Le abitazioni moderne sono, oggi, caratterizzate da livelli di qualità e di prestazione degli impianti tecnologici sempre più elevati, di cui non si potrà più fare a meno e che diventeranno parte integrante di tutte le fasi del processo costruttivo degli edifici. Nell’ambito delle diverse iniziative volte al miglioramento costante degli impianti, della sicurezza e del benessere nelle abitazioni, il CEI (Comitato Elettrotecnico Italiano) ha, nel 2011, segnato una significativa evoluzione nelle Norme sugli impianti elettrici residenziali con la pubblicazione della Variante 3 alla Norma CEI 64-8, poi diventata il Capitolo 37: “Ambienti residenziali: Prestazioni degli impianti” della settima edizione del 2012.
La Norma si allinea i criteri d’esecuzione degli impianti ai migliori standard europei. Introduce per gli impianti elettrici il concetto di Impianti a Livelli. In questo modo consente al consumatore la possibilità di riferimenti certi per i diversi livelli di prestazione dell’impianto.
La classificazione a livelli è la risposta alle rinnovate esigenze del vivere quotidiano, riconoscendo nell’evoluzione dell’impiantistica elettrica una componente fondamentale e imprescindibile per la realizzazione di abitazioni ed edifici “moderni”.
A settembre 2021 è stata pubblicata ottava edizione della Norma CEI 64-8 che integra tutte le varianti che si sono succedute nel frattempo, oltre alla Parte 8.2, dedicata agli utenti attivi di bassa tensione (cioè produttori e consumatori).
Nell’ambito di applicazione del “Capitolo 37”, i livelli secondo cui devono essere classificati gli impianti sono 3. Livello 1. 2 e 3, ciascuno contraddistinto da una dotazione funzionale minima e da una suddivisione minima dei circuiti terminali, entrambe in funzione della metratura dell’appartamento.
La scelta del livello prestazionale è oggetto di accordo fra committente e impiantista/progettista ed è consigliabile che sia riportata nella documentazione allegata alla “Dichiarazione di Conformità alla Regola dell’Arte”, rilasciata dall’impresa installatrice (ai sensi del DM 37/08).
Ma quali sono le differenze tra Livello 1, 2 e 3 dell’impianto elettrico?
Il primo livello è quello base, obbligatorio per la conformità dell’impianto alla Norma CEI 64-8, studiato a misura di chi fa dell’impianto elettrico residenziale un uso essenziale, senza per questo rinunciare a sicurezza ed efficienza. Installare in casa un impianto di Livello 1 vuol dire preservare in maniera sostanziale l’abitazione dal rischio d’incidenti domestici dovuti al malfunzionamento dell’impianto elettrico.
I livelli 2 e 3, non obbligatori, hanno lo scopo di valorizzare impianti con prestazioni più elevate del minimo necessario e offrono la possibilità di classificare l’impianto di maggiore pregio, analogamente a quanto avviene per gli impianti termici, dove il parametro di riferimento è il risparmio energetico.
Il livello 2 prevede un aumento della dotazione e dei componenti rispetto al livello 1, oltre che alcuni servizi ausiliari, quali il videocitofono e due funzioni domotiche (tra le 18 elencate nella norma) non necessariamente integrate tra loro .
Il livello 3 deve poter gestire almeno 4 funzioni domotiche (tra le 18 elencate nell’ottava edizione della norma pubblicata a settembre 2021) quali, ad esempio, l’allarme intrusione, il controllo carichi, la gestione comando luci, la gestione del comfort, la gestione scenari, il controllo remoto, il sistema diffusione sonora, la rilevazione incendio, il sistema antiallagamento e/o la rilevazione gas, gestione della ventilazione meccanica forzata per qualità aria. A queste si aggiungono tutte le funzioni legate al concetto di casa full electric e green quali: controllo carichi per anti-blackout e/o per limitazione potenza prelevata da rete; controllo carichi per autoconsumo per efficientamento fonti rinnovabili, monitoraggio flussi energetici (produzione e consumo), gestione della ricarica dei veicoli elettrici, sistemi di accumulo elettrico
L’impianto di livello 3 è concepito in modo particolare per chi considera la tecnologia una componente importante di ottimizzazione della vita domestica. A beneficiarne è anche, ovviamente, il risparmio energetico all’interno dell’abitazione. In altre parole, il terzo livello caratterizza un impianto innovativo di pregio.
L’impostazione “a livelli” degli impianti elettrici residenziali è espressione di quella flessibilità funzionale e prestazionale che oggi richiede un edificio evoluto, integrando esigenze riconosciute, come, ad esempio, il comfort abitativo con la ricerca della massima sicurezza.
L’introduzione di questa classificazione è, infatti, il frutto anche di una crescente sensibilità nei confronti di una cultura della sicurezza delle persone, che deve contribuire a contrastare e ridurre il numero di incidenti domestici, anche mortali, dovuti a problemi all’impianto elettrico.
Nel nostro Paese sono milioni le abitazioni in cui gli impianti elettrici non sono a norma come evidenziato anche dal Libro Bianco del Prosiel “La sicurezza elettrica dell’impianto domestico“. Impianti elettrici che avrebbero bisogno di un rifacimento totale o, almeno di un intervento di manutenzione per evitare di incorrere in incidenti domestici causati dal cattivo funzionamento dell’impianto e degli apparecchi collegati.
Un problema, quello della sicurezza, con costi sociali elevatissimi e che riguarda una buona fetta delle abitazioni italiane. Dall’ultima indagine è emerso che il 13% delle abitazioni risulta esposto al rischio di incendio per motivi elettrici. Inoltre, nel 18% delle case non è installato l’interruttore differenziale.
Articolo aggiornato all’ottava edizione della Norma CEI 64-8 – Prima pubblicazione dell’articolo Luglio 2015