia Sola – Confidiamo che il suo progetto abbia successo perché sarebbe all’avanguardia mondiale. La vera sfida, infatti, è attuare Smart Road su un’infrastruttura reale, già esistente, valorizzando l’asset e facendolo crescere dal punto di vista tecnologico, digitalizzandolo e rendendolo più efficiente».

Ed è qui che Schneider Electric intende fornire il suo contributo nel portare nel futuro il patrimonio stradale italiano, che vanta vie dalla storia millenaria.

Da questo punto, aggiunge Sola, «c’è la volontà di Anas di migliorare la gestione infrastrutturale anche contando sulla digitalizzazione».

Dall’altra parte, un fattore migliorabile dal punto di vista del manager, «è che il piano Smart Road persegue sì molti obiettivi, di breve-medio e lungo periodo, ma non fissa delle priorità chiare che aiuterebbe a far fluire meglio il tutto». Secondo Schneider Electric, raggiungere obiettivi a breve termine potrebbe liberare risorse per aiutare a cogliere quelli più a lungo termine. Detto questo, il progetto ha però un pregio innegabile e dal peso specifico notevole.

«Certo, nel tempo si dovrà trovare un maggiore equilibrio nella distribuzione del trasporto merci su gomma e su rotaia, ma oggi e nel prossimo futuro il trasporto su strada genera un’economia imprescindibile: quindi, deve poter contare su una fluidità e una facilitazione, in termini di tempi e di sicurezza, per il bene dell’intero sistema Paese», conclude Sola.

That’s Mobility 2019: verso la smart mobility

Seconda edizione dell’evento That’s Mobility 2019, dedicato alla smart mobility elettrica, organizzato da Reed Exhibitions Italia in partnership con l’Energy & Strategy Group del Politecnico di Milano al primo piano del MICO, Centro Congressi di Fiera Milano dal 25 al 26 settembre 2019.

Nuovi e più ampi spazi espositivi con l’obiettivo di allargare la partecipazione a nuovi espositori e a nuove categorie merceologiche, offrendo così, uno spazio ideale per mettere in vetrina quanto di più innovativo è disponibile sul mercato: auto, moto, biciclette, dispositivi e sistemi di ricarica, sistemi di accumulo, ma anche società che forniscono servizi, fornitori di energia elettrica per finire con i servizi di sharing elettrico e relative mobile app per visualizzare disponibilità, accessi e pagamenti.

That’s Mobility 2019 non avrà solo un nuovo spazio espositivo ma il format passerà a due giorni interi dedicati a incontri, workshop e occasioni di dibattito e confronto.

“Il successo della prima edizione con oltre 1.645 operatori professionali da tutta Italia – dichiara Massimiliano Pierini, Managing Director di Reed Exhibitions Italia – ci ha confermato l’importanza di creare non solo una vetrina che presentasse al meglio le diverse merceologie di un settore in continua evoluzione come quello della mobilità sostenibile ma anche la necessità di riuscire a realizzare un momento di incontro autorevole e scambio di conoscenza, tecnologie e opportunità.”

Smart Mobility Report

thats mobility 2018Momento clou dell’evento sarà la presentazione da parte dell’Energy&Strategy Group del Politecnico di Milano della terza edizione del report sulla mobilità elettrica, un quadro aggiornato sullo sviluppo nel nostro paese e sul futuro di una mobilità connessa, condivisa.

La mobilità elettrica sta modificando il settore dei trasporti e dell’automotive con nuovi modelli di uso dell’auto e di interazione con la rete fino al possibile paradigma futuro: auto a guida autonoma + car sharing + alimentazione elettrica.

Il nuovo report – Smart Mobility Report – fotograferà questo cambiamento analizzando il mercato sia dei veicoli sia dell’infrastruttura di rete, individuando opportunità e sfide.

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ll futuro della mobilità elettrica è al centro degli incontri di That’s Mobility, con l’obiettivo di analizzare un settore che per continuare a svilupparsi ha bisogno di innovazione non solo tecnologica ma anche di modelli di business, risorse dedicate, attenzione alle normative, infrastrutture efficienti e capillari su tutto il territorio, e soprattutto, sinergia fra tutti gli attori coinvolti.

