Auto elettriche: tutto quello che c’è da sapere

Storia dell’auto elettrica

Forse non lo sapevate, ma l’auto elettrica fu tra i primi tipi di auto ad essere inventata, realizzata e venduta. La scoperta risale addirittura al 1835 (circa) quando un imprenditore scozzese di nome Robert Anderson inventò la prima carrozza elettrica.

Invenzione dell'auto elettrica nel 1835

La prima auto elettrica, invece, risale al 1884, più di 20 anni prima della Ford Model T. Si trattava di un prototipo costruito a Londra da Thomas Parker, che utilizzò delle batterie speciali ricaricabili ad alta capacità da lui stesso costruite.

Quattro anni dopo, nel 1888, l’inventore tedesco Andreas Flocken progettò la famosa Flocken Elektrowagen, considerata da tutti come la prima vera e propria auto elettrica del mondo.

A quell’epoca, infatti, le auto a propulsione elettrica fornivano prestazioni, affidabilità e comfort che non potevano ancora essere raggiunti dalle auto a benzina. Tant’è che si stima che all’inizio del XX secolo ne sono state vendute ben 30.000!

Le auto elettriche erano decisamente meno rumorose di quelle a benzina e non richiedevano cambi di marcia anche se, i limiti tecnologici relativi a batteria, carica e trazione, ne limitavano la velocità a soli 32 km all’ora. Ma c’erano anche eccezioni! La Jamais Contente, un veicolo a forma di razzo guidato da Camille Jenatzy, il 29 aprile 1899 raggiunse una velocità di 105,88 km/h.

Con il passare del tempo, l’evoluzione dei motori a combustione ha ridotto i vantaggi delle auto elettriche, rendendo le auto a benzina più diffuse grazie soprattutto ai tempi di rifornimento molto più rapidi e ai costi di produzione, più economici.

Poi la presa di consapevolezza e la svolta. All’inizio degli anni ’90, governi, organizzazioni e associazioni hanno iniziato a chiedere veicoli con emissioni ridotte e a basso consumo di carburante, con l’obiettivo di passare gradualmente a veicoli a emissioni zero. In risposta, alcune case automobilistiche (tra cui Chrysler, Ford, GM, Honda, Nissan e Toyota) hanno dato via alla produzione di modelli elettrici.

Molti paesi, nel frattempo, hanno anche fissato la scadenza per il divieto di vendita dei veicoli a benzina e diesel: la Norvegia entro il 2025, Cina, India e Germania entro il 2030, Francia entro il 2040, Gran Bretagna entro il 2040 o 2050.

Le auto elettriche in Italia

Nel nostro Paese le auto a benzina e diesel rappresentano la fetta più ampia del mercato, seguite a distanza da GPL e metano. Le full electric o ibride plug-in circolanti infatti sono solo l’1% del totale dei veicoli.

Pur rappresentando solo l’1% dei veicoli, quello delle auto elettriche è l’unico comparto con un segno positivo.

Pur essendo oggetto di desiderio di molti connazionali – stando a quanto emerso da un’indagine di ECU Testing – in Italia l’auto elettrica è ancora poco utilizzata.  Pochissimi ne possiedono una, anche se in molti la vorrebbero (pare ben 8 italiani su 10!).

Quali sono quindi i motivi che frenano la crescita dell’e-mobility in Italia? Lo abbiamo chiesto a Daniele Invernizzi – Presidente di eV Now e Vice Presidente di Tesla Owners Italia – che ci ha confermato che sicuramente le causa principale che frena il mercato italiano è l’enorme disinformazione.

La gente non compra l’elettrico perché non lo conosce e perché ha tanti preconcetti. Dal punto di vista della produzione energetica, della rete di infrastrutture e delle installazioni siamo più forti di tanti altri Stati europei. Quello che ci manca è solo l’informazione. Negli altri stati sono state fatte campagne di comunicazione e di marketing molto forti, con giornalisti scientifici impegnati a trattare l’argomento. Da noi questo manca. Tuttavia, sono convinto che abbiamo una potenzialità di recupero abnorme” – ci spiega Daniele Invernizzi.

Una disinformazione che passa principalmente dai social media, ma anche dalla cattiva informazione giornalistica.

Quella della e-mobility è una tecnologia disruptive, ovvero una tecnologia che va a spegnere quello che c’era prima. È normale che ci sia del timore e una conseguente tendenza a parlarne poco o di farla passare un po’ sottotraccia. Ma chi è informato fa i suoi conti e passa senza dubbi all’elettrico” – continua Daniele Invernizzi.

Oltre a una maggiore informazione e agli investimenti da parte delle aziende automobilistiche e dei big dell’energia, a supporto della mobilità sostenibile servono anche politiche nazionali e normative. Vediamo qual è la situazione nel nostro Paese.

Incentivi e detrazioni fiscali per la mobilità elettrica

La Direttiva europea 2014/94/UE stabilisce che, dal 2019, ogni nuova casa costruita o ristrutturata in Europa dovrà essere equipaggiata di almeno un punto di ricarica per i veicoli elettrici.

In Italia, il Decreto Legislativo 257/2016 definisce i requisiti minimi per la costruzione di infrastrutture per i combustibili alternativi, inclusi i punti di ricarica per le auto elettriche.

Sempre in Italia, la Legge di Bilancio 2019 – pubblicata sulla Gazzetta ufficiale in data 31 dicembre 2018 – contiene alcune misure al fine di favorire la mobilità sostenibile. In particolare, la legge prevede l’attuazione di:

Abbiamo chiesto a Daniele Invernizzi se quanto si sta già facendo basta, o se serve altro, e che cosa:

Prima di fare le leggi, la politica deve parlare con chi opera nel settore, consultarsi con chi sa. Ad esempio, ben vengano gli incentivi della regione Lombardia, ma non sono stati pensati per l’elettrico. Si poteva fare molto meglio. Occorre quindi un tavolo tecnico a livello nazionale che metta a confronto chi si occupa di elettricità, energia e mobilità con il politico – che fa un altro mestiere. Noi ne abbiamo già fatti diversi con i ministeri e sono andati molto bene” – ha spiegato Daniele Invernizzi.

Oltre alle norme europee e nazionali, va ricordato che quasi tutte le regioni italiane prevedono l’esenzione del bollo, parcheggi gratuiti e accesso libero alle ZTL. A Milano, ad esempio, le auto elettriche possono parcheggiare gratuitamente sia sulle strisce blu, sia su quelle gialle.

La politica ha lavorato bene, servirebbe solo una maggiore uniformità tra le varie città e regioni, esattamente come si è fatto con il sistema di ricarica. Le colonnine di ricarica infatti, si stanno uniformando e oggi è già possibile caricare ovunque con la stessa tessera. In Italia e in Europa” – ha precisato Daniele Invernizzi.

