Cinque consigli di sicurezza per modernizzare i quadri elettrici

I quadri elettrici possono avere una durata estremamente lunga, spesso anche decenni. Tuttavia, mentre un’apparecchiatura di 30 o 40 anni può ancora svolgere le sue funzioni originali come sempre, i quadri obsoleti non hanno purtroppo l’intelligenza avanzata e la possibilità di gestirli da remoto. Due plus sempre più richiesti.

Fortunatamente, ci sono diverse soluzioni e opzioni per modernizzare in termini di prestazioni e sicurezza le apparecchiature obsolete.

Sono stati identificati cinque modi per prolungare la durata di un vecchio quadro elettrico riducendo al contempo i rischi elettrici per il personale.

Mitigare i rischi di arco elettrico

I quadri elettrici sono senz’altro uno degli elementi dell’impianto elettrico maggiormente soggetti agli interventi diretti del personale (manovre, manutenzione, ecc.), per cui è necessario prendere in considerazione i rischi legati all’arco elettrico.

A differenza di quanto accade nei dispositivi d’interruzione, in cui l’arco elettrico è una delle normali condizioni di funzionamento, nei quadri elettrici questo è un evento assolutamente anomalo. Se si manifesta può causare sovrapressioni interne e sovrariscaldamenti locali in grado di provocare sollecitazioni meccaniche e termiche di notevole intensità nell’apparecchiatura, oltre a mettere a forte rischio la sicurezza degli operatori.

Ovviamente la tecnologia viene in aiuto e ci sono scelte per il retrofit che consentono di rendere più sicuro il quadro elettrico senza ovviamente doverlo sostituire anche de parecchio datato.

Ad esempio, i relè digitali con rilevamento di sovracorrente possono essere aggiunti al lato a bassa tensione di un trasformatore progettato per far scattare un dispositivo a monte esistente. Oppure possono essere installati sensori in grado di rilevare archi in un solo millisecondo all’interno dei vani del quadro. Schneider Electric con i propri tecnici è un grado di effettuare uno studio per identificare le opzioni giuste per quasi tutte le installazioni.

Masterpact MTZModernizzare gli interruttori

È possibile modernizzare un quadro sostituendo semplicemente alcuni interruttori obsoleti. I nuovi interruttori possono essere utilizzati in retrofit, questo significa che occupano lo stesso ingombro delle unità esistenti. Questo non solo significa non dover cambiare tutto il quadro ma garantire anche risparmi operativi: i nuovi interruttori sono dotati di funzionalità che ne semplificano la manutenzione.

Abilitare operazioni remote

Anche i vecchi quadri elettrici possono ottenere una connettività intelligente in tempo reale quando gli interruttori esistenti vengono sostituiti con versioni che offrono funzionalità di monitoraggio remoto. Funzionalità che comprendono l’autodiagnosi per aiutare a individuare i potenziali problemi prima che si presentino. Inoltre i nuovi interruttori possono essere comandati a distanza questo significa poter lavorare in sicurezza sugli stessi modificando le curve di scatto o intervenendo in caso di avvisi anomali.

Incorporare il rilevamento predittivo

L’aggiunta di sensori termici e ambientali ai quadri esistenti consente effettuare la gestione termica con monitoraggio continuo 24/7. Questo approccio fornisce un mezzo di manutenzione predittiva e riduce i costi di manutenzione poiché i problemi possono essere identificati prima che si verifichino.

Servizi di monitoraggio remoto

Mantenere il controllo delle condizioni dei quadri elettrici può essere particolarmente oneroso. Come abbiamo visto, aggiungere sensori per il monitoraggio e sostituire gli interruttori con nuove versioni intelligenti e connesse è un primo passo per una gestione remota. Un ulteriore step può essere quello di dotarsi di sistemi e software in grado di analizzare i dati.

Articolo di Gabriel Arce di Schneider Electric, tratto dal blog dell’azienda

Abbigliamento da lavoro e prodotti tessili in Full-Service

Per i 21.700 clienti dei settori industria, commercio e artigianato, il sistema Mewa Full-Service rappresenta un‘alternativa all’acquisto di prodotti tessili. I tessili vengono preparati, consegnati, ritirati, puliti, stirati, mantenuti in buono stato e sostituiti in caso siano logorati. Abbigliamento da lavoro e di protezione, zerbini, lavapezzi e tappeti assorbiolio a cui si aggiungono i dispositivi di protezione individuale.