Il format dei convegni – anche per la prossima edizione – vedrà momenti di approfondimento e dialogo con le aziende: tra gli eventi già confermati, la presentazione dell’aggiornamento del sondaggio, “Presa in Pieno”, elaborato da Nuova Energia, sulla conoscenza degli italiani su auto elettriche e ricarica.

logo That's Mobility 2019That’s Mobility offrirà un palcoscenico privilegiato di incontro e dibattito per tutta la filiera che svolge un ruolo importante nella trasformazione del modo di concepire la mobilità, necessario per disegnare il futuro di città moderne connesse e sostenibili.

Tutti gli aggiornamenti su That’s Mobility Radio, podcast che – puntata dopo puntata – approfondisce con interviste e speciali i temi caldi, le curiosità e le novità.

Come riqualificare e rendere più efficienti gli impianti di illuminazione

Il cosiddetto “efficientamento” degli impianti di illuminazione è un obiettivo che oggi si presenta frequentemente nel lavoro di progettisti ed installatori. La ragione è molto semplice: impianti realizzati pochi anni fa risultano già obsoleti a causa del veloce sviluppo tecnologico.

Quando sono ben progettati e sono realizzati a regola d’arte, gli interventi di riqualificazione impiantistica riducono i consumi di energia elettrica e, allo stesso tempo, innalzano la qualità dell’illuminazione. L’incremento di efficienza e qualità si ottiene in vari modi. I provvedimenti più risolutivi sono questi (in ordine di impegno economico e progettuale):

  1. sostituzione delle sorgenti luminose,
  2. installazione di nuovi apparecchi,
  3. nuova dislocazione nell’ambiente delle fonti luminose,
  4. adozione di sistemi automatici di gestione dell’impianto.
sorgenti per impianti di illuminazione

Lampade integrate a tecnologia LED Leuci

Sostituzione delle sorgenti luminose

Il primo tipo di intervento è quello più economico e più semplice. Conviene adottarlo quando è possibile equipaggiare gli apparecchi con le nuove lampade LED senza la perdita della certificazione di sicurezza del fabbricante e quando il flusso luminoso, la distribuzione e la qualità cromatica della luce sono le stesse o molto simili a quelle originarie.

I vantaggi economici sono notevoli anche sostituendo le vecchie lampade definite “a risparmio energetico” con le lampade LED ad alta resa cromatica. Con il ricambio dei vecchi tipi ad incandescenza, normali e alogeni, l’efficienza aumenta di almeno cinque volte: una lampada da 50 W lascia il posto ad un prodotto che consuma circa 10 W, ovviamente mantenendo costante il flusso erogato. Sostituendo le alogene a bassissima tensione, al trasformatore lamellare o toroidale subentra l’alimentatore elettronico che consuma circa il 5% della potenza assorbita dai LED. Bisogna inoltre considerare che con l’alta efficienza si riduce la quantità di calore generato dall’impianto con tangibili vantaggi per la climatizzazione degli ambienti.

Anche in presenza di altri tipi di lampade il ricambio “paga”. Un apparecchio proiettore con la tradizionale lampada a vapori di alogenuri metallici da 35 W restituisce un flusso di circa 2500 lumen. Lo stesso flusso è generato da un LED (della famiglia dei COB-LED) con potenza di 21 W costituito da un piccolo disco con diametro di 13 mm posto su una base rettangolare che misura 20 x 24 mm e 1.5 mm di altezza. Lo stesso tipo di lampada a scarica da 70 W è sostituibile con un COB-LED da 42 W a parità di flusso.

Molti interventi si effettuano oggi negli ambienti di lavoro in apparecchi forniti delle classiche fluorescenti a sviluppo lineare di 18, 36 e 58 W, con diametro di 26 mm. Il ricambio viene fatto con i cosiddetti “tubi LED” che hanno le stesse lunghezze, diametri e attacchi. Si tratta di tubi di materiale plastico che hanno all’interno un modulo lineare, vale a dire una fila continua di chip su un circuito stampato a forma di striscia.

cob-led e tubi led impianti di illuminazione

A sinistra: COB-LED (Chip On Board) di varie dimensioni e potenze Bridgelux – A destra: tubi LED con involucri di protezione opalino e trasparenti Ervan

Installazione di nuovi apparecchi

Il secondo tipo di intervento riguarda gli apparecchi ed è più impegnativo del precedente in termini di lavoro e di costi. I vantaggi sono dati principalmente delle componenti ottiche. Il parametro che fa la differenza è il rendimento luminoso dato dal rapporto tra il flusso che esce dall’apparecchio e il flusso generato dalle lampade al suo interno. Valutando in percentuali si può passare da valori intorno al 50% all’80%. Molte ottiche – realizzate in polimetilmetacrilato (PMMA) – si presentano come riflettori lenticolari dalle minime dimensioni e dai pesi molto ridotti, dotate di buona resistenza meccanica, funzionanti principalmente in riflessione totale interna. Il tecnopolimero PMMA ha un alto fattore di trasmissione della luce senza aberrazioni cromatiche.

