Energy manager e buone notizie sul mercato dell’efficienza

Il Rapporto FIRE 2018 sugli energy manager in Italia evidenzia crescite nelle nomine, nelle certificazioni EGE e nella sensibilità di aziende e PA all'efficienza energetica
Energy manager Fire

Nati per obbligo di legge, ma sempre più diffusi anche in contesti facoltativi, gli energy manager sono tra gli attori principali della trasformazione efficiente di edifici, realtà commerciali e processi industriali.

Se infatti l’art.19 della legge 10/1991 obbliga le industrie con consumi annui superiori ai 10.000 tep e i soggetti di altri settori oltre i 1.000 tep alla nomina annuale di un tecnico responsabile per la conservazione e l’uso razionale dell’energia – altrimenti detto energy manager -, il Rapporto FIRE 2018 fotografa una generale maggiore attenzione delle imprese a efficienza energetica e sostenibilità ambientale, a cominciare dalle nomine. Nel 2017, infatti, gli energy manager nominati tramite le opportune procedure di accreditamento sono 2.315, dei quali 1.564 da soggetti obbligati e 751 da soggetti non obbligati, confermando un trend di crescita del 6% in quattro anni (per i soggetti obbligati) e dell’11% in 15 anni includendo anche le scelte facoltative.

“La crescita del numero degli energy manager nominati rappresenta un elemento positivo considerando le sfide che ci attendono per il contrasto ai cambiamenti climatici. Ottimo il dato del terziario, che continua a crescere, e buoni gli altri settori compresa la pubblica amministrazione, non sempre all’altezza del ruolo esemplare che dovrebbe ricoprire”, commenta Dario Di Santo, direttore FIRE (Federazione italiana per l’uso razionale dell’energia), durante la presentazione del Rapporto, il 13 luglio a Roma negli spazi del MiSE.

Gestione energetica sostenibile: terziario al top, PA in lenta ripresa

Lo studio raccoglie dati incoraggianti in quasi tutti i settori, ma la vetta spetta al terziario, con il 30% di share e 785 nomine totali, seguito dall’industria, che ricopre il 28% delle nomine di energy manager nonostante la leggera flessione di quelle obbligatorie dai 466 addetti del 2016 ai 439 del 2017. Bene anche i trasporti, al 20%, e il settore forniture e servizio energia con il suo 11% sul complesso degli energy manager.

tipologia nomina energy manager

Da segnalare inoltre il lieve miglioramento rispetto all’anno precedente della Pubblica Amministrazione, da 121 a 132 nomine di addetti alla gestione dell’energia, e la presenza, sempre del 2017, di 40 piccoli Comuni che hanno provveduto alla nomina volontaria di tali figure professionali.

L’energia complessivamente gestita dai soggetti con energy manager è pari a 86 Mtep, secondo una distribuzione geografica concentrata principalmente nel Nord Italia, dove la presenza di attività industriali e commerciali risulta più intensa. Le nomine volontarie vedono invece una partecipazione del centro-sud relativamente più ampia. Quanto all’inquadramento dell’energy manager, nel 70% dei casi si tratta di persone interne all’organizzazione, molto spesso impiegati, laddove FIRE auspica il maggior coinvolgimento di figure dirigenziali, che risultano invece in calo nel 2017 rispetto all’anno precedente.

Da energy manager a EGE, il passo è “certificato”

“Le altre buone notizie vengono dall’incremento di quelli certificati come esperti in gestione dell’energia (EGE), un aspetto importante soprattutto quando l’energy manager è un consulente esterno, e dall’incremento delle organizzazioni certificate ISO 50001 – aggiunge Di Santo -. La norma sui sistemi di gestione è un passo avanti sia per le aziende certificate, che ottengono negli anni un aumento dell’efficienza energetica molto più marcato e avviano una trasformazione delle competenze fondamentale per l’economia green, sia per il Paese, che beneficia delle ricadute multiple dell’uso razionale dell’energia”.

energy manager Fire

Dal Rapporto emerge un considerevole aumento degli energy manager esterni che hanno deciso di ottenere la certificazione EGE, passati da 34 a 182 in soli due anni. Inoltre, grazie al fatto che alcuni di questi operano in più realtà imprenditoriali o enti pubblici, il 32% delle nomine nel 2017 è sostanzialmente coperto da EGE. Il secondo aspetto commentato dal direttore FIRE riguarda invece il +8% dei soggetti che hanno scelto di avvalersi di un energy manager (a prescindere dall’obbligatorietà) e risultano al contempo in possesso della certificazione ISO 50001 per il proprio sistema di gestione dell’energia.

Nel positivo scenario delineato da FIRE non mancano infine le note dolenti, legate soprattutto all’inadempienza alla nomina degli energy manager da parte della Pubblica Amministrazione, in alcuni casi vicina a tassi del 70-90%, pur con l’eccezione della sanità, per la quale si stimano coperture maggiori anche considerando il carattere energivoro delle utenze.

Cosa fanno gli energy manager?

Le funzioni del tecnico responsabile per la conservazione e l’uso razionale dell’energia stabilite dalla sopra citata legge 10/1991 sono:

  • individuare azioni, interventi, procedure e altri elementi utili a promuovere l’uso razionale dell’energia;
  • assicurare la predisposizione di bilanci energetici in funzione anche dei parametri economici e degli usi energetici finali;
  • predisporre i dati energetici di verifica degli interventi effettuati con contributo dello Stato.

All’obbligo di legge si accosta la possibilità di nomina volontaria dell’energy manager, che avviene con le stesse regole di quella obbligata, ovvero entro il 30 aprile di ogni anno secondo le modalità stabilite da FIRE in accordo con la circolare MiSE del 18 dicembre 2014, che ha reso la Federazione soggetto attuatore delle nomine (dal 2016 tramite la piattaforma web Nemo).

L’operato degli addetti alla gestione dell’energia è infine collegato ad altre tre normative di riferimento:

D.Lgs. 192/2005: prevede che l’energy manager verifichi la relazione tecnica di progetto attestante la rispondenza alle prescrizioni per il contenimento del consumo di energia degli edifici e dei relativi impianti termici;

D.Lgs. 115/2008: richiede agli enti pubblici di nominare l’energy manager come controparte nell’ambito dei contratti di servizio energia;

D.M. 11 gennaio 2017 sui certificati bianchi: per l’accesso allo schema, proponente e titolare devono provvedere alla nomina dell’energy manager se sottoposti all’obbligo dell’art. 19 della legge 10/1991.

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Maria Cecilia Chiappani

Copywriter e redattore per riviste tecniche e portali dedicati a efficienza energetica, elettronica, domotica, illuminazione, integrazione AV, climatizzazione. Specializzata nella comunicazione e nella promozione di eventi legati all'innovazione tecnologica.
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