Full-Service: abbigliamento professionale e protettivo

Le aziende moderne hanno inoltre un concetto di Corporate Design che impone ai dipendenti di indossare capi di abbigliamento curati. Mewa fornisce una consulenza professionale per la fornitura di abbigliamento da lavoro e protettivo e offre un Full-Service basato sulla competenza e sull’affidabilità: consegna e ritiro puntuali, tempestiva sostituzione dei capi in caso di necessità.

In caso di variazioni del personale, i capi vengono prontamente adattati in modo flessibile. L‘abbigliamento deve essere igienizzato e non solo lavato: Mewa opera secondo il sistema RABC (Risk Analysis and Biocontamination-Control-System) e la norma europea EN 14065.

Sistema computerizzato per il Full-Service

sistema-Full-Service-Mewa-per-panni-e-abbigliamento140.000 capi di abbigliamento al mese quelli trattati ogni mese da Mewa! La paura spesso è quella di non ritrovare i propri capi, ma non è così poiché giacche, pantaloni, gilet sono dotati di un codice a barre.

Con questo sistema di identificazione computerizzato, si può seguire l‘iter di ogni capo da una fornitura all’altra e verificare se si trova nella fase di lavaggio, di cucitura, se è stato sostituito o preparato per la spedizione. Su richiesta i capi di abbigliamento possono essere personalizzati con il nome del dipendente, dell‘azienda o con logo.

Per i panni un‘esperienza ultracentenaria

Anche nel settore dei panni tecnici Mewa offre oltre ai migliori panni, anche le migliori macchine per lavorarli, e ovviamente per lavarli.
Con il sistema dei panni Mewa ogni azienda ha sempre il panno tecnico adatto, senza fare grandi scorte, infatti secondo una periodicità concordata vengono consegnati i panni puliti e ritirati quelli sporchi.

Per i circa 8,4 milioni di panni e i 1.800 zerbini che vengono lavati ogni mese esistono due impianti di lavaggio speciali. Anche qui la qualità gioca un ruolo rilevante.

La città sostenibile punta sulla trasformazione digitale e mobilità

Città sostenibile è il nuovo progetto – di Italian Exhibition Group torna in occasione di Ecomondo e Key Energy – dedicato dall’evoluzione delle città attraverso tre tematiche: rigenerazione urbana, trasformazione digitale e mobilità.

In occasione della fiera – che si svolgerà dal 5 all’8 novembre 2019 – saranno allestiti spazi espositivi supportati da una parte convegnistica dedicati a disegnare le città del domani: efficienza e innovazione energetica, economia circolare, nuovi servizi per i cittadini.

Convegni ed eventi a sostegno del modello di città sostenibile

Saranno presenti i rappresentanti dei Comuni e della pubblica amministrazione, architetti, progettisti urbani, studi tecnici e grandi industrie che illustreranno come la rigenerazione di aree dismesse sia possibile grazie alle nuove connessioni tra centro e periferie, soluzioni digitali innovative e un trasporto pubblico sostenibile.

Ad esempio il 6 novembre si terrà il convegno organizzato da Enea “L’efficienza energetica negli edifici: è necessario cambiare passo” e quello realizzato da Assil e Aidi su “Il ruolo dell’illuminazione sostenibile tra criteri ambientali ed economia circolare”.

Il 7 novembre le iniziative si concentreranno sulla mobilità sostenibile con l’incontro dal titolo: “La mobilità elettrica come motore di ripresa dell’industria italiana: un confronto” realizzato dall’associazione Motus-E e sul cambiamento del trasporto pubblico con il Forum nazionale dell’innovazione nel trasporto collettivo: l’innovazione energetica e le prospettive economiche legate alle fonti di trazione pulite dell’associazione Asstra.

Sarà inoltre presente lo Smart Utility Hub, volto a raccontare le esperienze delle Utility italiane attraverso best practices e strategie nell’ottica di sostenere l’evoluzione e lo sviluppo dei territori per porre nuove basi per la circular smart city.

Living Now: impianti smart, installazione smart

La richiesta di impianti smart è in continua crescita. Partendo da un impianto tradizionale, aggiungendo solo alcuni dispositivi Living Now with Netatmo, si realizza un impianto smart e connesso, per controllo di luci, automazione tapparelle e gestione energia.