I vantaggi delle auto elettriche

Dall’indagine di ECU testing di cui abbiamo parlato, è emerso che secondo gli italiani, oltre a costare troppo, le auto elettriche sono meno performanti, hanno scarsa autonomia, la ricarica è lunga e vi è mancanza di disponibilità di colonnine. Ma è davvero così?

I veicoli elettrici fanno bene alla salute, al clima, e all’economia.

Ovviamente è tutto falso. I vantaggi della mobilità elettrica sono enormi e il risparmio a lungo termine supera decisamente il costo iniziale del passaggio dall’auto tradizionale a quella elettrica. Ripassiamo innanzitutto perché un’elettrica è meglio di un’auto a benzina o diesel:

1 – Vantaggi economici

Le auto elettriche sicuramente costano di più (per ora) rispetto alle concorrenti alimentate da fossile. Ma sono davvero così costose come molti credono? Purtroppo, l’errore che si fa troppo spesso è quello di guardare ai costi a breve termine. E infatti …

C’è una cosa di cui tanti italiani non si rendono conto, e non solo in questo settore dell’economia: il Total Cost of Ownership. Un’auto elettrica ha una durata incredibile e può fare mezzo milione di km senza alcuna manutenzione. E dato che gli italiani sono abituati a tenere l’auto come minimo per 10 anni, devono sapere che in quei 10 anni l’elettrico gli costerà di meno. Una macchina elettrica al suo decimo anno avrà le stesse prestazioni che aveva il primo. La termica no” – sottolinea Daniele Invernizzi.

Meno consumi

Per percorrere la stessa distanza, il pieno di energia di un’auto elettrica costa circa un terzo in meno rispetto a quello in benzina. Mettiamo che dobbiamo percorrere 100 km con un’auto di media cilindrata: la ricarica elettrica ci costerà all’incirca 4 euro, per la stessa distanza invece dovremo spendere 12,5 euro in benzina.

Meno manutenzione

Un veicolo elettrico ha molte meno parti motore e pertanto è più resistente rispetto ad un’auto a benzina o diesel. Non ci sono sistemi di scarico, motorini di avviamento, sistemi di iniezione del carburante, radiatori, e così via. Tutto questo si traduce in risparmio sui costi di manutenzione. Basterà tenere sotto controllo lo stato di freni, gomme e sospensioni. È se è vero che, prima o poi, le batterie si consumano e che quindi sarà necessario sostituirle, va anche ricordato che la maggior parte dei produttori di auto elettriche garantisce le batterie mediamente per 8 anni.

Meno tasse e spese quotidiane

Come abbiamo già anticipato, molte regioni prevedono l’esenzione (o comunque uno sconto) sul bollo delle auto elettriche, oltre che alla possibilità di parcheggiare gratuitamente e all’accesso libero alle zone ZTL – zone a traffico limitato.

Indipendenza energetica

Grazie alla e-mobility, si potranno ridurre le perdite economiche dovute all’importazione di combustibili fossili per i trasporti e l’esposizione dei consumatori alla volatilità dei prezzi del petrolio. Questo grazie alla sostituzione del  petrolio importato con energia generata da fotovoltaico ed eolico.

2 – Vantaggi per l’ambiente

Le auto elettriche contrastano i cambiamenti climatici

Fortunatamente, il nostro mondo diventa ogni giorno più eco-consapevole, e le persone guardano sempre più alle auto elettriche come soluzione per ridurre le emissioni di gas e per migliorare la qualità dell’aria.

I trasporti sono la causa del circa 25% delle emissioni di gas serra.

Nulla di meglio quindi per cominciare a limitare i danni causati dai cambiamenti climatici che sostituire le vetture elettriche a quelle termiche. Un’opzione ecologica d’obbligo, per cui abbiamo un tempo massimo di 10/15 anni, ma i cui vantaggi sull’ambiente sono importanti. Vediamoli insieme.

Zero emissioni

Un’auto elettrica non emette né CO2 né NOx e neppure rilascia polveri sottili. Insomma, i veicoli elettrici sono a zero emissioni e quindi contribuiscono a contrastare i cambiamenti climatici e a ridurre l’inquinamento atmosferico causato dai gas di scarico.

Zero sprechi

Le auto elettriche contribuiscono all’economia circolare perché sono prodotte perlopiù utilizzando materiali riciclabili. Non tutte, ma i modelli più recenti hanno le parti interne (sedili e rivestimenti) realizzate con materiali riciclabili. Ad esempio, in un comunicato BMW afferma che un quarto degli interni della sua i3 è realizzata in plastica riciclata e materiali rinnovabili – e che il 95% dell’auto può essere riciclato. E ancora, gli interni e la carrozzeria della Nissan Leaf sono in parte realizzati con materiali provenienti da bottiglie di acqua, sacchetti di plastica, vecchie parti di automobili e persino elettrodomestici riciclati.

Anche le batterie utilizzate per alimentare le auto elettriche possono essere riciclate. Infatti, una batteria agli ioni di litio non più in grado di alimentare un’auto elettrica ha ancora l’80% circa della sua capacità (solo non può più essere ricaricata abbastanza velocemente). Queste batterie vengono quindi impiegate negli edifici per accumulare l’energia prodotta dai pannelli fotovoltaici. E anche quando hanno terminato questo ciclo di vita, possono essere utilizzate per applicazioni a più basso consumo, oppure per estrarne materie prime per nuove batterie.

3 – Vantaggi per la salute e per la sicurezza

Più salute

La riduzione delle emissioni nocive di gas di scarico si traduce in una migliore qualità dell’aria, e quindi in una conseguente diminuzione dei problemi di salute causati dall’inquinamento atmosferico.

Oggi i fumi del diesel (detti anche babykiller perché stazionano ad un metro e venti di altezza e quindi fanno male soprattutto ai bambini), il benzene, e tutti gli ossidi e vapori emessi dalle auto termiche, ammalano le persone e pesano sul sistema sanitario per miliardi di euro ogni anno. Basti pensare che, secondo l’Agenzia Europea per l’Ambiente, a causa degli effetti solo del PM 2,5 si contano ogni anno oltre 400mila morti.

Più sicurezza

Dal punto di vista fisico, l’avere la batteria nel pianale permette alle auto elettriche di essere più ancorate alla strada e quindi più maneggevoli. Inoltre, non avendo un motore nel cofano anteriore e avendo spazi più ampi, non c’è il rischio dello sfondamento dell’abitacolo da parte del motore.

Non ci sono fluidi che possono prendere fuoco come la benzina e carburante diesel, che nelle auto termiche ltre ad essere altamente infiammabili, sotto pressione esplodono.

