Le applicazioni Smart Home permettono di raccogliere tantissimi dati sul funzionamento dei dispositivi connessi e sul comportamento delle persone nella casa.
Con la crescente diffusione delle soluzioni IoT (internet of Things) per la casa, le aziende iniziano a studiare soluzioni per sfruttare il potenziale legato ai dati resi disponibili dai dispositivi intelligenti.
L’Osservatorio Internet of Things del Politecnico di Milano ha individuato cinque modi di valorizzazione dei dati IoT, legati alla Smart Home.
Il modo più immediato è quello di migliorare i processi delle aziende che offrono servizi in ambito domestico, con ricadute legate all’aumento di efficienza (riduzione tempi e costi) e/o di efficacia (servizio al cliente). Ad esempio, monitorando lo stato di funzionamento degli elettrodomestici è possibile ottimizzare la manutenzione, facendo intervenire un tecnico prima che si verifichi un guasto o garantendo tempestività nel di anomalie.
Questo garantisce una riduzione dei costi di gestione, grazie alla programmabilità degli interventi e un migliore servizio ai clienti
I dati sull’utilizzo degli oggetti connessi da parte dei consumatori possono essere sfruttati per ridurre i difetti e migliorare l’usabilità. Un videocitofono connesso può raccogliere i dati di utilizzo per individuare quali siano le funzionalità più utilizzate.
Un’azienda può decidere di personalizzare la propria offerta sulla base ai dati raccolti per soddisfare le esigenze specifiche dei clienti soprattutto nei servizi di Assistenza alla persona in ambito assicurativo.
Un’azienda può vendere i dati raccolti generando una nuova fonte di ricavi. Ad esempio, le informazioni sui consumi energetici delle utenze domestiche, utilizzate dalle utility per rendere più efficiente il processo di fatturazione, potrebbero essere vendute per migliorare le previsioni dei consumi energetici aggregati. O un’azienda che realizza stazioni meteo connesse potrebbe vendere i dati raccolti a provider di previsioni meteo, per rendere ancora più attendibili le previsioni locali.
Sono già presenti, in settori diversi dalla Smart Home, esempi di profilazione degli utenti per proporre pubblicità mirata: l’IoT offre la possibilità di estendere questo concetto dal mondo virtuale a quello fisico. Un frigorifero smart può riconoscere i prodotti presenti al suo interno attraverso apposite telecamere e sensori, con la possibilità di condividere i dati con player di eCommerce, che possono offrire la possibilità di effettuare ordini online.
Gli enti regolatori hanno iniziato a interessarsi dei risvolti legati alla gestione dei dati raccolti: già nel 2015 il Garante della Privacy aveva aperto una consultazione pubblica sul tema Internet of Things.
L’Unione Europea ha definito il Regolamento sulla protezione dei dati personali e la libera circolazione degli stessi, che si applicherà a decorrere dal 25 maggio 2018 che introduce diversi obblighi per le imprese che trattano i dati personali al fine di tutelare i consumatori.
Un altro aspetto chiave è quello della sicurezza, o Cyber Security legata alla possibilità che malintenzionati possano riuscire a impartire comandi agli oggetti da remoto (della porta di casa o la disattivazione del sistema di allarme).
Il consumatore finale, spesso è frenato nell’acquisto di questi oggetti, è necessario che questi aspetti vengano affrontati.