Comandato da smartphone o semplicemente dalla voce

Potete controllare e personalizzare le funzioni dell’impianto Living Now da smartphone attraverso l’App Home + Control. User friendly, organizzata per stanze e con l’accesso rapido agli scenari principali, consente di visualizzare i consumi totali dell’abitazione e di ogni presa connessa, in tempo reale o cumulati, e di ricevere notifiche in caso di malfunzionamento, anomalie e rischio di blackout. E potete comandare l’impianto anche con la voce, grazie alla completa compatibilità con gli assistenti vocali di Apple, Google e Amazon. Un’opportunità per soddisfare le richieste dei clienti.

Installazione smart

Elettricomagazine- magazine digitale edifici sostenibili e connessi Living Now Bticino

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I passaggi da seguire sono pochi e semplici, il metodo e le regole d’installazione sono quelli che già noti, quindi è possibile rendere smart anche un impianto esistente.

Nel caso di carico comandato da uno o più comandi tradizionali (interruttori, deviatori, invertitori), è sufficiente sostituire il primo comando della linea con il nuovo deviatore connesso. Nel caso di una linea di pulsanti, basta sostituire il relè con il relè connesso. Stesso approccio per l’automazione delle tapparelle, grazie al comando tapparelle connesso.

Per la gestione dell’energia, basta aggiungere un modulo per ciascuna presa da controllare, e per conoscere i consumi complessivi dell’intero appartamento, un modulo DIN di misura. I dispositivi connessi vanno alimentati, l’unica accortezza quindi è rendere disponibile, se non già presente, il conduttore del neutro.

Infine, aggiungete all’impianto il gateway che permetterà il dialogo tra i dispositivi e, quando collegato al- Wi-Fi di casa, l’accesso dall’App. Con i comandi scenari entrata/uscita e notte/giorno potrete associare più funzioni e personalizzare l’impianto a seconda delle esigenze. Così il comando generale, vi permetterà di spegnere le luci, abbassare tutte le tapparelle con un semplice click.
La gamma di prodotti smart si completa con gli utilissimi comandi wireless, che consentono di aggiungere un punto di comando luci o tapparelle ove non previsto, senza opere murarie.

Living Now: eccellenza tecnica per un’installazione perfetta

Living Now di BTicino è una linea modulare, la sua installazione è standard sulle normali scatole da incasso per muratura, come 503E, o cartongesso, con modularità tipiche da 2 a 6 moduli. La parte funzionale e cablata dei dispositivi è separata da quella estetica da installare a fine lavori. Durante la tinteggiatura potete staccare l’estetica e se il cliente decide di rinnovarla, potrà chiedere di sostituirla senza modifiche all’impianto.

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Adattatori multispace compatti per moltiplicare le prese

Progettati per offrire performance elevate e vantaggi concreti tra le mura domestiche, i nuovi adattatori Vimar si distinguono per alcune soluzioni innovative e per essere gli unici sul mercato con tripla presa universale.

Due i modelli disponibili, entrambi realizzati in tecnopolimero infrangibile e con finitura lucida antipolvere: uno con spina da 16 A con standard tedesco/francese, l’altro con spina sfalsata da 16 A e standard italiano S17.

Tre prese in una con gli adattatori Vimar

Esempio di utilizzo di adattatori Vimar con presa S17Grazie alle due diverse tipologie di spina e alle tre prese universali di cui sono dotati, i nuovi adattatori Vimar sono pensati per risolvere le tipiche problematiche di cucina, bagno o lavanderia, dove talvolta si ha bisogno di collegare contemporaneamente più elettrodomestici, spesso anche con spina tedesca.

La particolare struttura sfalsata e le prese poste in verticale permettono di lasciare liberi gli altri servizi del punto luce e di collegare contemporaneamente da uno a tre elementi diversi, mentre la minima sporgenza riduce l’ingombro dietro ai mobili, anche quando vengono collegate le prese tipo schuko.

Come per tutte le altre prese Vimar, anche quelle dei nuovi adattatori sono dotate di otturatore di protezione Sicury, un sistema brevettato che ha recentemente compiuto 50 anni e che evita contatti accidentali con le parti in tensione.

Energy Storage Outlook 2019: accumulo in odore di boom?

