È stato firmato il decreto BIM (Building Information Modeling), uno dei principali provvedimenti attuativi del Nuovo Codice dei Contratti Pubblici, che prevede l’introduzione progressiva di modelli di gestione digitale delle informazioni nei processi di costruzione di edifici ed opere di ingegneria civile.
L’obbligo dell’utilizzo scatterà dal 1° gennaio 2019 per gli appalti di importo pari o superiore ai 100 milioni di euro. Poi ci sarà un adeguamento progressivo (anno per anno) fino all’implementazione obbligatoria del BIM anche per gli appalti inferiori a 1 milione dal 2025.
Il decreto definisce modalità e tempi di introduzione dell’obbligatorietà dei metodi e degli strumenti elettronici di modellazione per l’edilizia e le infrastrutture nelle stazioni appaltanti e per razionalizzare le attività di progettazione e le relative verifiche.
Si tratta di un intervento utile nel perseguimento di una migliore qualità dei progetti e delle opere, in quanto, attraverso la digitalizzazione del settore delle costruzioni, si apportano benefici alla spesa pubblica e ai prodotti immobiliari o infrastrutturali e si rende più efficiente l’operato degli addetti ai lavori.
Lavorare in BIM significa attivare una condivisione delle informazioni che consente un risparmio economico e ottimizza la collaborazione fra gli attori della filiera.
Una metodologia che, ha all’interno del modello un database che consente al progettista di interrogare, progettare e dimensionare, lasciando al modello le fasi di analisi e calcolo, verifica, controllo, e aggiornamento. Sostanzialmente si tratta una fotografia, di un contenitore di informazioni sull’edificio con inserita ogni fase di sviluppo del progetto, dall’idea iniziale alla realizzazione, alla manutenzione per essere seguita durante tutto il ciclo di vita. Ogni oggetto inserito nel modello viene computati dal sistema e inserito nelle piante, nelle sezioni, nei manuali, nei report…
Questo è possibile perché ogni componente che costituisce l’impianto è già contenuto nel database con tutte le caratteristiche e le schede tecniche. La progettazione BIM non si limita a informazioni visive o rendering, ma specifica le funzionalità e le prestazioni di ogni oggetto presente nel progetto o dell’intero edificio elaborato.
Grazie alla metodologia BIM l’edificio viene “costruito” con un modello virtuale con la collaborazione di tutti gli attori coinvolti prima della realizzazione fisica
Il BIM è un metodo di progettazione collaborativo poiché permette di integrare in un unico modello le informazioni utili in ogni fase della progettazione: architettonica, strutturale, impiantistica, energetica e gestionale. Tutti possono utilizzarlo dagli impiantisti agli architetti, dal costruttore al collaudatore, dal progettista al manutentore.
Secondo alcuni studi, questo tipo di progettazione innovativa può consentire il 10% di risparmio di spese di gestione e durante il ciclo dell’opera, abbattendo il ricorso alle varianti e prevedendo per tempo le manutenzioni necessarie.
Secondo il CIFE (Centre for Integrated Facilities Engineering) utilizzare il sistema BIM porta a:
La progettazione BIM, quindi, garantisce maggiore efficienza e produttività, meno errori, maggiore interoperabilità, massima condivisione delle informazioni, un controllo puntuale e coerente di tutto il progetto.
Un progetto BIM, inoltre, dà la possibilità di avere un’elaborazione virtuale del ciclo di vita dell’edificio consentendo di monitorare i materiali e programmare meglio la manutenzione.