Dal punto di vista tecnico, invece, la coppia che l’auto elettrica riesce a erogare può togliere da brutte situazioni. Con una marcia sola e una coppia disponibile a zero giri, è possibile svincolarsi da situazioni pericolose.

Dal punto di vista elettrochimico, poi, dobbiamo ricordare che le batterie sono molto sicure. Nonostante qualche raro episodio di incendio, portato alla cronaca solo perché si parlava di auto elettriche, va ricordato che dal punto di vista delle percentuali matematiche di probabilità di incendio le auto elettriche sono le più sicure al mondo.

Mobilità elettrica: prospettive future

crescita auto elettriche mondo

Il mercato delle auto elettriche sta crescendo ovunque. Nel 2018 sulle strade del mondo circolavano più di tre milioni di auto elettriche, un incremento del 50% rispetto al 2017. Le vendite, nello stesso anno, hanno raggiunto quota 1,6 milioni di veicoli.

Per quanto riguarda il mercato italiano, le immatricolazioni 2018 delle auto elettriche sono passate dalle 2.020 dell’anno precedente alle 4.996, segnando un aumento del +147,3%. Le ibride plug-in, invece, sono passate dalle 2.865 immatricolazioni nel 2017 alle 4.569 l’anno successivo.

Navigant Research prevede uno sviluppo globale della mobilità elettrica con 127 milioni di auto elettriche plug-in in circolazione entro il 2030. Una crescita che sicuramente sarà stimolata dal minor costo delle batterie, dall’evoluzione delle tecnologie e da un aumento delle politiche governative contro le emissioni inquinanti.

Sempre secondo Navigant Research, il mercato globale delle infrastrutture per la ricarica dalle 1,4 milioni di unità vendute e installate nel 2019 arriverà a oltre 12 milioni di unità entro il 2030. Ma quando la svolta? Lo abbiamo chiesto a Daniele Invernizzi che ci ha spiegato:

L’elettrico comporta una trasformazione totale sia della filiera di costruzione dei veicoli, sia della filiera di gestione di questi ultimi, inclusa la parte riservata al carburante. Proprio per questo motivo ha bisogno di un periodo di transizione, perché rivoluziona completamente gli assetti esistenti. Non possiamo quindi pretendere che ci sia una svolta, il passaggio ci sarà ma sarà molto graduale e richiederà ancora parecchi anni. Il futuro sarà indubbiamente elettrico, ma richiede tempo perché si tratta di un cambiamento epocale”.

Sulla base di quanto stimato dall’E-mobility Report 2018 del Politecnico di Milano, in Italia si assisterà a un impatto reale della mobilità elettrica intorno al 2025. A sostenere lo sviluppo saranno le aziende, i comparti e i servizi collegati. Uno di questi è il leasing, che è molto più conveniente rispetto all’acquisto dell’auto.

Oggi si parla sempre più di Sharing Economy. Il concetto è quello di non avere più un veicolo di proprietà, ma di usare un servizio. Il vantaggio è che ti permette di avere una macchina sempre nuova e sempre aggiornata – ha spiegato Daniele Invernizzi.

Inoltre, non va dimenticata la crescita e la sempre maggiore diffusione di fotovoltaico e dell’accumulo, che permetteranno di guidare consumando energia pulita.

“Ricordiamoci che in casa nostra abbiamo una delle eccellenze energetiche a livello internazionale: ENEL. In Italia, non solo con ENEL ma con tutto il comparto elettrico, abbiamo una delle produzioni di energia più pulite d’Europa. Siamo un’eccellenza da quel punto di vista” – ha ricordato Daniele Invernizzi.

Siamo una delle nazioni che produce più energia pulita e che la esporta in tutto il mondo.

Nel prossimo futuro, infine, potremo anche contare sulla tecnologia Vehicle-to-Grid (V2G), un sistema di ricarica bidirezionale integrata, in grado di trasferire l’energia dalla rete alle batterie dei veicoli elettrici e di immetterla successivamente nella rete locale in caso di necessità.

Auto elettriche: Domande & Risposte

Le auto elettriche vanno piano?

Le auto elettriche al semaforo non si fanno lasciare indietro. L’elettrico ha prestazioni anche maggiori rispetto al termico e accelerazione e velocità sono paragonabili alle vetture tradizionali. Ad esempio, la Nissan Leaf impiega 7,9 secondi per passare da 0 a 100 km/h e raggiunge una velocità massima di 144 km/h.

Quanto costa la ricarica di un’auto elettrica?

Immaginiamo di dover percorrere 100 km con un’auto di media cilindrata: la ricarica elettrica costerà all’incirca 4 euro. Per la stessa distanza invece dovremo spendere 12,5 euro in benzina.

Ci sono ancora poche colonnine di ricarica in Italia?

In Italia, solo ENEL sta installando più di 100 stazioni di ricariche a settimana, poi ci sono tutti gli altri operatori. Probabilmente, nel 2020 arriveremo al pareggio – se non al superamento – delle stazioni di rifornimento di carburante.

Quanto tempo ci vuole per caricare un’auto elettrica?

Le moderne auto con carica rapida possono essere ricaricate tra i 20 minuti e la mezz’ora.

Qual è l’autonomia media delle auto elettriche con un pieno di ricarica?

Ovviamente dipende dai modelli, ma siamo arrivati mediamente a circa 250 km reali.

Si può fare la ricarica dell’auto elettrica a casa?

Le stazioni di ricarica possono essere installate in casa e saranno presto disponibili in sempre più parcheggi e luoghi pubblici.

Quanto dura la batteria dell’auto elettrica?

La durata media della batteria supera il mezzo milione di km su tutte le auto elettriche.

Fotovoltaico: le opportunità alla luce del Decreto FER1

Vuoi conoscere le opportunità che può offrire il fotovoltaico? Vuoi sapere le novità apportate dal decreto per le fonti di energia rinnovabili (FER1)?

L’obiettivo del nuovo Decreto FER1 – pubblicato in Gazzetta il 12 agosto – è quello di sostenere la produzione di energia da fonti rinnovabili, per raggiungere i target europei definiti dal PNIEC (Piano Nazionale Integrato per l’Energia e il Clima) entro il 2030.

Il nuovo provvedimento punta a incentivare la diffusione delle rinnovabili attraverso l’integrazione con tecnologie come la mobilità elettrica.

Il nuovo decreto, infatti, oltre a premiare l’autoconsumo per impianti fino a 100 kW con una quota di autoconsumo superiore al 40%, stabilisce il meccanismo delle aste per impianti fotovoltaici su tetto in sostituzione dell’amianto.

