Lampade a induzione magnetica: analisi e sviluppi

Analizziamo i vantaggi e i motivi dello sviluppo di applicazioni illuminotecniche con l’impiego di lampade a induzione magnetica a partire dalla loro storia
Lampade a induzione magnetica: analisi e sviluppi

Città, scuole, amministrazione pubblica, centri commerciali richiedono l’utilizzo di fonti di luce che forniscano elevata efficienza energetica, risparmi sui costi e rispetto dell’ambiente.
Analizziamo i vantaggi e i motivi dello sviluppo di applicazioni illuminotecniche con l’impiego di lampade a induzione magnetica a partire dalla loro storia.

Già nel 1890 Nikola Tesla dimostrò la possibilità di generare la ionizzazione di gas senza l’uso di elettrodi e il 23 giugno 1891 ottenne il brevetto USA 454.622.
Nel 1994 la General Electric iniziò la produzione in serie di questa lampada denominata Genura, e attualmente la lampada è molto diffusa, in particolare negli Stati Uniti.
Nel periodo precedente il 1994, la lampada non ha avuto molta diffusione in quanto il problema del risparmio energetico e della durata di vita non avevano ancora sensibilizzato sufficientemente opinione pubblica e fornitori.

Come sono fatte le lampade a induzione magnetica?

lampade a induzione magnetica
Schema: 1 ballast elettronico – 2 anelli in ferrite – 3 amalgama di mercurio – 4 polveri di fosforo

Le lampade a induzione magnetica potrebbero essere considerate come lampade fluorescenti, ma con una fondamentale differenza: il bulbo illuminante contenente il gas è perfettamente sigillato in quanto non ci sono elettrodi da posizionare all’interno del bulbo.

L’innesco di accensione si ottiene attraverso il campo magnetico generato da due bobine avvolte su un nucleo di ferrite, montate in posizione diametralmente opposta.
Il campo magnetico prodotto da corrente ad alta frequenza accelera gli elettroni liberi nel gas all’interno del bulbo e questi elettroni colpiscono ed eccitano gli atomi di un’amalgama di mercurio di 2mg, la stessa amalgama che i dentisti utilizzano per le otturazioni, quindi maneggiabile e riciclabile. Questi atomi danno energia ai propri elettroni i quali, ritornando nello stato di equilibrio, producono radiazioni elettromagnetiche. Queste radiazioni, dopo essere passate attraverso la pellicola di fosforo che ricopre l’interno del bulbo, escono come “luce” nel campo visivo.

L’assenza di elettrodi permette alla lampada di avere una vita molto più lunga rispetto a qualunque altra soluzione oggi presente sul mercato.
Tutti i componenti e i materiali utilizzati non sono inquinanti e sono perfettamente riciclabili!

La lampada a induzione necessita di un dispositivo d’accensione: il ballast.
La qualità del sistema a induzione magnetica è strettamente legata anche alla tecnologia di costruzione del ballast, quindi ogni produttore mette sul mercato un sistema che ha sicuramente elementi distintivi rispetto gli altri.

Lampade a induzione magnetica vs led

Le lampade a induzione magnetica da qualche anno si propongono in un mercato che è dominato dai LED in quanto i LED sono stati introdotti diverso tempo prima e anche da un elevato numero di player.
A parte questo “ritardo”, vale la pena analizzare anche le lampade a induzione magnetica perché sono caratterizzate da parametri altamente competitivi, non solo tecnici, ma anche di prezzo.
A causa le dimensioni della lampada a induzione magnetica, la gamma degli apparecchi disponibili è un po’ più limitata rispetto alla gamma dei LED.
Non sono, infatti, prodotte plafoniere a eccezione di quelle di dimensioni 60x60cm e 40x40cm e non è prodotto nulla nella gamma dei faretti.
Sono invece prodotte lampade monotoroide con zoccolo E27 ed E40.

Vale sicuramente la pena di armarsi di senso critico e volontà analitica per fare una comparazione di tutte le caratteristiche distintive delle lampade a induzione magnetica e dei LED.
Bisognerà quindi verificare l’indice di resa cromatica, l’abbagliamento, la percezione di luminosità, la durata di vita, il decadimento, la possibilità di regolare il flusso, il flickering, le temperature di esercizio, la sensibilità ai disturbi, la manutenzione e per finire la classe di rischio fotobiologico e le garanzie.
Con una fornitura che ottimizzi la risposta a tutti i parametri sopra indicati significa aver contribuito a far si che le persone possano lavorare meglio e di più.

In un secondo articolo verranno analizzati i parametri caratteristici per analizzare le differenze tra lampada a induzione magnetica e tecnologia LED.


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Articolo redatto per ElettricoMagazine da Ing. Andrea Angelini
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