Che cosa significa diventare una città smart

Le nostre città diventano sempre più intelligenti. Da quali sinergie deriva la trasformazione in atto? Quali sono gli obiettivi da raggiungere? Quali gli ostacoli da superare?
Città smart: quali servizi per i cottadini?

Sostenere che le città sono il fronte dell’innovazione per quanto riguarda la prospettiva della sostenibilità è una cosa che ormai è ampiamente acquisita. I grandi centri, infatti, sono gli spazi comuni più all’avanguardia. Ma in concreto che cosa significa diventare una città smart? Questo tema e le relative criticità sono stati uno dei punti discussi in occasione del recente Business Talk “Smart Green Cities”, organizzato da RCS Academy.

Città smart: una definizione

Si parla tanto di “smart city” ma non è ancora un termine così chiaro. Come puntualizzato nel corso dell’incontro da parte del Sindaco di Milano, per avere una visione adeguata è utile partire proprio dal capoluogo lombardo, a oggi la città più smart d’Italia.

Alla base di una città intelligente come Milano, risiede il digitale. Si tratta di una componente di fondamentale importanza, che tuttavia rappresenta uno strumento ma non il fine. Possedere un grado di digitalizzazione molto diffuso, infatti, non ti fa diventare in automatico una città smart.

La chiave di volta resta la qualità dei servizi pubblici offerti. Da questo punto di vista, è possibile definire un Comune smart nel momento in cui i servizi migliorano grazie anche a nuove soluzioni qualitativamente elevate, che facilitano la vita della cittadinanza nella sua totalità.

Il ruolo del digitale nella smart city

Una presenza capillare del digitale in una città offre dei vantaggi innegabili nel suo processo di transizione verso una realtà smart. Se adeguatamente diffuso, il digitale riesce ad abbreviare i tempi perché semplifica la relazione tra cittadini e amministrazione, aiutando a liberarsi da problematiche quali la burocrazia e lentezze. L’intero apparato deve servire a far risparmiare costi alle pubbliche amministrazioni, come se si trattasse di un’azienda privata. I soldi accantonati devono poi essere convertiti in nuovi servizi.

Il digitale svolge inoltre un ruolo di primaria rilevanza nell’efficientamento dei servizi poiché consente agli amministratori di disporre di una visione in tempo reale sulle dinamiche presenti in una città complessa, dalla gestione della mobilità fino all’igiene urbana. Come precisato dal sindaco di Napoli, nella città partenopea sono stati ad esempio installati dei semafori intelligenti che consentono di gestire il traffico cittadino alleggerendolo e ottimizzando la viabilità.

come sono fatte le smart city

Accanto al supporto garantito dalla digitalizzazione agli amministratori, c’è poi quello offerto ai cittadini. Dal punto di vista dell’utente, le tecnologie digitali offrono la possibilità di accedere a servizi complessi, di muoversi meglio tra le vie urbane, di riuscire a interfacciarsi con gli enti più agilmente, di essere informati sulle attività svolte in città, di usufruire di una maggiore partecipazione, creando una cittadinanza più attiva e più capace di interagire.

La digitalizzazione risulta anche utile per snellire i rapporti tra le imprese e le amministrazioni, abbreviando i tempi di elaborazione delle richieste come permessi, certificati e documenti analoghi.

Gli ostacoli allo sviluppo delle città smart

Attualmente, uno degli ostacoli che inficia il pieno sviluppo delle città smart si riscontra nella mancata interoperabilità tra i sistemi disponibili e i vari enti. Altro intoppo risiede nell’inadeguata conoscenza degli strumenti digitali da parte di una fetta della popolazione, tra cui anziani e cittadini con un basso grado di acculturamento.

Un’ulteriore barriera è rappresentata dal tema della sicurezza. Utilizzare le innovazioni informatiche aiuta nella gestione della sicurezza, basti pensare a tecnologie quali la videosorveglianza, il riconoscimento facciale, il controllo del territorio. Il nodo della sicurezza si accompagna però alla necessità di gestire la privacy, senza determinare un intervento troppo invasivo nella sfera personale dei cittadini. È necessario trovare il giusto equilibrio tra diritti individuali e bisogni della collettività.

