Nel nostro Paese si ha spesso vita facile nello “sbertucciare” il complesso funzionamento delle istituzioni europee, come quando si sorride per le indicazioni di Bruxelles su lunghezza e larghezza degli ortaggi da esporre nei mercati… La realtà, però, è che insieme a qualche provvedimento per così dire colorito ce ne sono molti altri che guardano avanti con l’intento di governare i grandi cambiamenti, a cominciare dalla transizione energetica.
È esattamente il caso degli edifici ad energia quasi zero (Nearly Zero Energy Building – NZEB), categoria alla quale è dedicato un approfondimento nell’edizione 2023 del Rapporto sulla Certificazione Energetica degli Edifici e della cui esistenza non è certo a conoscenza il grande pubblico. Peccato, però, che stiamo parlando di una definizione che, appunto, l’Unione Europea ha introdotto nell’ormai “lontano” 2010.
Infatti, il concetto di NZEB venne delineato nella direttiva EPBD (2010/31/EU). In particolare, come ci ricorda la definizione evidenziata da ENEA, si tratta di un “edificio ad altissima prestazione energetica in cui il fabbisogno energetico molto basso o quasi nullo è coperto in misura significativa da energia da fonti rinnovabili, prodotta in situ”.
Dunque, nel Rapporto 2023 è stato presentato lo stato dell’arte delle certificazioni relative agli edifici ad energia quasi zero. Un’indagine che si basa sulle specifiche caratteristiche che emergono negli APE emessi dal 2015 al 2022. Caratteristiche relative alle unità immobiliari inquadrabili nella categoria degli edifici NZEB e memorizzate nel SIAPE (il Sistema Informativo sugli Attestati di Prestazione Energetica).
Al riguardo, viene precisato che le valutazioni sul patrimonio edilizio NZEB sono state svolte tramite le informazioni estratte dal SIAPE “al fine di poter investigare il maggior numero di parametri possibile, sia da un punto di vista di qualità delle informazioni, ma anche per una più dettagliata caratterizzazione dei risultati.
Una scelta, quella di basarsi sul Sistema Informativo sugli Attestati di Prestazione Energetica, che però ha significato dovere fare i conti con alcune limitazioni:
Ciò premesso, sul SIAPE risultano registrati 17.408 APE con spunta NZEB, che rappresentano meno dello 0,5% del campione di APE presenti nel Sistema Informativo ed emessi tra il 2015 e il 2022.
Un risultato non certo entusiasmante, che però evidenzia, a partire dal 2018, una lenta crescita progressiva degli immobili ad energia quasi zero rispetto al totale di quelli certificati.
Resta il fatto che anche nel 2022 l’attestazione NZEB è presente in meno dell’1% del patrimonio che è stato certificato. E questo nonostante il campione di APE con spunta NZEB sia per oltre il 50% relativo ad attestati che sono stati emessi l’anno scorso.
Analizzando il campione a livello territoriale si riscontra che le regioni nelle quali risulta un’incidenza percentuale maggiore di APE con attestazione NZEB sono l’Emilia-Romagna (26,7% del totale nazionale con spunta NZEB), la Puglia (20,2%) e la Lombardia (16,8%). A seguire troviamo Lazio e Piemonte con un’incidenza sul totale rispettivamente dell’8,8% e del 6,5%.