Nuova dislocazione nell’ambiente delle fonti luminose

Il terzo intervento riguarda la dislocazione degli apparecchi nell’ambiente. A volte la luce è genericamente diffusa quando invece deve essere “dosata” zona per zona. La regola che dovrebbe sempre essere rispettata nei progetti illuminotecnici è illuminare in giusta misura dove effettivamente serve, cioè dove si svolgono attività che richiedono determinati livelli di illuminamento. In molti casi una diversa dislocazione degli apparecchi consente di ridurre la potenza impegnata migliorando funzionalità e comfort visivo.

Adozione di sistemi automatici di gestione dell’impianto

Il quarto ed ultimo intervento richiede di apportare modifiche al sistema di gestione dell’impianto. Non è detto che siano cambiamenti impegnativi od onerosi. Già l’installazione di sensori può essere economica e vantaggiosa, per esempio sensori che regolino la luce artificiale in relazione a quella naturale e attivino l’impianto solo alla presenza delle persone.

Ma anche l’adozione di light dimmer può dare dei benefici concreti. La regolazione del flusso luminoso, modulando la potenza elettrica consumata, permette di personalizzare l’illuminazione eliminando inutili sprechi. Ulteriori vantaggi si conseguono con interventi più impegnativi basati sui nuovi sistemi bus o wireless di domotica e di building automation in ambienti nuovi o da ristrutturare, offerti oggi a prezzi contenuti in varie versioni per un’ampia gamma di esigenze.

Foto in apertura: Ottiche lenticolari secondarie a riflessione totale interna per sorgenti LED Khatod

Euroluce 2019: luminoso equilibrio tra design e smart lighting

Come sarà la luce del futuro? Cosa vedremo in scena a Euroluce 2019? Salutiamo la tradizionale lampada e accantoniamo il pensiero delle grandi ma “singole” opere di design, per abbracciare la concretezza di un sistema di illuminazione integrato, IoT ready e attento al benessere psico-fisico delle persone.

Pur non dimenticando il fattore estetico dello smart lighting, il filo conduttore del 30° Salone Internazionale dell’Illuminazione, a FieraMilano dal 9 al 14 aprile, sarà basato sulla luce connessa, in tutte le sue forme e sempre più al servizio del progetto, in una visione architettonica e impiantistica integrata che punta a illuminare, sentire e vivere gli ambienti interni ed esterni.

Cosa significa smart lighting? Le 5 parole chiave di Euroluce 2019

Lo sviluppo tecnologico – legato soprattutto ai LED -, l’evoluzione dei sistemi di controllo e la miniaturizzazione delle sorgenti luminose, hanno aperto ai progettisti nuovi orizzonti sia nel design dei singoli apparecchi, sia per quanto riguarda la progettazione degli effetti luminosi.

I quattro padiglioni di Rho non saranno solo un luogo di business, ma anche un incubatore di stimoli e ispirazioni, che riscontriamo nelle 5 parole chiave di Euroluce 2019:

Se uno degli aspetti più indagati in ogni campo, oggi, è il “vivere quotidiano smart”, i visitatori di Euroluce troveranno in fiera tutta l’avanguardia tecnologica e le funzionalità integrate in ambito lighting, legate soprattutto a intelligenza adattiva, connettività wireless, sensoristica e sistemi di regolazione del colore e del calore della luce.

Casa connessa: tra luce ed efficienza energetica

La luce diventa “star” della casa connessa, declinata secondo soluzioni digitali e IoT ready, che sconfinano nella nuova proposta di sorgenti wireless, trasportabili sia all’interno sia all’esterno degli spazi abitativi, sempre nell’ottica della progressiva ibridazione degli ambienti e degli impianti domestici. Una sfida che Euroluce 2019 coniuga con la ricerca di efficienza energetica, sostenibilità e riduzione dei costi, attraverso la proposta di prodotti e sistemi di illuminazione che uniscono le soluzioni a LED/OLED di alta qualità ai controlli digitali.

Alla componente tecnologica smart, si unisce l’impegno nell’uso di materiali riciclabili e a basso impatto ambientale, in modo tale che sia la produzione sia lo smaltimento del prodotto non danneggino il pianeta.

