Industrial Internet of Things: applicazioni e diffusione nelle PMI

Occorre lavorare di più sulle piccole imprese che devono trovare la giusta chiave di lettura per l’adozione di soluzioni Industrial Internet of Things (I-IoT)

L’Industrial Internet of Things (I-IoT) in Italia è in grande crescita, ma il percorso è ancora agli inizi: occorre lavorare sulle piccole imprese, che devono trovare la giusta chiave di lettura per l’adozione di soluzioni I-IoT. Questa è la prima osservazione emersa dalla ricerca dell’Osservatorio Internet of Things della School of Management del Politecnico di Milano che ha coinvolto 129 aziende con l’obiettivo di comprendere i progetti di Industrial IoT già realizzati e/o realizzeranno in futuro.

Industrial Internet of Things

Il 95% delle imprese ha sentito parlare di soluzioni IoT per l’Industria 4.0, ma il reale livello di conoscenza è ancora limitato e decisamente basso nelle PMI. Dai dati si evince che il 58% del campione ha avviato almeno un progetto di Industrial IoT nel triennio 2016-2018, con una diffusione del 73% fra le medie e grandi aziende e solo del 29% fra le piccole.

Questo indica come la strada da percorrere per l’innovazione in ottica 4.0 sia ancora lunga: le PMI rappresentano il 99% delle realtà produttive in Italia e il 79% del totale degli occupati.

Le applicazioni più considerate:

  • 62% Smart Factory – gestione della fabbrica soprattutto per il controllo in tempo reale della produzione e la manutenzione preventiva e/o predittiva
  • 27% Smart Logistics – supporto della logistica, tracciabilità dei beni internamente al magazzino e lungo la filiera,
  • 11% Smart Lifecycle – ottimizzazione del processo di sviluppo di nuovi modelli e aggiornamento prodotti.

È bene sottolineare che più della metà dei progetti è ancora in fase pilota o di analisi preliminare.

Una delle principali direzioni di sviluppo dell’Industrial IoT è l’analisi e gestione dei dati raccolti, ma le aziende devono ancora comprendere come analizzarli al meglio e riuscire a costruire su di essi servizi a valore aggiunto.

Dall’Osservatorio emerge che il 42% delle aziende non ha ancora iniziato a lavorare su questo aspetto, a cui si aggiunge un 25% che dichiara di utilizzare i dati raccolti solo in forma grezza, senza alcuna elaborazione aggiuntiva. Solo il 33% del campione ha iniziato a lavorare sui dati e dichiararsi soddisfatto dei benefici ottenuti.

Industrial Internet of Things gestione dati

Quali sono i principali fattori che spingono ad avviare progetti di Industrial IoT?

Innanzitutto, la possibilità di ottenere benefici di efficienza (75%) e di efficacia (58%). È sufficiente pensare a chi produce macchinari connessi e raccoglie dati sul loro utilizzo da parte dei clienti: queste informazioni risultano fondamentali per comprendere l’utilizzo che viene fatto di tali asset, con la possibilità di realizzare miglioramenti tecnici e proporre versioni aggiornate dei macchinari, proprio grazie ai “feedback indiretti” generati dai clienti.

Lo spostamento dalla vendita del solo hardware (ad esempio un bene strumentale) all’offerta di servizi di valore abilitati dall’IIoT come la possibilità di ricevere notifiche in tempo reale e di attivare chiamate automatiche di emergenza in caso di situazioni di pericolo. Oppure servizi avanzati per prevedere l’insorgenza di un guasto a partire dall’elaborazione di dati raccolti dai macchinari, manutenzione predittiva, adeguando il piano di interventi in tempo reale e riducendo i blocchi della produzione e i conseguenti danni economici per l’azienda.

Tra i fattori troviamo gli incentivi del Piano Nazionale Industria 4.0 (45% dei rispondenti), che ha svolto negli ultimi due anni un’importante funzione di acceleratore per gli investimenti in digitalizzazione delle imprese.

Le barriere allo sviluppo dell’Industrial Internet of Things

Le aziende, però, indicano come barriere all’adozione la mancanza di competenze (59%) e la difficoltà nel comprendere a priori il valore delle soluzioni offerte (51%).

Nonostante ciò, solo il 39% delle imprese afferma di voler sviluppare in futuro competenze IoT al proprio interno, attraverso l’assunzione di personale specializzato o opportuni programmi di formazione indirizzati ai dipendenti già presenti in azienda.

Anche se molte aziende dichiarano di far ancora fatica a comprendere il valore dei progetti I-IoT, è stata proprio la presenza di benefici di efficienza ed efficacia a guidare le aziende nell’avvio di tali iniziative. Spesso vengono abilitate contemporaneamente. Si pensi ad esempio alla possibilità di monitorare in tempo reale l’intera linea produttiva: ciò può generare sia risultati di efficienza – come la riduzione di errori e difettosità grazie al monitoraggio preventivo – sia di efficacia – come la maggiore flessibilità e rapidità di risposta rispetto a variazioni tempestive della domanda.

Piano Nazionale Industria 4.0

Dopo aver contribuito alla diffusione di conoscenza sul tema e all’adozione di soluzioni I-IoT, il Piano Nazionale Industria 4.0 pone come nuovo obiettivo il supporto alle PMI, cuore pulsante del tessuto industriale italiano.

Presentato nel settembre del 2016, il Piano Nazionale Industria 4.0 è stato rimodulato nel corso degli anni. La Legge di Bilancio 2019 ha introdotto una serie di modifiche tese a favorire la diffusione degli approcci di fabbrica intelligente e manifattura 4.0 soprattutto nel comparto delle PMI:

  • l’incentivo dell’iper-ammortamento è salito al 170% (in origine era al 150%) per gli investimenti fino a 2,5 milioni di euro, mentre è stata ridotta l’aliquota per gli investimenti di valore più elevato
  • prorogato il super-ammortamento per beni strumentali generici (130% per investimenti fino a 2,5 milioni di euro)
  • reintrodotto il “bonus formazione 4.0” con un voucher che arriva fino a 40.000 euro destinato proprio alle piccole e medie imprese

A questi interventi si accompagnano nuove agevolazioni per le assunzioni di innovation manager e la proroga della misura Beni strumentali (Nuova Sabatini) con l’aumento dei finanziamenti agevolati (il 30% delle risorse, contro il 20% dello scorso anno) per le PMI che investono in tecnologie digitali come Cloud, Big Data, robotica e Internet of Things.

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Alessia Varalda

Ingegnere elettrotecnico con esperienza come Project Manager presso un'importante multinazionale attiva nel settore dell'energia e dell'automazione. La curiosità verso le tecnologie innovative e le soluzioni all'avanguardia nel mondo delle energie (tradizionali e rinnovabili) mi ha portata a lavorare per 14 anni presso un importante editore di riviste tecniche di settore scrivendo di home&building automation, illuminazione, comfort, efficienza energetica e sostenibilità.

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