FRONIUS_Locandina_Decreto FER1Roadshow su opportunità, strumenti e decreto FER1

Per supportare gli installatori e i professionisti del settore, Fronius Italia – in collaborazione con l’Ing. Erica Bianconi, Scame Parre e Geneco Group – presenta un roadshow che analizzerà le opportunità legate agli impianti fotovoltaici con potenza superiore ai 20 kWp – installati sia in autoconsumo sia in totale cessione di energia – secondo le indicazioni del nuovo Decreto FER1.

Durante il seminario verranno approfondite:

Inoltre, saranno presentati esempi di fattibilità economica per diverse tipologie di impianti fotovoltaici, cercando di analizzare i flussi economici ottimali sia nel caso di impianti in totale cessione di energia, sia per impianti in autoconsumo (a cura di Erica Bianconi e Fronius Italia).

Verrà affrontata le tematica relativa alla rimozione dell’amianto con sostituzione di moduli fotovoltaici (a cura di Geneco Group) e l’installazione di colonnine di ricarica per auto elettriche (a cura di Scame Parre), vantaggio sia in termini di autoconsumo, sia in termini di accesso ai registri definiti dal Decreto.

In vista del 30 settembre 2019, apertura del 1° registro, il tour rappresenta un evento da non perdere.

Tutte le tappe del Roadshow

Giovedì 19/09 ore 14-19 – Sede Fronius Via dell’Agricoltura 46 37012 Bussolengo (VR)
Martedì 01/10 – Modena
Mercoledì 23/10 – Catania
Venerdì 25/10 – Roma
Martedì 29/10 – Firenze
Mercoledì 30/10 – Bergamo
Martedì 12/11 – Pesaro Urbino
Giovedì 14/11 – Padova
Martedì 19/11 – Salerno

Come partecipare

Per partecipare al roadshow gratuito “ Fare business con FV ed efficienza energetica: opportunità, strumenti e decreto FER1” è sufficiente iscriversi a questo link.

Protezione perimetrale con il sensore a tenda DT radio

Da sempre impegnata a innovare, RISCO Group – azienda attiva nel mercato della sicurezza e specializzata nello sviluppo, nella produzione e nella commercializzazione di un’ampia gamma di soluzioni di sicurezza integrate – amplia la gamma di sensori da esterno con il sensore a tenda DT radio.

Sensore a tenda DT radio: caratteristiche che fanno la differenza

Progettato per rendere la protezione da esterno più affidabile, il nuovo sensore permette al sistema di sicurezza di identificare un intruso prima ancora che entri nell’area che si desidera proteggere.

Dal design discreto, il nuovo sensore a tenda resiste ad acqua, polveri, pioggia e neve – grazie alla sua conformità al grado di protezione IP65 – e ai raggi UV, evitando l’usura e lo scolorimento dell’apparecchio.

Grazie alla tecnologia di rivelazione DT integrata, che combina microonda in banda K con sensore PIR e sensore luce solare per ignorare gli improvvisi sbalzi di intensità luminosa sulla base di un algoritmo, il nuovo sensore di RISCO minimizza i falsi allarmi.

Inoltre, la nuova soluzione è dotata della tecnologia antimascheramento a infrarosso attivo in grado di segnalare tentativi di manomissione.

Il fascio stretto di massimo 1 m e copertura regolabile fino a 12 m permettono al sensore a tenda DT radio di proteggere gli spazi adiacenti un muro perimetrale come una finestra o un’area aperta. Il sensore avvisa del passaggio di intrusi all’interno del fascio, ma non genera allarmi per chi si muove nelle vicinanze del fascio. In questo modo la zona può rimanere inserita 24 ore su 24, anche mentre ci sono delle persone all’interno degli spazi protetti o che si muovono all’esterno dell’area protetta. Una soluzione per chi desidera lasciare le finestre aperte, rimanendo al sicuro ed evitando situazioni di allarmi generati accidentalmente.

Per una rilevazione perimetrale accurata

Grazie al sensore a tenda DT radio, gli installatori possono beneficiare di una rilevazione perimetrale accurata, oltre alla possibilità di configurazione e diagnostica da remoto con tastiera o software di configurazione.

Oltre alla versione radio, il sensore a tenda DT radio – compatibile con Agility4 (dalla versione 5.15), LightSYS2 (dalla versione 5.80) e ProSYSPlus (dalla versione 1.2.1.17) – sarà a breve disponibile anche nella versione filare per collegamento tramite bus RISCO o relè.

“Siamo da sempre impegnati a sviluppare soluzioni innovative per soddisfare al meglio le esigenze in continua evoluzione degli utenti – ha dichiarato Ivan Castellan, Branch Manager di RISCO Group Italia. – Negli ultimi anni il mercato si è orientato verso le soluzioni a tenda. Sebbene non siamo i primi a proporre questo tipo di soluzione c’è molta attesa su come RISCO abbia interpretato questo tipo di protezione: grazie alla conformità al grado di protezione IP65, permettiamo al nostro innovativo sensore a tenda DT radio di essere installato completamente all’esterno della facciata oppure – date le dimensioni compatte – di essere integrato sui serramenti di porte o vetrate”.

Mercato smart home: quanto è connessa la casa degli italiani?

La casa del futuro non può che essere connessa, ne siamo già testimoni: ma quali sono le tecnologie predilette dagli italiani sul mercato della smart home? Risponde il noto portale Trovaprezzi.it con il recente Osservatorio Smart Home, lanciato in occasione di IFA Berlino e dedicato proprio alle preferenze dei nostri connazionali in fatto di elettrodomestici, apparecchi e prodotti per la casa connessa.

Cosa intendiamo per casa connessa

Negli ultimi anni, il concetto di domotica “senza fili” ha rivoluzionato il modo di concepire spazi, arredi e impianti domestici. Le parole chiave di questa trasformazione sono innovazione, efficienza energetica, comfort e sicurezza. A conferma di questo trend, l’Osservatorio Internet of Things della School of Management del Politecnico di Milano assegna alla casa connessa un valore complessivo di 380 milioni di euro nel 2018, in crescita del 52% sull’anno precedente.

Riscaldamento, climatizzazione delle stanze, impianti elettrici, sistemi di controllo per finestre, porte e antifurto, oltre a svariati componenti della casa integrati e controllabili da remoto: tutto è ormai progettato in modo da facilitare le molteplici attività della vita domestica, garantendo al contempo efficienza, riduzione degli sprechi e risparmio in bolletta.

