Modello UK: meno elettricità, più efficienza e rinnovabili

Produzione record da fonti rinnovabili ed efficienza energetica: così il Regno Unito ha ridotto la quantità di elettricità e di CO2. Un’analisi comprova il trend virtuoso
efficienza e rinnovabili in UK

Il singolo più di moda nel Regno Unito non è più “Anarchy in the UK”, ma efficienza energetica e fonti rinnovabili. Grazie a questi due fattori la produzione di elettricità nel 2018 è scesa al livello più basso dal 1994.

Sempre lo scorso anno la produzione di energia da fonti rinnovabili ha toccato il suo record, generando il 33% del totale UK. Lo fa notare un’analisi di Carbon Brief basata su fonti istituzionali e autorevoli, segnalando anche come l’unione con altre fonti a basse emissioni e col nucleare – in declino – abbia contribuito al 201% della generazione del Paese. Al record si contrappone il minimo storico delle fonti fossili.

Meno elettricità prodotta e da fonti più pulite hanno permesso di contare su una riduzione di emissioni climalteranti, malgrado si sia assistito alla crescita economica e demografica.

Efficienza energetica protagonista

Nel Regno Unito sono stati generati 335 TWh di elettricità nel 2018, tanti quanti quelli prodotti nel 1994, con un calo del 16% rispetto al 2005.
L’analisi sottolinea che “se la produzione di elettricità pro-capite fosse rimasta ai livelli del 2005, il totale del Regno Unito nel 2018 avrebbe raggiunto 439 TWh. Ciò significa che il Regno Unito ha risparmiato 103 TWh”.

Tutto questo rompe un po’ gli schemi tradizionali che vedono associata crescita economica e della popolazione al maggiore fabbisogno energetico. Non è così: l’economia ha continuato a crescere anche quando la produzione elettrica si è stabilizzata ed è addirittura calata.

Non si sono comprese pienamente le motivazioni di questo disaccoppiamento. È certo che vi siano diversi fattori che hanno contribuito a questo calo di produzione e della domanda e tra queste figura l’efficienza energetica, attraverso l’adozione di norme specifiche, mediante l’impiego di elettrodomestici e di fonti d’illuminazione a risparmio energetico e anche una maggiore attenzione dei consumatori all’ambiente oltre alla delocalizzazione di industrie ad alta intensità energetica.

Rinnovabili alle stelle, fossili in declino

Accanto alla maggiore consapevolezza ed efficienza energetica hanno pesato anche in questo modello virtuoso anche il passaggio della produzione energetica verso fonti più pulite. L’anno scorso le risorse a basse emissioni di carbonio hanno rappresentato il 53% del totale.

L’eolico ha registrato una crescita notevole: rispetto al 2017 è cresciuto del 16,4%, arrivando a 58 TWh: un incremento sostanziale anche rispetto solo a cinque anni prima quando erano 28 TWh. La produzione di energia dal vento oggi è più che tripla rispetto al carbone. Le biomasse hanno prodotto 36 TWh (+12,5% rispetto al 2017) e anche l’energia solare ha fornito un contributo: nel 2018 è arrivata a 13 TWh, segnando un +10,9% rispetto all’anno precedente.

A questa crescita delle fonti rinnovabili si è assistito a un calo drastico delle fossili: segnala sempre l’analisi di Carbon Brief, che la quota combinata della produzione elettrica dai combustibili fossili è scesa al 46% lo scorso anno, “il livello più basso di sempre”. Un decremento dovuto principalmente a un ulteriore calo del 25% del carbone. Anche la produzione di gas è calata, seppure più lievemente (-4%), ma rimane con i suoi 132 TWh la principale fonte di produzione elettrica nel Regno Unito.

Tuttavia, le previsioni mettono in dubbio il primato futuro: infatti, si stima che il gas venga superato dalle energie rinnovabili nei primi anni del 2020 e che entro il 2030 non dovrà contribuire più del 25% al mix elettrico totale se il Paese intende centrare i propri obiettivi climatici vincolanti.
Anche il nucleare è una… specie in via di estinzione: in calo del 7% nel 2018 a 65 TWh è dato ormai ai titoli di coda. Tranne una, tutte le altre centrali nazionali saranno chiuse entro il 2025.

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Andrea Ballocchi

Giornalista freelance, si occupa da anni di tematiche legate alle energie rinnovabili ed efficienza energetica, edilizia e in generale a tutto quanto è legato al concetto di sostenibilità. Autore del libro “Una vita da gregario” (La Memoria del Mondo editrice, prefazione di Vincenzo Nibali) e di un manuale “manutenzione della bicicletta”, edito da Giunti/Demetra.
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