Mobilità elettrica: l’infrastruttura è pronta a fare il salto?

Non ancora, ma siamo sulla buona strada: uno sguardo al mercato e alle soluzioni per favorire la mobilità elettrica in Italia con un’adeguata infrastruttura di ricarica
emobility infrastruttura di ricarica

Le auto elettriche sono realtà: lo confermano i dati globali sulla mobilità elettrica, che vanta oltre 2 milioni di immatricolazioni di veicoli green nel 2018. Il corrispondente 2,2% di share sul totale delle vendite evidenzia l’innegabile ascesa del settore e-mobility; non un mercato nascente, ma uno “tsunami” tecnologico, economico e culturale in crescita sostenuta.

Davide Chiaroni, vicedirettore di Energy & Strategy Group PoliMI, intervenuto al Kilometro Rosso di Bergamo in occasione del Future & Energy Day di Sonepar, non ha dubbi sui potenziali risvolti della transizione energetica su tutta la filiera del trasporto elettrico. Purché il sistema-Paese italiano imbocchi, compatto, la via degli investimenti infrastrutturali in colonnine di ricarica e servizi al cittadino.

Infrastruttura di ricarica: l’Italia s’è desta?

convegno Kilometro Rosso mobilità elettricaPartiamo dal bicchiere mezzo pieno, che ancora non riguarda l’infrastruttura di ricarica: rispetto agli anni passati, il mercato automotive italiano offre un’ampia proposta di BEV (Battery Electric Vehicle) e PHEV (Plug-in Hybrid Electric Vehicle) in diverse fasce di prezzo.

“Tra 2017 e 2018 abbiamo registrato un significativo balzo in avanti della mobilità elettrica – commenta Chiaroni -; le cifre parlano di 9.579 immatricolazioni, lo 0,5% del totale italiano, di cui 5mila full electric. La crescita complessiva è raddoppiata, sebbene con un ritmo più lento rispetto alle performance globali”. Analogamente sono cresciuti i punti di ricarica, prevalentemente al Nord, ma l’infrastruttura si trova a rincorrere la domanda di auto elettriche. La percentuale di colonnine di ricarica pubbliche è ferma al 10-20% rispetto ai Paesi più evoluti della transizione elettrica.

“La spinta del mercato automotive stimola gli investimenti in infrastruttura di ricarica e viceversa – aggiunge l’esperto del Politecnico di Milano -. Secondo una recente survey, il 66% degli utenti di auto elettriche predilige la ricarica domestica e solo il 16% alimenta il proprio veicolo tramite stazioni pubbliche”.

Ecco la prova di due tendenze: la mobilità elettrica in Italia è trainata dalla disponibilità di infrastrutture private, mentre si nota una certa diffidenza verso i punti di ricarica pubblici, probabilmente dettata dalla range anxiety (ansia da ricarica).

Nella crescita della mobilità elettrica, il settore automotive condiziona gli investimenti in infrastruttura di ricarica e viceversa.

Il futuro si chiama smart mobility

La partita della mobilità elettrica in Italia si vincerà dunque spingendo tecnologicamente e culturalmente sul tema dell’infrastruttura di ricarica pubblica. Ma non dimentichiamo il livello di infrastrutturazione dei punti di interesse: il servizio di ricarica può rappresentare un valore aggiunto all’interno di un sistema più complesso di servizi digitali offerti a clienti e ospiti (es. centri commerciali, hotel, ristoranti, ecc.).

“A fare la differenza nella svolta della mobilità sostenibile italiana sarà la capacità del nostro tessuto imprenditoriale di credere nell’infrastruttura di ricarica intelligente. Serve trasformare la mobilità elettrica in smart mobility, per sviluppare ulteriori opportunità di business connesse alla ricarica dei veicoli”, conclude Chiaroni.

I 3 scenari applicativi della mobilità elettrica connessa

Confermano la necessità di connettere l’infrastruttura a ulteriori funzionalità smart le parole di Paolo Ferrè, PM Specialist Electric Vehicle Infrastructure Electrification Products Division di ABB. “Come funziona in concreto una colonnina? Come combattere l’ansia da ricarica? Questa è la nostra sfida: far diventare l’alimentazione dell’auto elettrica identica alla semplice azione del fare benzina”, afferma Ferrè.

ABB declina la missione smart mobility italiana in 3 scenari applicativi:

  • residenziale: da semplice punto di ricarica a ecosistema integrato nella smart home, insieme a rinnovabili e domotica;
  • corporate: ricaricare una flotta aziendale e ottimizzare i parametri e l’efficienza energetica complessiva, anche attraverso accumulo e rinnovabili;
  • pubblico: stazioni di ricarica HP sulla lunga percorrenza, con sistemi di monitoraggio e back end per bilanciare i carichi di rete e comunicare con gli utenti.

Flessibilità e digitalizzazione si riconoscono nella stazione di ricarica in corrente alternata (AC) e in quella in corrente continua (DC) di ABB, entrambe conformi alla normativa CEI EN 61851-1. “Crediamo fortemente nella smart mobility e collaboriamo con i costruttori di veicoli per consentire all’utente di ricaricare senza pensieri – continua il manager -. Che si tratti della gamma AC da 3-22 kW o di quella DC nell’intervallo 20-350 kW, l’offerta si adatta alle esigenze di ricarica EV di ciascun scenario applicativo”.

Infrastruttura di ricarica residenziale: cosa succede nei condomini?

Il tema della mobilità elettrica in ambito residenziale, con particolare attenzione ai condomini, richiede una preliminare considerazione sulle politiche a favore del trasporto ecosostenibile. I cittadini possono infatti usufruire dell’agevolazione sull’acquisto delle colonnine di ricarica fino a 7 kW, che permette di recuperare il 50% della spesa con tetto massimo 3.000 euro.

La seconda mossa normativa a favore della mobilità green riguarda invece il D.L. 257/2016: il Governo italiano ha recepito la direttiva europea che vincola i nuovi edifici residenziali e non e le ristrutturazioni di primo livello, entro determinati parametri, all’installazione di almeno una stazione di ricarica per veicoli elettrici. A ciò si aggiungono le misure antismog e il blocco dei mezzi euro 4 in vigore in numerosi centri urbani.

Il Governo italiano ha varato diversi incentivi a favore del trasporto green in ambito residenziale e civile

La strada verso il full electric sembra tracciata, ma rimane il problema dell’ansia da ricarica, soprattutto per chi vive in condominio. “I contesti condominiali vivono una situazione di incertezza – spiega Giovanni Gambaccini, PM Distribuzione di BTicino -. Spesso per questioni strutturali non è possibile posizionare un punto di ricarica in ogni box, oppure mancano lo spazio e la volontà di installare stazioni in comune. Insieme alla proposta di wallbox e di servizi digitali connessi alla ricarica, lavoriamo per sensibilizzare gli amministratori di condominio su come proporre questo adeguamento infrastrutturale in sede assembleare”.

Vuoi rimanere aggiornato sui contenuti di ElettricoMagazine?
Iscriviti alla nostra newsletter!

Mailchimp subscribe

Maria Cecilia Chiappani

Copywriter e redattore per riviste tecniche e portali dedicati a efficienza energetica, elettronica, domotica, illuminazione, integrazione AV, climatizzazione. Specializzata nella comunicazione e nella promozione di eventi legati all'innovazione tecnologica.
menu linkedin facebook pinterest youtube rss twitter instagram facebook-blank rss-blank linkedin-blank pinterest youtube twitter instagram