Osservatorio Smart Home Trovaprezzi.it_IFA_Berlino

Infografica Osservatorio Smart Home Trovaprezzi.it_IFA_BerlinoI 5 prodotti più cercati sul mercato della smart home

Analizzando un campione di circa 45 top prodotti connessi o “connettibili”, Trovaprezzi.it ha registrato tra gennaio 2018 e giugno 2019 oltre 126 mila ricerche. Le stime per intenzioni d’acquisto evidenziano un picco massimo negli ultimi due mesi del 2019: oltre 16 mila ricerche a novembre e quasi 14 mila a dicembre, a conferma del crescente interesse per la smart home.

Ecco i 5 prodotti intelligenti più cercati dagli italiani:

Più di nicchia, invece, le soluzioni smart per riscaldamento e climatizzazione: caldaie, termostati e condizionatori connessi agli assistenti vocali capaci di garantire un notevole risparmio energetico.

 

Osservatorio Trovaprezzi.it: casa connessa per tutte le tasche

La survey si conclude con una domanda più che legittima, vista la mission del portale: quanto costa una smart home? La selezione effettuata tra i migliori prezzi e i prodotti più cercati online (TV, comandi vocali, robot aspirapolvere, lavatrici, caldaie a condensazione, interruttori wireless e lampadine smart) parla di una spesa inferiore a 2.500 euro.

L’amore incondizionato degli italiani per il proprio “nido” sembra dunque destinato a transitare in maniera sempre più netta dal mercato della smart home e dalle sue innovative proposte.

Smart mobility: trend e prospettive della nuova mobilità urbana

Un nutrito programma di convegni andrà ad arricchire la seconda edizione di That’s Mobility, l’evento dedicato alla mobilità elettrica sostenibile e connessa, organizzato da Reed Exhibitions Italia, in partnership con l’Energy&Strategy Group del Politecnico di Milano, in programma dal 25 al 26 settembre 2019 presso il Mico, Centro Congressi di Fiera Milano.

logo That's Mobility 2019

Il mercato della mobilità elettrica, le potenzialità di sviluppo, il fotovoltaico nella mobilità elettrica, le infrastrutture di ricarica, gli obiettivi a medio termine del piano nazionale, la necessità di un servizio efficiente, trasparente e standardizzato sono alcune delle tematiche che verranno affrontate nella due giorni milanese.

I convegni di That’s Mobility 2019

Smart Mobility Report

L’evento si aprirà – mercoledì 25 settembre – con un focus dedicato al mercato della mobilità elettrica, alle sue potenzialità di sviluppo, all’elettrificazione e alla condivisione (sharing). Verranno presentati i dati dello Smart Mobility Report che fotografa l’evoluzione del mercato a livello mondiale, europeo e italiano, con particolare riferimento alle autovetture ed alle altre tipologie di veicolo.

Verrà affrontato il quadro normativo a supporto della diffusione dei veicoli elettrici e dell’infrastruttura di ricarica in Italia, il potenziale di diffusione di veicoli elettrici e dell’infrastruttura di ricarica.

I dati dello studio saranno poi al centro di alcune tavole rotonde che affronteranno le tematiche: i fattori che sono necessari per un cambio di passo; le sfide che i technology provider devono affrontare e il ruolo atteso della Smart mobility per il sistema-Paese.

Fotovoltaico e Mobilità Elettrica, oltre la naturale convergenza

Il 25 settembre, andrà in scena l’evento a cura di Solare B2B nell’ottica di una convergenza tra fotovoltaico (e storage) e mobilità elettrica a vantaggio dell’intera filiera dell’energia che può supportare la transizione energetica e facilitare la diffusione della mobilità sostenibile.

Tra le tematiche verranno affrontate l’integrazione tra generazione distribuita, mobilità elettrica e rete elettrica e lo stato dell’arte della tecnologia per le colonnine di ricarica in abbinamento al fotovoltaico.

Mobilitaria 2030. Europa Tecnologie e soluzioni energetiche per la decarbonizzazione dei trasporti

Il 25 settembre Kyoto Club e CNR-IIA presentano il report “MobilitAria 2019” che offre una panoramica sulle politiche di mobilità e sui dati relativi alla qualità dell’aria delle 14 città metropolitane – Bari, Bologna, Cagliari, Catania, Firenze, Genova, Messina, Milano, Napoli, Palermo, Reggio Calabria, Roma, Torino e Venezia – nel biennio 2017-2018.

Tra le principali novità, insieme ai dati delle città italiane saranno presentate in anteprima anche le statistiche delle principali città europee.

Tesla Owners Italia Forum: il punto di vista di chi usa tutti i giorni l’auto elettrica e non solo

A That’s Mobility 2019 saranno presentate le soluzioni a disposizione per contrastare il cambiamento climatico e che ciascuno di noi può applicare da subito.
Inoltre si parlerà delle peculiarità che rendono la realtà di business Tesla unica nel mondo automotive spaziando dalle auto all’accumulo energetico statico e al concetto di abitazione attiva che genera l’energia necessaria a viverci.

Gli italiani alle prese con la Smart Mobility

Saranno presentati i risultati delle indagini Business e Consumer relative agli italiani alle “prese” con la mobilità elettrica realizzate da Nuova Energia e Fleet Magazine. Due sondaggi indirizzati a un pubblico differente, per offrire un quadro esaustivo e di come il nuovo paradigma della auto elettrica stia modificando le città e se siamo pronti a questa.

L’ingresso è gratuito previa registrazione su: www.thatsmobility.it

Green New Deal: le belle ma generiche parole del nuovo governo

Un partito che subentra ad un altro, Pd al posto della Lega, per governare insieme al Movimento 5 Stelle con lo stesso premier: la nascita del nuovo governo ha suscitato interesse e polemiche non solo negli addetti ai lavori ma anche e soprattutto fra i cittadini. E se non è questa la sede per addentrarsi nell’analisi politica, di certo lo è per quanto riguarda ciò che il nuovo esecutivo potrà fare (e non fare) in tema di green economy.

Cominciamo dalle parole pronunciate dal presidente del Consiglio prima di ricevere la fiducia alle Camere: “Ci adopereremo affinché la protezione dell’ambiente e delle biodiversità, e auspico anche dello sviluppo sostenibile, siano inseriti tra i principi fondamentali del nostro sistema costituzionale – ha dichiarato Giuseppe Conte -. Tutto il sistema produttivo dovrà orientarsi verso la promozione di prassi socialmente responsabili per rendere più efficace la transizione ecologica verso un sistema produttivo di economia circolare”. Non solo, il riconfermato premier si è spinto ad evocare un “Green New Deal” preconizzando l’avvento di “una cultura del riciclo capace di dismettere definitivamente la cultura del rifiuto”.

