Strategia Energetica Nazionale (SEN): al via la consultazione

La nuova Strategia energetica nazionale punta sulla competitività, la sicurezza energetica, l’efficienza energetica e le fonti rinnovabili
strategia energetica nazionale SEN 2017

Aperta la consultazione sulla Strategia energetica nazionale siglata dai ministri dello Sviluppo economico e dell’Ambiente Carlo Calenda e Gian Luca Galletti.

Il  documento di programmazione e indirizzo nel settore energetico ha individuato una serie di obiettivi e azioni in materia di sistema elettrico, rinnovabili, efficienza energetica, mercati oil-gas ma anche ricerca & sviluppo per traghettare il Paese al 2030 cercando di unire gli obiettivi della competitività dell’industria nazionale con gli impegni di Parigi a contrasto del surriscaldamento globale.  La parola in questi giorni è passata ad associazioni e addetti al lavoro che avranno tempo fino alla metà di luglio per offrire il proprio contributo.

Come è noto, il nostro Paese dispone oggi di un sistema energetico che dipende dall’estero ed è basato principalmente su gas e rinnovabili, Strategia-energetica-nazionalecon il petrolio ancora indispensabile per i trasporti.  Il futuro tracciato da questa strategia dovrebbe confermare questo trend con la produzione elettrica garantita dagli impianti a ciclo combinato e dalle rinnovabili la cui evoluzione è in rapida crescita (così come il ricorso ad azioni a sostegno dell’efficienza energetica). Ne conseguente la decisione di abbandonare, in misura parziale o totale, la produzione proveniente dalle centrali a carbone. 

Questi indirizzi – come viene evidenziato nel documento – tengono conto di due fattori che appaiono decisivi in termini di programmazione: primo, la domanda elettrica nei prossimi 12 anni crescerà, ma non troppo. Il World Energy Outlook 2016 , stima un +18% al 2030, pari alla metà di quella registrata negli ultimi 15 anni (+ 36%), benché il tasso composto annuo di crescita del PIL sia stimato costante (3,7% sia nel periodo 2000-2014 che nel 2014-2030). 

Emerge quindi un dato economico inedito: la relazione tra PIL e domanda energetica si sta indebolendo, complice anche  il crescente livello di efficienza energetica degli impianti;  secondo fattore  è l’evidente progresso tecnologico compiuto sulle fonti rinnovabili e sui sistemi di accumulo – in termini di incidenza di costo sulla grid parity – che potrebbe presto risolvere il problema di poter disporre di prezzi energetici più concorrenziali, garantiti fino ad oggi solo dai combustibili più impattanti dal punto di vista climatico.

I temi chiave che guideranno le azioni della Strategia energetica nazionale sono dunque tre: 

  • aumentare la competitività del Paese allineando i prezzi energetici a quelli europei;  
  • migliorare la sicurezza dell’approvvigionamento e della fornitura;  
  • decarbonizzare il sistema in linea con gli obiettivi di lungo termine dell’Accordo di Parigi su energia e clima. 

Colmare il gap con l’Europa 

Per competere in Europa e nel mondo le nostre imprese devono combatte ad armi pari nei costi energetici perché ad oggi pagano il 25% in più dei colleghi. Il Governo punta così a ridurre il gap di prezzo e costo dell’energia rispetto alla Unione Europea. È bene ricordare che questa situazione è determinata anche dalla maggiore pressione fiscale che nel nostro Paese colpisce i prodotti energetici: nel 2015, ultimo dato disponibile, ogni tep di energia utilizzata era gravata da una imposta di 369 euro, un valore superiore del 58% alla media europea. 

Ma il ministero dello Sviluppo economico punta soprattutto a mantenere la competitività delle produzioni industriali più energivore, grazie al nuovo regime tariffario per gli oneri di sistema e alle nuove agevolazioni sugli oneri per le energie rinnovabili destinati alle imprese a più alto consumo energetico. L’obiettivo, nelle intenzioni, è di salvaguardare le grandi produzioni nazionali dell’industria pesante e poter rilanciare così crescita e occupazione. 

La sicurezza energetica  

Se la domanda futura non risulta essere particolarmente in crescita almeno nel nostro Paese, è il capitolo contingenze stagionali a preoccupare i decisori. Per prevenire eventuali black-out da freddo invernale o da calure, la strategia punta ad intervenire su sicurezza, adeguatezza e flessibilità delle reti gas ed elettriche. La scadenza che più preoccupa è quella del 2025 laddove il ridimensionamento della potenza alimentata a carbone e la riduzione del ruolo del nucleare a livello europeo incideranno sul volume e sull’assetto degli scambi di energia.

La ricetta prevede di integrare il fabbisogno sostenendo il ricorso a rinnovabili elettriche, anche in forma di generazione distribuita (derivanti anche da forme aggregative) che potenziano e fanno evolvere le reti e i mercati verso configurazioni smart, flessibili e resilienti.  

Torna ad emergere in questo ambito anche la necessità di un rapido avvio del capacity market per garantire l’adeguatezza del sistema, mantenendo la disponibilità della potenza a gas ancora necessaria, con priorità per quella flessibile e sollecitando nuove risorse (rinnovabili, accumuli, domanda attiva) per aumentare la flessibilità del sistema. 

Il capacity market, che si prevede di avviare nel 2018, permetterà al TSO di approvvigionarsi di risorse a medio-lungo termine con procedure trasparenti, concorrenziali e complessivamente meno onerose per il sistema, garantendo allo stesso tempo agli investitori stabilità nel medio-lungo termine. 

L’evoluzione del parco di generazione e degli assetti del mercato elettrico richiede il potenziamento e l’ammodernamento infrastrutturale delle reti, sia nella trasmissione che nella distribuzione. Sempre in ottica di garantire adeguatezza al sistema e ampliare il mercato, la SEN intende potenziare ulteriormente le interconnessioni con l'estero.

La gestione della sicurezza richiederà un maggiore coordinamento operativo e metodologico a fronte di una crescente interdipendenza tra i diversi mercati energetici nazionali.

La strategia per le rinnovabili 

energia greenLe analisi di scenario proposte dalla SEN evidenziano che l’Italia rispetterebbe gli impegni europei al 2030 con una quota di rinnovabili dall’obiettivo minimo del 27%, che si tradurrà, per il settore elettrico, nella copertura di almeno la metà del consumo con fonti rinnovabili.

Ma il vero salto di qualità proviene dall’evoluzione tecnologica: la maggiore maturità tecnologica ed economica consentirà, a partire dal 2020, di eliminare gli incentivi diretti sulla produzione per passare a politiche di sostegno, che faciliteranno gli investimenti, eliminando rigidità regolatorie e procedurali.

Tra questi sono considerati prioritari: 

  • l'introduzione di contratti a lungo termine per i grandi impianti, da attribuire mediante meccanismi di gara competitiva;
  • per i piccoli impianti, la promozione dell'autoconsumo
  • per gli impianti eolici esistenti, il supporto al repowering (specie per eolico e fotovoltaico) tramite la semplificazione dell'iter autorizzativo.

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