Rinnovabili e accumulo: l’integrazione è pronta a decollare, anche nelle utility. Questo il messaggio dell’Energy Storage Outlook 2019 di BNEF (BloombergNEF), che proietta le stime globali sui sistemi di accumulo dell’energia dai 9 GW/17 GWh del report 2018 a 1,095 GW/2,850 GWh entro il 2040. L’operazione esponenziale conterà su 662 miliardi di dollari di investimenti supportati dalla caduta libera dei prezzi delle batterie agli ioni di litio, al -85% tra 2010 e 2018.

Scendono i prezzi, cambia l’industria e si ridefiniscono i campi applicativi dell’energy storage: “Possiamo finalmente pensare che la capacità di accumulo maggiore venga dalle utility – commenta Yayoi Sekine, energy storage analyst di BNEF e co-autore del report -, modificando un paradigma finora dominato da residenziale e industria”.

Come cambia l’uso delle batterie

Il ruolo delle batterie e dell’energy storage nella transizione energetica si colloca dunque in nuove e interessanti applicazioni. La competitività dei prezzi consente infatti di implementare tecnologie utili a garantire:

Gli analisti non hanno dubbi nel confermare che il binomio rinnovabili-accumulo – anzi fotovoltaico-accumulo – sarà il principale driver evolutivo della collaborazione tra produttori e rete.

Energy Storage Outlook 2019: 10 Paesi vincenti (senza Italia)

Ma la crescita globale non risulta geograficamente omogenea: solo 10 Paesi copriranno quasi tre quarti del mercato globale in termini di gigaWatt. La Corea del Sud sta dominando il 2019 e si prepara a cedere il passo a Cina e Stati Uniti. Seguono India, Germania, America Latina, Sud-est asiatico, Francia, Australia e Regno Unito.

Tra 2019 e 2040 arriverà la svolta dei sistemi di accumulo: calano i prezzi e cresce la domanda di energy storage anche in ottica di utility e rete elettrica

Installazioni globali di accumulo - Fonte BNEF

Energy Storage Outlook 2019 – Installazioni globali relative all’accumulo – Fonte BNEF

Anche il trasporto elettrico è storage

Se l’energia solare e gli impianti eolici sono destinati a supplire quasi il 40% del fabbisogno elettrico mondale nel 2040, le batterie destinate all’altro grande filone sostenibile, il trasporto elettrico, non saranno da meno. Nel prossimo decennio i veicoli elettrici destinati al trasporto passeggeri potrebbero infatti diventare un terzo della flotta globale, alimentando il boom produttivo delle tecnologie di accumulo.

Insieme, energy storage e trasporto elettrico genereranno una domanda complessiva di 4.584 GWh entro il 2040: una grande opportunità per l’intera filiera dei sistemi di accumulo e, naturalmente, per i consumatori che beneficeranno di soluzioni più economiche e sostenibili.

Future Mobility Week: evento sulla mobilità sostenibile a Torino

Future Mobility Week, in programma a Torino dal 18 al 22 novembre prossimo, organizza 3 conferenze dedicate alla Urban Air Mobility, alla Guida Autonoma e alla Micromobilità (18 e 19 novembre) che rappresentano evoluzione futura della mobilità.
Future Mobility Week si articolerà su cinque giornate focalizzando su Smart City, le infrastrutture, la sicurezza fisica e cyber, la mobilità individuale, collettiva, aziendale delle persone e delle merci, sostenibile e intelligente.

Urban Air Mobility

La mobilità aerea urbana, applicata a merci e persone, è un trend trainato da numerose evoluzioni nel campo dei materiali, dei motori, delle batterie, dell’elettronica e dei software. Investitori, start-up e grandi aziende aerospaziali e automobilistiche, fornitori logistici e di servizi di mobilità stanno dimostrando interesse verso la nuova dimensione della mobilità.

Guida Autonoma

La Conferenza Nazionale sulla Guida Autonoma rappresenta una conferma del ruolo primario ricoperto da Torino nella sperimentazione in ambito mobilità. La Città infatti è, insieme a Parma, terreno di sperimentazione per le aziende e i team di ricerca che, sottostando al decreto ministeriale, vorranno testare in condizioni reali e nel traffico di tutti i giorni le prestazioni di guida autonoma di automezzi per il trasporto privato e pubblico.