Tutto bene, dunque, con l’Italia che si candida a diventare il paradiso dello sviluppo sostenibile? Non esattamente, anche perché l’esperienza purtroppo ci insegna che mai come nel nostro Paese fra il dire e il fare c’è di mezzo… Un sospetto che lo stesso presidente del Consiglio non è stato capace di cancellare nel citato discorso d’insediamento, visto che al di là dei suoi proclami ecologisti non ha fornito indicazioni più precise sui provvedimenti “green” che l’esecutivo da lui guidato si propone di affrontare nei mesi e negli anni a venire, con una legislatura che, se portata a termine, andrà a scadenza nel 2023.

Green new deal, una nuova strada verde che include economia circolare, lotta ai cambiamenti climatici, sostenibilità, rinnovabili…

Stop alle trivelle l’unico impegno concreto

Presidente del consiglio Giuseppe ConteIn realtà, a dirla tutta, un provvedimento il presidente del consiglio Giuseppe Conte lo ha annunciato: “Questo governo introdurrà una normativa che non consenta più il rilascio di nuove concessioni di trivellazione per l’estrazione di idrocarburi. Chi verrà dopo di noi se mai vorrà assumersi l’irresponsabilità di far tornare il Paese indietro, dovrà farlo modificando questa norma di legge”. Il che, viste le premesse dialettiche di cui sopra, ci sembra davvero il minimo da cui partire per percorrere la lunga strada dello sviluppo sostenibile.

Tanto più che per il fossile tira (finalmente) una brutta aria a livello continentale, se è vero che la Bei, Banca europea per gli investimenti, intende smettere di finanziare progetti relativi ai combustibili fossili entro la fine del 2020.

Nulla è invece dato sapere su ciò che l’esecutivo intende fare per l’anno prossimo, quindi a partire dall‘imminente Legge di Bilancio, a beneficio delle imprese che operano nella green economy. In particolare, sarebbe auspicabile una rimodulazione del sistema degli incentivi, con sgravi fiscali e ammortamenti mirati, in coerenza con l’assunto “contiano” della cultura del riciclo che deve sostituire quella del rifiuto. Si tratta, in sostanza, di premiare economicamente le aziende che producono secondo un’economia circolare, fin qui non troppo considerate, a parte qualche beneficio aggiuntivo in termini di iperammortamento previsto nel piano Industria 4.0 del 2017.

Nuove norme sulle rinnovabili dopo l’intervento Ue?

Per quanto riguarda le rinnovabili, il premier non ha parlato di ulteriori passi normativi dopo il varo, nel mese di luglio, del decreto FER1. Quest’ultimo è il provvedimento che ha l’obiettivo di sostenere la produzione di energia da fonti rinnovabili per il raggiungimento dei target europei al 2030 grazie all’incentivazione della diffusione di impianti fotovoltaici, eolici, idroelettrici e a gas di depurazione. Il decreto si pone l’obiettivo di aumentare la produzione da fonti rinnovabili di circa 12 miliardi di kWh, con investimenti attivati stimati nell’ordine di 10 miliardi di euro, ma non per questo consente all’esecutivo appena insediato di dormire sonni tranquilli.

Infatti, la Commissione europea sembra intenzionata nel breve periodo a spostare i paletti, alzando la percentuale del taglio delle emissioni climalteranti al 2030 dal 40% al 50-55%. Un intervento che costringerebbe comunque il governo italiano a rimettere mano alle normative sulle fonti rinnovabili. E, come si dice, meglio prevenire che curare…

Speciale That’s Mobility 2019: un viaggio fra i segreti della smart mobility

logo That's Mobility 2019Tutto pronto per la seconda edizione di That’s Mobility 2019 – il 25 e 26 settembre 2018 presso MiCo Milano Congressi – l’evento organizzato da Reed Exhibitions Italia in partnership con l’Energy & Strategy Group del Politecnico di Milano che promuove lo sviluppo della filiera industriale e l’efficientamento energetico per supportare il cambio di paradigma del mondo automotive.

Un evento unico per offrire una fotografia precisa e aggiornata sulla mobilità elettrica attraverso approfondimenti, convegni, tavole rotonde con opportunità di network e business. Inoltre è possibile vedere le ultime novità del settore: dispositivi e sistemi di ricarica, auto, moto, biciclette, sistemi di accumulo, ma anche società che forniscono servizi, fornitori di energia elettrica…

That’s Mobility 2019 si pone come un momento di confronto grazie a indagini esclusive che evidenziano come la mobilità elettrica si sta muovendo sia in Italia sia all’estero.

Durante la prima giornata verrà presentata la terza edizione del report sulla mobilità elettrica da parte dell’Energy&Strategy Group: un quadro aggiornato che si focalizzerà sul futuro di una mobilità connessa, condivisa, la smart mobility. Verranno inoltre approfonditi i progetti pilota connessi al V2G (Vehicle to Grid) a livello italiano ed internazionale e la loro ricaduta sul funzionamento del sistema elettrico.

“La mobilità elettrica è un settore in continua evoluzione. È necessario sensibilizzare tutti gli attori della filiera sul valore di questa rivoluzione – sottolinea Massimiliano Pierini, Managing Director di Reed Exhibitions Italia -. Vogliamo con questa seconda edizione rafforzare lo scambio di conoscenza, tecnologie e opportunità offrendo un quadro completo dell’evoluzione della e-mobility nel nostro Paese. Partecipare significa venire coinvolti in un palcoscenico che indicherà la strada per disegnare il futuro di città moderne connesse e sostenibili”.

Lo speciale verrà aggiornato con approfondimenti, interviste, notizie dagli espositori per offrire una visione di insieme sulla mobilità elettrica e sostenibile.

That’s Mobility 2019: approfondimenti

Joinon di Gewiss, mobilità elettrica e servizi integrati nella piattaforma Gewiss

La smart mobility secondo JOINON

Non solo ricarica: a That’s Mobility 2019 Gewiss ha presentato JOINON, ecosistema completo per le auto elettriche che trasforma i parcheggi in spazi sostenibili.
auto elettrica EON sfida alla ricarica elettrica

Spostamenti green: la sfida di E.ON alla ricarica elettrica

Soluzioni modulari per la ricarica, rete autostradale di ricarica elettrica “ultra-veloce”, servizio di cicloturismo elettrico, sono alcuni dei passi intrapresi da E.ON per supportare lo sviluppo della mobilità a zero.
Mobilità elettrica smart e integrata - Designed by senivpetro / Freepik

Mobilità elettrica connessa: se bastasse uno smartphone?