Gli enti locali si trovano inoltre a gestire quantitativi enormi di dati, elementi essenziali sotto il profilo decisionale. Non sempre, però, possiedono strumenti e competenze idonee a compiere un’adeguata lettura delle informazioni a disposizione.

Come conciliare inclusività e obiettivi smart

Negli ultimi anni si è sviluppata una profonda discrepanza nell’opinione pubblica. Una fetta del sentire comune crede che le città smart possano diventare luoghi destinati alla popolazione ricca, risultando quindi non inclusive. Come conciliare il tema dell’inclusività a quello di contesti urbani sempre più intelligenti?

Per il Sindaco di Napoli si tratta di un punto che va gestito con estrema attenzione poiché può avere degli effetti negativi sul raggiungimento dell’obiettivo comune: creare delle città sostenibili contraddistinte da una qualità della vita elevata. Il punto cruciale si rileva nella narrazione ma anche nelle azioni realizzate. Nelle scelte delle strategie messe in campo, occorre tenere in considerazione che il medesimo dibattito avviene a livello globale sulle grandi politiche relative al clima.

A oggi, nel dibattito mondiale esiste una forte contrapposizione tra i Paesi più sviluppati e i Paesi emergenti, che non si dimostrano propensi a pagare il prezzo della transizione. Una discussione analoga si produce nelle realtà più piccole: le fasce meno abbienti delle nostre comunità credono che la difesa delle risorse non debba ricadere sulle loro spalle.

Come agire per superare il divario? Come evidenziato nel Talk, è opportuno evitare che tra l’opinione pubblica passi il messaggio secondo cui la transizione ambientale è una “cosa da ricchi” ottenuta a spese dei meno agiati. Occorre realizzare delle politiche integrate, capaci di coinvolgere la popolazione nel suo complesso, incluse le classi con risorse economiche inferiori e con minori capacità di investimento in soluzioni ecosostenibili. Entra di conseguenza in gioco anche il ruolo del Governo centrale. Le politiche inclusive non possono essere attuate esclusivamente dai Comuni ma si necessita di un intervento ad ampio raggio, con una distribuzione virtuosa del denaro pubblico.

Un esempio di inclusività è offerto dal Comune di Genova. Da due anni, nella città ligure è stata stabilita la gratuità della metropolitana in alcune fasce della giornata (dalle 10 alle 12 e dalle 14 alle 16) oltre che la gratuità sugli ascensori e sulle funicolari. In base a quanto sottolineato dall’Assessore ai trasporti locale, finora la sperimentazione non ha gravato sulle casse della partecipata e ha portato a maggiori flussi sulle altre fasce orarie.

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Come creare una città smart e inclusiva: la progettualità

Per l’affermazione di una città smart che risulti realmente inclusiva si necessita di un’approfondita conoscenza diretta dei fenomeni urbani, derivante dalla capacità delle amministrazioni di interfacciarsi con i cittadini. Come puntualizzato dall’Architetto Patricia Viel, “nel momento in cui si parla di partecipazione, si parla anche di inclusione, dato che simili politiche equivalgono a un’informazione dei cittadini, a un loro coinvolgimento nella qualità delle decisioni”. Attraverso un simile processo virtuoso si crea consenso e si stabilisce un prototipo di comunità locale, costruendo l’ossatura di una città civile che ha un rapporto estremamente positivo con il bene comune.

L’idea di inclusione è perciò strettamente associata al concetto di partecipazione della cittadinanza nella visione del futuro della città. Spetta alle amministrazioni locali trovare idee e progettualità per tracciare la via. Dal canto nostro, ci auguriamo che accada quanto prima.

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Evelyn Baleani

Giornalista e Web Editor freelance. Si occupa di contenuti per i media dal 2000. Dopo aver lavorato per alcuni anni in redazioni di società di produzione televisiva e Web Agency, ha deciso di spiccare il volo con un’attività tutta sua. Le sue più grandi passioni sono l'ambiente, il Web, la scrittura e la Spagna
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