Micromobilità

Monopattini elettrici, segway e monoruota hanno recentemente occupato il paesaggio urbano offrendo una soluzione reale per il decongestionamento del traffico. Ma coniugare sicurezza e praticità è la vera sfida della micromobilità e la normativa è all’inseguimento della realtà.

Il MIT, infatti, ha da poco approvato il decreto ministeriale che regola la sperimentazione di questi veicoli nei Comuni Italiani e, anche in questa occasione, Torino è tra le città che hanno sottoscritto il protocollo.

Le due giornate offriranno innumerevoli spunti e presenteranno case history internazionali e best practice; inoltre verrà fotografato dalle istituzioni locali le sperimentazioni in atto e i nuovi approcci alla mobilità.

Accanto a queste 3 conferenze nazionali, incontri su temi consolidati come i veicoli sostenibili; l’accesso universale alla mobilità, la logistica intelligente e sostenibile, le smart road e le infrastrutture, la mobilità come servizio e le varie forme di sharing, la città sicura e resiliente.

Come sarà la rete elettrica del futuro?

Il progetto europeo SmartNet, finanziato nell’ambito del programma Horizon 2020 e coordinato da RSE (Ricerca sul Sistema Energetico), ha ricercato le modalità più efficaci di interazione tra il gestore della rete di trasmissione (TSO) e il gestore della rete di distribuzione (DSO). Obiettivo soluzioni funzionali allo scambio di informazioni per il monitoraggio e l’acquisizione di servizi strategici per il bilanciamento della rete, la regolazione della tensione e la gestione delle congestioni da parte di nuove risorse energetiche distribuite connesse alla rete di distribuzione.

Il pilota italiano – a cui ha partecipato per la tecnologia Siemens – è stato sviluppato nella Valle Aurina e ha individuato scenari di buon auspicio per creare la nuova rete elettrica del futuro.

Nel pieno della trasformazione digitale, la rete elettrica si sta trasformando: da un lato la crescita della generazione di energia da fonti rinnovabili e dall’altro la progressiva riduzione dei grandi impianti di generazione a combustibile fossile e gas connessi alla rete di trasmissione. Questo porta a realizzare una nuova infrastruttura con nuove soluzioni per garantire la sicurezza e la stabilità della rete, sempre più flessibile e complessa.

La tecnologia Siemens per la rete elettrica del futuro

tecnologia siemens per progetto rete elettrica del futuroNello specifico, Siemens ha fornito le due soluzioni HVRS (High Voltage Regulation System) e MVRS (Medium Voltage Regulation System) – nate, nella fase progettuale, in collaborazione con il Politecnico di Milano con il nome di ISOLDE e INGRID – in grado di svolgere il ruolo di “smart transmission and distribution systems” con lo scopo di coordinate e gestire le flessibilità generate dalle risorse energetiche distribuite (come per esempio gli impianti fotovoltaici su tetto, i cogeneratori, il mini eolico, etc) affiancate alla generazione direttamente connessa alla rete di trasmissione.

In particolare, l’High Voltage Regulation System ha avuto come obiettivo quello di gestire e controllare alcuni generatori connessi alla rete di trasmissione mentre il Medium Voltage Regulation System ha gestito, monitorato e controllato la generazione distribuita immessa nella rete di distribuzione sperimentando il concetto di aggregazione “tecnica”.

Efficiency Energy Report 2019: il mercato cresce, ma non troppo

I 7 miliardi di euro di investimenti nel 2018 e la crescita del 6,3% sull’anno precedente registrati dall’Efficiency Energy Report 2019 riflettono un mercato che non conosce crisi, quello dell’efficienza energetica in Italia. Guardando in particolare al settore industriale, che vale 2,3 miliardi di euro, la maggior parte degli sforzi propende per l’integrazione di efficienza energetica e tecnologie digitali, anche grazie al Piano Impresa 4.0.

convegno-energy-efficiency-report-2019Eppure, gli analisti dell’Energy&Strategy Group del Politecnico di Milano segnalano una decelerazione rispetto al boom del 2014 e all’aumento a doppia cifra del 2017.

“Il mercato dell’efficienza energetica in ambito industriale ha superato la crisi dei Certificati Bianchi – conferma Vittorio Chiesa, Direttore dell’E&S Group -, ma il tasso di incremento si è ridotto a causa di nuove norme, come il cosiddetto Decreto Energivori, che diminuendo i costi dell’energia disincentivano gli interventi in efficienza”. Da notare anche la contrazione della marginalità delle ESCo, chiamate a gareggiare con le grandi società di ingegneria.