Dalle tecnologie abilitanti ai servizi integrati per la mobilità elettrica connessa, That’s Mobility 2019 decreta l’ascesa della gestione smart dell’infrastruttura di ricarica pubblica e privata
Softeco a Thats Mobility e la mobility r.evolution

Softeco, pronta per la mobility r.evolution

La società di soluzioni tecnologiche digitali offre software per la gestione delle infrastrutture di ricarica e per il controllo dei processi di mobilità.
La mobilità elettrica nella Pubblica Amministrazione

La mobilità elettrica nella Pubblica Amministrazione

Dalla mobilità sostenibile di Milano a quella di un piccolo gruppo di paesi nel bergamasco: le buone pratiche della Pubblica Amministrazione a That’s Mobility 2019.
mobilità sostenibile utility IrenGO

Come affrontano le utility la mobilità sostenibile

L'ingresso nella mobilità sostenibile può avvenire tramite offerte che comprendono sia il veicolo elettrico sia le infrastrutture di ricarica con i servizi collegati.
Ricarica smart per auto elettrica con Neogy

Auto elettrica: quando la ricarica smart è anche rinnovabile

Nasce un’infrastruttura di ricarica sostenibile, performante e intelligente: Neogy punta ad alimentare la mobilità elettrica italiana con energia 100% green
Nuovi mezzi elettrici per la mobilità sostenibile - designed by Freepik

Le 12 regole del Galateo per la mobilità sostenibile

Come contrastare l’anarchia stradale? Il Galateo per la mobilità sostenibile presentato a That’s Mobility 2019 offre qualche regola di buon senso per vivere la smart city in armonia e sicurezza
yess.energy colonnina di ricarica IoT

Yess.energy: la colonnina di ricarica in chiave IoT

L'azienda lombarda ha mostrato le sue molteplici soluzioni, dai punti di ricarica agli scooter elettrici, con attenzione anche a servizi e interoperabilità.
That’s Mobility 2019: la strada per la mobilità elettrica in 8 mosse

That’s Mobility 2019: la strada per la mobilità elettrica in 8 mosse

A That’s Mobility 2019 è emersa una fotografia reale e concreta della mobilità a zero emissioni dando risposta a domande quali: Come si sta muovendo la filiera italiana della mobilità elettrica? Che impatto hanno avuto gli ecobonus? Dove si trovano i punti di ricarica?
Auto elettrica e rinnovabili - designed by Freepik

Fotovoltaico e auto elettrica: pronti all’integrazione?

Nella prima giornata di That’s Mobility 2019 si è parlato di fotovoltaico e mobilità elettrica, i due lati ideali di una medaglia energetica integrata e smart
prostettive e terand auto elettrica a smart mobility report

Smart Mobility Report: mercato, previsioni, barriere della mobilità elettrica

L'Italia alla sfida del cambiamento green: il mercato italiano è ancora indietro rispetto ai principali partner europei, ma è un trend crescente come evidenziato nello Smart Mobility Report.
Filiera delle batterie European Battery Alliance

European Battery Alliance: cosa farà l’Italia per la filiera delle batterie

Più green economy e mobilità sostenibile, con la recente approvazione in Senato della risoluzione sull’attuazione del piano strategico lanciato dalla European Battery Alliance.
Auto elettrica a energia pulita

Auto elettriche: tutto quello che c’è da sapere

Vantaggi, normative, curiosità, e dati statistici: tutto sulle auto elettriche tra presente, passato e prospettive future.
Smart mobility: trend e prospettive della nuova mobilità urbana

Smart mobility: trend e prospettive della nuova mobilità urbana

Smart Mobility Report, infrastrutture di ricarica, obiettivi a medio termine del piano nazionale, evoluzione del mercato a livello mondiale, europeo ed italiano, indagini di mercato: gli ingredienti di That’s Mobility 2019.
TÜV SÜD_infrastrutture di ricarica elettrica

TÜV SÜD testa infrastrutture di ricarica e veicoli elettrici fino a 360 kW

La mobilità elettrica è in crescita: le infrastrutture di ricarica, i sistemi di ricarica rapida sono fondamentali per incrementare la diffusione dei veicoli elettrici.
smart mobility- la mobilità elettrica cambia le città

Smart city e innovazione: come cambia la mobilità

Si parla sempre di più di Smart Mobility, ovvero di una mobilità intelligente che si rinnova e ricorre a soluzioni tecnologiche e sostenibili. Ecco come cambia la mobilità nelle nostre città.
accordo that's mobility hardware forum

Sinergie tra Hardware Forum e That’s Mobility 2019

Due manifestazioni, un unico appuntamento con area espositiva e convegnistica per coinvolgere i professionisti del comparto elettrico, della mobilità sostenibile, distribuzione utensilerie e ferramenta
smart mobility a That's Smart 2019

That’s Mobility 2019: verso la smart mobility

Seconda edizione dell’evento sulla mobilità elettrica: That’s Mobility 2019 amplia gli spazi e si sposta al primo piano del MICO, Centro Congressi di Fiera Milano.

Serrature digitali: addio chiavi di casa (e paura di perderle)

Anche le chiavi diventano smart con le serrature digitali Vikey Lock, la soluzione sicura ed efficace per l’apertura di case e appartamenti che piace agli ospiti e semplifica la vita agli host.

Bastano infatti pochi minuti per installare Vikey Lock sulla porta al posto del cilindro europeo, eliminare le chiavi – con relativi smarrimenti e dimenticanze – e trasformare la serratura in un dispositivo completamente digitale e fruibile da cellulare.

Inoltre, la nuova tecnologia si integra con il sistema Vikey: per ogni prenotazione viene creato automaticamente un codice univoco e temporizzato che verrà trasmesso a Vikey Lock per l’apertura della porta a distanza.

Vikey Mini InstallatoCome funzionano le serrature digitali Vikey Lock

La soluzione smart consente di accedere alla struttura in diversi modi:

Tante funzionalità per una serratura che comporta il minimo impatto sulla location: prima dell’introduzione di Vikey Lock era infatti necessario elettrificare la porta per consentirne l’apertura a distanza.

Più vantaggi per tutti con la piattaforma smart

Ma Vikey non significa solo apertura digitale ed eliminazione delle chiavi. Dalla piattaforma accessibile da pc, tablet o cellulare è possibile gestire diverse pratiche relative agli ospiti: riscuotere tassa di soggiorno e altri pagamenti, ricevere i documenti di identità già nel formato richiesto dal portale alloggiati della Polizia di Stato, far firmare il contratto di locazione e molto altro.

Gli host possono quindi gestire la struttura ricettiva ovunque si trovino, con innegabili vantaggi in termini di tempo e di guadagno. Anche i clienti non mancheranno di apprezzare la novità intelligente, che scongiura del tutto il rischio di ritardi e disguidi durante il soggiorno.

“Le serrature digitali e il self check-in rivoluzioneranno il settore dell’home sharing – commentano i fondatori della start-up Vikey Luca Bernardoni e Matteo Caruso -. Gli ospiti arriveranno in città, sceglieranno un appartamento e potranno accedere immediatamente con la stessa semplicità con cui oggi si sceglie un film on-demand”.

