Come va la green economy in Italia? Bene, per quanto riguarda economia circolare, agricoltura biologica ed eco-innovazione, ma c’è ancora molto da fare in voci altrettanto significative quali consumo del suolo, tutela della biodiversità e decarbonizzazione.
La “Relazione sullo stato della green economy del 2018”, documento introduttivo degli Stati Generali della Green Economy, convocati a Rimini il 6 e il 7 novembre in occasione di Ecomondo 2018, ci consegna una pagella italiana a luci e ombre e invoca nuovi investimenti e politiche mirate a una crescita più bilanciata dei comparti economici “verdi”.
Una sfida globale e necessaria che il Consiglio Nazionale della Green Economy – in collaborazione con il Ministero dell’Ambiente e la Fondazione per lo Sviluppo Sostenibile – ha voluto tradurre in azioni concrete a supporto di scelte sostenibili attraverso un programma quinquennale di investimenti pubblici e privati in green economy. Affiancando ai 7/8 miliardi di euro annualmente investiti dal settore pubblico ulteriori 21,4 miliardi di euro di natura privata, lo studio presentato a Rimini stima il raggiungimento di un valore di produzione pari a 74 miliardi di euro e 440 mila nuovi posti di lavoro green ogni anno.
Il significativo passo avanti dell’Italia, in termini economici e occupazionali, si snoda dunque attraverso le seguenti 10 misure green, da sviluppare nei prossimi 5 anni coniugando risorse pubbliche e private:
“I vantaggi economici di questi investimenti green sono molteplici – commenta Edo Ronchi, Presidente della Fondazione per lo Sviluppo sostenibile -. Il primo riguarda i costi evitati dell’inquinamento e di altri impatti ambientali; il secondo la capacità di queste scelte green di attivare, con investimenti pubblici, effetti moltiplicatori anche di quelli privati; il terzo vantaggio sta nella capacità di promuovere innovazione e diffusione di buone pratiche”.
Quanto all’impatto occupazionale del piano quinquennale – 2,2 milioni di nuovi posti di lavoro, 3,3 considerando l’indotto -, i settori a più alto coefficiente sono le fonti rinnovabili, con il 32% del totale degli occupati (circa 702.000 posti di lavoro diretti e indiretti), seguiti da agricoltura biologica e di qualità con copertura occupazionale del 18%, rigenerazione urbana con il 12% ed efficientamento degli edifici, al 9% con oltre 197.000 occupati.
Investire in green economy significa generare almeno 2,2 milioni di posti di lavoro nei prossimi 5 anni
Il salto di qualità dell’economia sostenibile italiana richiede dunque risorse economiche, cultura green e una visione politica coesa e lungimirante. Segnali in tal senso vengono dal Ministro dell’Ambiente Sergio Costa, intervenuto a Rimini: “Investire in green economy significa fare economia circolare, e l’economia circolare deve sostituire quella lineare perché le risorse non sono illimitate – commenta il ministro italiano -. Nella Finanziaria abbiamo inserito misure per facilitare questo processo”.