Questo articolo è incluso nel Focus Accumulo di ElettricoMagazine.
“Prevedo che le future abitazioni avranno tutte un impianto fotovoltaico con sistema di accumulo. Potendo contare su un sistema di questo tipo, sarà possibile condividere l’energia anche col vicino di casa, se ci fosse bisogno. La tecnologia c’è già”. Ad Andrea Ardinghi, product manager ABB, non serve la sfera di cristallo: ha la giusta consapevolezza nel delineare, tecnologicamente parlando e non solo, il domani: un futuro prossimo che passerà sempre più dal concetto di smart city, smart home, smart grid.
Gran parte di questo scenario passa necessariamente dal contesto energetico: gestire le esigenze e il fabbisogno di elettricità in casa, nel quartiere, nella rete cittadina, locale e nazionale è una prerogativa essenziale nell’evoluzione urbanistica.
Ma già oggi è possibile contare su soluzioni concrete. Basti guardare al momento effervescente vissuto dall’energy storage. Abbiamo sottolineato di recente, come lo scorso anno il mercato dello stoccaggio energetico sia cresciuto del 50% rispetto al 2016. I player più importanti questo scenario lo conoscono. Alcuni hanno provato ad anticiparlo: ABB, per esempio, con React, il sistema di accumulo energetico in ambito domestico, ha scelto di guardare avanti.
Consapevole che, sottolinea lo stesso Ardinghi,“Nel settore dello storage c’è molto fermento e interesse sia da parte dei clienti finali che delle utility”. È proprio al product manager ABB, specializzato in storage in ambito residenziale, che chiediamo di comprendere meglio dinamiche di mercato e l’evoluzione della strategia aziendale.
Si tratta di un mercato in crescita, anche se più contenuto rispetto al fotovoltaico, nell’ordine dei 7/8mila impianti complessivi in Italia allacciati alla rete, per quanto riguarda il residenziale, contando anche su una decrescita anno su anno del costo delle batterie.
Nella scelta iniziale del progetto React si è puntato molto all’efficienza del sistema, puntando tra i primissimi al mondo su batterie ad alta tensione, fornendo un sistema molto performante. Questa fu un fattore di rottura anche riguardo a molti competitor, più propensi a scegliere soluzioni a 48 Volt, dall’efficienza ridotta. Altro punto chiave fu quello di orientarsi verso una strategia che privilegiasse la fornitura del sistema completo all’utente finale: quindi inverter e batteria, garantendo così un unico interlocutore. A completare la visione c’è l’algoritmo intelligente dell’impianto, che permette di ottimizzare l’autoconsumo domestico.
ABB è attiva sia per l’autoconsumo residenziale sia in Paesi in cui c’è effettiva necessità di contare su una certa affidabilità in presenza di una rete poco esemplare. Per questo abbiamo una serie di soluzioni per lavorare in off-grid o in presenza di reti instabili. Questo tema si combina perfettamente con l’energy storage.
Dal punto di vista tecnologico, non c’è alcun vincolo: la tecnologia è già pronta e disponibile. Lo stesso React è in grado di fornire servizi, comunicare con altri dispositivi. Manca il passo necessario, vale a dire il quadro legislativo, colmando così un gap normativo che presumiamo avverrà nei prossimi anni. Se poi si pensa allo sviluppo in ottica smart grid e smart district, occorre inoltre un ente o una utility che, anche tramite opportuni algoritmi, gestisca in modo efficiente l’intera catena di condivisione energetica.
React nasce già con la possibilità di essere connesso per integrarsi col sistema di ricarica elettrica. Occorrerà permettere di far “comunicare” la colonnina dell’auto con l’inverter in modo da evitare sovraccarichi e provocare blackout in casa, oppure ricaricare nel momento di maggiore disponibilità energetica solare, evitando la necessità di attingere dalla rete.
Credo che il cliente finale non abbia sufficienti elementi per comprendere le potenzialità e per cogliere le differenze in termini di qualità delle soluzioni sul mercato. Penso, ad esempio, proprio a React: punta a batterie ad alta tensione, offre vantaggi all’utente in termini di risparmio in bolletta, ma è anche su un sistema al passo con i tempi presenti e futuri.
Il gap va colmato attraverso una necessaria presa di coscienza dell’installatore, che è poi il vero medium tra l’azienda e il cliente.
Da qui discende la necessità di un’adeguata formazione più sensibile e capillare. Inoltre, come ABB, abbiamo provveduto ad avviare una comunicazione B2C attraverso un sito web specifico per fornire una informazione più immediata al cliente finale, anche mediante tool semplici ma chiari sul tipo di risparmio e di convenienza ottenibile installando un sistema di storage”.