L’innovativo cilindro rende più smart, veloce e sicura l’apertura delle case vacanza, eliminando del tutto le chiavi di casa

Generazione distribuita: perché il mondo punta sulle rinnovabili

Riusciranno generazione distribuita e rinnovabili a soddisfare un fabbisogno energetico globale in costante aumento? L’Agenzia Internazionale dell’Energia sostiene che entro il 2020 i Paesi in via di sviluppo utilizzeranno il doppio della potenza elettrica richiesta negli ultimi 25 anni. E che un’ampia fetta di questo output verrà dalle cosiddette DRen (distributed renewables energy sources).

Una convinzione condivisa dall’ultima Distributed Renewables Overview di Navigant Research e fondata sul calo dei costi e sull’evoluzione di strumenti creditizi utili a supportare lo sviluppo di grid parity e rinnovabili. Sul fronte ambientale, le comunità locali potranno finalmente ridurre le emissioni di carbonio e la dipendenza dai combustibili fossili, “elettrificando” anche i luoghi più remoti della Terra con installazioni rinnovabili behind-the-meter (BTM).

Distributed Renewables Overview in cifre

Da 85,3 miliardi di dollari nel 2019 a 165,7 miliardi nel 2028: il mercato delle DRen crescerà con un tasso medio annuale (CAGR) del 7,7%, trainato dalle regioni dell’Asia-Pacifico, pronte a balzare dagli attuali 51 miliardi a 110,4 miliardi di dollari.

Tradotto in capacità di generazione, nel 2028 si toccheranno 155,4 GW globali, contro i 56 GW del 2019, con CAGR del 12%. Il primato spetta naturalmente al fotovoltaico, dato a 162,7 GW entro il 2028 (106,4 GW solo nell’Asia-Pacifico), seguito dall’eolico con 2,1 GW.

Quanto al contesto applicativo, la fotografia della generazione distribuita green mostra diversi scenari. Le installazioni residenziali passeranno dagli odierni 19,6 GW a 55,6 GW, strizzando l’occhio all’indipendenza energetica ottenuta grazie agli impianti fotovoltaici smart, che integrano accumulo, HVAC e ricarica dei veicoli elettrici. Il segmento industriale dovrebbe invece guadagnare la maggior parte delle capacità annuali passando da 21,2 GW a quasi 60,7 GW entro il 2028.

generazione distribuita - fonte Navigant Research

I vantaggi della svolta DRen nella generazione distribuita

Investire in risorse DRen significa secondo Navigant Research ottenere maggiore sicurezza energetica, riducendo al contempo le emissioni inquinanti. In generale, le fonti energetiche rinnovabili distribuite vantano i seguenti plus:

Dal punto di vista tecnologico, i sistemi DRen possono essere implementati a livello locale in modo personalizzato, sulla base delle specifiche esigenze e tenendo conto dei limiti ambientali ed ecologici del luogo.

Le rinnovabili possono cambiare il volto del sistema energetico globale, soprattutto nei Paesi in via di sviluppo e nelle località off-grid

Il futuro delle rinnovabili: 4 driver vs 4 limiti

Distributed Renewables Overview chiude con alcune considerazioni sull’evoluzione delle installazioni DRen nel mondo, e soprattutto nelle economie emergenti.

Partiamo dai pro, con i 4 driver del settore:

A questa spinta corrispondono 4 limiti alla diffusione delle rinnovabili:

In sostanza, il cambio di passo della generazione distribuita da fonti rinnovabili è affidato allo sviluppo di modelli di business capaci di sfruttare la flessibilità del sistema energetico, al miglioramento delle politiche governative e dei quadri normativi e alle iniziative energetiche intelligenti.

Inverter PVS-175 ABB per il nuovo parco fotovoltaico siciliano

51 mila pannelli fotovoltaici, 80 inverter di stringa, cinque campi solari, area di 52 ettari, produzione totale di energia di 17,6 MW: questi i numeri del nuovo parco fotovoltaico di Naro, in provincia di Agrigento.

Impianto a cui hanno partecipato Manni Energy, specializzata nella progettazione, realizzazione e gestione di impianti per la produzione di energia da fonti rinnovabili e ABB che ha fornito gli inverter di stringa necessari per la trasformazione e la distribuzione in rete dell’energia prodotta.

Tecnologia degli inverter ad alta potenza

impianto fotovoltaico Naro SiciliaPer la realizzazione di questo grande impianto a terra con architettura distribuita è stato scelto l’inverter PVS-175 di ABB, caratterizzato dalla più alta densità di potenza nel segmento degli inverter di stringa e in grado di generare una potenza massima di uscita di 185 kW.

La tensione massima di ingresso di 1500 V ha consentito il suo impiego con i pannelli fotovoltaici di nuova generazione, mentre la tensione di uscita di 800 V ha consentito l’ottimizzazione della distribuzione sul lato della corrente alternata.

Questa soluzione ha assicurato risparmi concreti in termini di materiale e tempi di installazione, oltre che nella logistica e nei costi di manutenzione.

Per sfruttare al massimo l’irraggiamento solare e incrementare ulteriormente la produzione di energia, ogni blocco di pannelli è dotato di tracker monoassiali che seguono il movimento del sole da est a ovest.

La presenza di 12 inseguitori MPPT, caratteristica peculiare degli inverter PVS-175, ha consentito una gestione ottimizzata dei 1700 tracker installati, permettendo di ricavare la massima energia disponibile in ogni condizione, con una resa energetica di 2.000 kWh per kilowatt di picco installato.

Comunicazione digitale integrata per l’inverter PVS-175

Inoltre la piattaforma di comunicazione digitale integrata, rende il PVS-175 all’avanguardia anche per la comunicazione e il controllo, offrendo un monitoraggio da remoto efficace e affidabile dei cinque impianti. La gestione dell’inverter con qualsiasi dispositivo mobile e connessione Wi-Fi e l’utilizzo di una procedura guidata hanno reso semplice la configurazione e il commissioning.

Installazione e manutenzione facilitata

L’impiego del PVS-175 ha comportato anche dei vantaggi in termini di risparmio di tempi e costi consentendo un’installazione semplice e veloce, grazie al design all-in-one senza componenti esterni, alla costruzione modulare con wiring box rimovibile dal modulo di potenza e alle connessioni plug and play. A questo si aggiunge semplicità di manutenzione grazie all’accesso diretto ai componenti interni.

Tecnologia innovativa, elevate performance, flessibilità e facilità d’installazione affidabilità ed economicità: le principali caratteristiche dell’inverter PVS-175, adatto anche per un impianto complesso e di grandi dimensioni.