Efficiency Energy Report 2019: il mercato dell’efficienza energetica smette di crescere a doppia cifra

Alti e bassi dell’Efficiency Energy Report 2019

Prima di scendere nei dettagli del comparto industriale, è interessante notare come in testa alla classifica dell’Efficiency Energy Report 2019 sia guidata dal mondo Home & Building, al 65%, seguito dal 33% di share dell’industria e dalla Pubblica Amministrazione.

Quest’ultima, con appena il 2% degli investimenti, ha registrato la crescita maggiore rispetto al 2017 (+12%), paragonata all’Home & Building e all’industria, rispettivamente al +7,6% e al +4%.

Le soluzioni di efficienza energetica più adottate nel comparto industriale, principale focus del report, sono:

Cifre che denotano gli effetti del Decreto Energivori, da un lato, e l’onda lunga del piano Impresa 4.0, dall’altro. Sempre più spesso, inoltre, gli interventi in ambito industriale affiancano quelli in tecnologie hardware e componenti software legati alla digital energy.

Energy Efficiency Report 2019 investimenti in tecnologie

Gli investimenti in efficienza energetica nel settore industriale: la visione per tecnologia

Efficiency Energy Report 2019: come investono le aziende italiane

Sempre nel 2018, il 75% delle imprese che ha investito in efficienza energetica ha preferito gestire internamente gli interventi. In genere, le imprese che effettuano investimenti self-made si rivolgono a fornitori di tecnologia hardware, principali attori (46%) anche per gli interventi con contratti di servizio software, al 100% di natura integrata. Seguono le ESCo, al 29% di share, i software provider, all’11% e le utility e le società di facility management (7%).

Negli interventi effettuati con contratti di servizio “vincono” le ESCo, che coprono il 28% del mercato, seguite dai fornitori di tecnologia hardware, al 24% e dai software provider, al 20%.

Industria ed efficienza energetica, questione di ESCo

Il report del Politecnico di Milano si sofferma anche sul ruolo delle ESCo nel processo di efficientamento energetico dell’industria italiana. Nel 2018, le ESCo certificate sono aumentate del 6% rispetto all’anno precedente, con un aumento del numero dei dipendenti (+10%) tuttavia inferiore a quello del 2017. I ricavi hanno toccato quota 3,7 miliardi di euro, in crescita dell’8%, mentre il fatturato medio si ferma a 10 milioni di euro, registrando un piccolo +1,7% sul 2017.

Quanto e come spendi in efficienza energetica? I risultati della survey 2019

Confermano il clima di maturazione del mercato, i dati raccolti dall’Energy & Strategy Group nella nuova survey sulla “propensione all’efficienza energetica”, che ha coinvolto oltre 250 energy manager, imprese e professionisti. L’analisi 2019 ha riguardato un campione rappresentativo dei 7 principali settori industriali, che coprono il 65,5% dei consumi elettrici e il 63% di quelli di gas naturale dell’intero comparto. L’86% degli intervistati dichiara di aver implementato investimenti in efficienza energetica nel corso del 2018, ma solo il 60% dei soggetti non obbligati a eseguire la diagnosi energetica l’ha fatto, contro il 91% di chi non poteva esimersi.

Gli ostacoli più difficili da superare sono l’incertezza sul quadro normativo e gli eccessivi tempi di ritorno dell’investimento, sia per le grandi imprese sia per le Pmi. Le aziende che pensano di aumentare gli investimenti sono diminuite – dal 56% del 2017 al 31% -, mentre sono in aumento sia quelle che prevedono un calo o addirittura nessun particolare cambiamento (dal 31 al 56%).

Per la prima volta, infine, la survey ha misurato la presenza delle tecnologie digitali: sensori, attuatori e PLC risultano essere presenti nel 100% del campione delle grandi imprese. Tuttavia, questi sistemi non sempre vengono utilizzati al pieno delle loro potenzialità di riduzione dei consumi, bensì solo per aumentare la produttività.

Si confermano gli investimenti in tecnologie digitali e ottimizzazione dei processi industriali

Il futuro nei tre scenari dell’Efficiency Energy Report 2019

Il potenziale di mercato atteso nel triennio 2019-2022 per l’ottimizzazione energetica nel comparto industriale oscilla tra i 9,84 miliardi dello scenario peggiore e gli 11,95 di quello ottimistico. Il volume d’affari medio annuo va da 2,5 e a 3 miliardi di euro, con un tasso di crescita inferiore a quello degli investimenti totali.