L’appuntamento biennale con la luce mette al centro smart lighting e benessere dell’uomo

Qual è il fine ultimo dell’illuminazione?

Altro aspetto fondamentale, il vero destinatario dell’innovazione tecnologica: l’uomo. A Euroluce 2019 si parlerà infatti di Human Centric Lighting (HCL), noto principio illuminotecnico che prende spunto dall’effetto della luce su emotività, benessere, salute e capacità prestazionali delle persone per creare sistemi intelligenti e adattivi. Secondo recenti studi, infatti, la riproduzione di temperature della luce il più possibile fedeli al ritmo circadiano dell’uomo è la via da percorrere per garantire più comfort sia nel mondo residenziale sia negli spazi di lavoro.

Da qui, per la prima volta a Euroluce, la proposta di prodotti e soluzioni biologicamente efficaci, che seguono il ciclo solare modificando colore, calore e intensità per garantire un’illuminazione più salutare.

Dopo tanto parlare di tecnologia, biologia e smart lighting, non dimentichiamo il design, caratteristico aspetto dell’appuntamento milanese. Superati i limiti di uno stile univoco che possa imporsi come tendenza, il “bello” della luce accoglie suggestioni e stimoli differenti, coniando molteplici concetti di estetica. La seduzione del minimalismo sarà infatti controbilanciata, percorrendo l’area espositiva di Euroluce 2019, da oggetti luminosi dalla forte personalità e dal ritorno di uno stile più figurativo e decorativo. Materiali naturali e tecniche di ispirazione artigianale si alterneranno a composti supertecnologici – e connessi -, mentre le piccole dimensioni e la trasportabilità wireless si contenderanno la scena con vere e proprie opere luminose, dal sicuro effetto scenico.

Ecolamp: smaltite 3.868 tonnellate di RAEE nel 2018

Il 2018 è stato un anno decisamente positivo, il consorzio Ecolamp ha raggiunto un traguardo importante gestendo complessivamente 3.868 tonnellate di RAEE – Rifiuti di Apparecchiature Elettriche ed Elettroniche – di cui 14 milioni di lampadine, segnando un incremento del 17% rispetto al 2017.

Secondo i dati forniti, il 55% tra piccoli elettrodomestici, elettronica di consumo e apparecchi d’illuminazione (R4) e il 45% di sorgenti luminose (R5).

+37% per i piccoli elettrodomestici smaltiti

La raccolta di piccoli elettrodomestici (lampade, frullatori, ventilatori, cellulari etc.) ha chiuso il 2018 con 2.035 tonnellate complessive registrando un +37% rispetto al 2017.

Dai centri di conferimento serviti dal consorzio e presenti su tutto il territorio nazionale sono state raccolte 2.104 tonnellate e 31 tonnellate sono quelle gestite attraverso i servizi di raccolta Ecolamp messi a disposizione di professionisti e operatori del settore.

Incremento per la raccolta di lampadine

Anche la raccolta di lampadine giunte a fine vita ha registrato nel 2018 un’incredibile impennata.
Il consorzio ha inviato agli impianti di trattamento specializzati 1.733 tonnellate di lampadine che corrispondono a oltre 14 milioni di lampadine di cui 706 provengono dai servizi volontari offerti dal consorzio a installatori e altri utenti professionali e 1.027 sono quelle attribuibili allo smaltimento effettuato dai privati cittadini.

5 Regioni virtuose

Le regioni più virtuose sono Lombardia, Veneto, Emilia Romagna, Toscana e Piemonte a fornire il 65% della raccolta di lampadine per un totale di 1.124 tonnellate.
Ancora una volta è la Lombardia con 460 tonnellate di lampadine dismesse che si aggiudica il primo posto; a seguire a seguire Veneto (215), Emilia Romagna (165), Toscana (156) e Piemonte (128).

Le province che si classificano nelle prime tre posizioni sono Milano (118), Roma (102) e Bergamo (98). Tra le province del Sud, Napoli è al primo posto con 31 tonnellate, mentre Catania con quasi 21 è la più alta in classifica rispetto alle altre province di Sicilia e Sardegna.

Questi numeri fanno ben sperare: l’entrata in vigore dell’Open Scope dovrebbe portare incrementi ancora più consistenti e tangibili a beneficio dell’intero sistema di gestione della raccolta e riciclo delle apparecchiature elettriche ed elettroniche.

raccolta Ecolamp 2018