Il cloud alleato dell’efficienza nello smart building

Col cloud si può fare efficienza energetica negli smart building. New York si affiderà a una soluzione Oracle per ridurre del 40% le emissioni di gas serra
il colud alleato a efficienza energetica

Alzi la mano chi pensa al cloud per fare efficienza energetica. Pochi l’alzerebbero. Ma la città di New York ha deciso di affidarsi alla “nuvola informatica” per sgombrare le nubi inquinanti e ridurre i consumi energetici. L’amministrazione newyorkese intende accelerare il suo piano per tagliare le emissioni climalteranti del 40% entro il 2030 e i costi energetici dei consumatori, oltre a creare opportunità di lavoro.

Il Cloud di Oracle per l’efficienza energetica di New York

“L’efficienza energetica è il modo più economico per i newyorkesi di ridurre le bollette e le emissioni nocive nonché per combattere i cambiamenti climatici” ha affermato in questi giorni il governatore di New York, Andrew Cuomo.
Per riuscire la città si affida a una soluzione di uno dei suoi cittadini più celebri, Larry Allison e alla sua società, Oracle. Il colosso IT lega il suo nome ai database, ma negli ultimi anni ha creato molte soluzioni cloud, con molteplici funzionalità e servizi per i più disparati campi.

Uno di questi è legato all’Internet of Things, a beneficio degli smart building. Un campo che permette, come abbiamo visto nell’esempio di New York, di fare risparmio energetico in modo intelligente. Ma cosa c’è dietro a questa capacità di analizzare enormi quantitativi di dati e rendere un edificio davvero smart? Lo ha spiegato Paolo Piccioni, master principal sales consultant Oracle, in occasione del convegno “Efficienza energetica e soluzioni Digital per lo Smart Building del futuro”, organizzato dall’Energy & Strategy group del Politecnico di Milano.

I vantaggi 

«Più che un luogo, il cloud è un modo diverso di affrontare le sfide dell’innovazione digitale come quelle dell’efficienza energetica per lo smart building del futuro», ha affermato Piccioni. Il cloud permette di affrontare in modo agile operazioni altrimenti lunghe, costose e forse irrealizzabili.

Oltre che essere sicuro e pienamente rispettoso di quanto prescritto dalla Gdpr, la norma sulla protezione dei personali che sta arrivando proprio a maggio nel suo pieno compimento, la soluzione cloud Oracle permette di contare su una potenza computazionale elastica, pronta alluso quando serve e nella misura adatta, cambiando completamente paradigma rispetto alle soluzioni IT finora utilizzate.

Infatti, mentre un sistema di CRM installato in azienda viene personalizzato in modo tale da non permettere una sua evoluzione «l’approccio in cloud è invece costituito da microservizi, una serie di piccoli applicativi in grado di comunicare tra loro tramite opportuni servizi».

Oracle, oltre ai database, ha una svariata serie di funzionalità che comprendono potenza computazionale, storage, networking, e una piattaforma che a sua volta include le piattaforme di sviluppo e di integrazione e gestione del dato. C’è poi un altro livello legato alle applicazioni, a loro volta aperte per comunicare tra di loro, e di relativi servizi: tra questi c’è l’Internet of Things.

Internet of Things e il cloud per lo smart building

La soluzione IoT offre la possibilità di analizzare una gran mole di informazioni e valorizzare il dato.

Un altro aspetto fondamentale è integrare le informazioni provenienti dall’Internet delle Cose ad altre, potendo così permettere la correlazione dei dati per riuscire a offrire servizi ancor più precisi e funzionali.

«Il servizio IoT è cloud per definizione, il luogo ideale per sviluppare questo genere d’iniziative e che permette di avere delle librerie software per collegare i device, che a loro volta possono essere molto eterogenei tra loro – spiega il manager Oracle – Il servizio IoT in cloud permette la virtualizzazione di questi strumenti, potendo contare su una copia digitale a disposizione dove monitorare e simulare il comportamento, contando sulla capacità di verificare eventuali guasti e di fare debita manutenzione. Il dato va poi integrato e per questo c’è tutta una serie di metodologie specifiche per integrare le informazioni dell’IoT con le altre applicazioni oppure con servizi analytics più complessi, come la business intelligence o big data analytics».

Si tratta quindi di una piattaforma di sviluppo di applicazioni IoT: Oracle propone strumenti precostituite rivolte a business case più particolari come l’asset monitoring, particolarmente ideale per lo smart building.

«L’efficienza energetica di un edificio è possibile monitorarla, ma anche migliorarla: questo è possibile attraverso l’analisi e l’elaborazione dei dati ricevuti», spiega Piccioni, citando la possibilità di attuare machine learning e manutenzione predittiva.

Per comprendere meglio questi concetti porta proprio il caso di New York e, nello specifico BlockPower, che utilizza l’Internet of Things per costruire una piattaforma in grado di aumentare l’energia “pulita” nei centri urbani americani. Il gateway raccoglie i dati dai vari dispositivi degli edifici, immessi poi nel cloud Oracle su cui è stato installata la funzione di asset monitoring e su cui è presente una dashboard che permette di avere il quadro dei consumi in tempo reale e di sviluppare algoritmi di machine learning per monitorare nel tempo la situazione energetica. «I benefici sono evidenti: dalla possibilità di intervenire in tempo reale per fare manutenzione predittiva, si riesce a fare retrofit in maniera intelligente con risparmio energetico notevole e migliorare il comfort di chi abita gli edifici», conclude Piccioni.

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Andrea Ballocchi

Giornalista freelance, si occupa da anni di tematiche legate alle energie rinnovabili ed efficienza energetica, edilizia e in generale a tutto quanto è legato al concetto di sostenibilità. Autore del libro “Una vita da gregario” (La Memoria del Mondo editrice, prefazione di Vincenzo Nibali) e di un manuale “manutenzione della bicicletta”, edito da Giunti/Demetra.
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