Energy Efficiency Report 2019 scenariTutto dipenderà dall’andamento dei tre scenari di sviluppo previsti dal report. Il primo è “as is”: si conferma un trend positivo per gli investimenti nonostante le incertezze sul quadro normativo, il Piano Impresa 4.0 viene utilizzato dal comparto industriale e l’audit energetico 2019 ha un impatto positivo.

Il secondo è ottimistico: la pubblicazione delle nuove Linee Guida settoriali per i TEE contribuisce al mercato dei Certificati Bianchi, il Piano Impresa 4.0 viene pienamente utilizzato e migliorano le sinergie tra operatori del settore.

L’Efficiency Energy Report 2019 si chiude con il terzo scenario “vincolato”: frena il trend di crescita, gli investimenti si stabilizzano sulle cifre del 2018, permane incertezza sull’evoluzione dei TEE e si conferma l’impatto negativo del Decreto Energivori, che determina un ribasso degli investimenti.

Quanto vale il mercato dell’Internet of Things?

Gli oggetti connessi piacciono agli italiani, sempre più inclini ad automatizzare case, edifici e fabbriche tramite l’integrazione di soluzioni smart. Lo dimostrano il +35% del mercato dell’Internet of Things nel 2018 sull’anno precedente, e i 5 miliardi di euro totalizzati da questo segmento in forte crescita.

elettricomaganine - edifici sostenibili e connessi - art Internet of Things

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A spingere l’IoT nostrano, sia le applicazioni che sfruttano la “tradizionale” connettività cellulare, al +27%, sia da quelle che utilizzano altre tecnologie di comunicazione, che crescono del 47%. 

L’ultimo Osservatorio Internet of Things del Politecnico di Milano fotografa un mercato variegato ma fortemente ancorato ai servizi abilitati dagli oggetti connessi, a quota 36% sull’intero mercato, con 1,8 miliardi di euro e un +44% rispetto al 2017.

Più della metà del fatturato IoT continua a essere generato dai contatori gas ed elettrici e dalle auto connesse.

Smart metering, smart car e smart building primi in classifica

Le soluzioni di smart metering si confermano il principale segmento dell’IoT italiano, con il 28% del mercato e un valore di 1,4 miliardi di euro (+45% sul 2017). Un risultato riconducibile soprattutto agli obblighi normativi che hanno portato all’installazione nel 2018 di 4 milioni di contatori del gas connessi e 5,2 milioni di contatori elettrici intelligenti di seconda generazione.

Seguono le smart car, che rappresentano il 21% del mercato, con 14 milioni di veicoli connessi, un terzo del parco auto circolante in Italia. Cosa significa IoT sulle auto intelligenti? Nel 69% dei casi i mezzi sono dotati di box GPS/GPRS per la localizzazione e la registrazione dei parametri di guida con finalità assicurative, ma la crescita è trainata principalmente dalle auto nativamente connesse: il 70% dei veicoli immatricolati nel 2018 integra un sistema di connessione SIM o bluetooth.

Terzo gradino del podio per gli smart building, applicazione che più ci interessa in questa pubblicazione. La crescita del 15% e i 600 milioni di euro fatturati nel 2018 dal mercato IoT per gli edifici connessi sono principalmente legati a videosorveglianza e gestione dei consumi energetici.

mercato internet of things Osservatorio politecnico

Gli altri 6 protagonisti dell’Internet of Things italiano

Nella successiva analisi del Politecnico di Milano spiccano altri 6 ambiti applicativi delle soluzioni IoT:

Come sarà il 2019 dell’IoT?

Anche per il 2019 gli esperti dell’Osservatorio si aspettano che la crescita del mercato IoT continui ad essere trainata principalmente da quattro ambiti: Smart Metering, Smart Car, Smart Home e Industrial IoT.

Gli assistenti vocali saranno sempre il principale motore della crescita delle soluzioni IoT per la smart home, con grandi investimenti in marketing e maggiore diffusione di altri oggetti connessi, mentre l’Industrial IoT beneficerà degli incentivi per formazione, super ammortamento e iper-ammortamento previsti nell’ultima legge di Bilancio.

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